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La storia dello Swing in sintesi

Post n°7 pubblicato il 07 Maggio 2015 da StellaSwing


L'ERA SWING

In alcuni anni l'America riuscì a risollevarsi economicamente e questo pose le basi per una nuova epoca della musica afroamericana, l'era Swing (*), tra il 1935 e il 1945: Duke Ellington, Chick Webb, Cab Calloway, Count Basie, Jimmie Lunceford, Andy Kirk, Tommy e Jimmy Dorsey, Glenn Miller e Woody Herman. In questo periodo irrompe anche Benny Goodman, clarinettista, che ebbe il merito di colmare una lacuna tra musicisti Jazz: fu il primo a iniziare collaborazioni artistiche con interpreti neri. Persino a Billie Holiday e Miles Davis era vietato l'ingresso in certi locali.

L'orchestra Goodman formata nel 1934 iniziò una serie di concerti che incoroneranno Benny il Re dello Swing.
Nelle sale da ballo venivano talvolta ingaggiate due orchestre che dovevano affrontarsi in una battaglia musicale a suo di arrangiamenti e improvvisazioni mentre il pubblico decretava la vittoria dell formazione più creativa.
Il Carnegie Hall di New York aprì le porte allo Swing nel 1938, mentre nella 52a strada , ribatezzata "The Street", il Jimmy Ryan's, l'Onyx, il Famous Door, l'Hickory House ospitavano formazioni Jazz e Swing. Nei club della 52a strada si fecero conoscere anche Billie Holiday, Ella Fitzgerald e Anita O'Day con l'orchestra di Gene Krupa.
 
(*) La parola Swing significa "dondolare" e il termine fu associato al Jazz per la prima volta alla radio inglese BBC con l'intento di descrivere quel tipico fraseggio dondolante e sincopato della musica degli anni '30 e '40.


BENNY GOODMAN (1909-1986): simbolo dell'era Swing, clarinettista e direttore d'orchestra. Celebre per il famosissimo "Sing Sing Sing".

BENNY CARTER: fu il primo a dedicare alla sezione dei sassofoni una parte distinta dalle altre sezioni negli arrangiamenti orchestrali.
Collaborò con le orchestre di Duke Ellington e Count Basie.

ARTHUR detto ART TATUM (1909-1956): iniziò a suonare negli anni '30 sbalordendo il pubblico nella 52a strada. Divenne ben presto uno straordinario solista. Nel 1943 formò un trio, dimostrando un virtuosismo trascendentale che lo illuminava attraverso soluzioni musicali personalissime e innovative.

ROY ELDRIDGE (1911-1988): soprannominato "Little Jazz" per la bassa statura, è stato un trombettista di notevole importanza, collaborando anche con Billie Holiday.

JEAN BAPTISTE detto DJANGO REINHARDT (1910-1953): è il primo musicista europeo a raggiungere una certa fama negli USA. Nelle sue registrazioni si può notare un fraseggio e uno stile jazzistico assolutamente unico, non riconducibile a nessuna scuola jazzistica afroamericana, una sorta di tzigana fantasiosa e piena di swing.

CHARLIE CHRISTIAN (1916-1942): mostrò un talento naturale per la chitarra ed entrò nell'orchestra di Benny Goodman nel 1939. Il suo stile anticipa il Bebop attraverso la tecnica, l'uso di accordi e di frasi ritmo-melodiche più complesse.


 
 
 

La storia del Jazz in sintesi

Post n°6 pubblicato il 07 Maggio 2015 da StellaSwing

LE RADICI DEL JAZZ

Le navi europee portoghesi, francesi e inglesi approdavano nella costa occidentale dell'Africa e scambiavano con le tribù guerriere del luogo povere merci in cambio di africani; riempivano le navi di uomini e donne: su 1000 persone stipate solo 300 sopravvivevano all'arrivo in America. Gli africani raggiunsero le Americhe come schiavi, sradicati dalla loro cultura e privati di tutti i diritti. L'unica espressione a loro permessa fu il canto: intratteneva e divertiva i negrieri e faceva lavorare in modo più vantaggioso i prigionieri; questi canti erano accompagnati dal movimento e da suoni semplici di strumenti ritmici di fortuna. Queste prime espressioni vocali ritmiche nel corso del tempo subirono dei mutamenti dovuti alle influenze imposte dai bianchi e agli scambi con la musica europea e bandistica.
In questa fase abbiamo i Calls, i Cries, le Work Song, gli Spiritual, i Gospel e successivamente il Blues e il Ragtime.

