Creato da e_d_e_l_w_e_i_s_s il 16/06/2012

C'est la Vie

Il bello, il brutto ... e il così così

Messaggi di Maggio 2018

Via etere appaga e l'ignoranza è servita

Post n°642 pubblicato il 30 Maggio 2018 da e_d_e_l_w_e_i_s_s
 

 


Mai come oggi pare che gli


































denotino  forza, carattere, capacità critica e padronanza verbale.
Se poi avviene dietro un monitor e si espande nell’etere ci si sente appagati quasi quanto  dopo un orgasmo goduto in fretta e furtivamente.
Non importa a chi sia destinato, importa solo irridere, attaccare, offendere una persona, chiunque essa sia,  e la sua dignità.
E’ più facile offendere che muovere critiche o obiezioni pacate da cui potrebbero nascere scontri ma anche confronti e talvolta, per quella strana parola che si chiama compromesso, anche un incontro.
E’ quello che avrebbe potuto avvenire a un' impiegata  di Forlì.
Era il 2012 quando su FB , forse presa dalla rabbia o forse dalla mania di condividere tutto, scrisse contro il suo datore di lavoro.
Il contenuto probabilmente di per sé non era così pesante: capita a tutti di non essere contenti di eventuali incarichi affidatici.
Lei però usò espressioni volgari e inequivocabili.
 
Lo sfogo  sulla piattaforma più cliccata fu visto dal legale dell'azienda, tra l’altro suo 'amico' nel web.
Così due giorni dopo alla furbissima dipendente arrivò una lettera di contestazione e a fine mese il licenziamento.
Il post  del reato fu cancellato. Allora lei decise di rivolgersi al tribunale del Lavoro.
A distanza di 6 anni, dopo che in primo grado e  in appello i suoi ricorsi furono respinti , la Cassazione, finalmente, ha stabilito senza più deroghe equo il licenziamento.

Pensate anche voi che se fosse stata meno scellerata, più educata, più civile, se non avesse usato insulti avrebbe ancora  il lavoro e non avrebbe dovuto accollarsi, oltre che lo stress,  pure le spese legali?

Tante volte l' ignoranza fa 'sti scherzi.

Spiace solo che fra  le maglie della rete  non tutti gli insultatori seriali vengano  riconosciuti e paghino per  le ingiurie insolenti e villane.


 

 
 
 

Loro ci stanno a guardare

Post n°641 pubblicato il 27 Maggio 2018 da e_d_e_l_w_e_i_s_s
 

e intanto ridendo disegnano



















*No, non è accettabile che ci ridicolizzino così  diceva lei
- noi a casa loro mica ci mettiamo il naso.*

*Ma che dici? Siamo noi che ci auto ridicolizziamo e diamo loro lo spunto per deriderci così.*

Mentre la seraficità di Mattarella, tenuto in scacco da non uno ma due quasi leader e un premier  incaricato , viene messa a dura prova perché gli hanno dato in mano la patata bollente sul nodo Savona, ha ragione lei  a pensare che siano vignette  quasi oltraggiose nei confronti dell’Italia?
 

E se pensate come lui, che   ,   non ci sia oltraggio, quale copertina rappresenta secondo voi  di più i nostri giorni?

 

 
 
 

Dal Regno Animale alla realtà

Post n°640 pubblicato il 25 Maggio 2018 da e_d_e_l_w_e_i_s_s
 




Spesse volte la Natura e le sue leggi ci inducono a riflettere.

In questo video, in 30 '' il Regno Animale insegna:

 che la legge del più forte vale sempre?

 che il più debole soccombe per tutto e a tutti?

 che c'è più coraggio e intelligenza a mollare la presa per istinto di sopravvivenza o a   ostinarsi a trattenerla?

 
 
 

Aver 40 anni e...

Post n°639 pubblicato il 22 Maggio 2018 da e_d_e_l_w_e_i_s_s
 

 

... nulla di fatto

E' questo grosso modo il bilancio della legge 194.
Era il 22 maggio 1978 quando si sanciva il diritto all’aborto non clandestino  ed era il 1981 quando,  con il fallimento del referendum abrogativo, la legge avrebbe dovuto trovare applicazione.














Invece è una legge e sarà una legge boicottata da sempre.
Solo l’Emilia Romagna e il Lazio pare incentivino e favoriscano la somministrazione della pillola RU486 al posto dell'intervento chirurgico.
In Italia il 70% dei medici è obiettore e in  reparti di ginecologia non entra il giovane medico che non obietta.
In alcune regioni si arriva addirittura al 100%.

E non perché la donna decida di non interrompere la gravidanza, ma perché va all’estero ad abortire, con il bene placet dell’intera società.

Se a questo aggiungiamo la progressiva chiusura dei consultori, allora vien da pensare che stare là scritta sulla carta per 40 anni ed avere un successo così equivalga a un fallimento senza eguali.

