Creato da cladie650 il 14/06/2014

Moment's Cla

Fantasticamente scrivendo

 

 

La bambina che parlava con l'acqua

Post n°9 pubblicato il 05 Agosto 2014 da cladie650
Foto di cladie650

Di pochi uomini il mare conserva un buon ricordo. Di poche anime ne sente il respiro. Di pochi cuori ne ascolta il battito. Come gli uomini che parlano ai cavalli,così quella bambina parlava all’acqua; che non è come parlare al vento. 

La bambina raccoglieva dalle onde leggere i respiri di un amore,dagli anfratti scogliosi coglieva immagini lontane di vita che si rinnovava onda dopo onda,dalla sabbia fina e leggera,e bastava un po’ di vento per farla volare,Lei prendeva le orme dimenticate e le riportava in vita. Ascoltava l’eco delle voci dei bambini ed il rumore silenzioso dei loro castelli sgretolati. Quella bambina non aveva bisogno di alcun tempo per recarsi al mare,il mare viveva in lei.

Bastava chiudere gli occhi,per sentire il profumo della vita in continuo movimento,il rumore leggero delle onde che scivolavano alla riva,dei cavalloni che si infrangevano schiumeggianti alle scogliere e ridere,sorridere,ricordando di quando era solo una bambina. 

E avendo scelto il mare per amico,confidava a lui ogni cosa. Un amore,un desiderio,un dolore grande e insopportabile,una gioia infinita da riuscire a tenerla chiusa in petto. 

Viveva con il mare dentro al cuore. Gli bastava vederlo per sentirsi felice. Passava ore e ore a guardare il movimento lento,continuo,perenne delle acque bagnanti la riva che,come per magia, si ritiravano lentamente e ritornavano,si ritiravano e ritornano sempre,per sempre…. 

Passava le sue giornate in acqua incurante dei richiami del suo papà.Il suo sport preferito era tuffarsi. Gareggiare con il suo eroe.Era bellissimo. Stava tre o quattro ore filate a migliorare la sua tecnica.Con un gran respiro e giù in fondo al mare.Era bellissimo affondare le mani nella sabbia morbida ed uscire coi pugni pieni di conchiglie. Ogni tanto qualcuna pizzicava oppure qualche granchietto nascosto,dava un morso con le chele aguzze ma era poca cosa al confronto della gioia provata ad ogni risalita. 

Il mare era generoso con la sua amica. Le donava le preziose conchiglie in abbondanza,sapeva di farla felice. Man mano che cresceva imparò tutti i segreti del mare senza mai abusare nell’approvvigionamento di quei doni. La bambina cresceva e pian piano si allontanava dal tempo dei giochi,delle corse sulla sabbia e dei castelli con i suoi canali,i ponti,le gallerie,franate rovinosamente come i sogni della vita,i sogni che poi,domani,sarebbe andata a ricercare….. 

E trovò il suo primo amore,una sera,seduta alla riva;e trovò gli occhi dimenticati di suo nonno seduto alla scogliera;e trovò le carezze da bambina, di suo padre e la voce calda,lo sguardo dolce della nonna e il suo migliore amico,andato via in un mattino d’estate,sotto il sole,senza nemmeno una parola,un saluto. 

Quante bibite hanno bevuto assieme,il mare non lo ricorda più. Ubriachi di bottiglie vuote giocavano poi coi tappi stanchi di essere girati,rotolati fra le dita e poi,finalmente,lanciati via. Il mare,fedele,li riportava indietro. 

La bambina lanciava un sassolino e aspettava paziente lo scorrere del tempo. I suoi pensieri attirati dall’odore forte del mare,si tuffavano nelle acque fresche alla ricerca non di prede,ma di soluzioni,di intuizioni,di promesse dimenticate da portare a termine,di un momento di pace,di refrigerio,di conforto per la sua anima. 

Lei parlava al mare che gli rispondeva;bisbigliava la sua voce fra le onde e urlava il disappunto o il suo consenso attraverso i fischi dei gabbiani. 