CALL e CRIES: erano forme di comunicazione vicine alle espressioni originali africane; venivano anche chiamate "Cotton field hollers" ed esprimevano con la voce un dolore, un richiamo attraverso una breve frase o un grido intonato.
Un forma semplificata venne portata al successo negli anni '50 da Harry Belafonte con il brano "Banana Boat"

WORK SONG: risultano più strutturate rispetto alle forme precedenti; i proprietari terrieri permettevano questi canti come espressione di lavoro sincronizzato, e trattavano temi come il ritmo della raccolta di cotone, il lavoro nelle ferrovie, la fatica, interpretate da un esecutore solista alternato da un gruppo di voci che improvvisano e rielaborano gli interventi solisti. Una delle ballate più famose fu dedicata a John Brown, celebre abolizionista bianco che fu processato e condannato a morte nel 1859.

SPIRITUAL: soprattutto la chiese Battista e Metodista svolsero un ruolo chiave di conversione obbligata degli africani con il vantaggio di placare ogni loro desiderio di emancipazione. I Negro Spiritual sono la forma musicale sacra che avvicinava i neri alla chiesa.
Nel 1871, dopo la guerra di successione, si formò un celebre coro di cantanti, i Fisk Jubilee Singers, che rese famosi i Work Song fondendo la struttura a "domanda e risposta" con le tecniche melodiche e armoniche tipiche europee del corale protestante.
La regina del genere però è Mahalia Jackson (Gospel registrati tra il 1944 e 1969) e Sister Rosetta Tharpe. Altri interpreti: Golden Gate Quartet, Marion Williams.

BLUES: il termine significa tristezza, malinconia e depressione e come forma musicale descrive pienamente il malessere sociale vissuto dai neri per le loro condizioni di vita dopo la guerra di successione. Spesso dovevano abbandonare le terre dove avevano lavorato e raggiungere la città in cerca di lavoro e di sistemazione. Il malessere generò questo canto di protesta urbano capace di raggiungere una forza espressiva e poetica soprattutto ad opera degli esecutori e degli autori della prima fase che restavano anonimi. Le blue notes sono le note fondamentali dello stile Blues, strutturato in forma strofica di 12 misure.
Da questo genere sono nati il Boogie-woogie, il Rhythm and Blues, il Soul, il Rock 'n' roll, il Rock.
Nei primi del '900 si affermarono i miti del Blues: Mamie Smith "Ma" Rainey, la madre del Blues,
Bessie Smith, Robert Johnson, William Christopher Handy, denominato "padre del Blues".
(Nota: consiglio anche Memphis Minnie e il suo "Hoodoo Lady Blues")

MINSTRELS SHOW: Gli spettacoli itineranti minstrels show verranno immortalati nel primo film sonoro del 1927 dall'attore bianco Al Jolson travestito da nero imitava una delle canzoni di George Gershwin, "Swanee". Questi spettacoli diffonderanno canzoni come "Oh Susannah", Ragtime e Blues, balli come il Cake Walk, la Tap Dance e il Tip-Tap.
Anche se artisti come Bessie Smith si formeranno in questi spettacoli, c'è da dire che spesso diffondevano stereotipi umilianti nei confronti dei neri.  

RAGTIME: diffuso grazie alla commercializzazione dei pianoforti automatici denominati pianole e soprattutto con "Maple Leaf Rag" composto da Scott Joplin, che vendette un milione di esemplari. Ragtime significa "tempo stracciato" e si esegue col pianoforte; rappresenta la prima forma scritta di musica Jazz anche se non è prevista l'improvvisazione. La mano sinistra scandisce il tempo forte con bassi, il tempo debole con l'accordo, la mano destra esegue il tema solitamente sincopato. Questa musica risultava molto allegra e veniva apprezzata dall'America che in quel periodo attraversava gravi conflitti sociali.
Un altro esempio di Ragtime è "The Entertainer", usato come colonna sonora nel film "La stangata".
Altri autori Ragtime: Joshua Rifkin, James Scott, Joseph Lamb, Russell Robinson, Jelly Roll Morton, James Price Johnson. Questi ultimi due svilupparono il Ragtime in forma jazzistica.
(Nota: in epoca moderna, Ethan Uslan ha fatto una cover di "Per Elisa" in versione Ragtime ed è davvero bella! Cercatela su YouTube!)

