EREMO MISANTROPO
se non avete nulla da aggiungere astenetevi. Grazie
Messaggi di Ottobre 2015
Post n°1272 pubblicato il 29 Ottobre 2015 da Pitagora_Stonato
Dice Sheldon Cooper: " ci vorrebbero dei dispositivi installati sulla testa e quando uno dice una fesseria... BANG! Esplodono!" Perché, talvolta, finendo una conversazione mi viene voglia di dare cappocciate al muro?!? La conversazione che segue è avvenuta alle 9.45, i nomi e date sono stati modificati. Pitston: buongiorno, dovrei prenotare un appuntamento per mia figlia Bluri Antonella Operatrice : quando è nata? Pitson: il 28 febbraio 2004 Operatrice (guardando nel pc): è sicura che sia nata il 28 febbraio 2004? Pitson: certo che sì! (eppure capita che una domanda stupida come questa mi faccia nascere una sensazione di dubbioso disagio, forse perché sono una persona insicura? Ma non può essere, perché io C'ERO QUANDO é NATA MIA FIGLIA!! NON POTEVO NON ESSERCI!!) Operatrice : mi puo ripetere il cognome, lettera per lettera Pitston : Bluri Antonella , B-L-U.. Operatrice: ecco, lei sbagliava a dirmi il cognome, mi diceva Luri (Eggià, io sbaglio a dire il cognome di mia figlia!!! E non so neppure con certezza quando è nata!!!) Bang! Bang! BANG!
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Post n°1271 pubblicato il 27 Ottobre 2015 da Pitagora_Stonato
Norberto Bobbio, dal suo Politica e cultura: Poche cose abbiamo imparato dalla storia all'infuori di questa: che le idee si condensano in un sistema di ortodossia, i poteri in una forma gerarchica e che ciò che, può ridare vita al corpo sociale irrigidito è soltanto l'alito della libertà, con la quale intendo quella irrequietezza dello spirito, quell'insofferenza dell'ordine stabilito, quell'aborrimento di ogni conformismo che richiede spregiudicatezza mentale ed energia di carattere. Io sono convinto che se non avessimo imparato dal marxismo a vedere la storia dal punto di vista degli oppressi, guadagnando una nuova immensa prospettiva sul mondo umano, non ci saremmo salvati. O avremmo cercato riparo nella nostra interiorità o ci saremmo messi al servizio dei vecchi padroni. (...) Tra coloro che si sono salvati solo alcuni hanno custodito i frutti più sani della tradizione intellettuale europea: l'inquietudine della ricerca, il pungolo del dubbio, la volontà del dialogo, lo spirito critico, la misura nel giudicare, il senso della, complessità delle cose
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Post n°1270 pubblicato il 27 Ottobre 2015 da Pitagora_Stonato
I regimi in fondo sono menzogne che si rifriggono agli uomini per nascondergli i loro istinti. In realtà il circo romano aveva messo le cose a posto. (…) Panem et circenses, basta questo, pane, e poi sangue, ben gocciolante, dei gladiatori, ecco cosa serve. (…) Insomma, tutto queloo che si dà qui non è… letteratura o strip-tease, è noioso, ecco. Mentre con una buona esecuzione, allora si che si vedrebbe il popolo soddisfatto Louis Ferdinand Celine
Si sa che il moralismo e quella pulsione sadica che spinge chi ne è vittima a conservare i propri cadaveri negli armadi altrui Ed è anche l'unica forma di perversione socialmente ammessa, capace di relegare tutte le altre a comparse sul palcoscenico degli atti proibiti. Moralismo e ipocrisia, poi, sono complici e il loro legame indissolubile governa l'universo del pregiudizio. Il moralista è in grado perciò di suddividere il mondo, con la sola forza delle proprie sentenze, tra ciò che e ammesso e giusto e ciò che va condannato Tutto questo però presuppone l'intenzionalità del male, la cosciente programmazione del crimine, l'estasi innominabile del delitto Il moralista conferma insomma la propria integrità morale accusando gli altri di una volontà nociva per le persone e per l'intero complesso sociale. Che cosa succede invece quando il male si rivela come scaturito dall'assenza, dalla completa mancanza di determinazione, originato da individui senza desideri né coscienza che iniziano a scorrazzare in lungo e in largo per il globo producendo dolore e morte? Possiamo chiamarli zombi, corpi senz’anima, serial killer, omicidi di massa, oppure semplicemente il prodotto di “nuovi scenari sociali”. Il risultato è che di fronte a loro il moralista pontifica a vuoto; di fronte a loro inevitabilmente si svela l’ipocrisia dei suoi criteri di giudizio. Daniele Brolli dalla prefazione di " Gioventù cannibale" |
Post n°1269 pubblicato il 26 Ottobre 2015 da Pitagora_Stonato
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Post n°1268 pubblicato il 22 Ottobre 2015 da Pitagora_Stonato
ircocèrvoVocabolario on line ircocèrvo s. m. [dal lat. hircocervus, comp. di hircus «capro» e cervus «cervo», calco del gr. τραγέλαϕος (v. tragelafo)]. – Nome d’un animale favoloso, che partecipa della natura del capro e del cervo. Usato per lo più (già in lat.) in senso fig., con riferimento a cosa assurda, inesistente, chimerica e sim.: le categorie del pensare ... si fanno esse stesse pensanti e giudicanti, foggiando veri e propri i. mentali (B. Croce).
