Creato da e_d_e_l_w_e_i_s_s il 16/06/2012

C'est la Vie

Il bello, il brutto ... e il così così

 

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quando il gioco si fa duro...

Post n°582 pubblicato il 21 Maggio 2017 da e_d_e_l_w_e_i_s_s
 

... i duri non giocano.

Che sia bufala come alcuni sosterrebbero,  o realtà come alcuni fatti documenterebbero, poco cambia ormai.

Si chiama car surfing pare sia nato intorno agli anni '80, ma sembra essere la moda del momento tra i giovanissimi di tutto il mondo.
La traduzione è immediata: surf sull'auto. 


La rete  pullula di fotografie e di video di automobili che appaiono lanciate a tutta velocità su strada con ragazzi a braccia allargate e  in piedi sul cofano o sulla cappotta : mimano il  cavalcare  dell’ onda.
Proprio questo gioco è la causa di un incidente di qualche giorno fa a Rovigo in cui  un ragazzo di 19 anni ha perso l’equilibrio volando giù dal cofano dell’auto in corsa ed è stato travolto dall'automobile di un amico.
Si dice che stava cimentandosi in questo gioco per dar dimostrazione del suo coraggio. Versa in gravi condizioni.
Non è il primo non sarà l'ultimo.


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Si chiama Blue Whale Challenge, arriva dalla Russia ma spopola ottenendo vari adepti giovanissimi in tutto il mondo.
Letteralmente significa la sfida della Balena Blu e prevede che i partecipanti svolgano una serie di azioni, 50 per la precisione e una al giorno.
Un rituale tutto elencato in Rete e scaricabile con app. : le prime azioni sono molto semplici e innocue, poi, pian piano,  evolvono in gesti e comportamenti che portano all’odio per la vita e per se stessi.
Ascoltano musica triste, praticano autolesionismo, fino all’epilogo estremo.
Stando ai numeri, le morti suicide sono a quota 150: adolescente più, adolescente meno…un orrore!

Qualche giorno fa a Pescara una 13enne è stata "salvata" perchè s'era  sentita male a scuola.
Le sue condizioni non erano affatto buone e sulle sue braccia hanno trovato tagli .
Lei avrebbe dovuto compiere l'ultimo gesto, quello fatale, mercoledì prossimo.
Avrebbe dovuto buttarsi
dall’ottavo piano: la roulette della follia virtuale aveva deciso questo.






























Non sono giochi, come quelli che comunemente intendiamo ed è allucinante che vengano considerati tali.
Perché di ludico non c'è nulla.
C’è piuttosto la sfida che gli adolescenti fanno con la morte.

Inutile colpevolizzare i ragazzini.
Ridicolo solo pensare a gioventù bruciata.
O dire *ai miei tempi…*

Piuttosto le famiglie dove stanno quando non s'accorgono del disagio dei propri figli?
50 giorni non passano così velocemente perché un genitore possa giustificarsi con un * non me n’ero accorto.*


E ancora: la rete offre, ma offre anche insidie.
Ecco, forse sarò antica, forse anacronista, ma mi chiedo per quale motivo in rete possano venire postati impunemente foto, video, programmi e app  e nessun organo di controllo si attivi non solo a oscurare tali orrori , ma a denunciare e punire coloro che li pubblicano.

 

 
 
 
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