Un blog creato da lorifu il 31/12/2009

la memoria dispersa

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« Lettera di addioPino Roveredo: Un poeta fra noi »

Amore o amare?

Post n°475 pubblicato il 24 Aprile 2014 da lorifu
 

Edward Hopper - Morning sun


La capacità di stare soli è la capacità di amare.
Potrebbe sembrarti paradossale, ma non lo è. È una verità esistenziale: solo coloro che sono capaci di stare soli sono capaci di amare, di condividere, di arrivare fino all'essenza più intima di una persona: senza possederla e senza diventarne dipendenti, senza ridurla a una cosa e senza dipendere da lei, senza esserne assuefatti.

Osho Rajneesh


Mi ha molto colpito questa frase di Osho tanto da innescare  tutta una serie di riflessioni alla ricerca di significati e interpretazioni  che ne validassero la pregnanza.

E' stato un modo per leggersi dentro cercando di capire verità nascoste dietro  comportamenti apparentemente casuali, liberi, frutto di scelte dettate dai tanti modi di essere attraverso diverse  modalità di approccio  all'amore, all'amicizia, a qualsiasi relazione interpersonale avviata nel corso della propria esistenza.

Da questo lettura impietosa ne sono uscita spossata  perchè non è facile trovare risposte a un tratto di vita che alla luce di un'accurata ispezione non appare più come sembrava  o meglio come in tempi di ingenua euforia poteva sembrare quando tutto il mondo era a portata di mano e l'amore dettato da un trasporto emotivo.

Le motivazioni allora scaturivano da un'idea, un progetto e l'amore e l'amicizia non ne erano che il completamento.

Con le prime delusioni e la percezione di  altri  modelli di vita, anche un legame, una relazione nata sotto i migliori auspici poteva cominciare a mostrare le prime crepe e in una forma di autosalvazione lo stare bene con  poteva venire confuso con lo stare male senza.

Abitudini, sicurezze, punti fermi lavoravano non a favore ma contro il consolidamento della personalità che arrancando alla ricerca di una propria stabilità, un equilibrio,  cercava in quella dipendenza voluta un antidoto alle proprie voragini più o meno profonde, più o meno oscure.

Forse è a questo che si riferisce Osho quando parla di solitudine come unico stato capace di dar senso e significato all'amore,  anche se ritengo che più che di solitudine si tratti di indipendenza,  che è tutt'altra cosa.

È la percezione esatta che la felicità, anche in amore,  non dipende dagli altri e da quanto gli altri facciano per soddisfare i nostri bisogni ma  da quanto noi siamo in grado di procurarcela attraverso di noi,  quando superata la fase dello stato dell'io  bambino impariamo a relazionarci al mondo scoprendo e affermando la nostra individualità, valorizzandola e mettendola a disposizione degli altri per una sana e appagante condivisione.

Paradossalmente amando noi stessi,  riconoscendoci come esseri unici e irripetibili, nella ricerca di  qualcuno con cui dividere il nostro mondo per renderlo più completo e appagante  andiamo alla ricerca di chi  saprà non invaderlo o pretenderne l'esclusiva.

 
 
 
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Tu credi di incontrare l’amore,

in realtà è l’amore che incontra te

nei modi più strani,

inaspettati, involontari, casuali.

A volte lo confondiamo col bene

e lo surroghiamo.

Spesso siamo convinti sia amore,

fingiamo sia amore,

e leghiamo noi stessi

a una indistruttibile catena

frutto dei nostri desideri mancati

dei nostri sogni sopiti

delle nostre abitudini

delle nostre paure

delle nostre comodità

delle nostre viltà

dei nostri calcoli

della nostra apatia

dei nostri falsi moralismi.

Ma quando arriva, se arriva,

lo riconosci,

come  “il sole all’improvviso”

sconvolgente, coinvolgente,

totalizzante, esclusivo,

fusione di corpo e anima

osmosi perfetta.

Se finisce,

un dolore muto, senza fine.

loretta

 

 
 
 
 
 
 
 

 

 
 
 
 
 

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