Creato da Pitagora_Stonato il 12/07/2010

EREMO MISANTROPO

se non avete nulla da aggiungere astenetevi. Grazie

 

Messaggi del 14/07/2014

Donne - Charles Bukowski

Post n°822 pubblicato il 14 Luglio 2014 da Pitagora_Stonato
 

 

La mattina dopo Debra mi chiese di restare lì ad aspettare che tornasse dal lavoro. Promise di preparare una bella cena. “Va bene”, dissi io.

Cercai di dormire quando usci ma non ci riuscii. Stavo  pensando al giorno del Ringraziamento: come facevo a dirle che non potevo andare a cena da lei? La cosa mi infastidiva. Mi alzai e cominciai a passeggiare avanti e indietro. Feci il bagno. Niente. Peggio di prima. Forse Iris avrebbe cambiato idea, forse il suo aereo sarebbe caduto. Avrei potuto telefonare a Debra la mattina del giorno del Ringraziamento e dirle che dopotutto ce l'avrei fatta ad andare da lei.

Continuai a camminare avanti e indietro sentendomi sempre peggio. Forse perché ero rimasto lì invece di andare a casa. Era come prolungare l'agonia. Che razza di stronzo ero? Certo che ne giocavo, di sporchi tiri. Che cosa mi spingeva a farlo? Stavo cercando di pareggiare qualche conto? Potevo continuare a raccontare a me stesso che si trattava semplicemente di un lavoro di ricerca, di studio sulla donna? Lasciavo semplicemente che le cose accadessero senza fare niente, senza pensarci. Non  pensavo a niente se non al mio stupido meschino piacere. Ero come un ragazzino viziato. Ero la peggiore di tutte le puttane; una puttana ti prendeva i soldi e basta. Giocavo con le vite e le anime degli altri come se fossero gingilli. Come facevo a considerarmi un uomo? Come facevo a scrivere poesie? Di che cosa ero fatto? Ero un de Sade da osteria, senza nemmeno la metà dell'intelligenza del maestro. Gli assassini erano più onesti e sinceri di me. E anche gli stupratori. Non mi piaceva che qualcuno giocasse con la mia, di anima, che mi prendesse in giro, che mi smerdasse; almeno questo lo sapevo con certezza. Ero un poco di buono. Lo sentivo, camminando su e giù sul tappeto. Un poco di buono. La cosa peggiore era che invece mi facevo passare esattamente per quello che non ero... un bravo ragazzo. Riuscivo a entrare nella vita della gente perché avevo l'aria dei bravo ragazzo, ispiravo fiducia. Facevo il mio sporco mestiere nel modo più facile. Stavo scrivendo La storia d'amore della iena.

Mi fermai in mezzo alla stanza, sorpreso dal corso dei mieì pensieri. Mi trovai seduto sul bordo del letto, piangevo. Sentivo le lacrime sulle dita. Mi girava la testa, eppure stavo bene. Non. riuscivo a capire che cosa mi stesse succedendo.

Presi il telefono e chiamai Sara al ristorante.

«Hai molto da fare?», le chiesi.

«Noi ho appena aperto. Stai bene? Hai una voce strana». «Ho toccato il fondo».

«Che cos'è successo?».

«Be, ho detto a Debra che avrei passato il giorno del Ringraziamento con lei. E lei ci conta. Ma adesso è successo qualcosa».

«Che cosa?».

«Be', non te l'ho mai raccontato. Io e te non abbiamo mai scopato, capisci? Quando si scopa è diverso».

«Che cos'è successo?».

«In Canada ho conosciuto una ballerina. Danza del ventre». «Davvero? E ti sei innamorato?».

«No, non mi sono innamorato».

«Aspetta, c'è un cliente. Puoi restare in linea?».

«Va bene...».

Restai lì con la cornetta appoggiata all'orecchio. Ero ancora nudo. Mi guardai il pene: brutto figlio di puttana! Lo sai che combini un sacco di stronzate con quella tua voglia idiota?

Restai lì per cinque minuti con la cornetta appoggiata all'orecchio. Era una teleselezione. Se non, altro l'avrebbe pagata Debra.

«Eccomi qua», disse Sara. «Continua».

«Be', lassù a Vancouver ho detto alla ballerina di venirmi a trovare».

«E allora?».

«Be', ti ho detto che avevo promesso a Debra di passare il giorno del Ringraziamento con lei...».

«L'avevi promesso anche a me», disse Sara.

«Davvero?».

«Be', eri ubriaco. Hai detto che come a tutti gli altri americani nemmeno a te piaceva passare i giorni di vacanza da solo. Mi hai baciata e mi hai chiesto di passare il giorno del Ringraziamento con te».

«Mi dispiace, non ricordo...».

«Non importa. Aspetta... - c'è un altro cliente...».

Misi giù la cornetta e andai a versarmi da bere. Mentre rientravo in camera da letto vidi la pancetta pendula nello specchio. Era orribile, oscena. Come facevano le donne a sopportarmi?

Mi tenni la cornetta appoggiata all'orecchio con una mano e continuai a bere vino con l'altra. Sara tornò al telefono.

«Va bene. Va' avanti».

«O.K., ecco come stanno le cose. La ballerina mi ha telefonato l'altra sera. Solo che in realtà non è una ballerina, fa la cameriera. Ha detto che veniva a L.A. in aereo per passare il giorno del Ringraziamento con me. Sembrava così felice».

«Avresti dovuto dirle che avevi un altro impegno».

«Non...»:

«Non hai avuto il coraggio».

«Iris ha uno splendido corpo...».

«Ci sono altre cose nella vita oltre ai corpi splendidi». «Comunque, adesso devo dire a Debra che non posso passare il giorno del Ringraziamento con lei e non so come fare». «Dove sei?».

«Nel letto di Debra».

«Dov'è Debra?”.

«Al lavoro». Non riuscii a trattenere un singhiozzo. «Sei solo uno stronzo piagnone».

«Lo so. Ma devo dirglielo. Altrimenti divento pazzo».

«Ti sei messo da solo in questo pasticcio. Dovrai venirne fuori da solo».

«Pensavo che mi avresti dato una mano, pensavo che mi avresti suggerito cosa fare».

«Vuoi che ti cambi il pannolino? Vuoi che le telefoni io da parte tua?».

«No, no. Sono un uomo. Le telefonerò io. Le telefono adesso. Le dirò la verità. Voglio farla finita con questo cazzo di storia!». «Bene. Fammi sapere com'è andata».

«È stata la mia infanzia, capisci. Non ho mai conosciuto I' amore...».

«Richiamami dopo».

Sara riappese.

 

 

 

 
 
 

AREA PERSONALE

 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 

IN LETTURA

 

 

 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Maggio 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
    1 2 3 4 5
6 7 8 9 10 11 12
13 14 15 16 17 18 19
20 21 22 23 24 25 26
27 28 29 30 31    
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963