L'esodo dei neri dalle campagne verso le città ebbe come risultato quello di aumentarne la popolazione, e di modificarne i costumi e la cultura. Si può affermare che il Jazz, così come noi lo concepiamo, nacque in seguito a questa forzata migrazione. Tra le città che rivestirono un ruolo importante ci furono New Orleans, Chicago e New York: queste città ebbero il merito di diffondere e consacrare il Jazz come prima grande espressione di musica americana. Alla fine del 1800 una banca di New Orleans emise un biglietto da 10 dollari sul quale compariva la scritta "dix"; successivamente, alludendo a New Orleans, allo stato della Louisiana e in generale a tutto il Sud, si utilizzò la parola "Dixieland", che presto designò uno stile ben preciso di musica Jazz, originario del sud degli Stati Uniti. Nel 1803 la Francia di Napoleone vendette la Louisiana all'America del Nord. In breve tempo New Orleans, situata sul delta del Mississippi, conobbe uno sviluppo demografico ed economico straordinari: si insediarono numerose culture: da quella africana, ai creoli (nati dai bianchi e dai neri), spagnoli, francesi, portoghesi, inglesi.
Storiche si possono definire le cerimonie funebri dei neri, le formazioni bandistiche europee, la musica nei battelli a vapore, i balli, le parate di strada delle prime brass band (*)
Molti musicisti neri non sapevano leggere lo spartito e quindi si lasciavano trasportare dalle emozioni parafrasando i temi spiritual, mentre i creoli che conoscevano la musica scritta, eseguivano ragtime e musiche bandistiche. Nel 1894 iniziò la discriminazione razziale e i creoli furono confinati insieme ai neri: in questo modo i neri familiarizzarono con la musica europea appresa dai creoli che, viceversa, furono influenzati dal Blues e dagli Spiritual.

(*) La brass band è la formazione composta da ottoni e percussioni che esegue il Jazz tradizionale nelle tipiche street parade di New Orleans.

Il brano "New Orleans function", inciso successivamente da Louis Armstrong, descrive in modo esemplare una cerimonia funebre che si svolgeva nella città. Le composizione storiche sono "Basin street Blues" e "Royal Garden Blues" di Spencer Williams.

I RE DI NEW ORLEANS ALLA TROMBA

BUDDY BOLDEN (1877-1931): il primo leggendario trombettista leader di una formazione tipica di New Orleans. Con la sua Ragtime Band e con la Buddy Bolden Band eseguì il Jazz tradizionale che comprendeva la tipica formazione strumentale e le radici Blues, Spiritual, Work Song e Ragtime. Ebbe come seconda cornetta Bunk Johnson citato da Louis Armstrong come uno dei suoi miti.

FREDDIE KEPPARD (1890-1933): divenne "re" a New Orleans fino a una memorabile battaglia musicale con un altro cornettista: Joe Oliver, divenuto "king" dopo il leggendario scontro.
Operò poi a Chicago con Sidney Bechet, la Original Creole Jazz Band e la Olympia Band.

JOSEPH KING OLIVER (1885-1938): nel 1918 arrivò a Chicago e iniziò a suonare nei locali con i clarinettisti Jimmie Noone e in seguito con Sidney Bechet. Formò la Creole Jazz Band raggiungendo mirabili risultati solistici e d'insieme. Tra le sue composizioni: "Dipper Mouth Blues", "Sugar Foot Stomp", "Doctor Jazz", "Canal Street Blues", "West End Blues".

