Creato da Ilariapensieribimbi il 22/02/2008

Esperienze d'Aborto

La parola alle donne che hanno fatto l'IVG, che hanno avuto un raschiamento, che hanno rinunciato per sempre al loro figlio. Basta chiacchiere e giudizi è ora di leggere.

NON FERMATEVI A LEGGERE SOLO I POST MA...

Non fermatevi solo a leggere i post scritti da donne, mamme o ragazze, ma leggete in mezzo ai commenti, spesso si trovano altrettante storie e testimonianze che magari possono esservi d'aiuto: Tutti i commenti

 

 

UN POSTO DOVE TI POSSONO AIUTARE

Il Movimento per la vita è la Federazione degli oltre seicento movimenti locali, Centri e servizi di aiuto alla vita e Case di accoglienza attualmente esistenti in Italia. Si propone di promuovere e di difendere il diritto alla vita e la dignità di ogni uomo, dal concepimento alla morte naturale, favorendo una cultura dell’accoglienza nei confronti dei più deboli ed indifesi e, prima di tutti, il bambino concepito e non ancora nato.
 

CHI PUÒ SCRIVERE SUL BLOG

Tutti gli utenti registrati possono pubblicare messaggi in questo Blog e tutti possono pubblicare commenti.
 

UN INTERVISTA DELLA COMMUNITY DI LIBERO

 

ILARIA UN'ABORTO SPONTANEO DOPO UN IVG

La storia di questo aborto, l'inizio della gravidanza, la speranza e infine la delusione ...

immagine

 

NEL CUORE DEI GIORNI

 

 

ULTIMI COMMENTI

Cara Francesca, scusa se ti rispondo solo ora. Mi dispiace...
Inviato da: ildiariodellalinda
il 21/05/2019 alle 10:25
 
Buonasera sono Francesca, ho un esperienza da...
Inviato da: Francesca
il 04/05/2019 alle 20:50
 
Ciao
Inviato da: Francesca
il 04/05/2019 alle 20:41
 
Scusa una cosa non è chiara. Cosa ti ha spinto la seconda...
Inviato da: T
il 14/08/2018 alle 15:02
 
Cara Angy, dall'esperienza che ho avuto,ti posso dire...
Inviato da: Elena
il 17/01/2018 alle 08:57
 
 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Aprile 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30          
 
 

 

DOVE SIETE ...

Locations of Site Visitors

 

AREA PERSONALE

 
Citazioni nei Blog Amici: 8
 

ULTIME VISITE AL BLOG

anto.leonardoKikka_Diesisvorrei_incontrarti2eva.piersimonicarrozzeria.valentiildiariodellalindapinanuzzoSally_180daniprevi87najisfloating_gipsyFederica_subl.jennt92musicista.pazzacomunicazioni2000
 
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 

 

Perché proprio io?

Post n°50 pubblicato il 31 Dicembre 2020 da Sally_180

Scorrendo nel blog non ho letto di alcuna storia simile alla mia, e questo mi getta ancora più nello sconforto. Ho un fidanzato ottimo sulla carta, che è positivo per la mia età (30 anni)e per il paese del sud in cui vivo che mi vede già ben sistemata. Un rapporto stabile, ma freddo, senza chimica insomma. Poi conosco lui, 7 anni più piccolo e con famiglia, e perdo la testa. Mai avrei immaginato di cedere, ma per una volta in vita mia ho tolto i panni di brava figlia, brava studentessa, brava ragazza. Mi sono goduta questa passione, questo tenero amore impossibile, e ho peccato di felicità. Sono stata incosciente ed egoista, ma tremendamente viva e innamorata. Ma il rovescio della medaglia non è tardato ad arrivare: scopro di avere una gravidanza in corso, e il padre non può essere il mio fidanzato. Dopo la decisione che ho preso senza consultare nessuno, avrò tutta una vita per sentirmi orribile, sentirmi l unica colpevole per non aver scelto la vita, e combattere i mostri che mi porterò per sempre dentro. Ma ora che scrivo, per un attimo mi voglio sentire vittima, mi voglio abbracciare e voglio sentirmi innocente, perché tutto questo non è successo a cuor leggero, perché uno sbaglio può capitare a tutti. Mi rimprovereró per non essere stata all altezza, per essere stata una codarda, ma non è questo che mi definisce. Mi dispiace mettere al mondo una creatura senza un padre presente, che non lascerà mai la sua famiglia, mi dispiace deludere i miei genitori che avrebbero dovuto sostenere me e questa creatura, mi dispiace distruggere la vita di una persona che seppur superficialmente, fa parte della mia vita. Io non ho il coraggio per affrontare questa vita in due, e purtroppo sono io a decidere per te, piccola creatura. Auguro a tutte le donne nella mia situazione, di avere fortuna, di essere audaci, e scavalcare il muro della vergogna, e donare la vita. Io ho fallito.

 
 
 

Il dolore nascosto

 

Un giorno vengo contattata, proprio tramite questo blog, da Martina Castellarin che mi chiede se mi può fare un intervista sull'IVG avuta 24 anni fà.

Non ho problemi ha pararne, dopo i primi anni dove il dolore era nascosto in un angolo del mio cuore, mi sono aperta al mondo confessando quello che avevo provato, i sensi di colpa, il senso di solitudine, l'idea della scelta facile che invece si era rivelata una croce da portare.

Avevo voglia di far conoscere alle persone cosa era veramente un IVG (interruzione volontaria di gravidanza) cosa si provava "una volta tolto il problema" perchè è di questo che la stragrande maggioranza delle persone parla. 

Si parla di problema, non di figli che non nascono ... si pensa che una volta fatto l'IVG sia tutto risolto e invece la donna porta questo come un peso sul cuore ... volete sapere quando ho avuto la mia IVG? era l'11 luglio per l'anno ci devo pensare (1994) ma ricordo la data come il compleanno delle mie figlie, come il mio anniversario di matrimonio, come il giorno in cui ho deciso di non dare al mondo mio figlio.

Ecco l'intervista:

http://www.kosmomagazine.it/il-dolore-nascosto/

 
 
 

se questa è una donna

Post n°48 pubblicato il 04 Novembre 2017 da venererossadg0

Se questa è una donna.

