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L'urlo della civetta

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Messaggi del 22/08/2014

il Servizio italiano di psicologia online

Post n°1925 pubblicato il 22 Agosto 2014 da eric.trigance
Foto di eric.trigance

Nonostante il nome, un po’ altisonante, il Servizio italiano di psicologia online è un gruppo di giovani e super aggiornati psicologi che da qualche anno si danno da fare per raccordare la loro disciplina, che vive dei disagi del tempo che viviamo, con le nuove tecnologie. Cercando, da una parte, di individuare nuovi fronti di sfida. Dall’altro, di utilizzare gli strumenti digitali e la Rete per arrivare prima, meglio e più efficacemente su ciò che ci fa vivere male. Basti pensare che stanno per lanciare un servizio, battezzato Media Education, per colmare il divario generazionale fra adulti (insegnanti, genitori, educatori) e millennial, cioè i nati dai primi anni Ottanta in poi.

La loro ultima novità, però, parla d’amore. Si tratta infatti dei primi gruppi di sostegno psicologico via Skype. A chi sono rivolti? A chiunque stia ancora leccandosi le ferite di una delusione amorosa. A chi fatica a voltare pagina, ad andare avanti, a raccontarsi e convincersi che c’è una vita che merita di essere assaporata al 100% dopo una botta sentimentale, per quanto dura. Si fa tutto online, per avviare un contatto – spesso dal vivo ancora complicato – con gli specialisti.  

“La fine di una relazione sentimentale rimanda in generale al tema della separazione e della solitudine – racconta a VanityFair.it Luca Mazzucchelli, fondatore con Davide Algeri del Servizio italiano di psicologia online – questa condizione ci mette spesso in contatto con i nostri limiti, fragilità e sofferenze più profonde, facendoci riscoprire bisognosi di conferme e autostima. Il viaggio dentro la separazione è quindi costellato da sofferenze e interrogativi che necessitano di un’elaborazione talvolta difficile da fare in solitudine. Certo il tema fondamentale è comprendere il significato che la separazione assume per noi, se si bypassa questa operazione i margini di crescita scompaiono e, anzi, ci si rinforza nel ruolo di vittima”.

Chi subisce la rottura della relazione, continua Mazzucchelli, si chiede spesso ossessionato: “Perché mi hai lasciato?”. “Questa domanda, legittima, è parte importante del processo di elaborazione del lutto – aggiunge lo psicologo milanese – assieme al dolore della perdita e dell’abbandono e alla riscoperta della propria vulnerabilità e incompletezza. I modi di reagire a questa sensazione possono essere molti e in alcuni casi la ricerca di conferme del proprio valore e amabilità porta anche a utilizzare la sessualità in maniera molto disinvolta ed estremizzata”.

“I gruppi aiutano a sentirsi meno soli e più sollevati – conclude Algeri – in quanto facilitano la condivisione di problematiche con altre persone che stanno attraversando un periodo simile. Contiamo di sfruttare l’online per raggiungere una vasta utenza di persone che stanno soffrendo ma che faticano a portare in prima istanza la loro richiesta d’aiuto davanti a un professionista dal vivo”. 

 
 
 

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