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Messaggi di Febbraio 2012

Il tuo sorriso - Pablo Neruda

Post n°2983 pubblicato il 01 Febbraio 2012 da a17540
 

Toglimi il pane, se vuoi,
toglimi l'aria, ma
non togliermi il tuo sorriso.

Non togliermi la rosa,
la lancia che sgrani,
l'acqua che d'improvviso
scoppia nella tua gioia,
la repentina onda
d'argento che ti nasce.

Dura è la mia lotta e torno
con gli occhi stanchi,
a volte, d'aver visto
la terra che non cambia,
ma entrando il tuo sorriso
sale al cielo cercandomi
ed apre per me tutte
le porte della vita.

Amor mio, nell'ora
più oscura sgrana
il tuo sorriso, e se d'improvviso
vedi che il mio sangue macchia
le pietre della strada,
ridi, perché il tuo riso
sarà per le mie mani
come una spada fresca.

Vicino al mare, d'autunno,
il tuo riso deve innalzare
la sua cascata di spuma,
e in primavera, amore,
voglio il tuo riso come
il fiore che attendevo,
il fiore azzurro, la rosa
della mia patria sonora.

Riditela della notte,
del giorno, della luna,
riditela delle strade
contorte dell'isola,
riditela di questo rozzo
ragazzo che ti ama,
ma quando apro gli occhi
e quando li richiudo,
quando i miei passi vanno,
quando tornano i miei passi,
negami il pane, l'aria,
la luce, la primavera,
ma il tuo sorriso mai,
perché io ne morrei.

 
 
 

Spiagge a Stanley - Hong Kong

Post n°2984 pubblicato il 01 Febbraio 2012 da a17540
 









 
 
 

Ti Sposerņ - Jovanotti

Post n°2985 pubblicato il 01 Febbraio 2012 da a17540
 


 
Non mi stanco ancora
a stare sotto il sole
a prenderti la mano
a dirti che ti amo
passeranno gli anni
cambierò colore
ma io son sicuro che
saremo ancora noi due
come l'asino ed il bue
come il bianco e il nero
come una bicicletta che va
sopra la collina
in salita a faticar
e poi giù come a planar
tra mille girasoli
tra tutti quei colori
verso una piccola abbazia
dove ogni giorno che vivrò
ti sposerò
ti sposerò
giorno dopo giorno
ora dopo ora
siamo diventati forti
come una verità
ricominciamo
andiamo lontano
come sconosciuti
soli in una grande città
ciao piacere come stai
di che segno sei...
come ti chiami
andiamo via
lungo l'autostrada
con lo zaino in autostop
arrivare a capo 

 
 
 

Samarcanda - Roberto Vecchioni

Post n°2986 pubblicato il 02 Febbraio 2012 da a17540
 


 
Ridere, ridere, ridere ancora, 
Ora la guerra paura non fa, 
brucian nel fuoco le divise la sera, 
brucia nella gola vino a sazietà, 
musica di tamburelli fino all'aurora, 
il soldato che tutta la notte ballò 
vide tra la folla quella nera signora, 
vide che cercava lui e si spaventò. 

"Salvami, salvami, grande sovrano, 
fammi fuggire, fuggire di qua, 
alla parata lei mi stava vicino, 
e mi guardava con malignità" 
"Dategli, dategli un animale, 
figlio del lampo, degno di un re, 
presto, più presto perché possa scappare, 
dategli la bestia più veloce che c'è 

"corri cavallo, corri ti prego 
fino a Samarcanda io ti guiderò, 
non ti fermare, vola ti prego 
corri come il vento che mi salverò 
oh oh cavallo, oh, oh cavallo, oh oh cavallo, oh oh, cavallo, oh oh 

Fiumi poi campi, poi l'alba era viola, 
bianche le torri che infine toccò, 
ma c'era su la porta quella nera signora 
stanco di fuggire la sua testa chinò: 
"Eri fra la gente nella capitale, 
so che mi guardavi con malignità, 
son scappato in mezzo ai grillie alle cicale, 
son scappato via ma ti ritrovo qua!" 

"Sbagli, t'inganni, ti sbagli soldato 
io non ti guardavo con malignità, 
era solamente uno sguardo stupito, 
cosa ci facevi l'altro ieri là? 
T'aspettavo qui per oggi a Samarcanda 
eri lontanissimo due giorni fa, 
ho temuto che per ascoltar la banda 
non facessi in tempo ad arrivare qua. 