E credeva che per ogni stella caduta in mare,un’anima si reincarnava nel corpo di un uomo e allora chissà,se quella notte,in cui le stelle caddero a decine,il suo amico non tornò a vivere chissà dove…..e magari un giorno,chissà,si sarebbero incontrati ancora e il mare,glielo lasciò credere. 

Si dice che il mare all’orizzonte si unisce al cielo ma gli uomini ormai,non ci credono più. Solo quella bambina conosce la verità,gliel’ha detta il mare una sera che pioveva forte, la pioggia batteva sui vetri dell’auto,i fari illuminavano la scogliera e il fumo della sigaretta si spegneva appena usciva dal finestrino semichiuso. 

Le gocce rimbalzavano sul mare come ballerini all’opera,ballavano una danza antica come il mondo e una musica si sollevava adagio nell’aria. Il bisbiglio delle onde si trasformò in una voce calda,lenta,forte: 

Questa sera ti confido un segreto,amica mia,allontana i tuoi pensieri e ascoltami. La leggenda è vera;il mare all’orizzonte si unisce con il cielo. Il mondo è una palla gigantesca e il cielo altro non è che il mare alto;il mare altro non è che il cielo basso. 

Gli uomini non possono saperlo questo segreto,tienilo per te. Gli uomini sono ingordi di sapere,vogliono scoprire sempre mondi nuovi. Guai se il segreto venisse svelato. Il cielo sarebbe invaso da loro,sporcato dai rifiuti,avvelenato dagli scarichi,contaminato dall’odio e dalla sete di potere e non potrebbe più rigenerare il mare,che ancora è vivo grazie a questo mutamento continuo,a questo rotolare insieme invisibile delle acque e delle nuvole.” 

Quando la bambina si risvegliò,dentro l’auto,la pioggia era cessata. Il mare si era calmato. Sparse,sui sedili,stavano tre anzi,quattro bottiglie ma mancavano i tappi… allora forse… era tutto vero...

 
 
 

Niente caos

Post n°8 pubblicato il 03 Agosto 2014 da cladie650
Foto di cladie650

Il mio lavoro non sarebbe lo stesso senza di voi. Ci sarebbe un vuoto.

Troppo silenzio.

Può sorprendervi che queste parole, scritte da una psicologa dell'età evolutiva siano rivolte non ai miei pazienti migliori, non ai primi e ai secondi dell'esame psicomotorio, né ai più diligenti e disciplinati.

Sono infatti indirizzate ai miei angeli autistici, a quelli che, nella maggior parte dei casi sono considerati “problematici”, difficili da gestire, a volte impossibili.

Voi illuminate tutte le mie giornate.

So che le vostre giornate non sono facili.

Ogni giorno vedo la preoccupazione sui vostri volti.

La vita va avanti velocemente.

I cambiamenti quotidiani vi mandano fuori strada.

Vi preoccupate.

Di voi stessi.

Piangete perché non avete amici.

Nessuno vi invita alla sua festa.

Vi preoccupate del tempo, del "quanto" e "quando" e del perché.

I ragazzi autistici, si dice spesso, a scuola disturbano, con i loro comportamenti difficili da contenere.

Eppure, vi assicuro, a me non mi importa nemmeno che gridiate.

Mi metto nei vostri panni.

In quella fortezza vuota che vi attanaglia e le idee esplodono fino alla superficie e non riuscite più a contenerle.

Sono paziente e sorrido.

Ci lavoreremo.

Almeno avete interesse.

Almeno partecipate.

Almeno rischiate.

C’è poi la questione del talento e della «saggezza» di voi ragazzi autistici: quasi un luogo comune, una generalizzazione da accogliere quindi con prudenza e razionalità, ma che può aiutare tutti noi a guardare con più fiducia a voi, piccoli apprendisti della vita.

Avete più talento e saggezza dei vostri coetanei.

Non credo ve ne accorgiate.

Questo è il mio lavoro.

Avete entusiasmo per la scienza, i giochi di parole nella poesia e le creature mitologiche. Non ho bisogno di insegnarvi la creatività e la passione. Le avete già.

