Creato da Pitagora_Stonato il 12/07/2010

EREMO MISANTROPO

se non avete nulla da aggiungere astenetevi. Grazie

 

Messaggi del 14/04/2015

Momento Tafazzi

Post n°1154 pubblicato il 14 Aprile 2015 da Pitagora_Stonato
 

Girovagando tra i blog leggo ultimamente, e spesso,le citazioni ci Massimo Bisotti. Non conosco l'autore, (mi ricorda Moccia) , devo dire che le citazioni sono struggenti. mi è venuta allora la curiosità di sapere chi è questo autore di cui penso non leggerò mai nulla allora ho cercato e ho trovato :

 

Massimo Bisotti è nato e vive a Roma, ha studiato Lettere, suona il pianoforte ed è appassionato di psicologia. Dice di sé di avere iniziato a scrivere perché le sue parole rimarginassero le ferite e si chiudessero in cicatrici.

 

chiudere le cicatrici:

E il tuo sorriso sembrava quasi la felicità, perché io sapevo già che te lo saresti riportato via.

 

La disillusione arriva e si vince oppure schiaccia.
Alla fine la scelta è sempre nelle nostre mani.
Le decisioni che prendiamo in un tempo piccolissimo hanno il potere di stravolgere l’intera esistenza.

 


Scrivimi una lettera fra tanto tempo.
Scrivimela a mano, con la tua calligrafia.
Prova a mandarmi tanti pezzi di cuore.
Scrivimi come stai, dall’inizio alla fine, sei origine e polvere magica.
Oppure non scrivere niente, mandami la busta vuota con dentro la tua anima ed io senza scriverti niente, ovunque sarò ti risponderò e tu saprai sempre riconoscerti nelle mie parole, solo tue.
C’è un bacio sul tavolo, me l’hai lasciato qui.
E ricordati non sempre ma spesso una cosa.
La tua vita può vedere tutti i miei desideri perché i miei desideri hanno l’altezza dei tuoi occhi.

 



“Finché ci sarà altro amore nell’amore, ci ruberemo il cuore all’infinito.”

 

 

 

ps. Bisotti sta al "chiudere le cicatrici" come un cappio sta ad una laringite.

 
 
 

Mi sei cosė ... cosė... che...

Post n°1153 pubblicato il 14 Aprile 2015 da Pitagora_Stonato
 

 

 

Non vedo l'ora che tu mi chieda l'amicizia su FB.

 

L'accetterò perché ci tieni...

 

Poi ti cancello perché so che ti offendi.

 

PITSTON

 

ps. sonounabruttapersona

 
 
 

0ffro asilo temporaneo!!

Post n°1152 pubblicato il 14 Aprile 2015 da Pitagora_Stonato

 

 
 
 

Una camicia coi baffi

Post n°1151 pubblicato il 14 Aprile 2015 da Pitagora_Stonato
 

Questo strano uomo, che rappresentava bene il pensiero comune, e che pure non aveva affatto un pensiero individuabile, sarebbe rimasto impresso in me per molti giorni, perché io non lo avevo mai guardato come lo guardai quella sera. Con abilità, era riuscito a farmi apparire naturale, quasi ovvio tutto ciò che aveva detto, eppure aveva detto tante cose che prese una per una sarebbe stato ben difficile attribuire a una stessa mente, a uno stesso individuo. Erano più volgari le immagini dell'uomo onesto che dava fuoco a un palazzo o quelle della scrittrice frivola e del suo paranoico, lugubre tormentone? Era più orribile la barbetta d'argento dello scienziato o l'esplosione dell'elicottero nel trailer pubblicitario? Faceva più ribrezzo il volto spaesato del presidente dell'associazione umanitaria o l'orecchino che la pornostar diceva di essersi messa su un labbro della vagina? E quel povero padre in lacrime mentre raccontava del suo bambino, era solo una vittima o, sotto sotto, giocava anche lui a fare il carnefice? O era un carnefice e basta? O tutto era la stessa cosa, sotto sotto?
Tutto l'universo è, sotto sotto, qualcosa di diverso da come l'immaginiamo. I nostri occhi immaginano, ma solo il sospetto vede, perché fino al momento in cui non si vede quello che sta sotto sotto siamo come ciechi. E gli occhi del--Conduttore sapevano — con l'aiuto dei baffi — come si fa a guardare sotto sotto.
Una tragedia — pensai-- ha parti ben definite. Anche la televisione aspira a definire le sue parti, e cerca sempre perciò un protagonista, un antagonista, una vittima sacrificale, un coro e un corifeo. Ma la televisione non assegna bene le parti, perciò è facile scivolare da un ruolo all'altro nel giro di pochi istanti, secondo il moto marino che governa il trasmettere e il guardare, quello degli ospiti, e quello di chi regge il telecomando.

da "Talk Show" di Luca Doninelli

 
 
 

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