Un blog creato da lorifu il 31/12/2009

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Eterna presenza

Post n°637 pubblicato il 23 Giugno 2019 da lorifu
 

foto Ralph Gibson

 

 Pedro Salinas, il grande poeta spagnolo che  sapeva parlare d'amore.

Nel  suo capolavoro "La voce a te dovuta", una sorta di canzoniere amoroso, l'oggetto amoroso è l'amore stesso,  amore inteso come scia di tempo sottratta all'eterno nulla.

Anche se  i versi  delle settanta poesie che lo compongono sono dedicati al grande amore della sua vita Katherine R. Whitmore, il tessuto poetico travalica le consuete forme  di sonorità e ritmo. Acquistano una loro inconfondibile cifra in quanto,  pur attenendosi alla realtà e alla concretezza,  nel continuo  divenire e trasformazione dei percorsi esistenziali riescono a creare forti suggestioni negli animi capaci di entrare in contatto con la propria intimità.


Eterna presenza
Non importa che non ti abbia,
né importa che non ti veda.
Prima ti abbracciavo,
prima ti guardavo,
ti cercavo tutta,
ti volevo intera.
Oggi più non chiedo
agli occhi e alle mani
le ultime prove.
Di stare al mio fianco
ti chiedevo prima;
sì, accanto a me, sì,
sì, però lì fuori.
A me già bastava
sentir le tue mani
darmi le tue mani,
sentire che ai miei occhi
tu davi presenza.

 

Ma adesso ti chiedo
di più, ben di più
di un bacio o uno sguardo:
di starmi più addosso
di me stesso, dentro.
Come il vento sta
donando, invisibile,
la vita alla vela.
Come sta la luce,
ferma, fissa, immobile,
facendo da centro
che non mai vacilla
al tremulo corpo
della fiamma inquieta.
Come sta la stella,
presente e sicura,
senza voce o tatto,
sul petto disteso,
sereno, del lago.
Quello che ti chiedo
è di essere l'anima
dell'anima mia,
sangue del mio sangue
dentro le mie vene.
È che tu stia dentro
di me come il cuore
mio, che io mai
vedrò, toccherò,
ma il cui palpitare
non sarà mai stanco
di darmi la vita
finché morirò.
E come lo scheletro,
segreto profondo
di me, che soltanto
mi vedrà la terra,
intanto però,
è lui che nel mondo
sostiene il mio peso
di carne e di sogno,
di gioia e di pena
misteriosamente
senza che degli occhi
lo vedano mai.
Quel che ti chiedo
è che la corporea
passeggera assenza
per noi non sia fuga,
mancanza, oblio:
ma che per me sia
possesso totale
dell'anima lontana
eterna presenza.
Pedro Salinas
(Traduzione di Valerio Nardoni)


Unisco due delle mie ultime poesie  che trattano le diverse sfumature dell'amore.

Emozioni

Colsi nei tuoi occhi
gli umori del mondo
e mi specchiai in quelle scintille accese.
Scivolai su labbra increspate e molli
dolce indugiare che sapeva d'infinito.
Nell'intimo abbraccio
di mani impazienti
ci spogliavamo l'anima
per suggere l'intensità
di un piacere non solo carnale.
Le parole morivano sulle labbra.
Non c'era bisogno di spiegare
ciò che stavamo vivendo.

@lorettafusco


Eppure ti amo

Eppure ti amo,
ti amo nel tanto,
nel vago, nel nulla.
Ti amo al mattino

quando la nebbia sale
e non ti sfuma,
nell'abbaglio del sole
che ti staglia nitido,
nel fragore della pioggia.
Ti amo sempre,
mentre addento una mela,
spezzo il pane,
mentre bevo,
rido,
cammino,
piango.
Ti amo in tutti i modi
in cui si può amare.
Con incredulità,
stupore, gratitudine,
ti amo.
Ti amo quando mi baci
in mezzo alla folla,
sotto la doccia,
a teatro,
quando mi parli,
mi scrivi,
sei assorto.
Ti amo prima, dopo,
nel presente, nel futuro.
Ti amo sempre
anche ora che il vento ti ha disperso.

@lorettafusco



 

 

 

 

 
 
 
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Tu credi di incontrare l’amore,

in realtà è l’amore che incontra te

nei modi più strani,

inaspettati, involontari, casuali.

A volte lo confondiamo col bene

e lo surroghiamo.

Spesso siamo convinti sia amore,

fingiamo sia amore,

e leghiamo noi stessi

a una indistruttibile catena

frutto dei nostri desideri mancati

dei nostri sogni sopiti

delle nostre abitudini

delle nostre paure

delle nostre comodità

delle nostre viltà

dei nostri calcoli

della nostra apatia

dei nostri falsi moralismi.

Ma quando arriva, se arriva,

lo riconosci,

come  “il sole all’improvviso”

sconvolgente, coinvolgente,

totalizzante, esclusivo,

fusione di corpo e anima

osmosi perfetta.

Se finisce,

un dolore muto, senza fine.

loretta

 

 
 
 
 
 
 
 

 

 
 
 
 
 

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