Finalmente è arrivata anche a Laboratorio fantasy l'antologia "365 Racconti sulla Fine del Mondo"!
E come promesso, ho letto i tre racconti di Muspeling, Marina Priorini e Irene Vanni, che ci hanno comunicato i titoli dei loro racconti.
A seguire, leggerò i racconti di maggio, giugno, luglio e così via, e per ogni mese mi piacerebbe parlare dei tre racconti che mi sono piaciuti di più.
*** ATTENZIONE SPOILER ***
Comincio subito a parlare di "Quando", 1 novembre, racconto di Francesco Coppola (Muspeling) che mi ha colpita, sia per tecnica narrativa utilizzata, che per contenuti.
Questa la mia interpretazione:
"E quando...", comincia il racconto, ogni vita sarà stata svuotata della sua anima, quando avremo perso tutte le speranze, quando il nostro tempo avrà rallentato la sua corsa frenetica. "E quando..." i limiti che ci hanno imposto e la smania per l'apparire ci avranno soffocati, quando le nostre esistenze vomiteranno tutte le maledette paure che ci hanno inculcato, allora "il nostro mondo - rincorso da qualche cometa solitaria - piomberà nell'immane fornace del Sole. L'arroventata atmosfera allora si saturerà di urla".
Un raccontino di appena una pagina ma denso di significati, alcuni palesi, altri più celati.
"Quando" inizia con un stile particolare, poetico e a tratti un po' articolato, per poi lasciare il passo a un'altra parte del racconto, dove lo stile poetico scompare e prende subito vita il personaggio di Andrea.
Andrea: un ragazzo, o un uomo, succube dei tanti divieti, schiavo involontario del conformismo, con le ali della libertà tarpate, serrate da numerosi lucchetti.
"E quando..." Andrea si accorgerà che tutto questo non è vita, che deve riprendersi la sua anima e, magari, trovare l'anima sconsolata di un'altra persona come lui, da aiutare; quando proverà ad assaporare, avido, la sua libertà e a spaccare la corazza dentro cui ha vissuto i suoi anni, allora si accorgerà che... è troppo tardi.
I miei complimenti all'autore. Ho riletto questo racconto due volte e non contenta l'ho letto una terza volta, anche perché la prima parte è stata un po' ostica per me. E devo dire che a fine rilettura ho apprezzato "Quando" ancora di più!
Ho notato solo una frase che non è scritta in corsivo: "... a cadere nel vuoto". È voluto, oppure si tratta di un refuso?
"L'ultima cena" di Marina Priorini è un altro racconto dell'antologia, corrispondente alla data del 6 dicembre.
Anche questo racconto è scritto molto bene, si legge velocemente, senza intoppi e l'idea di base è carina.
Il titolo non è stato scelto a caso. Il racconto, infatti, ruota attorno a una cena tra dodici amici, che la protagonista ha invitato a casa sua per non restare da sola. Perché lei ha paura: "... paura di restare sola alla fine di tutto".
È la sera del 21 dicembre e mancano pochissimi minuti allo scoccare della mezzanotte. Il 22 dicembre 2012, la profezia Maya, la fine del mondo!
No, tutto sembra tranquillo: il cielo, la luna, gli amici che scherzano sull'assurdità di credere alla profezia Maya.
Ridicola, per loro; terribile per la protagonista che conta gli attimi mancanti alla fine del mondo.
"Il cielo è lo stesso di sempre, nessun bagliore accecante, la luna è al suo posto, l'ago della bussola che nascondo in tasca non è impazzito".
Poi un tuono, i lampi, il fuoco.
"La paura soffoca le parole".
E tutto finisce?
Forse, ma nella fine si può intravedere un nuovo inizio. Perché profezia Maya può essere anche questo: una nuova era, il ritorno al principio, la rinascita.
E infine il racconto "Dopo", di Irene Vanni, giorno 2 gennaio 2012.
Bella l'idea, belle le immagini delle vite finite, annullate dalla fine del mondo, delle specie di anime che vagano in un universo senza fine, eterno.
Essenze che incontrano solo il nulla, o se stesse, o altre come loro, senza in verità mai sfiorarsi.
"Vago.
Per dove e per quanto, non lo so. So solo che prima c'era il mondo e ora non c'è più".
Gli umani non ci sono più. Non c'è più una linea di comunicazione con loro, spirituale o spiritica. Nessuno le può più cercare, chiamare, desiderare quelle vite morte perché tutto, sulla Terra, è stato cancellato.
Ma nel grumo di tenebre, nel silenzio, nel ricordo del "sentore ovattato di quando le nubi comprimevano l'aria sulla terra prima di un acquazzone", la speranza rimane: che nuova vita possa prendere forma.
"Forse è anche per questo che, sperando, continuiamo a vagare".
Complimenti anche a Marina Priorini e Irene Vanni per i loro racconti pubblicati sull'antologia!
E adesso vi saluto, perché ho intenzione di continuare a leggere "365 Racconti sulla Fine del Mondo"!
Inviato da: Muspeling
il 24/12/2012 alle 12:20
Inviato da: Andrea Manzotti
il 14/12/2012 alle 11:55
Inviato da: mariblu85
il 23/11/2012 alle 10:47
Inviato da: raffaga70
il 16/11/2012 alle 10:44
Inviato da: Muspeling
il 22/10/2012 alle 10:15