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parlare di tv č una cosa seria

Post n°65 pubblicato il 27 Gennaio 2009 da eticamedia

L’attualità di gennaio ha visto Veltroni tornare al tema TV: ci saremmo aspettati molti più commenti, in uno che che ha scritto vari libri sul tema, sui programmi ecc. Ma soprattutto ci saremmo aspettati di più a livello di commento: forse anche lui pensa che siamo tutti cretini.

Ed ecco il giudizio: la critica di Affari tuoi. Veltroni va ripetendo una frase con cui credo molti saranno d’accordo, che guardando la tv a volte ha la sensazione di venire da Marte.

Non so se sapete che la parola tronista è passata nel vocabolario italiano; ma pochi andranno a cercare nel vocabolario, tutti sanno chi è. Trattasi di fosca figura, generalmente bel ragazzo, che ha vinto la battaglia per l’immortalità: è passato in televisione. Viene in mente Sartre che ricordava che sappiamo il nome di Eratostene, incendiario di un tempio che nessuno sa più chi costruì. Per dire, la fama è fama. Caino è famoso come Abele. Se conta solo questo, la vita può farsi molto ma molto difficile. Conviene farsi mordere da Wolf al prossimo chiar di luna piena, così poi vediamo chi vince.

Ma i politici non possono venire da Marte; e se proprio vengono, si paghino un consigliere fidato. Lui critica Affari Tuoi con toni da non so cosa di antico, tipo la vita si guadagna duramente in fabbrica dove s'impara cos'è la catena di montaggio ecc. - che già negli anni '70 pareva soltanto un'altra retorica, e che ora si dice ai ragazzi del call center e della fila ai provini delle veline.... Certo, è un quiz dove non si fa nulla, si vince quanto vince un povero travet in anni di lavoro; anche se sono poveri travet i concorrenti, la morale non è tranquilla - un azzardo è un azzardo. Subito ribatte quel volpone di Del Noce: allora, aboliamo il lotto.

E qui credo che Veltroni abbia capito di aver toppato. Perché il lotto e ancor più il tris e tutti i pullulanti analoghi infuriano ovunque; non risentono nemmeno della crisi. Popolo di mentecatti, commenterà tra sé il marziano.

Però, è proprio lui, il marziano, che non ha potuto assistere alla meravigliosa fioritura di teorie sul gioco che nel 900 hanno spiegato che il gioco è la cosa più seria di tutte, che le jeu de Dieu è la creazione, che anche l'azzardo ha il suo senso. E lo dice una piccola e disgustosa formichina laboriosa che conosce il proprio difetto - esita al rischio. Basta questo per perdere le battaglie: a sette anni gli spartani mandavano bambine e bambini fuori di casa al freddo. Chi sopravvive impara a rischiare. Altrimenti, inutile sopravvivere, si vivrebbe comunque da schiavi. Questo insegna il gioco d’azzardo. Certo non serve a tutti, molti rischiano troppo, ma il male non è il gioco, è il suo abuso. Basta conoscere il gioco, mentre nessuno ne sa la teoria (al massimo quella matematica dei giochi).

La riprova dell'errore: Veltroni cita a miglior esempio X Factor, e infatti il suo produttore Gori si è  inorgoglito per la sua trasmissione, assentendo vigorosamente. Veltroni s'è per un momento dimenticato,forse, chi è Gori, e se mai sia ipotizzabile che faccia qualcosa per la tv che non appartenga al genere panem et circenses.

E questo è infatti: la trasformazione, in agguato da tempo, della vita in musical. Il mondo delle veline. Ci si va fino in Parlamento!

Imparare a ballare, a muoversi, a recitare, trascurare il pensiero critico e la capacità di pensare; per raggiungere livelli elevati e vincere i tanti altri aspiranti, tutti perdono tutto il loro tempo prezioso, la scuola e l’Università - regni bacucchi su cui è lazzo e stridor di denti.

Meglio X Factor? ma è la fabbrica del consenso! Le  scatole restano un gioco di Natale, come la tombola, che si gioca con misura. Il team di ballo è una scelta di vita alternativa all'impegno ed alla discussione politica. Il circo è una cosa bellissima, anche se i circensi sono artisti girovaghi, che non si radicano in una nazione e forse non votano. Spero che almeno questo dissuada Veltroni dal desiderare una bella nazione circense.

 
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