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Un blog creato da Pulce751 il 15/03/2006

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QUANDO I SOGNI ABITANO TRA LE COLLINE

 
 


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l'anno scorso mi si è cancellato il blog:-( passa da...
Inviato da: bimbayoko
il 30/07/2012 alle 17:44
 
Bentornata :), felice di rileggerti :)!
Inviato da: bluewillow
il 02/08/2011 alle 13:45
 
certo:-)
Inviato da: bimbayoko
il 09/06/2010 alle 02:58
 
Avevo immaginato che la vita nel call center non fosse rose...
Inviato da: LadyAileen
il 10/10/2009 alle 21:29
 
scusa,non passo quasi più da nessuno ma se vuoi lasciarmi...
Inviato da: bimbayoko
il 03/08/2009 alle 10:23
 
 

 

notizia

Post n°565 pubblicato il 02 Agosto 2011 da Pulce751

RIAPRO...

 
 
 

Tornata

Post n°564 pubblicato il 05 Maggio 2010 da Pulce751

Il ritorno della Pulce


CIAO A TUTTI! Spero qualcuno si ricordi di me...

 
 
 

CALL CENTER

Post n°563 pubblicato il 13 Aprile 2009 da Pulce751

Io cavia nel call center
cronaca di una vita precaria
di SANDRO DE RICCARDIS

 

Io cavia nel call center cronaca di una vita precaria

MILANO - Sono l'operatore 172. Ho risposto a un annuncio su Internet spedendo via e-mail il mio curriculum, e dopo il colloquio sono qui, con le cuffie in testa e il microfono che mi sfiora le labbra, a proporre a decine di titolari di partite Iva di lasciare Telecom e passare a Infostrada. Ho lavorato una settimana alla Mastercom, azienda di telemarketing e teleselling nella zona industriale di Assago, hinterland di Milano, un cubo di vetri a specchio e cemento a pochi passi dalla tangenziale Ovest, costola di un gruppo in espansione con nuove sedi a Roma e Benevento.

Dopo la selezione, ho trascorso giorni in azienda senza aver firmato nessun contratto. Ho visto i 1200 euro lordi assicurati dai selezionatori, al colloquio e nei primi due giorni di formazione, diventare 800 al mese lordi (appena 640 netti), mentre le provvigioni promesse si sono ridotte in ventiquattr'ore della metà. Ho conosciuto universitari che non ce la fanno a pagarsi gli studi, ragazzine appena diplomate reduci da altri call center, segretarie trentenni licenziate e sostituite da giovani con contratto da apprendista, laureati con titoli improvvisamente inutili. Tutti senza altra chance che essere qui.

Mi pagano 4 euro netti l'ora. Contratto di collaborazione occasionale per trenta giorni, poi a progetto. Otto ore al giorno - 4 e mezzo il part time - di fronte a un monitor che passa in automatico i dati degli abbonati Telecom da contattare. Promettono un mensile di 1200 euro e provvigioni di 20 (contratto Voce) e 25 euro (contratto con Adsl) per ogni nuovo cliente rubato alla concorrenza.

"Qualcuno qui guadagna più di me - spiega Massimo, il selezionatore, al colloquio -. La media dei contratti di ogni operatore è di 3,9 al giorno". Nessuno però spiega il trucco contabile: il calcolo dell'azienda è su 30 giorni lavorativi perché alla Mastercom si lavora dal lunedì al venerdì. Così trenta giorni, il loro "mensile", corrispondono a sei settimane. Un mese e mezzo. E i 1200 euro promessi diventano nella realtà 800 euro al mese. Lordi. Appena 640 netti. Pagati a 60 giorni. Una cifra che nessuno pronuncia mai, un equivoco che gli altri 16 ragazzi che entrano con me in azienda capiranno molto tardi.


Alla Mastercom il turnover di operatori è continuo: ogni lunedì entrano tra i dieci e i venti nuovi lavoratori, altrettanti abbandonano. Con me ci sono quattro ragazzi e 12 ragazze. Dai 19 anni di Antonella e Giovanna, appena uscite dalle superiori, ai 38 di Carla e agli "oltre 40" di Alessandra, che s'imbarazza a rivelare l'età e a dire che sta provando a riprendere a lavorare dopo nove anni, dopo un divorzio. Ci sono anche 4 stranieri: Frida che viene dal Ghana e Salomon dal Camerun, Betsy dall'Ecuador e Lidia dal Venezuela. Tutti ventenni, seconda generazione di famiglie arrivate in Italia quando loro erano bambini. Sono i nuovi italiani: scuole a Milano, ottimo italiano, ambizioni di un futuro diverso da quello dei genitori.