Eppure,  all'epoca una laureanda in ginecologia , scriveva:
"Ci fu subito chiaro che le donne avrebbero smesso di morire. Maestri ginecologi ci raccontavano delle donne che morivano di aborto clandestino, spesso praticato dalle famose mammane. Nascoste in casa con la febbre, arrivavano in ospedale già in setticemia perché avevano subito la perforazione dell'utero."

Dopo il cartellone rimosso con frasi choc «Aborto prima causa di femminicidio»,  ecco spuntare il camion vela corredato da un manifesto prolife  che passerà,  partendo dal Trentino,  per 100 città  con lo scopo di  suscitare clamore mediatico far presa sulle coscienze.


Davvero le donne sono padrone della loro vita e vivono in una società libera e laica?

… a me  sembra che si faccia di tutto per affermare il contrario…


Davvero si pensa che una donna interrompa una gravidanza per gioco e che sia una scelta a cuor leggero?
 

 
 
 

Da sirena a bomboniera, da Barbie a fatina

Post n°638 pubblicato il 20 Maggio 2018 da e_d_e_l_w_e_i_s_s
 

Poco importa : la caratteristica principale è che si tratta di un abito bianco, lungo, ricco, da sogno, diverso da tutti gli altri, in grado da far sembrare colei che lo indossa assolutamente speciale e diversa da quello che è tutti i giorni.

Oggi, all'indomani del matrimonio più atteso dell'anno,  assillati dalle immagini del  look di Meghan, come non pensare ai vestiti da sposa e a come si sono evoluti negli anni?

Per gli antichi greci  era una lunga tunica di puro lino bianco abbellita da un cordone annodato in vita.
Anche a Roma l'abito era  bianco e veniva corredato da un mantello. capelli erano raccolti in sei trecce trattenute da fiori di grano, mirto e rosmarino

La sposa del Medio Evo si vestiva di rosso con  velluti, broccati e damasco: tessuti che definivano quanto le famiglie fossero benestanti.

Poi, negli anni '20, con Coco Chanel, nacque la concezione di indossare l'abito per il giorno delle nozze, senza riutilizzarlo in altre occasioni.
Era rigorosamente bianco e con strascico. Sul capo si indossavano cuffie, turbanti arricchiti da piume e pietre preziose.

Però le guerre erano alle porte e anche le pomposità si smorzarono, così  la moda si fece meno ricca di sfarzi e decori, tanto che molte spose furono costrette a noleggiare il vestito.

Con il  boom economico degli anni '50  tornarono nuovamente in voga i decori, i tessuti pregiati e le creazioni sartoriali.
Una moda che durò negli anni e che metteva in evidenza le spalle, esaltando il décolleté e il punto vita stretto  accentuato da gonne ampie. Il velo era  accessorio  immancabile.

Gli anni ’80 furono anni di eccessi e anche la moda ne subì l’influenza: si esagerò con i volumi, con le maniche a sbuffo,  con i fiocchi troppo vistosi e  con i colori azzardati.
Una moda che durò giusto un decennio perché dagli anni ’90 il mercato propose un ritorno al vintage e ad una moda più contenuta.

E oggi i modelli disegnati e suggeriti sono infiniti.
Ci si spende una quantità di tempo imprecisata per scegliere l'abito, altrettanto impegno per scegliere l'acconciatura e il make up  e  ci si lascia una cifra a molti zeri , ma quel giorno non ha prezzo.

Per tutte è un sogno che si realizza.






















Per molte il vestito da sposa è fascinoso: anche lui fa parte della festa.

Per altre è un ingombrante adornarsi per sfilare in mezzo agli invitati perché così vuole la tradizione.

Che quello sia o dovrebbe essere un giorno unico e irripetibile, ci sta.

Ma  doverosamente bisogna sembrare perfette e artefatte come sirene, bomboniere o Barbie  per iniziare una nuova vita?

 

 
 
 

Disinformati e felici: una scelta di sopravvivenza?

Post n°637 pubblicato il 17 Maggio 2018 da e_d_e_l_w_e_i_s_s
 

 

"Non immaginate quanto stia meglio da quando  mi sono imposta  di non  leggere i giornali , nè di seguire i TG. Solo tragedie e bugie. Cronaca nera e società allo sfacelo.
Meno angoscia, meno rabbia, meno tristezza."


























Così diceva oggi la mia collega.
E visto le notizie che ricoprono i quotidiani, è quasi impossibile darle torto.

Complice la perdita di credibilità verso la professione  e l'onestà intellettuale  del giornalista, ecco il risultato della ricerca condotta dal Reuters Institute di Oxford:

























Vi ci ritrovate in questo grafico ?