LOUIS ARMSTRONG (1900-1971): rappresenta l'ultimo re di New Orleans e il primo re del Jazz. Aprì la strada al solismo, all'improvvisazione e l'interpretazione jazzistica a soluzioni impensabili per il tempo in cui Armstrong le incise, e influenzò profondamente tutto l'ambiente Jazz.
Nato in un ambiente povero, passò l'adolescenza nel riformatorio di New Orleans dove il guardiano del riformatorio gli impartì le prime lezioni di tromba e il giovane Armstrong cominciò così a suonare e dirigere la banda del riformatorio che spesso si esibiva per le strade di New Orleans.
Collaborò con Joe King Oliver, Ma Rainey e Bessie Smith.
Con la seconda moglie Lil Hardin formò gli Hot Five (successivamente Hot Seven): l'inventiva, la fantasia ritmica e melodica risultano ancora stupefacenti all'ascolto dei brani come "Wild man blues", "Potato head blues", "Struttin' with some barbecue", "West end blues"; importanti sono anche le registrazioni effettuate con Ella Fitzgerald, dove dimostra un'incredibile abilità improvvisativa di scat vocal (improvvisazione che utilizza fonemi vocali intonati e senza senso. Louis Armstrong, Ella Fitzgerald, Bobby McFerrin sono alcuni tra gli artisti scat più famosi).
In Italia si esibì nel 1935 a Torino, interpretando anche film: "La città del Jazz", "Venere e il professore", "Alta società", "Paris Blues".

I PIONIERI DEL JAZZ

JELLY ROLL MORTON (1890-1941): evolse il ragtime allargandone la formazione e fondendolo con il Blues. Viaggiò per tutta l'America.
Fondò gli Hot Peppers: le incisioni raccolte sono una vivida testimonianza delle pregevoli collaborazioni: Omer Simeon, Barney Bigard, Johnny Dodds, Albert Nicholas, Sidney Bechet. Tra le composizioni: "Kansas city stomp", "Milenberg Joys", "Wolverine blues", "Black botton stomp", "King porter stomp"

KID ORY (1890-1973): con la Sunshine Orchestra fu il primo musicista di colore nel 1921 a incidere un disco di Jazz. è il più famoso esponente dello stile Tailgate: letteralmente il termine indica la parte posteriore del carro da parata dove il trombonista sedeva con le gambe a penzoloni per poter liberamente sporgere con la coulisse. Questa tecnica strumentale si otteneva attraverso suoni glissati e aspri che accompagnavano il tema eseguito dalla tromba.
Tra le sue composizioni: "Muskrat Ramble".

SIDNEY BECHET (1897-1959): con il clarinetto condivise l'affermazione del tipico stile di New Orleans e Dixieland. è il caposcuola del sassofono soprano grazie all'uso del "cantare improvvisato", del vibrato, della tecnica e dell'inventiva.
Con i Blue Five di Clarence Williams effettò le prime grandi incisioni nel 1923.
Tra i pezzi celebri: "Blue Horizon", "Blackstick", "Got it and gone", "Petit Fleur"

Altri re di New Orleans al clarinetto: Barney Bigard, Johnny Dodds, Jimmie Noone, George Lewis.
   

COME SUONANO GLI STILI NEW ORLEANS E DIXIELAND:

Fin dai primi anni del secolo gli strumenti dello stile New Orleans dei neri e dello stile Dixieland dei bianchi comprendono fiati formati da una o due cornette, un trombone, un clarinetto, più una sezione ritmica composta da basso tuba, contrabbasso, chitarra o banjo e batteria.
Alle originali formazioni New Orleans e Dixieland si aggiungeranno negli anni 20 a Chicago e a New York nuovi strumenti come il sassofono e il pianoforte.
Rispetto allo stile New Orleans, più spontaneo e creativo, lo stile Dixieland è più influenzato dal ragtime e dalle band europee.

A partire dal 1914 Chicago conobbe uno sviluppo economico e demografico straordinario: i neri raggiunsero la capitale dell'Illinois in cerca di un'occupazione.
In questo contesto, la musica diventava per il popolo afroamericano una possibilità di rivalsa, di espressione, oltre che di lavoro: già nel 1911 i musicisti di New Orleans si erano esibiti, e negli anni successivi si poterono ascoltare Tony Jackson, Jelly Roll Morton, Freddie Keppard. Qualche anno dopo si aggiunsero formazioni bianche come la Original Dixieland Jass Band, i New Orleans Rhythm Kings, la Creole Jazz Band di Joe King Oliver e Louis Armstrong. Anche un giovanissimo Benny Goodman ascoltò i clarinettisti bianchi e creoli che si esibivano in questi anni.

