Creato da Pitagora_Stonato il 12/07/2010

EREMO MISANTROPO

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Messaggi del 26/08/2014

Il viaggio d'inverno - Amélie Nothomb

Post n°874 pubblicato il 26 Agosto 2014 da Pitagora_Stonato
 

 

 

 

Ho scelto, un volo in partenza dall'aeroporto di Roissy-Charles-de-Gaulle invece che da Orly. Una decisione motivata da ottime ragioni: l'aeroporto di Roissy è più bello e accogliente, le destinazioni sono tante e remote, i negozi del duty free offrono una maggiore scelta. Ma la ragione principale è che nei bagni di Orly ci sono le addette alla sorveglianza delle toilette.

Il problema non è tirar fuori qualche soldo. Si trova sempre una moneta in fondo a una tasca. Quello che non sopporto è incontrare la persona che dovrà ripulire le mie tracce. È umiliante per lei e per me. Non credo di esagerare affermando di essere una persona sensibile.

E oggi rischio di andare spesso in bagno. È la prima volta che mi accingo a far esplodere un aereo. Ed è anche l'ultima, perché sarò a bordo. Ho riflettuto un bel po' su soluzioni per me più vantaggiose, ma non ne ho trovate. Se sei un cittadino qualsiasi, un gesto del genere comporta necessariamente il suicidio. Altrimenti devi appartenere a una rete organizzata, cosa che non mi si confà.

Non sono fatto per collaborare. Non ho spirito di squadra. Non ho niente contro la razza umana, ho una predisposizione per l'amicizia e per l'amore, ma riesco a concepire soltanto l'azione solitaria. Come fai a portare a termine grandi imprese se hai qualcuno tra i piedi? Ci sono occasioni in cui bisogna contare solo su sé stessi.

Non si può essere definiti puntuali quando si arriva tropposto. Io appartengo a questa categoria: ho una tale paura di arrivare in ritardo che ho immancabilmente un considerevole anticipo. Oggi polverizzo ogni mio record: al momento di presentarmi al check-in sono le otto e trenta. La signorina mi propone            un posto sull'aereo precedente. Rifiuto.           

Cinque ore di attesa non saranno troppe dato che ho con me questo taccuino e questa penna. Io che fino ai quarant'anni ero riuscito a evitare il disonore della scrittura, scopro che l'attività criminale porta con sé la necessità di scrivere. Poco male visto che i miei scarabocchi esploderanno insieme a me nel disastro aereo. Non mi ridurrò a proporre la lettura del mio manoscritto a un editore, sollecitandone l'opinione con aria fintamente distaccata.       

Al controllo ho fatto scattare il bip. Per la prima volta ho riso. Come previsto, mani maschili mi hanno palpato dalla testa ai piedi. La mia ilarità è apparsa loro sospetta, e ho dichiarato che soffrivo il solletico. Quando hanno passato al setaccio il contenuto della mia sacca, mi sono morso l'interno delle guance per non ridere. Non avevo ancora con me il materiale che avrei usato per commettere il crimine. Poi l'ho acquistato in uno dei negozi duty free.

Adesso sono le nove e trenta. Ho quattro ore davanti a me per appagare questa curiosa necessità: scrivere quello che non avrà il tempo di essere letto. Si dice che prima di morire si veda sfilare tutta la propria vita in un secondo. Presto scoprirò se è vero. Questa prospettiva mi alletta, per niente al mondo vorrei perdermi il best of della mia storia. Se scrivo forse è per predisporre il lavoro del montatore che selezionerà le immagini: per ricordargli i momenti migliori e suggerirgli di sfumare quelli che sono stati meno importanti.

Se scrivo è anche per paura che questo folgorante film non esista. Non è escluso che sia tutta una fregatura e che uno muoia stupidamente, senza vedere un bel niente. L'idea di annullarmi senza questa trance riassuntiva mi dispiacerebbe. Per precauzione, farò in modo che sia la scrittura a offrirmi le immagini.

Mi viene in mente mia nipote Alicia, quattordici anni. Quella ragazzina è piazzata davanti a MTV da quando è nata. Le ho detto che se morirà, vedrà sfilare un video che comincia con i Take That per finire con i Coldplay. Ha sorriso. La madre mi ha chiesto perché aggredissi sua figlia. Se punzecchiare un'adolescente equivale ad aggredirla, non oso immaginare quale verbo impiegherà mia cognata quando conoscerà il mio ruolo nella vicenda del Boeing 747.

Non posso fare a meno di pensarci. Gli attentati esistono solo per i commenti del giorno dopo e per i media, pettegolezzi su scala planetaria. Non si dirotta un aereo per il piacere di farlo, ma per conquistarsi la prima pagina. Eliminate i media e tutti i terroristi si ritroveranno disoccupati. Campa cavallo.

Penso che dalle due, diciamo due e mezza, visti i perenni ritardi, i miei addetti stampa si chiameranno CNN, AFP, ecc. La faccia di mia cognata stasera davanti al tiggì delle otto. "Te l'avevo detto io che tuo fratello era matto!" Ne vado abbastanza fiero. Grazie a me, per la prima volta in vita sua Alicia guarderà un canale diverso da MTV. Ma non me la perdoneranno lo stesso.

Gustarmi fin da ora il piacere di immaginare la scena non ha nulla di assurdo: non sarò presente per assaporare l'indignazione che avrò provocato. Per valutare da vivi una reputazione postuma, non c'è niente di meglio che anticiparla per iscritto.

 

 
 
 

La persecuzione del bambino - le origini della violenza - Alice Miller

Post n°873 pubblicato il 26 Agosto 2014 da Pitagora_Stonato
 

(il) perfetto adattamento alle norme della società, dunque a quei comportamenti che si definiscono di "sana normalità", cela in sè il rischio che un simile individuo si presti ad essere usato per molti scopi. In questo caso non si verifica una perdita di autonomia, dato che tale autonomia non c'è mai stata, ma un sovvertimento dei valori che, presi singolarmente, non hanno la minima importanza per l'individuo in questione finché al vertice dell'intero sisema di valori regni il principio dell'obbedienza. Si è rimasti allo stato dell'idealizzazione dei genitori autoritari, che può facilmente essere trasferita a un capo politico oppure a un'ideologia. Dal momento che i genitori autoritari hanno sempre ragione, non è necessario starsi a rompere la testa ogni volta per decidere se quello che voglio sia giusto o meno.

 

 


Ci procura anche un piacere segreto del tutto particolare vedere che la gente intorno non si accorge di quello che in realà le sa succedendo.

A.H. Cit in Raushninng 1938 p.139

 


 
 
 

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