Ed ecco che sorrido ancora. Vedete il mondo in modo diverso da tutti gli altri.

Avete il potere di tuffarvi talmente nei vostri interessi che il resto del mondo scompare.

Il mio atteggiamento diventa naturalmente esempio per tutti gli altri che iniziano a guardare quegli «strani» compagni con occhi diversi e durante la giornata i vostri compagni di viaggio vedono quanto siete speciali per me. 

Mostro come si può trattarvi con rispetto.

Mostro come parlarvi e apprezzarvi.

E vi osservano e seguono il mio esempio.

La vita non sarebbe la stessa senza di voi. Ci sarebbe un vuoto. Troppo silenzio. Abbiamo bisogno di voi.

Vedo che i vostri compagni vi cercano. Vedo che vi proteggono sempre di più. Siamo uniti e siamo una squadra. Noi vi guardiamo le spalle.

 

Inutile nascondere, però, che esistano momenti difficili,ci sono giorni in cui le lacrime scorrono sul vostro volto. Quando cercate di essere forti. Quando non riuscite ad interagire con gli altri. Piccoli gesti che diamo per scontato, per voi sono delle mine. Fate un respiro profondo. Vi ascolto e vi aiuto a farvi strada tra la confusione.

Cerco di fornirvi i consigli giusti così in futuro un incontro con un vostro coetaneo potrà risultarvi più semplice.

Grazie per la vostra onestà, il vostro essere diretti. Grazie perché colorate le nostre giornate.

Grazie per far parte anche del mio mondo.

Vi voglio così bene.

Mi aiutate a diventare una persona migliore e più paziente. Mi stimolate a sviluppare metodi innovativi per venire incontro alle vostre esigenze. Mi fate sorridere. Ma non riesco a tenermelo dentro. Ma fate talmente sorridere che il riso diventa una risata talmente forte da risuonare per tutto il setting e riempie di gioia i cuori di tutti gli altri che vi osservano.

La mia missione di ogni giorno è di farvi sorridere. Voi affrontate la vita con serietà. A volte faccio suoni sciocchi e facce divertenti solo perché mi vediate. Se sono fortunata, per un istante, vedo un luccichio nei vostri occhi.

Forse c’è stata una connessione.

Combatterò  per voi ogni giorno.

Vi vedo.

Grazie per essere chi siete. 

 
 
 

Un amore con la A maiuscola...

Post n°7 pubblicato il 28 Luglio 2014 da cladie650

Ci sono persone che nessuno vorrà mai amare...

Perchè credono nell'amore con la "A "maiuscola.

Quelle che se ti avvicini a loro devi lasciare fuori le bugie se davvero vuoi amarle,quelle in cui devi essere sincero al primo colpo,quelle che se hai la possibilità di poterti comprare il male,di poterle ferire, non lo fai, perchè l'anima è ricca d'amore.

Loro non vogliono essere amate, perchè dall'amore hanno imparato a leccarsi le ferite, da sole,hanno imparato a piangere, senza compassione,senza una pacca sulla spalla.

 Loro l'amore a buon mercato, quello che raccontano tutti lo hanno già vissuto. 

Ci sono persone esigenti in amore,

lo sono diventate dopo tante cadute, dopo tante porte in faccia, persone difficili da amare, ma se ci riesci ne vale la pena, persone che se le guardi in viso sorridono, ma in fondo al cuore hanno la rabbia, l'odio, la diffidenza.

Perchè loro l'amore hanno imparato a nasconderlo,

a non mostrarlo a tutti. 

 

Loro l'amore hanno imparato a proteggerlo,

hanno l'anima talmente delicata che se decidono di darti un sorriso,sanguinano.

Sentono subito il vuoto.

Ci sono tante persone che vogliono essere amate, tante,

ma se stai decidendo di amare qualcuno difficile,

qualcuno che non vorrà mai essere amato, fallo,

ma ricordati di farlo con l'anima, con tutto te stesso,

ricordati che l'amore in queste persone è già passato, prima,

prima che tu arrivassi, è passato si, sotto forma di inganno,

ricordati che le parole che stai per dirle le ha già sentite,i baci e gli  abbracci li ha già ricevuti.