** Ircocervo Ircocervo deriva dal latino hircocervus, parola composta da hircus ("capro") e cervus ("cervo"), e designa un animale mitologico per metà caprone e per metà cervo. Viene anche denominato tragelafo[1] e descritto come:
Col tempo l'utilizzo letterale del termine è stato abbandonato in favore di un uso metaforico per riferirsi a cose assurde ed irreali. |
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Su Iris in prima serata
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Post n°1264 pubblicato il 20 Ottobre 2015 da Pitagora_Stonato
La gente fa i conti con le proprie disgrazie fisiche, le dita mozze dei piedi e delle mani, le cicatrici, le ustioni, la febbre, il cancro, i microbi, le infezioni, le ferite e le ossa rotte. Non fa mai i conti con i lividi e le cicatrici accumulati nell'involucro interiore a formare un completo universo di reazioni, un mondo riflesso in cui nulla sfugge all'interpretazione personale, poiché passa attraverso questo caleidoscopio della memoria, queste sensibili lastre fotografiche della psiche, questo assemblaggio di chimici emozionali attraverso cui ogni parola, ogni avvenimento, ogni esperienza, viene filtrata, digerita, deformata, prima di essere di nuovo proiettata sulle persone e sui rapporti. Il movimento dell'io e dei suoi tanti strati, descritto da Duchamp nel suo Nudo che scende una scala, i molteplici io cresciuti in modo diseguale, non uno a uno, parallelamente, in una sola direzione, ma composti da numerose giustapposizioni che rivelano le infinite spirali del carattere, così come la terra rivela i suoi strati, un'infinita costellazione di sentimenti che si espandono altrettanto misteriosamente dello spazio e della luce nel regno dei pianeti. da "le quattro stanze del cuore" Anaïs Nin
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Post n°1263 pubblicato il 20 Ottobre 2015 da Pitagora_Stonato
... l'amore non muore mai di morte naturale. Muore perché non sappiamo come nutrirlo, muore di cecità ed errori e tradimenti. Muore di malattie e ferite, muore di stanchezza, si avvizzisce, si appanna, ma non muore mai di morte naturale. Ogni amante potrebbe essere portato in tribunale come assassino del suo proprio amore. Quando qualcosa ti ferisce, ti rende triste, io mi precipito per schivarlo, per correggerlo, cercando di sentire quello che senti tu, e tu invece ti volti e con un gesto di impazienza mi dici: "Non ti capisco" ** Un intenso e vivido presente è il miglior esorcista del passato ** Sorrideva di fronte a questo grande desiderio che ha l'uomo di costruire città, quando è tanto più difficile costruire rapporti, a questo bisogno di conquistare nuove terre quano è tanto più difficile conquistare anche un solo cuore, soddisfare un bambino, creare una perfetta vita umana. Il bisogno dell'uomo di inventare, circumnavigare lo spazio quando è tanto più difficile vincere lo spazio che separa gli esseri umani, il bisogno dell'uomo di organizzare sistemi filosofici quando è tanto più difficile comprendere anche un solo uomo, e quando i più grandi abissi dell'umana natura giacciono per metà inesplorati. ** Tutte le grandi fughe che ti allontanano dalla vita, alla fine ti scaricano in luoghi di espiazione. ** ... come spesso la gente dimentica le sue prime intuizioni, fino al momento in cui la fine di un'amicizia, la fine di un amore, risvegliano quella prima impressione a lungo sepolta, che ricompare a testimoniare come, negli esseri umani, i sensi animali percepiscano chiaramente i pericoli, le trappole, ma vengano spesso messi da parte per seguire un cieco impulso, nella direzione opposta a quella dell'autoconservazione. A testimoniare che gli esseri umani possiedono un senso del pericolo, ma che un qualche altro desiderio, un qualche altro impulso, li richiama e li trascina precisamente verso quelle trappole, verso l'autodistruzione Le quattro stanze del cuore - Anaïs Nin |
Inviato da: cassetta2
il 17/07/2021 alle 18:53
Inviato da: cassetta2
il 24/04/2020 alle 08:47
Inviato da: arw3n63
il 14/09/2018 alle 19:08
Inviato da: Pitagora_Stonato
il 07/09/2018 alle 13:31
Inviato da: arw3n63
il 30/08/2018 alle 15:56