Ho incontrato l’amore o meglio quello che credevo fosse amore, quasi per caso, in una calda  estate. Io mi sono sentita lusingata per il suo interesse ed ho deciso di rispondere in maniera positiva al suo corteggiamento. Dopo un anno circa, abbiamo fatto l’amore e per me quel momento  si è riempito di magia. Lui era tutto il mio mondo,  io non esistevo  perché lui viveva dentro di me, qualsiasi cosa facessi pensavo prima a lui e poi a me. Questo meccanismo perverso si ripeteva  anche nella scelta di un capo d’abbigliamento  e nell’acquistarlo m’interrogavo :”  questa gonna piacerà a Lorenzo”? Sono stata sopraffatta da quest’uomo, niente era importante  se non lui ed i nostri appuntamenti . Iniziai  l’università ed io andai a vivere in un’altra città ma la nostra relazione stranamente si rafforzò, ci vedevamo  i giorni in cui andavo a trovare i miei genitori. Tutto appariva bello, io non chiedevo niente e lui prendeva  tutto di me. Poi, il giorno dopo aver sostenuto un esame importante siamo riusciti a vederci  ed i nostri corpi s’incontrano in un turbinio di emozioni. Il mese successivo il ciclo non arriva ma aspetto e penso ad un ritardo, poi chiamo Lorenzo e gli esterno i miei dubbi. Lui  preoccupatissimo mi chiama   ed insieme acquistiamo un test  di gravidanza. Dopo qualche ora  appresi di essere incinta   ed in quel momento, anche se la cosa poteva apparire folle, sentii dentro di me una strana felicità mi sembrava quasi di toccare il cielo con un dito. Poi guardai il suo volto e  tremai dalla paura  aveva il viso trasfigurato dalla rabbia e sibilò  trai denti :” questo bambino non possiamo tenerlo, adesso ci penso io , vado da un mio amico medico e ti faccio fare il certificato per l’aborto, tu non andare in nessun consultorio” . Io rabbrividisco a quelle parole ma non ho la forza di oppormi.. adesso ho paura  ed è passato del tempo dall’ultimo ciclo, che ne sarà di me e del  bambino? Mi senti avvolta dentro una nuvola, non capivo più cosa stava accadendo, andai via con il gelo in gola. Mi telefonò dopo circa tre giorni  e i ci incontrammo  per pochi minuti,   lui mi mise  tra le mani un numero di telefono;”  Chiama e fissa l’appuntamento, parla con il tal dottore vedrai avrà riguardo di te”. Io,  mi recai nella città da lui indicata  e nella struttura sono stata sottoposta a degli esami di routine  però mi dissero di di tornare il giorno seguente per  effettuare l’eco e la visita ostetrico-ginecologica .Il giorno dopo la  dottoressa mi chiese” vuol vedere il bambino?” Io risposi “di no ’”  anche se  avrei desiderato vederlo. Ero  sola,  avevo  freddo, la mia anima si stava  spezzando riducendosi in mille frantumi Eppure .nessuno  si accorgeva della mia disperazione. Il  Tragico giorno arrivò velocemente e mi chiesero  che tipo di anestesia volessi se parziale o totale  ed io candidamente risposi” voglio restare sveglia”. Dissero che devo essere l’ultima , arrivò il mio turno ed io   sentii un male incredibile, l’infermiera mi tenne  la mano anche se  io sarei voluta scappare  ma era è troppo tardi per dire qualcosa. Il mio bambino, Francesco,  stava per essere annientato ed io e solo io sarei stata   la sua assassina. Ad un certo punto  l’infermiera  esclamò che era tutto finito  e che dovevo stare tranquilla . Dentro di me  avvertii , una grande tristezza  e mi chiesi  come facevo  a stare bene  se il  mio bambino non c’era più …. Sentivo che una parte di me stava morendo e sarebbe andata con lui. I giorni seguenti  furono duri, vissuti da sola con la disperazione che attanagliava il mio corpo e la mia mente. Non potevo urlare e non potevo piangere era tutta colpa mia se Francesco non c’era più. Ho avuto disprezzo verso di me, provavo ondate di nausea a vedermi allo specchio. Sono andata avanti così per mesi anzi anni. Facevo la buffona e mi ubriacavo per non pensare, poi esistevano dei brevi momenti di tregua in cui cercavo di stare un po’ meglio   ma non duravano più di tanto.  Ho avuto crisi di autolesionismo con graffi e ferite inferte  su di me,  la bulimia anoressia si alternavano con un ritmo spaventoso. Le  relazioni sociali  erano disastrose, mi  sentivo sporca  e credevo di non meritare niente dagli altri neppure un po’ di calore umano. La mia vita stava crollando anche se non  m’ importava; nella mia testa non c’erano pensieri tutto era sottosopra e regnava il caos completo.

 
 
 

alla ricerca della normalità... e non solo

Post n°46 pubblicato il 27 Settembre 2017 da lisa997.c

Ciao a tutte/i,

sono capitata su questo blog per caso e per fortuna. Come tante altre donne, vorrei raccontarvi la mia storia, un po' per sfogarmi e un po' per il desiderio di confrontarmi con qualcuna di voi, che possa capire come mi sento senza puntare il dito o darmi della incosciente.

Ho 20 anni, i miei genitori non sono presenti e non li sento da parecchio tempo.    La fortuna o il destino o chi volete, ha fatto si che incontrassi C, un ragazzo meraviglioso e con una storia in famiglia un po' travagliata come la mia. L'ho conosciuto 2 anni e mezzo fa tramite amici, e a giugno di quest'anno ci siamo innamorati. A luglio mi sono trovata senza casa, senza lavoro, senza amici (quelli che consideravo tali mi hanno voltato le spalle), così lui (forse spinto dal volermi tanto bene, forse gli facevo pena, forse non lo so) mi ha offerto di andare a casa sua, dove vive con la sua famiglia, finchè non avessi trovato lavoro. Dovete sapere che con lui, nonostante stiamo insieme da poco, c'è una profonda intesa, così abbiamo "deciso" di vivere insieme. Lui ha una casa da ristrutturare, una volta completata andremo lì a vivere.

Premetto che ho un ciclo molto irregolare, così a febbraio decido di cominciare la pillola, che smetto poi i primi di giugno per le nausee che mi provocava e che non sopportavo più. 15 giugno: ciclo mestruale. Come previsto, sono irregolari quindi non so mai con certezza quando arrivano. Al 18 di luglio ancora niente, così decido di prenotare una visita dalla ginecologa, per fare un controllo e per farmi prescrivere una pillola diversa dalla precedente.

Il 21 luglio faccio visita ed ecografia dalla gine, la quale mi dice che è tutto apposto, mi prescrive Novadien e mi manda a casa. Dall'ecografia risultava che avevo ovulato da qualche giorno.

I giorni successivi ho avuto rapporti con C, nessuna preoccupazione particolare, visto che 5 anni fa la gine mi dice che ho remote possibilità di avere figli a causa di un vecchio intervento che ha alterato il posizionamento dei miei "gingilli" all'interno del mio corpo.

Come avrete già capito, le rosse non sono arrivate, dai primi di agosto mi sento come se avessi un frullatore nello stomaco, nausea, vomito, non riuscivo a digerire bene... Pensavo fosse un problema di gastrite, visto che ne soffro a causa dello stress, finchè il 20 di agosto non mi decido a comprare un test di gravidanza... Vivevo già con C, quindi l'ho nascosto aspettando di prendere coraggio per farlo.   Ho aspettato fin troppo... Il 26 finalmente decido di farlo, sicura che sarebbe stato negativo. Sono rimasta un'ora chiusa in bagno a piangere, un minuto ero felice e il minuto dopo triste per quelle due linee rosa comparse sullo stick, felice perchè ero incinta, potevo avere figli e le probabilità non sono così remote come mi aveva detto la dottoressa anni fa. Triste perchè sapevo già cosa dovevo fare... Non so se per il suo bene, per il mio bene, per il bene di C, ma sapevo che non potevo tenerlo.

Essendo cresciuta con una famiglia diciamo "particolare", l'ultima cosa che volevo era non riuscire a dare al mio piccolo tutto quello di cui ha bisogno. Lo so, lo stato dà degli aiuti, C lavora, ma io non lavoro, le mie prospettive di trovarne uno sono remote senza bambini, figurarsi con. Quello che guadagna C basta a malapena per noi e per la sua famiglia, figurarsi con un bimbo. E la prospettiva di crescere un figlio arrancando coi soldi, le spese e lo stress perenne, la paura di non farcela ad arrivare a fine mese non mi alletta. Non voglio questo per il bambino.

Così mi son fatta coraggio, sono uscita da quel maledetto bagno con la faccia rossa e gonfia dal pianto, lo stick in mano e sono andata da C, gli ho fatto vedere il test e mi sono messa a piangere. Abbiamo parlato e ci siamo trovati d'accordo sul fatto che anche se non sarà mai un buon momento per un bambino, questo momento lo è meno che meno, così il lunedì siamo andati al consultorio Contatto Giovani, per richiedere informazioni sull'I.V.G..

Abbiamo fatto tutte le carte, le analisi del sangue hanno confermato la gravidanza e il fatto che fossi già a 10+5, quindi dovevamo sbrigarci a trovare una struttura dove fare l'operazione.