 

Se stai decidendo di amare una persona che non vuole essere amata,non ti arrendere, amala prendendoti le colpe di chi non l'ha saputo fare.

Amala anche quando pensi che non lo sta facendo,

perchè in quei momenti ti sta già amando.


Se invece hai deciso di amare una persona

perchè è un tuo bisogno personale, fatti un giro perché è il mondo che gira...

E prima o poi troverai qualcuno che ti amerà come tu vorrai...

C.M

 
 
 

Fantasycla...

Post n°6 pubblicato il 08 Luglio 2014 da cladie650
Foto di cladie650

Chi è claudia650?

(Post rivisitato)

 

1) Decisamente arrogante con chi dice bugie e i finti buoni, decisamente adorabile con gli umili...

 

2) La mia paura  è svegliarmi una mattina di un tiepido 10 settembre e accorgermi di aver subito una vita di bugie...


2bis) Mi sono svegliata una mattina di un tiepido 10 settembre e mi sono accorta che la mia paura era reale...


3) Adoro il colore dei miei capelli al sole...

 

4) Non ho mai dato un bacio a mia madre da 48 anni...

 

5) Mia madre non mi ha mai dato un bacio da 48 anni...

 

6) Non sopporto il primario del mio reparto...

 

7) Il primario del mio reparto mi adora...

 

8) Amo i bambini più di tutto...

 

9) Ieri ho preso in giro un collega perchè non aveva un bottone al camice bianco...

 

10) Ho regalato cinque euro ad Eleonora...

 

11) Chi è Eleonora? Farò un post su di lei...forse...

 

12) Ho preparato un ciambellone al cioccolato...

 

13) Robadamatti...farnetico o son desta ????

 

14) Non ho mai odiato nessuno, mai lo farò...


15) Domani è un altro giorno.. 


16) 14 febbraio 2014: io e te un milione di volte...


"Perché la vita è adesso..."

 
 
 

... Lei...

Post n°5 pubblicato il 02 Luglio 2014 da cladie650
Foto di cladie650

E' strano come talvolta nella vita, proprio quando la realtà, in una delle sue pazze giravolte, sembra circondarti di cose più belle che in passato, lo sguardo si volga indietro, e si ritrovi a navigare con nostalgia tra i ricordi.

Mio padre oggi vive la sua vita su una nuvoletta, con chissà chi, chissà dove, ed è stata una delle persone più belle, in ogni senso, che abbia mai incontrato in tutta la mia esistenza, e quando mi ha lasciata ho preso dolcemente il ricordo di lui facendolo diventare parte di me, della mia forza. 

Ma c'è stata un'altra persona che ha significato tanto per me: mia nonna. E' scomparsa tempo fà, con i suoi novant'anni, i suoi sorrisi, la sua dolcezza, e tutto l'amore che si portava dentro. In silenzio, senza disturbare, è andata via una notte, con un sorriso sereno sul viso.

E ancora oggi queste due persone che ho amato, tornano a trovarmi, e spesso, nei sogni, e nei pensieri durante le giornate, a ricordarmi ciò che è stato, e ogni volta c'è una lacrima, e un sorriso. Perchè mi hanno cambiata, perchè mi hanno dato tanto di loro senza chiedermi niente, e questo è forse il più grande, il più bel gesto d'amore che si possa sperare mai di avere.

Questa pagina la voglio dedicare a mia nonna, nel dolce ricordo di Lei.