Molti arrivano dai call center di Monza, Cesano Boscone, Milano città, "dove si lavora 24 ore su 24, dal lunedì alla domenica, come robot". O da centri commerciali, ristoranti, locali nel cuore della movida milanese dove "una notte di lavoro, dalle 19 all'alba viene pagata 50 euro in nero a fine serata".

I primi due giorni di formazione - non retribuiti, anche se è a tutti gli effetti attività lavorativa che dev'essere pagata dal datore di lavoro - sono una full immersion di marketing e psicologia della vendita. Con qualche trucchetto per produrre di più. Uno riguarda il modem per Internet. "Si può noleggiare o acquistare - spiega chi ci istruisce - . Al telefono col cliente, abbassate la voce come se state rivelando un segreto poi sussurrate: "Guardi, glielo dico senza farmi sentire sennò mi licenziano. Lo compri, costa solo 17 euro, le conviene piuttosto che pagare 3 euro ogni mese. In realtà lo state fregando. Presto si romperà, e l'azienda non ha nessuna voglia di fare manutenzione".

Le ore passano tra simulazioni di telefonate, studio delle obiezioni che riceveremo, illustrazione dei contratti da proporre. "Dovete essere lo specchio dell'altro. Capire i desideri dell'acquirente, agire sulla parte emotiva - ci dicono - . Fare come scrive Pirandello. Cambiare ogni volta maschera. Se ci pensate, noi vendiamo sempre qualcosa: le idee, la nostra immagine, le nostre scelte".

Fino al mercoledì, terzo giorno di lavoro, nessuno vede un contratto. Così nel cortile nascono complicati dibattiti sullo stipendio, con i telefonini che si trasformano in calcolatrici. L'atrio all'ingresso è l'unico spazio all'aperto. È qui che si fa pausa per caffè e sigarette. Qualcuno dell'azienda ci vede e ci rassicura, almeno sulle provvigioni: "20 euro per contratto voce, 25 Adsl". Poi si passa in sala training e da mezzogiorno iniziamo a fare le prime telefonate. "Ricordate Full metal jacket? - dice Alex, il nostro team leader - Il soldato diceva "Il mio fucile è il mio migliore amico, è la mia vita. Senza il mio fucile io sono niente". Il nostro fucile sono le cuffie. Con loro dobbiamo saper colpire il bersaglio".

Con il nostro fucile, siamo operativi davanti ai pc senza aver firmato nulla. Come se paga, provvigioni e condizioni contrattuali fossero una variabile indipendente dal nostro lavoro. Ma ecco, due minuti prima della pausa pranzo, quando non vogliamo far altro che scappare a mangiare, arrivano i moduli per la firma. "È il contratto standard dei collaboratori occasionali" spiegano a chi si dilunga a leggere. Molti capiscono solo ora che i 1200 euro di stipendio coprono sei settimane di lavoro e non un mese. E che non è detto che le nostre provvigioni saranno di 20 e 25 euro: la terza pagina da firmare è un elenco indistinto di gettoni da 5 a 25 euro.

Per tutto il pomeriggio di mercoledì, le nostre telefonate raggiungono il segmento di clienti Telecom ULL (Unbundling local loop), quelli che sono rimasti sempre fedeli all'ex monopolista e a cui si propone il distacco totale dalla vecchia Sip. Poi, all'improvviso, giovedì, il nostro team leader blocca tutto. "Siete un gruppo molto affiatato, l'azienda vuole scommettere su di voi. Da ora chiamerete un'altra categoria di clienti".

Soddisfatto dei complimenti, tutto il gruppo - tranne tre che restano sui vecchi contratti - inizia a chiamare i "silenti", i clienti che ai tempi delle prime liberalizzazioni sono passati a Infostrada pur dovendo pagare doppio canone, e che per questo sono rimasti a Telecom. "Si tratta di convincerli a tornare", ci dicono. Partiamo con le telefonate ai Wrl (clienti fuori copertura). Per scoprire, soltanto il giorno dopo, che per questi contratti le provvigioni non sono di 18 e 25 euro ma 8 e 12 euro. Meno della metà. Nessuno ce lo dice. "Per ora è cosi" rispondono quando chiediamo spiegazioni. Ma nessuno ribatte.

E nessuno reagisce alle proteste delle persone a casa, alle offese e alle minacce di denuncia. Ci hanno insegnato che dobbiamo essere più forti delle difficoltà. Mi metto in contatto con un clic con ogni partita Iva che appare sul monitor. Da Bolzano a Siracusa, chiamo tappezzieri e pizzerie, parrucchieri e macellai, studi di architetti e avvocati, profumerie e scuole guida, imprese edili e meccanici.