Il 31 agosto ho fatto l'ecografia per confermare la presenza del feto vivo... Ed è stato un giorno orribile. Dalla scoperta della gravidanza ero in uno stato di semi incoscienza... Nel senso che ancora non avevo realizzato che ero incinta, mi sembrava tutto un brutto incubo... Il dottore mette la sonda, gira lo schermo e lo vedo. Vedo un bimbo in miniatura, sento il cuore che batte veloce, vedo vagamente i tratti del viso e vedo quel naso grande, un po' sproporzionato come quello di C, vedo che agita vagamente le gambe minuscole e sento il dottore che dice "al 90% è un maschio, intravedo qualcosa ma bisognerebbe aspettare un'altra settimana per confermarlo". Vi dico solo che mi è caduto il mondo addosso... Ho pianto tutte le mie lacrime stringendo la prima "foto" di mio figlio, che assomigliava molto a un "bagigio", insieme a C, che non sapeva cosa dire.

Sapete già quanto sia orribile il giorno dell'intervento, così ve lo risparmio... Ho fatto l'IVG il 7 settembre, e non ho passato una notte senza piangere da quel giorno. Sto male, mi sento una mer*a e una pessima donna, mamma. C piange nel sonno, non me lo dice mai ma lo sento, stiamo male entrambi e non sappiamo come ridurre almeno un po' il dolore.

Ci siamo ripromessi che tra qualche anno se tra di noi andrà sempre bene avremo un bambino, lo terremo, avremo più soldi e una casa accogliente dove crescerlo e andrà tutto bene ma ho come la sensazione che il dolore per "bagigio" non sparirà mai, ho paura di cadere dentro al baratro della sofferenza e di non riuscire a uscirne, e non so più pensare ad altro se non a lui. La notte sogno il mio ragazzo che sorride felice con in braccio un bambino col nasone gli occhi marroni come i nostri e i capelli ricci, mi sveglio come se mi svegliassi da un'incubo.

Spero davvero di riuscire a stare meglio e fare una scelta migliore in futuro.

Bimbo mio, perdonami, ora non possiamo ancora essere i tuoi genitori. Vogliamo il meglio per te e speriamo di darti nuova vita più avanti, per onorare la nostra promessa a essere bravi genitori in futuro.

Ci manchi tanto, mi manca avere la nausea perennemente, mi mancano le prese in giro di C per il mio continuo dire "amore ho la nausea" e il suo continuo dire "che novità" oppure "bagigio fai il bravo, non farla stare male". Ti vogliamo bene, anche se ti abbiamo tolto la vita. Perdonaci


 
 
 

non passerà mai

Post n°45 pubblicato il 02 Marzo 2017 da Tata212

mi odio mi odio più di ogni cosa... ho fatto ivg due volte vi chiederete come è possibile beh lo è nonostante io sia morta due volte con loro.. non ho mai avuto il coraggio di dirlo o scriverlo...Avevo 26 anni ero stupidamnete innamorata di un ragazzo che mi picchiava.. il 17 gennaio del 2012 dopo due test con falsi negativi scoprii di essere incinta... ero felice credevo che la mia vita sarebbe cambiata lo dissi a mia sirella che fu tremendamente felice.. lui un uomo malato un amore malato mi disse che non lo avrebbe mai accettato e che se lo avessi tenuto mi avrebbe rovinato la vita.. con suo oadre e la sua famiglia si misero contro di me loro benestanti e io di una normlissima famiglia senza niente da offrire... vedevo mia madre piangere svenore per il dolore cosi mi chiusi in me stessa da sola e da sola scelsi di andare dal ginecologo.. sentii il cuore di mio filgio Francesco battere per la prima e ultima volta... perdonami amore mio... il 21 febbraio nel giorno del mio cmpleanno andai in ospedale.. era quella la data in cui ero nata e mio figlio moriva per mano mia.. mi portarono via vidi la mia migliore amica e quando mi risvegliai ero in una stanza era tutto finito.. inizia ad urlare forte cosi forte che dovettero far uscore le altre pazienti... dopo una settimana mi sentii male tornai in ospedale e l'intervento era andato male pensai che era dio che voleva punirmi mi ricoverarono di urgenza e mi fecerono di nuovo il raschiamento... mi odiai pregai di morire e poi con il tempo capii che mio figlio mi aveva salvato la vita.. trovai la forza dopo 6 anni di botte ospedale accuse e isolamento di uscirne, mollai quell0uomo e mai più lo feci avvicinare a me... ringrazio mio figlio ogni giorno ma gli chiedo anche perdono perchè la tua mamma non ha saputo proteggerti..

incontrai un uomo meraviglioso con cui inizia una relazione sana ma dopo un anno ricevemmo la notizia che non avremmo potuto avere figli.. mi arrabbia con me stessa pensai dio ti ha punita come si deve.. imparai ad accettare la cosa insieme imparammo che avremmo avuto altro.. io andavo all'università mi concentrai su questo con tutta me stessa anche se non cera giorno che non versavo una lacrima per mio figlio... un giorno solo per esclusione prima della visita per capire perchè il mio ciclo si fosse interrotto scoprii di essere incinta.. il mio mondo crollò non ero pronta e non lo era neanche lui.. ma io più di lui sapevo cosa volesse dire.. feci di nuovo questa scelta da sola frastornata era come se non fossi consapevole.. ciao piccola Gaia che brutta mamma che vi è capitata... ogg piango piango ogni giorno il mio cuore è morto... ho cercato un figlio e non è arrivato e forse è giusto cosi... non ho saputo lottare, non ho saputo farcela ho perso e sono morta con voi bambini miei.. non merito perdono e non lo chiedo perchè non ho nessun diritto di averlo.. vi immagino angeli miei vi sogno ad occhi aperti ogni giorno. Non festeggio più il mio compleanno, non esiste più nulla. vi immagino ogni volta che vola che vola un palloncino e spero che arrivi a voi...

Vorrei dire a tutte le donne di esere forti prima.. di tirare fuori la forza che solo una madre ha e che a volte rimane latente.. cercatela e non fatevi portare via vostro figlio

 
 
 

