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impegno per il FRIULI V.G.

Post n°84 pubblicato il 06 Febbraio 2010 da abc57
Foto di abc57

Abbiamo coraggio, non fretta   Riassumo i primi tre mesi di vita di Alleanza per l’Italia in quattro parole. Parecchio coraggio. Nessuna fretta.
  1 – L’analisi della società e della politica italiana che abbiamo messo in campo è giusta e viene confermandosi giorno dopo giorno.L’annuncio di vita del Pd sembrava aver messo in moto una dinamica virtuosa, e creato un meccanismo corrispondente nel centro-destra con la nascita del Pdl: non la nascita di un assurdo bipartitismo, ma la creazione di due maggiori coalizioni imperniate su due maggiori partiti, competitivi nel centro della società italiana. Cosa è fallito? La mancata realizzazione della promessa del Pd (un partito di sinistra tendenzialmente riformista, ma afflitto da una babele di linguaggi e messaggi, e privo di strategia e progettualità adeguate); la conferma del Pdl come partito personale-carismatico. Effetti: l’incursione incessante di culture marginali nel Pd (giustizialismo antiberlusconiano; laicismo ideologico) e nel Pdl (con un crescente dominio politico e culturale delle parole d’ordine della Lega). Risultato: il Pd non si espande, ma si ritrae. Il Pdl vede – e ancor più vedrà, dopo la prevedibile vittoria della Lega nelle prossime regionali – una spaccatura insanabile tra Berlusconi e un Fini messo in minoranza. Prospettiva: questo bipolarismo fallito lascerà la strada a un nuovo assetto politico. 
 2 – La strategia verso un nuovo polo democratico-riformatore, di impianto liberale e popolare, è l’unica idea che abbia un senso compiuto. Sia in un sistema che resti maggioritario – con la candidatura a diventare nel giro di alcuni anni la prima forza del paese – sia che la democrazia dell’alternanza si misuri, come in Germania, su alleanze a base proporzionale. L’aggregazione di questo nuovo polo politico deve avvenire costruendo uno straordinario progetto di rinnovamento del paese: delle istituzioni, dell’economia, delle missioni per lo sviluppo nazionale. I tre anni residui della legislatura dovranno servire a questo scopo.
 3 – Chi deve promuovere il nuovo polo del cambiamento e del buongoverno?
 La neonata Alleanza per l’Italia è un ottimo nucleo promotore. Non ha la pretesa di rappresentare il tutto, ma l’ambizione di favorire l’incontro con altri potenziali partner. Innanzitutto, con l’Udc (nelle prossime elezioni collaboreremo in alcune regioni e avremo simbolo e liste comuni in Piemonte):
 ci sono buone basi di convergenza programmatica, e dopo le regionali possono venir meno anche le difficoltà legate alla tattica che l’Udc oggi è costretta a praticare nelle diverse situazioni. Gli altri partner potranno scaturire dalle crisi inevitabili sia all’interno del Pd che del Pdl, e da settori della società italiana disposti a rischiare qualcosa degli interessi particolari per salvare il moltissimo che è in gioco nell’interesse nazionale.
 4 – Alleanza per l’Italia è stata fin qui una sorpresa, se non un miracolo. Le sue iniziative pubbliche nazionali – gli incontri di Parma e Napoli – sono state notevoli successi, con autorevoli partecipanti e moltissimi militanti. Ha già aggregato dodici parlamentari, coraggiosi perché non appartenenti alla categoria denominata “che-garanzie-midate?”; persone che hanno corrisposto a convinzioni, e all’entusiasmo per questo progetto politico. Sarà presente con proprie liste solo in alcune regioni e comuni, laddove già esiste un radicamento e una precisa proposta per il territorio. In Campania, è stata decisiva per mettere fine ai veti e candidare Enzo De Luca, l’uomo capace di rovesciare una sconfitta annunciata. Sta già facendo migliaia di proseliti, dal Trentino (dove, con la guida di Lorenzo Dellai, l’Upt- Api vale il 20 per cento) alla Sicilia (dove ogni giorno si aggregano decine di amministratori ed esponenti importanti di una terra che vuole cambiare). Naturalmente, i sondaggi quantitativi registrano la quasi assoluta non conoscenza di nome e simbolo dell’Api: oggi, disponiamo di meno risorse da spendere in tutta Italia di un singolo candidato facoltoso nelle elezioni regionali! Ed è evidente l’ostracismo mediatico dei supporter e clientes dei due attuali poli (e non solo). Ma noi non abbiamo assolutamente fretta. Il progetto è forte, la strategia è l’unica credibile, l’aggregazione cresce costantemente. Le elezioni ci porteranno i primi eletti. Presenteremo tra poche settimane proposte innovative in una conferenza nazionale in campo economico e sociale: vogliamo che l’Italia, che è uscita dai radar, torni ad essere motore di sviluppo, di speranza, di futuro.
 Ci attendono tre anni difficili per il paese, ma entusiasmanti per chi vuol promuovere una nuova classe dirigente, una nuova modalità di partecipazione e decisione democratica, una nuova agenda riformatrice.
Abbiamo la libertà, le idee e – scusate se lo ripeto – il coraggio per farlo.

enzo bassi

 
 
 
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Un blog di: abc57
Data di creazione: 28/10/2008
 

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