Non è poi così lontana Samarcanda, 
corri cavallo, corri di là... 
ho cantato insieme a te tutta la notte 
corri come il vento che ci arriverà 
oh oh cavallo, oh, oh cavallo, oh oh cavallo, oh oh cavallo oh oh
 
Nella capitale del regno si tenevano i festeggiamenti per la guerra appena conclusa e tra balli e canti un soldato vide una donna che lo guardava con occhi minacciosi. Spaventato il soldato si recò dal suo re e lo pregò di dargli un cavallo per fuggire dallo sguardo di quella donna malvagia. Il re lo accontentò, ordinò di dargli il cavallo più veloce e lui fuggì come il vento verso Samarcanda dove giunse dopo due giorni. Convinto di essere in salvo, entrò in città ma attonito tra la gente vide di nuovo quella donna. Rassegnato le chiese spiegazioni e per quale motivo due giorni prima lo guardava minacciosa. La donna, che a questo punto si rivela come la morte, gli spiega che alla festa non lo guardava con malignità ma con stupore perché lei doveva cogliere la sua anima oggi e a Samarcanda e quindi non capiva come avrebbe potuto arrivare tanto lontano e in così poco tempo. In pratica proprio fuggendo per salvarsi, il soldato stava andando incontro alla sua fine.
 
Samarcanda è ispirata (stando allo stesso Vecchioni) ad una favola orientale presente nell'incipit nel romanzo:

Appuntamento a Samarra di John O'Hara - 1934

È la vigilia di Natale del 1930; nei circoli più esclusivi di Gibbsville, una piccola cittadina della Pennsylvania, si festeggia fino a tardi, ballando tra fiumi di alcol. Al centro della scena ci sono Julian e Caroline English, la coppia più invidiata dell’alta società locale. Ma un gesto impulsivo di Julian contro un altro membro del club dà inizio alla rottura di English con il mondo di cui fa parte e a una rapida e ineluttabile discesa verso l’autodistruzione. Nel breve spazio di tre giorni, sullo sfondo magistralmente dipinto della provincia americana negli anni del proibizionismo, si compie un drammatico destino cui nessuno sembra potersi né volersi opporre.
Romanzo appassionante e intenso, scritto da una penna precisa e inesorabile come quella di O’Hara, Appuntamento a Samarra è considerato da grandi maestri come Hemingway e Updike una pietra miliare della narrativa americana.

La storia dell'emblematico Julian English, che danza verso l'autodistruzione trova spunto in una vecchia leggenda mediorientale già raccontata da William Somerset  Maugham nel suo ultimo lavoro teatrale del 1933 intitolato Sheppey.

Un giorno un mercante di Bagdad ordinò al servitore d’andare al mercato per fare delle compere. Poco dopo vide tornare il servitore tutto tremante e sconvolto. Chiestane la causa, si sentì rispondere: «Padrone, ero al mercato, quando mi sono trovato faccia a faccia con la morte che mi ha fatto un gesto di minaccia. Oh, padrone! Prestatemi il vostro cavallo che voglio fuggirmene a Samarra, dove la morte non mi potrà trovare!». Il mercante diede il cavallo al servitore che non attese tempo e partì con le briglie al vento. Poco tempo dopo, il mercante si recò al mercato e, incontrata la morte, così l’apostrofò: «Come avete osato questa mattina fare un gesto di minaccia al mio servitore?». «Ma che gesto di minaccia!», rispose la morte. «Il mio era un gesto di sorpresa, perché non credevo di trovare il vostro servitore a Bagdad. Infatti ho con lui un appuntamento questa sera a Samarra!». 

 
 
 

Do you know where you're going to? - Jennifer Lopez

Post n°2987 pubblicato il 03 Febbraio 2012 da a17540
 



Dall'Album "On the 6" - 1999

 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: a17540
Data di creazione: 14/06/2010
 

AREA PERSONALE

 
 

Epifania, dal greco
επιφάνεια,
epifaneia, che significa
manifestazione.

 

LEE WILEY - THE MAN I LOVE



 

Un’epifania è un momento
speciale in cui un qualsiasi
oggetto della vita comune,

una persona, un episodio
diventa "rivelatore"
del vero significato
della vita a chi
ne percepisce il valore
simbolico.

 

KATE HUDSON - CINEMA ITALIANO




 


Lo stream of consciousness
o flusso di coscienza
è espressione di  quell'area della mente umana che sta al di là della comunicazione e che non è controllata razionalmente né logicamente ordinata.
Applicato in ambito artistico permette di travalicare le consuete strutture sintattiche e arriva a toccare il fondo oscuro e inconfessato dell'animo umano. 

L’esempio più celebre e valido in ambito letterario è forse il monologo di Molly Bloom con cui si chiude l’Ulisse di James Joyce.
Lo scopo dell'artista in questo caso non è quello di insegnare ma di presentare la realtà in tutti i suoi aspetti nel modo più impersonale ed oggettivo possibile e di lasciare al lettore la possibilità di comprenderla attraverso la sua personale percezione.

 
 

IMMA-NU-EL

"Ecco, la Vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emanuele" (Isaia)
Emanuele in ebraico è Imma-nu-El letteralmente "con noi Dio".
Il 6 gennaio la Chiesa commemora l'Epifania del Signore, ossia quando il Messia si è rivelato al mondo: quando "Dio è con noi".

 

BILLIE HOLIDAY - MY MAN



 

ELLA FITZGERALD - I LOVE PARIS



 

 

JUDY GARLAND - HAVE YOURSELF A MERRY LITTLE CHRI



 

JEAN ARTHUR CARY GRANT - ONLY ANGELS HAVE WINGS



 
 

 
 

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