Ogni giorno della mia vita

Post n°44 pubblicato il 27 Gennaio 2017 da elena940

Sono una ragazza di 22 anni e da quattro anni tutto è cambiato per me. Avevo appena compiuto 18 anni, attraversavo un periodo molto felice e spensierato della mia normale vita ed avevo anche un fidanzato. Era una di quelle storie adolescenziali, dove tutto appariva perfetto e dove si fanno le prime e dolci esperienze. Maggio 2012, mi trovavo in una gita scolastica, ero preoccupata perché da tempo un dubbio mi assaliva totalmente: pensavo di aspettare un bambino. Dal momento che ero libera dal controllo dei miei genitori per qualche giorno, trovai il coraggio di comprare un test di gravidanza, insieme ad una mia cara compagna di classe. Per me quello rappresentava l'unico modo di rassicurarmi, perché non avrei mai pensato a ciò che accadde in seguito. Una sera, dunque, feci il test: era positivo, positivissimo. Rimasi in bagno, da sola, a piangere per ore, a pregare in ginocchio, a fare promesse, che non ho mai mantenuto, a Dio, purché tutto ciò finisse. Mi sentivo come in un incubo, volevo solo svegliarmi. Passai la notte a piangere, quando mi svegliai pensai che tutto fosse finito, ma non era così. Subito chiamai il mio fidanzato, per avvisarlo e per trovare conforto. Notai che lui non fosse sorpreso quanto me, che subito accettò quella situazione. Ma il problema ero io, io non volevo accettarla, non potevo (secondo il mio pensiero di allora) portare avanti quella gravidanza. Dunque cominciai ad esprimere queste mie volontà a lui che, tra i mille insulti che ne derivarono, me ne disse uno che ancora riecheggia nella mia mente "Fallo nascere, e poi ucciditi". A quelle parole, cambiò tutto per me. Decisi di tagliarlo fuori dalla mia vita, perché pensavo fosse giusto che fossi io a decidere del mio corpo, non lui. Dunque mi rivolsi a mia cugina, che è come una sorella per me. Le raccontai tutto e, per escludere il mio ragazzo da quella situazione, organizzai un modo per ingannarlo, perché aveva chiaramente espresso il fatto che non mi avrebbe mai permesso di interrompere la gravidanza. Andai in ospedale per avere conferma del mio stato, gli negai di venire con me e mia cugina, gli dissi che non lo volevo con me dopo tutte le parole che aveva speso per me. Durante l'ecografia, vidi per la prima volta il mio bambino. Scoppiai a piangere, ero infelice di esserne infelice, avrei voluto fare i salti di gioia, avrei voluto reagire al suono del battito del suo cuore con estrema felicità, avrei voluto sorridere alla dottoressa che mi disse "Eccolo". Ma non ne ebbi il coraggio o la forza, pensavo solo che mi fossi cacciata in un guaio che potevo risolvere solo in un modo atroce.  Al mio ritorno, dissi al mio ragazzo di non essere incinta, che il test si fosse dunque sbagliato, e lo lasciai, usando come motivazione il modo aggressivo ed imperativo che aveva avuto con me, che avevo solo bisogno di aiuto. Riuscii a nascondere tutto alla mia famiglia, mia cugina era l'unica che sapeva. Più volte mi supplicò di riflettere, di parlare con i miei genitori, di considerare l'opzione di tenere mio figlio, poiché non sarei stata da sola, e di questo ne ero certa. Ma ormai avevo deciso, non c'era nulla che potesse dissuadermi, avevo troppa paura di affrontare e deludere i miei genitori, che avevano grandi progetti per me. Avevo sempre immaginato di finire gli studi, andare all'università, diventare "qualcuno", ero semplicemente giovane. Avevo paura di tuffarmi in quella nuova vita, di mollare tutto, di essere obbligata a passare tutta la vita con un ragazzo che ormai mi disprezzava e che vedevo con occhi diversi. Avevo paura del disonore e della vergogna che avrei generato. Passavo le notti a piangere, accarezzavo la mia pancia, gli parlavo, e giornate a letto, da sola, al buio, a piangere, cercando di evitare tutti, che invano mi chiedevano cosa avessi, io rispondevo "niente". Furono 19 lunghissimi giorni, che non bastarono a darmi una svegliata ed a permettermi di reagire con lucidità a tutto quello che stava accadendo. Al giorno d'oggi, interrompere una gravidanza è troppo facile, troppo veloce. Non ho avuto alcun impedimento da parte dei medici. Mi fecero solamente domande di routine, anche senza delicatezza, per compilare i miei dati. Quasi nessuno mi chiese "Perché lo fai?", il che è terribile. Non dico che questo avrebbe cambiato il mio destino, non lo so, ma sicuramente potrebbe influire sulle scelte di molte ragazze che si presentano lì con la mia stessa intenzione, un discorso pieno di parole giuste ed adeguate potrebbe risultare essenziale in quelle circostanze, potrebbe salvare le persone. Solo una donna provò a dissuadermi, un'infermiera, mentre cercava di prelevarmi il sangue. Prima mi chiese se potesse parlare, e io (quasi come se lo aspettassi, come se ne avessi bisogno) le dissi di si. Ascoltai in silenzio le sue giuste e severe parole, che concludevano con "Dovrai vedertela con Dio un giorno". Era il 23 maggio del 2012, mi presentai in ospedale, come avevo precedentemente concordato con i medici. Entrai in una stanza, per attendere il momento, senza mia cugina. Avevo soltanto un sacchetto di plastica con un pigiama viola, nient'altro. In quella stanza, insieme a me, c'erano: una giovane donna, accompagnata dal fidanzato che aspettava fuori; una donna intorno alla quarantina, accompagnata dalla sorella che aspettava fuori; una donna di colore, emigrata in Italia presumo, da sola, accompagnata da un'interprete. Tutte piangevano e nessuno parlava. Notai che tutte erano attrezzate di pantofole, borsoni, un cambio. Io non avevo quasi niente. L'interprete cominciò a parlare con me, mi disse che somigliavo a sua figlia, era molto gentile, non mi guardava con pregiudizio. Poi arrivò il momento, erano le 9 del mattino. Il dottore mi indicò e disse "Prima lei", non dimenticherò mai i suoi occhi di ghiaccio. Fu quello il momento in cui sarei dovuta scappare via, il momento in cui una voce, dentro di me, mi disse "vai via da lì!"; ma non lo feci. Entrai in sala operatoria, mi addormentarono; bastò solamente mezz'ora per separarmi da mio figlio, per sempre. Al mio risveglio chiesi "Che ore sono? Com'è andata?", erano le 9.30 ed era andato tutto come previsto. Avevo una flebo, quindi dovetti passare del tempo in quella stanza d'ospedale e da sola. Volete sapere come mi sentivo? Vuota. Ero vuota. Sentivo di essere stata svuotata, sentivo di non essere più io, sentivo di aver perso un pezzo di me stessa per sempre. L'interprete venne a trovarmi, mi chiese come stavo, mi coprì meglio e fece da tramite tra me e mia cugina che aspettava fuori con ansia, rassicurandola; ricordo quella donna come un "Angelo rosso", per via della sua tuta rossa da volontaria e per la sua dolcezza. Era stata l'unica a rivolgersi a me, a chiedermi perfino il mio nome. Qualche ora dopo uscii da quell'inferno, un po' stordita. Tornai a casa al solito orario, come se tornassi da scuola, per non far capire niente a casa. Pomeriggio mi misi pure a studiare e poi andai in chiesa, perché facevo catechismo ad una classe di bambini; si, ebbi il coraggio di andarci, mi sentivo una traditrice, e stavo male fisicamente, ma riuscii a fare lezione. Mi dicevo che dovevo continuare la mia vita normalmente, perché ero convinta di riuscirci, ero convinta di esserne in grado. E così feci, continuai a vivere. Adesso si, vado all'università, ho fatto molte esperienze, ho conosciuto persone meravigliose, ma non sono felice; mi sento inadatta a questa vita. Mi sono ripromessa di non passare mai un giorno della mia vita senza pensare a mio figlio, ed è quello che sto facendo. Lo penso ogni giorno, perché sono l'unica al mondo che può ricordare la sua esistenza; se non lo pensassi, sarebbe come se non fosse mai esistito, ed io non voglio questo. Lui vive in me. Dopo una settimana da quell'imperdonabile errore, andai dal prete del mio paese per confessarmi, non potevo più andare avanti senza confessare il mio peccato. Fu un'esperienza tremenda. Cominciò a rimproverarmi gravemente, a dirmi che meriterei la scomunica, era troppo in collera con me. Piangevo, ma lui mi guardava impassibile. Vedeva solo un mostro in me. Non so cosa mi sarei aspettata, certamente non mi aspettavo di essere accolta a braccia aperte, ma il modo in cui mi trattó evocò un cambiamento in me. Verso la fine della confessione mi disse "Io ti assolvo, ma non ti assicuro che Dio ti perdonerà". Piansi ancora, gli dissi che non me la sentivo di prendere la comunione, ma lui rispose che teoricamente potevo, vista l'assoluzione, come se fosse una semplice prassi. Durante l'estate del 2012 tornai dal mio ex ragazzo, non avevo più il coraggio di continuare quella menzogna. Gli confessai tutto, per filo e per segno. Mi perdonò; me, che gli avevo portato via un figlio. Mi abbracciò talmente forte, che per un istante mi sentii bene. Lui è stato molto male per questa vicenda, ha sofferto a causa mia, me ne vergogno troppo. Non ho mai raccontato questa storia ai miei genitori o parenti, non penso che lo farò mai. Ho i genitori migliori del mondo, non meritano questo dolore, questo dispiacere, è più "facile" se lo tengo solo per me. Nel 2014 , a Roma, mentre visitavo la basilica di San Pietro, vidi i confessionali aperti, quindi trovai il coraggio di confessare, di nuovo, il mio peccato. Stavolta trovai un prete molto più dolce, era straniero. Mi ascoltò e mi assolse; fu una confessione migliore di quella che ebbi qualche anno prima, ma sto ancora cercando le parole "giuste"; non so quali siano, lo capirò quando le sentirò, ecco perché penso che confesserò questo peccato finché non mi sentirò veramente meglio. Sono passati quattro anni da quel giorno; non riesco a trovare più la serenità, non sto bene. Penso di non meritare neanche di immaginare una vita più serena, di chiedere addirittura il perdono di Dio. Non sono nessuno per meritarlo, non ho il diritto di chiederlo. Quella decisione è qualcosa che mi logora dentro, perché è uno di quegli errori che non meritano e che non riesco ad immaginare possano essere perdonati. Mi pento di tutto, ma sento che non è abbastanza. Mi sono rovinata con le mie stesse mani, mi sono privata della parte migliore di me. Avevo la felicità dentro di me, ma non la vedevo, non la capivo, avevo troppa paura ed ero troppo egoista. Ho scritto molte lettere per mio figlio, moltissime, dove imploro il suo perdono e dove gli dico che lo amo. Ed è vero, io lo amo; mi manca, lo immagino sempre, immagino come sarebbe la mia vita con lui. Non posso considerarmi una madre, lo so, ma lui sarà sempre mio figlio. La mia vita è ferma da quattro anni, non posso più continuare.