"Oggi è la 14esima volta che ci chiama qualcuno" rispondono all'Oasi del capello di Broni, provincia di Pavia. "Siete ossessivi" dicono da un negozio di giocattoli di Potenza. "Bombardate dalla mattina alla sera" si sfoga un medico calabrese. Perché quando qualcuno non accetta la proposta, l'ordine non è di escluderlo dal database, ma di rimetterlo in circolo per essere richiamato tra poche ore o tra una settimana, a secondo della violenza della sua protesta. Il contrario di quanto stabilisce il Garante della privacy che dal dicembre 2006 obbliga i call center a "rispettare la volontà degli utenti di non essere più disturbati".

I miei colleghi che misurano ogni euro del loro lavoro, si accorgono così che non è tanto facile acquisire clienti. Anche se per giorni ci hanno ripetuto il numeretto magico di 3,9 contratti stipulati ogni giorno da ogni operatore. Tra mercoledì e venerdì facciamo tre contratti. Lunedì, ultimo giorno di lavoro, un paio. In fondo alla sala, sulla lavagna c'è il nome di ognuno di noi: in rosso c'è l'obiettivo che si è dato prima di partire, accanto uno smile per ogni contratto realizzato.

In queste sale non c'è il rito motivazionale che si vede in Tutta la vita davanti, il film di Paolo Virzì sul mondo dei call center, ma a ogni contratto concluso dai nuovi, c'è in sala training l'applauso dei colleghi. E così avviene nella sala grande se qualcuno raggiunge il numero di contratti per ottenere il bonus in busta paga. Un concetto ce l'hanno spiegato subito: serviamo solo se vendiamo. Perché la somma dei nostri contratti fa il risultato del team leader, i loro risultati sono il target della Mastercom col committente, Wind-Infostrada.

"Ma se l'azienda fissa gli obiettivi, mette a disposizione le sue strumentazioni e gestisce turni e assenze, si configura una posizione da lavoratore dipendente", spiega Davide Ferrario, del Nidil, il sindacato dei precari della Cgil. Dopo una settimana, il mio gruppo non esiste più. Eravamo in 17 il primo giorno, siamo rimasti in 5. L'ultimo contratto che vedo è di Luca, rimasto in sala training una settimana in più, mentre quelli arrivati con lui sono già nella sala grande. È stato 15 giorni in attesa di questo momento: contratto Adsl a una romena di 18 anni. A fine giornata, tira fuori il telefonino e immortala l'evento. Fa una foto alla lavagna col suo nome accanto al disegno di un visino sorridente.

(17 ottobre 2008) TRATTO DA REPUBBLICA.IT

 
 
 

Sentimenti

Post n°562 pubblicato il 13 Aprile 2009 da Pulce751

Anche oggi pomeriggio mi sono ritrovata a pensare con ansia al ritorno al lavoro di domani mattina. Eppure oggi era festa e avrei dovuto rilassarmi e lasciarmi andare. L'Umbria in primavera è favolosa. Invece ecco che sale per lo stomaco quell'ansia che conosco bene, quel senso di nausea...non ce la faccio più. Da 2 anni sto tirando la corda perchè lo stipendio mi serve ma sono troppo stanca. Il mio lavoro è monotono, ripetivo eppure pieno zeppo di momenti di tensione. Chi non lo ha mai svolto forse non può capire ma lavorare su un call center è molto dura. Mi sto lamentando, è vero, ho una laurea in filosofia e sicuramente sono una illusa ma voglio un lavoro che mi dia qualcosa e che non prenda solamente...scusate lo sfogo...

 

Testimonianze di operatori call center

La mia vita è appesa a un filo, ma non sono una malata terminale. Sono al guinzaglio di una cuffia telefonica e sto per compiere il terzo compleanno da operatrice di call center. Che cosa devo espiare? Due peccati originali: nascita in una regione economicamente depressa e la laurea in lettere; forse me la sono andata a cercare, oppure no! Perché dove lavoro io siamo al 70% laureati e la varietà di titoli si spreca!


La paga: 5,20 euro lorde all'ora. Quando passa l'addetto alle pulizie, per carità, con tutto il rispetto, sai che guadagna più di te... Buoni pasto, ferie, malattia, gratifiche, sono chiaramente una chimera...”