A Chicago molti musicisti si esibivano nei cosiddetti rent parties, una sorta di appartamenti che ospitavano e rifocillavano chiunque potesse pagare. All'interno di questi luoghi le feste e il gioco d'azzardo erano accompagnati dai pianisti che suonavano "stride piano" (tecnica pianistica che prevede un veloce movimento della mano sinistra) oppure strani Blues a tempo veloce denominati di lì a poco "Boogie-Woogie"
In questa atmosfera la musica si diffuse in modo straordinario, e la parola Jazz si stava affermando, con le incredibili vendite dei primi dischi Jazz e Blues, che stavano diventando fenomeni di costume di massa.
Alcuni protagonisti di questo periodo: Albert Ammons, Meade Lux Lewis, Jimmi Yancey.

Anche se risulta impossibile sapere l'esatta etimologia della parola "Jazz", sembra che i termini Jass/Jasz/Jaz fossero afroamericani o francesi, utilizzati nel 1800 per definire il chiasso oppure qualcosa di sessuale o scurrile. La parola "Jazz" apparse nel 1913 su un giornale di San Francisco, riferita a una partita di baseball "pepata"; nel 1917 la casa discografica della Original Dixieland Jass Band, cambiò il nome "Jass" in "Jazz" perché alcuni si erano divertiti a cancellare la lettera "J" dal manifesto che sponsorizzava il gruppo, trasformando la parola in "ass", "culo"; fu così che da "Jass" si passò a "Jasz" e poi "Jazz".


LA ORIGINAL DIXIELAND JAZZ BAND

Il gruppo si formò a New Orleans nel 1913 con a capo Nick LaRocca, George Brunies, Yellow Nunez e Anton Lada.
I brani più celebri: "Livery Stable Blues", "Original Dixieland One Step" (vendettero un milione di copie) "Tiger Tag", "Skeleton Jangle", "Satanic Blues" (firmate da LaRocca), "Clarinet Marmelade Blues" (firmate da Larry Shields)

I NEW ORLEANS RHYTHM KINGS

Composta da Elmer Schoebel, Paul Mares, Leon Roppolo, Goerge Brunies.
Tra i brani celebri: "Tin Roof Blues", "Farewall Blues", "Sugar Babes"

Fra il 1914 e il 1920 una moltitudine di afroamericani popolarono New York occupando il quartiere di Harlem, che diventerà il centro musicale del Jazz.
Già nel 1910 James Europe formò le prime orchestre sincopate ad Harlem, che contenevano numerosi componenti e strumenti: mandolini, chitarre, banjo, violini, violoncelli, tromboni. Nel 1914 Europe debutt al Carnegie Hall presentando al pubblico bianco la musica dei neri.

WILLIAM C. HANDY (1873-1958): fu il primo a trascrivere i blues anonimi di strada che venivano cantati e con "Memphis Blues" si guadagnò l'epiteto di "Father of the Blues" e nel 1914 pubblicò il successo "St. Louis Blues", portato al successo da Bessie Smith.
Nell'Italia fascista verrà cantato, da Natalino Otto, col titolo "Tristezze di San Luigi".

THOMAS detto FATS WALLER (1904-1943): dopo alcuni spettacoli, incise i primi dischi come solista di pianoforte nel 1922. Compose le celebri "Ain't Misbehaving'", "Squeeze me", "London suite", "The jitterbug Waltz" e "Honeysuckle Rose".
Il suo avanzamento tecnico influenzerà Art Tatum, Joe Sullivan, Count Basie e vari esponenti dello Swing.

BESSIE SMITH (1894-1937): La più grande cantante di Blues classico. Nel 1923 il suo debutto discografico "Down-hearted Blues" vendette 780 mila copie. Collaborò con Louis Armstrong e Sidney Bechet, e rivaleggiò con Mamie Smith che le contrapponeva un Blues più rurale.
La sua voce potente le conquistò il titolo di imperatrice del Blues.
(Nota: un'altra bravissima cantante è Big Mama Thornton con "Ball and Chain", anche se è di epoca più moderna e un altro nome che consiglio è Sunnyland Slim di "The devil is a busy man")

1925-1929 NASCE L'ORCHESTRA

In questo periodo spuntano due personalità fondamentali: Fletcher Henderson e Duke Ellington.