Grazie per il tempo dedicatomi. Siate libere di rispondere, ne ho bisogno.

 
 
 

Margherita, perdonami.

Post n°43 pubblicato il 12 Agosto 2016 da franci_icnarf

Ho 26 anni, un lavoro a tempo indeterminato, con tutte le agevolazioni che può dare una grande azienda, due genitori che stravedono per me.

Eppure 14 giorni fa mi sono sottoposta ad un intervento per l'IVG, perchè una volta che ho scoperto di essere incinta ho capito che non avrei potuto dare ciò che più conta a Margherita (così, l'avrei chiamata), e non me lo sarei mai potuta perdonare: una famiglia.

Sono l'amante di un uomo che lo scorso anno è diventato padre di una bambina meravigliosa, per la quale lui stravede. Non l'abbiamo fatto apposta - l'amore succede, poi lo si può o accettare e vivere, oppure fuggirne: ci siamo conosciuti, uno sguardo, un sorriso, una parola, due, mille.. un bacio: ci siamo innamorati.

Prendo la pillola da anni, e per anni sono sincera di non averla mai presa alla stessa ora del giorno. Vuoi lo stress accumolato negli ultimi mesi a lavoro, vuoi un po' di sbalzo ormonale chissà perchè e per come, a giugno mi sono sentita male. Il farmacista, dopo avergli detto i sintomi e i malesseri dei giorni precedenti, mi ha consigliato il test di gravidanza. "Ma io prendo la pillola" ho affermato. Me lo ha fatto fare ugualmente: test positivo.

Non so spiegarvi come mi sono sentita. Ho pianto, e mi sono vergognata per questo. Ho rotto con lui, non chiedetemi perchè, la sera stessa, per poi sentire il giorno dopo di non potercela fare senza di lui - anche se non gli ho detto niente, e credo che non saprà mai niente. 

Ho passato dei giorni a chiedermi cosa fare o cosa non fare di Anna (perchè Anna, all'inizio avrei voluto chiamarla), iniziando a pensare (molto egoisticamente lo so) a come la mia vita sarebbe cambiata e a cosa avrei avuto da offrirle; ed è stato lì, in quel "cosa potevo offrile" che ho deciso di negarle la vita: perchè non avrei sopportato di vederla crescere senza un padre, mentre lui cresceva l'altra bambina (che avrebbe avuto solo un anno e mezzo più di Anna) e rimaneva sempre a suo fianco. Ho pensato che tra crescere "male", in modo poco presente e scostante due bambine, sarebbe stato meglio che ne crescesse una, davvero, regalandole la gioia di avere un padre non presente ad ore.

Stavo passeggiando sulla spiaggia quando ho capito che non era il momento di diventare la madre di Margherita (sulla spiaggia ho capito che un giorno, mia figlia, la chiamerò così): non era il momento per Margherita di venire al mondo, perchè il mondo, e la sua mamma, non erano pronti a darle ciò che si sarebbe meritata.

E quindi dopo un mese di accarezzamenti della pancia (è incredibile quante volte mi sia accarezzata la pancia in quel mese!!), un mese senza sushi, senza alcol, senza troppi sforzi (mi stancavo di niente!) ho fatto l'ivg.

L'ho fatto entro l'ottava settimana, ed è quello che "auguro" a tutte: isterosuzione è molto meno invasiva del raschiamento.

Sono scoppiata in un pianto infinito una volta che ho realizzato, in ospedale, che stavo per perdere mia figlia, ed infine in sala operatoria, prima che mi addormentassero. é vero quello che dicono: ti addormentano in dieci secondi (forse meno) e poi non ricordi più nulla, non senti più nulla. Perdi tua figlia per sempre e tu nemmeno te ne accorgi, non sei conscia. Forse se una mamma lo fosse, non lo permetterebbe.

Mi sono svegliata e perdevo un sacco di sangue: le perdite sono durate 2 giorni, non di più; i dolori al ventre una mezz'ora, forse meno, quando ero ancora in ospedale. La dottoressa mi ha prescritto un antibiotico che ho preso per 3 giorni, nessuna controindicazione.

La facilità con quale si possa rinunciare al proprio figlio è quasi surreale: un paio di visite prima (una volta che si è incinta si va in consultorio, da lì ti prendono tutti i dati e fissano il giorno dell'operazione); un incontro breve con una psicologa (con la quale si può davvero parlare di tutto); la preospedalizzaizone, il giorno del'intervento (dalle 7:00 alle 15:00 circa), il controllo ecografico post intervento.  Anche la cifra è irrisoria: circa 26€ per l'esame dell'HCG, circa 5€ per l'antibiotico.

é così facile che ancora stento a credere che sia successo davvero a me: dopo quindici giorni ho il seno sgonfio, ho perso il chilo che avevo messo, i brufoli sono scomparsi, mi è tornata l'energia di un tempo. è destabilizzante per me pensare che ho perso mia figlia, che non le ho dato la possibilità di venire al mondo, e che nel mentre la mia vita è ricominciata come nulla fosse, scorre regolare. 

Mi sento un mostro.

Però so che non avrei potuto fare diversamente: non era pronta per diventare mamma, non ero pronta per darle quello che le spetta, non ero pronta per te, Margherita. Perdonami.

 

 
 
 

