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Sappiamo solo vincere: non subiamo reti al passivo perchè gli avversari non riescono a tirare. Zero le reti subite nel 2018 con migliore difesa (15 reti) e secondo migliore attacco, ma con una partita in meno della Lazio, con solo due reti segnate in più della beneamata. Siamo in finale di Coppa Italia (la quarta di fila), siamo i favoriti per la vittoria dello scudetto (sarebbe il settimo consecutivo...) agli ottavi di Champions. Tutto perfetto ma non per qualche tifoso amante “del bel giuoco” quello che consente di uscire come straccioni dalle Coppe, perdendo in casa con botte di quattro reti al passivo. Mi piace puntualizzare l’ovvio: la finalità del gioco è cacciare il pallone nella rete della squadra avversaria, non provarci senza riuscirci, facendosi prendere per i fondelli da Guardiola (City) dopo che ti ha rifilato quattro pere in casa, o dall’Atalanta e dalla Roma che fanno le maramalde al San Paolo. Chi si pone obiettivi limitati,... ha già perso! 

Questa sera i “prescritti” avranno la possibilità di festeggiare i 110 anni, costituiti a seguito di una diaspora dal sapore di tradimento (come si conviene ai prescitti) dal Milan. Grazie di esistere: buffoni quante risate che ci avete fatto fare!

Alcuni giorni prima dell’8 Marzo, le operaie dell’industria tessile Cotton iniziarono a scioperare per protestare contro le condizioni in cui erano costrette a lavorare. 

Lo sciopero proseguì per diversi giorni finché l’8 Marzo Mr. Johnson, il proprietario della fabbrica, bloccò tutte le vie di uscita. Poi allo stabilimento venne appiccato il fuoco (alcune fonti parlano di un incendio accidentale). Le 129 operaie prigioniere all’interno non ebbero scampo.

Questa storia è in realtà un adattamento, fatto a fini propagandistici dai movimenti di sinistra, di un fatto realmente accaduto ma con tempi e modalità leggermente diverse. Nel Museum of the City of New York, che si trova nell’Upper East Side, sono ricordati tutti gli incendi che purtroppo devastarono la città: della fabbrica “Cotton” e dell’8 Marzo del 1908 non c’è traccia. Invece nel museo è narrato con immagini shock l’incendio della fabbrica “Triangle” del 1911, probabilmente la vera origine della ricorrenza dell’8 Marzo.