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Matematica e scienza: un romanzo

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Rivoluzioni scientifiche?

Post n°189 pubblicato il 19 Febbraio 2016 da EdMax

Rivoluzioni scientifiche?

Thomas Kuhn parla di “scienza normale”, intendendo con questa espressione le attività scientifico-sperimentali che si svolgono all’interno di un “paradigma dominante”. Gli esperimenti e gli strumenti di misura programmati forniscono di solito valori sperimentali attesi dal paradigma. Di tanto in tanto, emergono nuovi esperimenti mentali o nuovi valori sperimentali disattesi dal paradigma. In questo caso si crea una frattura all’interno del paradigma, una “crisi” (cambiamento), che costringe gli scienziati a rivedere il paradigma di riferimento.

Le nuove idee teoriche o i nuovi valori sperimentali possono creare una “rivoluzione scientifica”, cioè una profonda rivisitazione del paradigma dominante o la sostituzione del paradigma con un nuovo paradigma che tenga conto delle nuove idee o dei nuovi valori sperimentali.

 

Secondo alcuni storici, quando si parla di “Rivoluzione scientifica” (con la R maiuscola) si deve far riferimento a una sola Rivoluzione: quella che, a partire dalla metà del Cinquecento, ha ribaltato il sistema geocentrico, passando dal modello aristotelico-tolemaico al modello eliocentrico-copernicano (poi completato da Keplero, Galileo e Newton). In realtà, si dovrebbe parlare di “Rivoluzione astronomica” in quanto, nello stesso anno in cui viene pubblicata l’opera di Copernico, il “De Revolutionibus Orbium Coelestium”, appare anche l’opera “De Humani Corpore Fabrica” di Andrea Vesalio, che apre una Rivoluzione anche nelle scienze mediche. Se Tolomeo “ferisce” Tolomeo, Vesalio “distrugge” Galeno.

 

Con i “Discorsi” di Galileo e i “Principia” di Newton possiamo dire che si completa la Rivoluzione scientifica accesa da Copernico. La domanda è: dopo Newton ci sono state altre rivoluzioni scientifiche? Le teorie del Novecento (le teorie della relatività, la fisica quantistica, il Modello Standard delle particelle elementari) devono essere considerate “rivoluzioni scientifiche” oppure “semplici” propaggini della fisica classica?

 

Se ci atteniamo alla tesi di Kuhn, allora una rivoluzione scientifica deve sovvertire il passato, creare il nuovo, relegare il paradigma precedente nei libri di storia della scienza insieme a Aristarco e Tolomeo, prevedere fenomeni e processi che possano essere confermati dalle misurazioni sperimentali successive, creare una discontinuità così forte da far emergere nuove domande, nuovi strumenti di misura, nuove metodologie.

 

Le due teorie della relatività (ristretta e generale) non possono essere considerate vere rivoluzioni scientifiche poiché non hanno costretto gli scienziati ad abbandonare la fisica classica. Le “forze” di Newton continuano a esercitare tutta la loro “forza”, visto che continuano a essere insegnate nelle scuole di tutto il mondo. È vero che l’equivalenza tra massa ed energia e gli effetti relativistici dovuti alle velocità prossime a quella della luce o alla presenza di corpi massicci inducono effetti che non erano stati previsti in precedenza. Ma alla scala degli esseri umani si tratta di effetti non percepibili e del tutto trascurabili.

 

Allo stesso modo, anche la meccanica quantistica non è una rivoluzione scientifica poiché la sua sfera d’azione non si applica a oggetti più grandi di un atomo.

 

Pertanto, pur ritenendo profondamente affascinanti le teorie del Novecento, ritengo che la rivoluzione scientifica sia una e solo una: quella Rivoluzione!

 

 
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