sei con me sempre

Post n°42 pubblicato il 24 Maggio 2016 da nuvola3dgl9

ormai hai 22 anni. Hai da un pò superato i 17, gli anni in cui ho subito una ivg, senza volerlo, senza fiatare, solo per obbedire a mia madre che in quel momento riteneva che quella fosse la decisione più giusta...solo per lei. Non mi fu chiesto niente, scoprì di aspettarti fin dal primo istante, poi la visita da quel maledetto medico, amico di mia madre, fu solo una conferma. Lei non mi guardò neanche in faccia, disse solo: "no, vabè...pietro - rivolgendosi al dottore - facciamo quello che dobbiamo fare". Io zitta. In una settimana organizzò tutto. Durante quei sette giorni, non una parola, neanche mi chiese se davvero volevo abortire. Io zitta, continuavo a fare finta che la cosa non riguardasse me, ma di notte e in ogni istante del giorno ti sentivo dentro di me...di notte mi svegliavo e ti accarezzavo, passavo le mani sul ventre che iniziava a diventare diverso e ti sentivo crescere. L'ivg è avvenuta quasi al terzo mese, stava finendo il secondo. Di sfuggita, mentre mia madre non c'era rovistando nel suo armadio vidi la tua ecografia, mi ricordo sai...la tua prima foto...l'unico ricordo visivo che conservo di te. Quel giorno, avevo 17 anni, mia madre venne a svegliarmi, disse: "andiamo, su oggi è tutto finito". Io mi vestì e senza parlare le obbedì. Mia madre a quel tempo aveva da 4 anni partorito mia sorella, più piccola di me di 12 anni...ora vorrei dirle solo: "come puoi portarmi ad uccidere mio figlio, tu che stringi tra le tue braccia mia sorella di 4 anni? Tu che non hai abortito quando mio padre ti chiese di farlo dopo aver scoperto che eri incinta a 41 anni? Aspettare un figlio a 41 anni, secondo te è diverso che aspettarlo a 17?"...Davide, io ti avrei chiamato così, non volevo, ho obbedito a mia madre ho fatto quello che lei voleva. Su quel lettino gelido dissi all'infermiera di staccare il lavaggio perchè avevo paura e le chiesi cosa mi sarebbe successo, ma venne l'anestesista, io mi addormentai, quando mi sono svegliata tu non c'eri più, solo il vuoto, te ne eri andato, ma sappi una cosa, lunedì 8 gennaio di 22 anni fa, con te sono morta anche io. Ora, Davide, tu hai due fratelli, di 9 e 6 anni, una femminuccia ed un maschietto, ma io ti sento, adesso sono certa che ci sei e non te ne sei mai andato, siamo finiti insieme nello spazio delle madri e dei figli strappati l'una all'altro dall'egoismo delle persone più grandi, nel mio caso di mia madre che non voleva che la tua nascita le rovinasse un matrimonio già distrutto al quale lei stessa dopo due anni dalla mia ivg ha messo fine. Oggi la odio profondamente, è lei la causa del mio dolore. Non mi chiese niente, per 22 anni nessuno mi ha consolata, neanche una lacrima ho versato rifiutando di accettare che il mio dolore fosse la nostra perdita. 4 giorni fa proprio, dopo 22 anni di silenzio, mia madre - la persona che ha organizzato il mio aborto - mi ha rinfacciato di essermi fatta mettere incinta da tuo padre, proprio quel giovane di 19 anni con il quale ero fidanzata da tre anni, all'epoca, che ebbe un moto di schifo quando gli chiesi di appoggiare la sua mano sul mio ventre per sentirti. Le parole utime di mia madre hanno risvegliato il mio dolore, lo hanno canalizzato. Ho trascorso 22 anni di crisi di ansia e panico, con problemi neurovegetativi ed un grande senso di vuoto ed insoddisfazione, nonostante abbia due figli e sia realizzata nel lavoro. Davide, sai mi sono anche sposata, ma con la persona sbagliata, oggi sono separata da mio marito. L'unico amore della mia vita siete tu e i tuoi fratelli, i miei tre figli stupendi ai quali ho dedicato la mia vita. Dopo le parole che ha pronunciato mia madre 4 giorni fa ho canalizzato tutto il dolore e la sofferenza di averti perso perchè ti hanno strappato dal mio ventre e perchè io non ho avuto nessuna forza di oppormi e ribellarmi a mia madre. Oggi, dopo 22 anni ho trovato la forza di scrivere, forse per sfogo. Dopo l'ivg mi dedicai agli studi ed al lavoro, in modo ossessionante tanto da raggiungere altissimi livelli professionali. La verità è che la mia rabbia è sfogata nel lavoro...Davide, amore di mamma, sono 22 anni che sono seduta dietro una scrivania come se ti aspettassi ancora e proprio come quando scoprì di aspettarti, frequentavo l'ultimo anno delle scuole superiori...da allora, studio, lavoro e vedo la mia vita scorrere in silenzio come se mancasse sempre qualcosa...oggi ne sono consapevole, mi manchi tu. Ti sento ogni giorno e ogni giorno ti rivolgo un pensiero di amore e la richiesta di perdono perchè non ho saputo proteggerti da tua nonna, la persona che doveva darmi affetto e sostegno e che, invece, mi ha distrutto la mia e la tua vita. Ma oggi ne sono consapevole, ho tre figli, il primo è un Angelo che mi avvolge con il suo amore innocente e che nel mio percorso fino ad ora mi ha salvata più volte. Davide non lasciarmi mai, perdonami per non aver disobbedito a mia madre il giorno in cui lei ha deciso che non ci saremo mai abbracciati e che non avrei mai avuto un posto dove versare una lacrima per la tua perdita, se non la mia mente, dove ti incontro ogni giorno.

 
 
 

Terzo figlio

Post n°40 pubblicato il 01 Maggio 2016 da coccinella782016

Ho 37 anni e sono incinta del 3º figlio... Non cercato. Ho tanta paura... Sono mamma di due gemelli nati dopo anni di ricerca e mai più avrei pensato di restare incinta con tanta facilità.I miei bimbi hanno un anno e mezzo; un anno e mezzo difficilissimo perché uno dei due è nato con una malattia rara non diagnosticata in gravidanza che ha completamente assorbito le nostre energie e messo a dura prova la coppia. Da pochissimo la situazione sembra essersi stabilizzata e da pochissimo mi sembra di essere riuscita a tirare fuori la testa dall'acqua e finalmente a respirare ma questa notizia è come una mano che mi si poggia sul capo spingendomi di nuovo sott'acqua... In apnea. Non so se ce la faccio... Mio marito ha paura come me e anche di più. Siamo appena riusciti a trovare un minimo di equilibrio anche se la situazione del piccolo non è ancora definita al 100% e mi terrorizza vedere tutto stravolto di nuovo... Non so se sono in grado di reggere la nuova situazione dato che sono da sola con i bimbi per gran parte della giornata. In più siamo una famiglia monoreddito e anche questo fa paura... Perdonatemi... Avevo bisogno di dirlo a qualcuno

 
 
 

La grande forza delle donne

Condivido un post che ho scritto qualche anno fa per un augurio a tutte voi in questa giornata, dedicata alle donne ...

Post n°366 pubblicato il 03 Marzo 2009 da ildiariodellalinda

Donna, oggi, sei protagonista di violenze, di soprusi e troppo spesso sei costretta a prove dolorose, ma sei anche protagonista di grandi conquiste, di grandi scoperte e capace di amare e andare oltre tutte le differenze e i contrasti.

Tutto ricade sulle tue spalle e le scelte che ti porta la vita, quelle difficili, le conservi nel tuo cuore per sempre.

I figli che vorresti avere, quelli che non hai avuto, quelli che non hai voluto o quelli che hai.

Sei come un perno per la famiglia che hai creato e tutto ruota intorno a te, al tuo umore, al tuo amore e alla voglia di tenere tutti uniti. 

Sei mamma, moglie, figlia, amica, sorella ed anche se spesso sei provata dalla vita, riemergi da essa con grande forza, perchè la sensibilità che ti contraddistingue, non è un tuo punto debole, ma l'inizio dei tuoi desideri.

Auguro a tutte le donne che passeranno di qua di realizzare i loro sogni!

... e di perdonare i loro sbagli

 
 
 

DOLORE CHE NON PERDONA

Post n°37 pubblicato il 17 Dicembre 2015 da blacklady85

ciao a tutte

mi chiamo Erminia

30 anni il 21 ottobre

ho cercato insieme al mio compagno la gravidanza, vorrei essere mamma da quando ho 18 anni.. e poi il baratro.. appena rimasta incita mille paure.. mille problemi.. mi sono sentita inerme, inefficiente, inadatta.. il mio compagno ha gia due figli.. ho avuto paura di togliere loro l affetto del padre.. e ho abortito.. lo abbiamo fatto assieme,.. nessuno dei due è stato capace di fermare l altro.. quel giorno.. il 2 dicembre ... ero di 10 settimane...oggi darei la vita per tornare indietro.. darei tutto .... mi sento vuota, inutile.. fallita... il mio bambino perso per le mie paure... mia madre dice che devo perdonarmi e andare avanti.. che avro altre possibilita.. che non sono l unica... che molte donne credono di non farcela e che poi invece verranno ricompensate.. io oggi invece vedo solo il baratro... il mio compagno non so se mi dara ancora un figlio.. spero tutti i giorni di superare questo momento.. e di rimanere di nuovo incinta... ho bisogno di parlare con qualcuno .. chi meglio di voi... che ci siete passate.. so che le parole non servono a molto.. ma ora come ora che mi rimane ? 

spero di poter trovare in voi del conforto..e  che qualcuna mi dia speranza.. per andare avanti... 

un saluto a tutte

erminia.