“Non solo sfruttamento, ma anche frustrazioni. Loro distruggono la nostra personalità, loro ci sfruttano perché noi abbiamo la necessità. Noi abbiamo dei sogni ma ci dobbiamo accontentare, e intanto il sistema va avanti così e non ci possiamo fare niente.

 
 
 

Santa Pasqua

Post n°561 pubblicato il 12 Aprile 2009 da Pulce751

Oggi, durante la Messa di Pasqua, un bimbo piccolissimo correva spedito, con i suoi passetti ancora incerti, tra i banchi...e su di lui mille sguardi, mille sorrisi...i nostri. In quei momenti era figlio di tutti...ecco. L'augurio che vi faccio oggi è questo: possa la mano di Dio proteggervi e sorreggervi sempre, con amore.

Buona Pasqua a tutti

 

 
 
 

lacrime

Post n°560 pubblicato il 05 Aprile 2009 da Pulce751

Venerdì, durante la pausa caffè (gli addetti al call center ne hanno una obbligatoria ogni 2 ore...) mi accorgo che una collega sta in disparte. Mi avvicino per parlarle  e poco dopo ecco che le lacrime iniziano a rigarle il viso per poi espodere in un silenzioso pianto. Dato che è incinta di 5 mesi, subito penso che siano gli ormoni a farle qualche brutto scherzo, invece, mi racconta....il contratto le scade ad agosto (come me!) e non le hanno detto se glielo rinnoveranno, anzi, le hanno detto che non sono affatto obbligati a rinnovarglielo. Pensate che questa ragazza lavora in questo call center da 4 anni! Hanno l'affitto da pagare, un bimbo di 7 anni e un altro (un maschietto) in arrivo tra una manciata di mesi. e le dicono che sapranno se le rinnoveranno il contratto solo il giorno prima! Che dire? siamo videosorvegliati, possiamo andare al bagno solo nella pausa, se stai male e non puoi andare al lavoro ti becchi la sgridata telefonica del responsabile....sono solo una manica di zozzi, ignoranti, immorali, STRONZI!!!  mi fate sapere il vostro parere su precariato e diritti inalienabili del lavoratore?  baci dall'Umbria....

 
 
 

lavori

Post n°559 pubblicato il 03 Aprile 2009 da Pulce751
Foto di Pulce751

Avete presente quelle postazioni tutte uguali? e il chiasso di sottofondo? aggiungere un paio di cuffiette con microfono incorporato, l'obbligo di stare seduti per due ore di fila, l'ansia crescente di fissare gli appuntamenti per i consulenti...avete capito bene: lavoro in un call center. Per certi aspetti è anche divertente, come quando le persone se ne escono con certi commenti, ma sono più le volte che ti mandano al diavolo! E voi, che lavoro fate? e soprattutto: vi piace il vostro lavoro??

 
 
 

ritorno

Post n°558 pubblicato il 03 Aprile 2009 da Pulce751

BENTORNATA A ME! Eccomi finalmente a voi dopo lunghissima assenza. C'è una bellissima novità: sono diventata mamma di un bellissimo bimbo! tra famiglia e lavoro...il tempo è davvaro poco ma prometto di essere nuovamente tra di voi almeno per pochi minuti al giorno!!!!!!!!!

 
 
 

Post N° 557

Post n°557 pubblicato il 21 Agosto 2008 da Pulce751

Pesto

cari amici, vi siete mai chiesti come si possa sentire una genovese a sentir parlare di pesto in terra d'Umbria? vi dico sono che ieri stavo per metter le mani addosso a mia suocera (santa donna) che stava candidamento raccontandomi come certe sue amiche/parenti, preparano, e dico preparano, il pesto! Cominciamo da chi, ainoi, ci mette la panna. Stendiamo un velo pietoso. Poi si passa a chi non ci mette il formaggio. Quest'ultima, dice, che con il formaggio "cambia il sapore"...e io mi chiedo, "ma cambia il sapore di cosa, se il pesto senza parmigiano "non esiste"??? Non nego che questi, per così dire, prodotti culinari, non siano magari anche buoni, ma NON sono pesto! sono sughi! e che cavolo! Mia suocera mi guarda con aria assente, si starà chiedendo che cosa vorrà mai questa qui con il suo pesto. Starebbe per bofonchiare qualcosa a proposito di un fantomatico "pesto rosso" ma il mio sguardo la raggela!



 
 
 

Post N° 556

Post n°556 pubblicato il 15 Agosto 2008 da Pulce751

BUON FERRAGOSTO A TUTTI gli amici del blog Umbria!
Spero che il sol leone non ci abbrustolisca tutti!
Buone scorpacciate di granite e chiaccioli...

 
 
 
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