FLETCHER HENDERSON (1897-1952): ebbe modo di conoscere Louis Armstrong e di ascoltare diversi modi di fare Jazz. Nel 1923 fondò una propria orchestra iniziando così le prime storiche incisioni e gli ingaggi nei locali da ballo. Negli anni '30 collaborò anche con Benny Goodman.

DUKE ELLINGTON (1899-1974): rappresenta il Jazz dalle radici alla svolta moderna. Dopo aver allargato l'organico orchestrale raggiunse il successo nel 1927 con l'ingaggio al Cotton Club di Harlem, dove concepì i suoi primi capolavori in stile "Jungle" (*), la "Creole Rhapsody", "East St. Louis Toodle-oo", "Black and Tan Fantasy", "It don't mean a thing if it ain't got that swing", "Sophisticated Lady", "In a sentimental mood", "C Jam Blues", "Ko-Ko" e "Reminiscing in Tempo", una composizione di 12 minuti dedicata alla madre.

(*) Uno stile musicale degli anni '20 e '30 che richiama atmosfere tribali africane. Tra le composizioni più celebri: "The Mooche, "Jungle nights in Harlem", "Echoes of the jungle".

La grande crisi del 1929 aveva messo in ginocchio l'economia americana; nel 1932 le vendite dei dischi erano scese in picchiata passando dalle 104 milioni di copie alle 6.
A causa della crisi molti emigrarono, i locali chiusero i battenti;

LESTER YOUNG (1909-1959): collaborerà con Billie Holiday. Influenzato da Frankie Trumbauer, lo userà come base per mettere a punto un fraseggio innovativo che fluiva lungo linee melodiche articolate esposte da un suono leggero che venne assimilato al Bebop e al Cool Jazz.
Tra le sue composizioni: "Lester Leaps in", "Jumpin' with Symphony Sid"

COUNT BASIE (1904-1984): nel 1928 entrò nella formazione dei Blue Devils; conobbe Lester Young e Bennie Moten familiarizzando con lo stile orchestrale Kansas City.


BILLIE HOLIDAY (1915-1959): cresciuta in un ambiente misero e violento, riuscì a riscattarsi con la musica. Scoperta da John Hammond che la vide cantare in un locale di Harlem, iniziò a incidere con Benny Goodman e Teddy Wilson, Count Basie e Artie Shaw.

ELLA FITZGERALD (1918-1996): la cantante più nota del Jazz. Il suo stile cresce tra l'epoca Swing e il Bebop, con il frequente uso di scat vocals negli anni '50. Collaborò con Dizzie Gillespie, acquisendo il moderno fraseggio jazzistico attraverso il suo inconfondibile scat vocal.

SARAH VAUGHAN (1924-1990): la grande classe e conoscenza musicale della "divina" (così era chiamata) fanno di Sarah Vaughan una delle voci Jazz più complete. La divina trasformò la sua voce in uno strumento, piena di fantasia interpretativa e improvvisativa, di ampia estensione e di vocalità bop.

Altra regina del Jazz e Blues è DINAH WASHINGTON.

IL BEBOP

Il Bebop rappresenta la svolta moderna e non commerciale del Jazz. Si sviluppò negli anni '40 ad opera di musicisti come Thelonious Monk, Bud Powell, Charlie Parker, Dizzy Gillespie, Max Roach.
Il secondo conflitto mondiale segnò cronologicamente la scomparsa delle big band dell'era Swing: il rifiuto dei locali da ballo di ingaggiare grosse e costose formazioni fu responsabile della frantumazione delle grandi orchestre in limitati e più agili organici Jazz.
Con l'avvento del Bebop, l'uso degli strumenti si fa più libero e spregiudicato. I giri armonici sono spesso presi a prestito da famose canzoni tradizionali e subito rielaborati.

CHARLIE PARKER (1920-1955): Charlie "Bird" Parker mosse i primi passi a Kansas, ascoltando Buster Smith e Lester Young, assimilando il suono e il fraseggio.