 
 
 

Non è MAI un errore...

Post n°36 pubblicato il 25 Settembre 2015 da giulia70_2015

"Sono da questa mattina stesa su di una barella, con un ago infilato in un braccio, in attesa di un intervento che mai avrei pensato di fare, a farmi compagnia sono solo le mie lacrime e gli ultimi momenti insieme con la vita che doveva crescere dentro di me. Mi distraggo con le urla di una mamma e del ginecologo che le consiglia di spingere perchè già si intravedono i capelli rossi...è nata la piccola Erika mentre dentro di me sta per morire..."

Era il 26 marzo 2015 e dal reparto di ginecologia queste sono state le sensazioni e le emozioni che  sono riuscita ad esprimere con queste parole, per mezzo di un sms, attimi di lucidità e di piena consapevolezza di ciò che sarebbe accaduto, un attimo prima della fine, mentre le lacrime calde mi rigavano il viso e scendevano lente sulla  mia nuca. Il vento soffiava forte fuori quella mattina ma quello stesso vento non sarebbe riuscito a spazzare via il dolore di quella triste giornata insieme agli istanti ed i momenti che indelebili sarebbero rimasti nella mia memoria fino all'ultimo attimo in cui avrei avuto vita. Sarei stata al mio settimo mese di gravidanza oggi se avessi avuto il coraggio necessario, se solo qualcuno, chiunque, con un solo cenno mi avesse fermata in tempo, impedendomi di compiere il gesto più sporco, vigliacco e crudele che si possa compiere nei confronti di un altro essere umano. Il ricordo di te rannicchiato dentro di me resterà nascosto nell'angolo più profondo e segreto del mio cuore. Il mio grembo sarebbe dovuto essere un nido sicuro e privo di pericoli e invece non lo è stato, rivelandosi un posto atroce e fatale, anche se ho tenuto la mia mano stretta sul mio ventre come a voler difendere il mio piccolino fino agli ultimi istanti in cui avrebbe respirato dal mio respiro nonostante la piena consapevolezza che a breve carne della mia carne mi sarebbe stata strappata via. Non passa giorno in cui io non ci ripensi, è una ferita profonda che sanguina ogni notte nel pianto soffocato sul mio cuscino. Ogni pancione, ogni racconto di piccoli cuccioli che crescono, ogni scena di una mamma che accudisce il proprio pargolo me lo ricorda e mi lacera ancor di più la cicatrice che mai si rimarginerà. Quanto amore ti avrei dato e che cosa mi avresti detto se solo tu avessi potuto parlarmi quel giorno? Quale spiegazione avrebbe giustificato il mio gesto, ti avrei potuto rispondere che eri stato concepito per errore ma chi sono io per poter arbitrariamente deliberare che cos'è un errore, non è matematica e non si tratta di una formula, o ancora avrei potuto rispondere che avresti avuto tratti somatici e colore di pelle diversi da quelli di tuo fratello maggiore o ancora dire che eri il frutto di un amore clandestino, quindi, questo poteva sufficientemente bastare per non farti nascere?

E nello stesso momento in cui una vita moriva dentro di me, nel ventre di un'altra donna, quello stesso padre stava per concepirne un' altra (quasi come fosse una nuova fecondazione assistita del futuro), condannandomi a patire e pagare il mio caro conto come un dannato nel girone dell'Inferno di Dante costretto per la legge del contrappasso a scontare duramente la propria pena contando tutte le candeline che mai si sarebbero spente. Come ha potuto l'uomo che diceva di amarmi infliggermi tale colpo? Avremmo dovuto superare insieme e con la forza del nostro amore "questo lutto" e invece...lui altro non è stato che il mio aguzzino, del quale, per qualche assurda legge del destino non sarei mai riuscita a farne a meno.

Questa è la mia triste storia, fatta di tanto dolore e sofferenza ma che spero possa spingere chiunque legga queste righe a tornare indietro nella propria decisione, se solo avessi letto io queste parole adesso starei probabilmente ad accarezzare dolcemente la mia pancia e a decidere il suo nome perchè nessuna morale, nessun etica, nessun giudizio altrui e nessun vincolo matrimoniale possono e devono sovrastare l'amore incondizionato di una madre...

 
 
 

Vite spezzate..

Post n°35 pubblicato il 16 Maggio 2013 da Marylu93

Sono una ragazza di 19 anni e sono di Roma, e vorrei raccontare la mia esperienza, un pò per sfogarmi, e un pò perchè possa essere d'aiuto per qualcuna di voi. Verso Gennaio del primo liceo scientifico, mi sono messa insieme ad un ragazzo della mia classe, e non è stato un amore folle da subito, ma comunque ci volevamo bene e c'era molta passione tra noi, nonostante fossimo piccoli. Nell'estate successiva, dopo sei mesi che stavamo insieme, mentre lui era in tunisia, scopro di essere incinta, dopo la bellezza di 14 giorni di ritardo. Ne sono passati così tanti per un semplice fatto: pensavo che rimanere incinta a quell'età (15 anni) fosse una di quelle cose che possono capitare ma che ''ti pare che succede proprio a me!!'' (quanta immaturità...) Da quell'istante la mia vita è cambiata, ma a differenza di quanto ho letto in altre esperienze, è accaduto qualcosa di strano. Dal momento in cui ho visto il risultato del test, è come se il mio cervello si fosse spento, come se fossi entrata in coma. Tutto accadeva su di me passivamente, senza che io intervenissi, senza che io mi sentissi realmente coinvolta. Forse inconsciamente è stato un modo per difendermi dal dolore. Così ho riferito al mio ragazzo, spaventatissimo, e ai miei genitori con una freddezza che faceva paura. Da lì ho lasciato che gli altri decidessero per me e per la vita di mio figlio. Il mio ragazzo voleva che abortissi assolutamente, e mi ha assicurato che se lo avessi tenuto non lo avrebbe riconosciuto. I miei genitori volevano lo stesso, perchè non potevamo permettercelo economicamente e perchè volevano che io continuassi gli studi, e la mia vita. Io non so cosa volevo, in quel momento ero morta, ricordo solo che pensai che crescere un figlio da adolescente, senza diploma, senza denaro potevo quasi accettarlo, ma che mio figlio sarebbe cresciuto senza un padre, questo proprio no. E così è avvenuto il tutto. Ho firmato il consenso all'operazione davanti a una dottoressa che mi ha detto ''firmi qui se vuole, ma se non vuole non cambia nulla, perchè a noi bastano anche solo le firme dei suoi genitori'' e subito dopo, con un sorriso davvero sadico, mi ha rivelato la data in cui sarebbe nato mio figlio, circa il 26 aprile 2009, disastrandomi così tutti i 26 aprile degli anni successivi. Pochi giorni dopo entro in un semi interrato di un ospedale, e passo la mattinata in una stanza su di un lettino, con altre cinque donne che stavano li per il mio stesso motivo. Chi era stata stuprata, chi aveva il marito che picchiava, chi non aveva soldi, e chi era stanca già con i figli che aveva. I medici che passavano per le varie cure preliminari, e mi dicevano ''ma quanto sei piccola'' '' non dovresti stare qui'' ''sei una bambina'' ecc. Continui e pesanti commenti che non facevano altro che farmi stare peggio. In sala operatoria faceva molto freddo, e i medici mi dicono di contare fino a dieci, e che mi sarei addormentata. Arrivo fino a otto e e mentre mi addormento, sento la radio accendersi. Ricordo che c'era ''Home'' di Michael Bublè. Riprendo conoscenza nella saletta dove aspettavo con le altre cinque, e inizio a piangere per molto, molto tempo. Tutte loro al telefono con chi voleva sapere se era andato tutto bene, e il mio telefono invece sembrava avesse il silenzioso. Solitudine pura, e indifferenza da parte di chi sapeva cosa stavo facendo, anche nei giorni seguenti. I crampi dovuti all'operazione mi colpivano durante la settimana successiva, mentre ero a scuola, e dovevo mascherarlo per far si che nessuno se ne accorgesse. Mi sono svegliata dal mio ''coma'' la settimana dopo l'aborto, e rendersi conto di ciò che era accaduto è stato un trauma. 