Stamattina sono uscita per le solite quattro cose di tutti i giorni, ma stavolta, anzichè tornare a casa, sono passata in quella che era la casa di nonna. Come mille volte in passato, quando passavo a salutarla, o portarle un gelato. La porta, le scale, e la bombola del gas appoggiata sotto il lucernaio. Coperta di polvere. L'appendiabiti con le due vestaglie appese. Tutto era come sempre. La cyclette, sotto l'appendiabiti, come se qualcuno la dovesse usare. Stamattina c'era odore di chiuso, e faceva un pò caldo. I miei passi risuonavano tra le pareti. La camera da letto, dopo l'ultima volta che avevo fatto ordine dalle masserizie messe lì dai miei, sembrava quasi normale. L'abatjour, dal lato di nonna del letto grande. La statuina della Madonna, affianco. La poltrona, e sopra la poltrona, alcuni abiti di nonna, stirati, ben piegati e impilati, come se qualcuno dovesse indossarli. Nell'armadio ancora tutti gli abiti, dritti e messi l'uno accanto all'altro, in ordine. Era tutto come ai tempi in cui c'era ancora nonna. Sentivo intorno a me tutto normale, tutto era come sempre. E poi, ancora, in cucina. Il tavolo, e quella tovaglia, con le macchie familiari e l'odore un pò ammuffito. Ho aperto gli sportelli. Il caffè. Il barattolo del cappuccino. E le tazze. Nonostante le pulizie, molto di quello che era stato lì da sempre c'era ancora, a testimoniare una vita, un tempo trascorso, con quel vecchio stile di ceramica nelle tazze che ormai non si usa più.

Era ancora tutto vivo in quella casa. Come se nonna non fosse mai stata via. Come se il tempo si fosse fermato.

Mancava solo lei, tra quelle stanze ferme nel tempo e la polvere sospesa, lei con la sua voce familiare, il suo sorriso, i suoi piccoli gesti di attenzione: qualche soldino, un dolcetto, un cioccolato. Lei con i suoi abiti consumati, i capelli bianchi e un pò sciatti, lei con il suo odore, più forte d'estate, con le sue gambe accavallate seduta sulla sedia la sera a guardare la tv, il gomito appoggiato sul tavolo, e lo sguardo dolce. Lei che abbassava la tapparella della camera da pranzo, per il sole d'estate, lei che leggeva il giornale affondata sulla poltrona, lei che beveva il latte, la sera, con i biscotti, e che la mattina a volte diceva, con sguardo preoccupato "stanotte non sono stata bene". Lei con il suo "ciao" dolce, lei che apriva la bombola e accendeva il fuoco della cucina a gas, lei che saliva faticosamente le scale, ogni mattina, con il peso dei suoi anni e nelle mani due buste della spesa, e la borsa sottobraccio, e il suo cappotto nero d'inverno, e il cappellino di lana, lo stesso da sempre, in testa. Lei con il suo borsellino, il suo chiamare, ancora, tutto in lire, lei che apriva gli sportelli del mobile del salotto, si chinava, e tirava fuori una scatola di merendine. "Ne vuoi? Prendine una" diceva, e sorrideva. Ogni giorno, ogni volta. Lei che mi guardava dalla finestra, quando andavo via, e che a volte scendeva fino al portone del piano di sotto per salutarmi, e io con due baci le davo la buonanotte: "Ci vediamo nonnina" e sapevo che il giorno dopo sarebbe stata ancora lì, sempre col suo sorriso, con la forza della sua vita, lunga, dura, difficile, ma anche felice, ad accogliermi, con un regalino, un pensiero, una parola.

Ma nonna, stamattina, non c'era. Non c'era più. La casa vuota, silenziosa, l'aria immobile, il frigo vuoto e che non ronza più, la tv spenta, le finestre chiuse, l'immondizia non buttata più da chissà quanto tempo, il bagno pieno di calcinacci caduti dal vecchio soffitto. Nonna non c'era più.

Eppure stanotte la avevo sognata, e in quel sogno il frigo ronzava ancora una volta, come sempre, ed era pieno delle cose che lei comprava di solito. E lei era ancora lì, in quel sogno, e si muoveva tra le stanze, tornata in vita chissà come, chissà quando, non riuscivo a capire, a spiegarmelo, ma lei c'era, in quel sogno, era tornata in quella casa, e anche la casa era tornata a vivere.

 

 

 
 
 
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