DIZZY GILLESPIE (1917-1993): a parte la collaborazione con Parker, Gillespie riuscì a creare anche un nuovo stile: l'Afrocuban Jazz, fondendo il Jazz con i ritmi latino americani.
Tra le hit: "Manteca", "Con Alma", "A night in Tunisia", "Groovin' high", "Salt peanuts", "Birks works", "Woody 'n' you"

THELONIOUS MONK (1917-1982): a 19 anni scrisse il suo capolavoro, "'Round about Midnight", anche se il resto delle sue composizioni così particolareggiate non ottennero subito successo, perché giudicate troppo bizzarre.
Tra i successi: "Misterioso", "Thelonious", "Criss Cross", "My dear", "Friday 13".

IL COOL JAZZ

Col termine Cool Jazz si è soliti definire il Jazz bianco sviluppatosi sull'esperienza del Bebop, ma con sonorità più rarefatte e dove il ritmo ha funzione secondaria; l'avvento del Bebop aveva stupito critico e pubblico: il nuovo stile non si poteva ballare ed era destinato a piccoli club; a questo punto molti musicisti affinarono le geniali innovazioni del Bebop levigandone le parti più ruvide. Questa nuova corrente prese il nome di "Cool Jazz" e alcuni nomi sono: Lenni Tristano, Lee Konitz e Warne Marsch, Dave Brubeck,

L'HARD BOP

I primi anni '50 avevano visto l'affermazione del Cool Jazz, poco tempo dopo nasce l'Hard Bop.

CHARLES MINGUS (1922-1979): nel 1941 entrò nell'orchestra di Armstrong e suonò anche con Hampton.
Tra le sue composizioni: "Goodbye Pork Pie Hat", "Jelly Roll", "The Mingus Dances"

MILES DAVIS (1926-1991): le incisioni più pregevoli iniziano con il quintetto formato da John Coltrane, Paul Chambers, Red Gardland, Philly Joe Jones con gli album "Cookin', Workin' Relaxi'" "Steamin'"
Altri capolavori: "'Round about midnight", "Miles ahead", "Porgy and Bess", "Sketches of spain" e poi gli album che sfiorarono il Free Jazz: "ESP", "Miles smiles", "Sorcerer", "Nefertiti", "Miles in the sky", "Filles the Kilimanjaro".

JOHN COLTRANE (1926-1967): la poetica musicale del grande sassofonista viene acquisita come coscienza artistica dopo numerosi anni di studio e di approfondimento.
Tra il 1964 e 1965 incide i suoi capolavori "A Love Supreme" e "Ascension".
Tra i classici: "Blue Train", "Naima", "Impressions", "Mister Syms", "Giant steps", "A love supreme", "To be" 

FREE JAZZ, FUSION, JAZZ METAL

Dagli anni '60 in poi il Jazz viene mescolato anche ad altre influenze: nascono il Free Jazz, la Bossa Nova e il Jazz Samba (Jazz + melodie e ritmi brasiliani), la Fusion (nota anche come Contemporary Jazz) e il Jazz-Rock.
Importante anche il Jazz-Metal: Atheist, Pestilence ("Spheres"), Cynic ("Focus"), Nocturnus ("The Key") i nomi storici, e tra i nuovi nomi, Felix Martin, Lux Occulta, Amogh Symphony, Conflux.
Nel 2000 lo Swing conoscerà il revival dell'Electro Swing: Parov Stelar, AlgoRythmik e Jazzbit.

IL JAZZ IN ITALIA 

Dopo la seconda guerra mondiale in Italia si cominciò a sentire il Jazz; uno dei pionieri fu Gian Carlo Testoni, che fondò il circolo Hot Jazz e insieme ad Arrigo Polillo fondò la rivista "Musica Jazz". Le prime band: Romans New Orleans Jazz Band, Original Lambro Jazz Band, Milano Jazz Gang, Bovisa Jazz Band, Milan College Jazz Society, Storyville Jazz Band, Doctor Dixie Jazz Band, Ticinum Jazz Band, Giorgio Gaslini, Enrico Rava.


 
 
 

Si riuscirà ad andare a qualche serata swing?

Post n°5 pubblicato il 06 Maggio 2015 da StellaSwing

Ai posteri l'ardua sentenza

 
 
 

Iniziò tutto da qui...

Post n°4 pubblicato il 07 Marzo 2015 da StellaSwing

 

Mega classico!

 
 
 

Swing Ladies

Post n°3 pubblicato il 24 Febbraio 2015 da StellaSwing
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