Sono passati quasi cinque anni ormai, e il mio ragazzo ha mantenuto la sua promessa, è rimasto con me, per tutto questo tempo. Ho avuto problemi gravi psicologici e psichiatrici, ma quello che piu mi fa male è che ancora oggi mi sento sola, perchè in cinque anni nessuno si è impegnato a dirmi neanche una parola di conforto, o ad ascoltarmi. Se devo essere sincera, lo rifarei perchè per quanto ero immatura e per la mia situazione mio figlio avrebbe sofferto molto. Ma se dovrebbe accadere oggi, a 19 anni, non abortirei per nulla al mondo, e ogni mese spero segretamente che riaccada...

Scusate lo sfogo, ma ne avevo bisogno, spero che chi è indeciso e legge, si renda conto di quanto sia brutto e doloroso un percorso del genere. Grazie a tutti/e.

 
 
 

i battiti del cuore....

Post n°34 pubblicato il 02 Gennaio 2013 da lorenzabacchetti

oggi nella sala d'attesa della ginecologa c'era tutto un fermento...era la giornata delle inseminazioni artificiali. donne di tutte le età che sorridevano cariche di speranza accanto ai loro compagni in trepidante attesa. io in un angolo con le mie fedelissime amiche che non mi lasciano un attimo. mi sento una perdente...guardo loro che vogliono e non riescono ad avere un bambino e guardo me... che sto per lasciarlo andare via dal mio corpo. io amo i bambini e questo lo disederei con tutto il cuore ma la mia situazione economica e sentimentale non me lo permette. credo che quella economica influisca molto di più rispetto a quella sentimentale. sono incinta di 9 settimane e sentire il suo piccolo cuore ha distrutto il mio... quell'esserino non verrà mai al mondo non perchè io non lo ami anzi lo amo talmente tanto che non posso costringerlo a vivere nella miseria...solo l'amore non basta a portare da mangiare in tavola. anche col mio compagno è tutto un forse... ci conosciamo da 4 mesi scarsi e gia sono incinta di 2... disoccupati...voi direte :"potevate pensarci prima" e io vi rispondo che senza preservativo non lo facevo neanche avvicinare e lui è stato così stupido da non dirmi che si era rotto.ormai quel che è stato è stato... intanto venerdì inizio con le analisi e poi molto a breve mi faranno il raschiamento perchè sono al limite dei tempi stabiliti. mi sento 1 assassina sto malissimo ma non c'è soluzione a tutto questo dolore. solo il tempo guarirà le mie profonde ferite. 

 
 
 

salve a tutte

Post n°33 pubblicato il 09 Dicembre 2012 da cassandralange
 

Care donne, amiche,

                                   Quanto dolore puo' sopportare una donna, quanta frustrazione dopo aver vissuto per metà una gravidanza. E' un'esperienza atroce che ci fa sentire sull'orlo della vita e che, purtroppo genera tanta angoscia.  Questo vuoto che è in me è un vuoto che non puo' essere riempito e mi ha lasciato senza fiato e smarrita nella vita. Mi ha lasciato la sensazione di amarezza, di un cambiamento veloce e sconvolgente che non potevo arrestare e inoltre, la necessità di affetto che potevo ricevere ma anche il dubbio esistenziale che risale ogni volta che guardo indietro nel tempo. Vi auguro a tutte voi di alleviare il piu' possibile il vostro dolore, di rimanere attaccate alle persone che vi vogliono bene e di non mollare mai. Di avere tanta speranza nel futuro e di essere  come il sole che porta la luce e la vita. Io tuttora ne sto uscendo e vi garantisco, non è affatto facile. Mi auguro che a tutte noi sia data una seconda opportunità per essere amate con il cuore e chi sà per vivere la gioia della maternità.         

 
 
 
Successivi »
 

QUESTA È LA MIA STORIA

Tanti anni fa 

Io sono Ilaria (nikname: ilariapensieribimbi e ildiariodellalinda) ho fondato questo blog perchè tutti si riepivano la bocca con parole sull'IVG, sulla legge 194 e la pillola del giorno dopo e sembrava che nessuno ascoltasse le storie di queste mamme a metà, le storie dei pensieri di bambini che ci hanno toccato e il dolore che portiamo costantemente nel cuore. E così ecco uno spazio dove potete leggere, scrivere post se siete registrate, altrimenti tutti, possono commentare e scrivere storie sotto altre storie, io risponderò sempre. Vi abbraccio con tanto affetto e coraggio ... il coraggio di lottare per qualcosa che amate e che amerete sempre.

Ilaria
ilab721@inwind.it 

 

NON SOLO CELLULE

E' semplicemente un link ad una ricerca di GOOGLE per vedere come è il vostro "pensiero di bambino" se vi sentite cliccate sopra e vedrete le varie immagini relative alle settimane e allo sviluppo.

 

TELEFONO ROSSO FARMACI IN GRAVIDANZA

06-3050077
Una linea telefonica dedicata a future e neo mamme.
E’ lo speciale servizio telefonico gratuito, il suo nome è Telefono Rosso, attivo presso l’Istituto di Ginecologia e Ostetricia dell’Università Cattolica, con il sostegno della Regione Lazio, che offre informazioni e chiarimenti “a domicilio” per la prevenzione dei difetti congeniti del neonato e una valutazione dei rischi teratogeni (fattori che possono causare malformazioni dell’embrione), per esempio derivanti dall’assunzione di farmaci in gravidanza.
 

QUANDO L'ATTESA SI INTERROMPE

Riflessioni e testimonianze sulla perdita prenatale

Altri contenuti

 

MATERNITÀ INTERROTTE

Maternità interrotte
Le conseguenze psichiche dell’IVG

Tonino Cantelmi, Cristina Cacace, ELISABETTA PITTINO

Un libro che fa luce su un "malessere negato e per aiutare chi ne è colpito a superarlo, nell'auspicio di contribuire a ridurre l'atto che quel malessere genera: la soppressione del figlio non ancora nato "
Oggi la gravidanza è quasi sempre rappresentata come un evento gioioso e atteso, ma in alcuni casi può avere un'evoluzione estremamente dolorosa: l'aborto volontario.
Si tratta di un evento tragico, una soluzione violenta e mortifera, che da molte donne viene vissuto come un trauma. Alla morte fisica del bambino, infatti, corrisponde la morte di una parte della psiche della madre.
In questo libro gli autori parlano di aborto a partire dalle donne e dalle sofferenze che questa decisione spesso determina in loro e nell'ambiente che le circonda.

Maternità Interrotte - Edizioni San Paolo

 

TAG

 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 

GENITORI DI UNA STELLA

immagine

Un associazione per chi, come noi, deve affrontare la morte perinatale del proprio figlio. Un’associazione di mamme e papà a servizio di altre mamme e papà, che si propone innanzitutto di offrire un aiuto immediato per lenire, per quanto possibile, la solitudine e lo smarrimento iniziale.
L'associazione è nata dall'incontro mio e di Giovanna, avevamo condiviso le stesse emozioni, e
provato la stessa voglia di essere mamma, forse di una stella, ma mamma comunque, ma soprattutto avevamo la stessa voglia di aiutare gli altri.

l'inizio dell'associazione

 

 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963