O invece pensate che l’essere informati  su ciò che avviene nel nostro tempo sia comunque scelta vincente anche se non sempre sinonimo di leggerezza?

E ancora, esistono argomenti che, leggendoli, vi risollevano il morale?

 

 
 
 

Loro si chiamano Nessuno

Post n°636 pubblicato il 14 Maggio 2018 da e_d_e_l_w_e_i_s_s
 

Eppure sono uomini, donne, giovani, sani, forti.
Ognuno di loro ha una storia alle spalle e  la voglia di vivere.
Sono la forza che traina il Paese.
Quotidianamente però  c’è qualcuno di loro  che muore svolgendo il proprio lavoro
 Il gravissimo incidente accaduto ieri alle Acciaierie Venete  dove 4 operai sono stati investiti da una colata  di acciaio incandescente  a 1600° è l’ultimo di una drammatica serie che dall’inizio dell’anno ha colpito il Veneto, ponendolo al primo posto  non solo per incidenti ma anche per morti sul lavoro:  29 incidenti mortali avvenuti dall’inizio di quest’anno.
Di loro, due lavoratori versano in condizioni gravissime  con ustioni  tutto il corpo;  il  terzo è rimasto ustionato sul 70%.

Non va tanto meglio in Emilia e neppure in Lombardia, mentre dal primo gennaio sono 255 i morti sui luoghi di lavoro in tutta l’Italia.

 Non è assolutamente accettabile che il lavoro da fonte di vita e – sarebbe auspicabile – anche  di realizzazione della persona si trasformi in causa di morte e/o  di invalidità.

Sono tragedie che spesso vengono commentate come una tragica fatalità, relegando loro trafiletti o prime pagine ma nulla di concreto  pur sapendo benissimo che sono il frutto di gravi lacune sul fronte della sicurezza aziendale, agricola, d’impresa perché loro, quelli che giacciono là sul campo di battaglia quotidiana si chiamano tutti Nessuno.























Leggendo di queste notizie mi sono imbattuta nel commento riportato da un lavoratore.
Dice così:

 

Ormai siamo carne da macello siamo tornati in dietro di 100 anni o più
dove si mandava a morire nelle miniere gli uomini e i loro figli,
ringraziamo chi stà sopra alla piramide in nome della globalizzazione
e visto che nei paesi asiatici la vita vale meno di quella di un cane
ci stanno costringendo ad adeguarci ad un sistema lavorativo di schiavitù senza diritti
e stipendi da fame basta vedere tutti i sacrifici e le lotte dei nostri genitori e nonni, bruciati nel nome del pil e della globalizzazione e dell'Europa,
non esistono più giorni di riposo nemmeno la festa dei lavoratori viene più rispettata ,
non esiste nemmeno più il nostro Dio si lavora di Domenica,
a Natale a Pascua di notte e di giorno
il tutto per un pugno di briciole senza scala mobile con stipendi fermi a 30 anni fà
con contratti da pagliacci del circo equestre
e tutto questo che ci viene fatto ingoiare con la forza contro la propria volontà.

 

Che rispondereste a questo lavoratore?

Ve la sentireste di dirgli: " Beato te che almeno uno straccio di lavoro ce l’hai e non sei un disoccupato?"


E ancora, i sindacati che parlano e declamano nelle piazze dove sono quando servono , cosa fanno, per chi tifano e chi tutelano?

 

 
 
 

Pastrocchio all'italiana?

Post n°635 pubblicato il 13 Maggio 2018 da e_d_e_l_w_e_i_s_s
 

 

Di baci ne ho visti dipinti tanti.

Famosi, colorati, emblematici, raccontati sui libri e custoditi nei musei attirando turisti e amanti di cultura.

A me, profana di arte, qualcuno ha evocato emozioni, altri mi hanno lasciata indifferente.

Su quel bacio colorato su un muro da un artista senza fama però mi soffermai .
Non tanto per la provocarietà o per l’ironia che conteneva. E neppure per le polemiche che suscitò.


























In quel bacio, all’indomani delle elezioni, ci lessi una sorta di premonizione.
Mi dissero che ero  fuori strada perchè mai e poi mai avrebbe potuto verificarsi una simile situazione fra due forze politiche così diverse.

Lo immortalai in un post://blog.libero.it/Edelweiss12/13646563.html

Oggi a distanza di mesi , troppi per una Nazione che vuole essere credibile,  dopo enne consultazioni e infiniti quanto improbabili scenari,  e all’indomani della riabilitazione politica-pubblica di Berlusconi  quasi a slegare Salvini da ogni vincolo, sventando così  la probabilità di nuove elezioni,   quel bacio è lì a testimoniare tutta la sua vericidità.

Che dite, pastrocchio all’italiana o contratto di stabile e seria governabilità?

 

 
 
 

 

 

 

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