Creato da personcinaGisella il 25/08/2012

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IL COMMERCIO DELL'AVORIO CRESCE E PROSPERA INDISTURBATO E INTANTO SONO GLI ELEFANTI A PAGARE CON LA VITA

Post n°41 pubblicato il 27 Marzo 2013 da personcinaGisella

Avorio: il mercato non conosce sosta
Elefanti sempre più minacciati

Cresce consenso su stop a bracconaggio e contrabbando. Ma il commercio prospera indisturbato

  La mappa è chiara e conclamata, ed è formata da 23 Paesi fornitori e destinatari del traffico illegale d’avorio. Otto in particolare sono i «cattivi», identificati quali principali protagonisti nel contrabbando: Kenia, Uganda e Tanzania quali Paesi d’origine, Malaysia, Filippine e Vietnam quelli di transito, Cina e Thailandia i destinatari. Più eventualmente Hong Kong, altro importante intermediario. La Convenzione sul commercio internazionale delle specie minacciate d’estinzione (Cites) – il cui vertice si è chiuso due settimane fa a Bangkok – chiede a questi ultimi piani d’azione per frenare il traffico sanguinario. Misure che fanno ben sperare alcuni, e deludono altri. Per varie organizzazioni non governative, Cites ha fallito nel proteggere l’elefante.

Elefanti sempre più minacciati Elefanti sempre più minacciati Elefanti sempre più minacciati Elefanti sempre più minacciati Elefanti sempre più minacciati

DIVIETO NON UNIVERSALE - Il consenso sull’allarme-elefante e sui livelli record di bracconaggio era unanime tra gli oltre 170 Paesi presenti alla conferenza. «È la prima volta nella storia del Cites che tutti sono d’accordo sul fatto che è in corso un olocausto, sembrava di essere a una convention di conservazionisti e non solo di commercio», dice Andrea Crosta, uno dei fondatori dell’Elephant Advocacy League. «Ma la discussione sul meccanismo che regola la vendita dell’avorio è solo stata rimandata: gli elefanti sono a forte rischio perché nel momento in cui si immette nuovo avorio legalmente sui mercati, questo si sovrappone a quello illegale». COMMERCIO - Attualmente le vendite internazionali d’avorio sono infatti chiuse, ma la futura riapertura al mercato degli stock accumulati dai vari Paesi è più che una possibilità. «Il messaggio è che il commercio avverrà ancora», conferma Mary Rice, direttore esecutivo dell’Environmental Investigation Agency. «Ogni anno dal 2000 la Cina è stata identificata come il principale mercato per il commercio illegale d’avorio, ma non c’è mai stata alcuna sanzione». In Cina il 90% dell’avorio viene da fonti illegali, secondo le stime di Eia. «L’unica soluzione è bandire ogni tipo di commercio dell’avorio, anche quello sui mercati interni», sostiene Soraida Salwala, una delle figure simbolo della lotta per proteggere gli elefanti in Thailandia, fondatrice del primo ospedale al mondo per pachidermi. È una posizione condivisa dalla quasi totalità delle organizzazioni non governative. La Thailandia, Paese ospite della conferenza, è uno di quelli in cui il commercio interno dell’avorio è perfettamente legale, e consente un grande margine per il mercato nero del contrabbando internazionale. Il governo di Bangkok ha dichiarato la volontà politica di mettere mano alla situazione, senza tuttavia voler rinunciare al mercato interno. BRACCONAGGIO E MAMMUT - Intanto bracconaggio continua ogni giorno a fare morti, con i mezzi sempre più sofisticati di una criminalità organizzata legata anche al terrorismo internazionale. Nonostante gli sforzi – o a causa anche delle debolezze - di Cites, lo scenario al momento non promette davvero nulla di buono. Con l'aumento delle temperature nelle zone artiche e lo scioglimento del permafrost (lo strato di suolo perennemente gelato delle alte latitudini) affiorano i resti di mammut rimasti congelati per migliaia di anni. Infatti si stima che l’avorio di mammut copra già oggi il 30% del mercato cinese.

E' UNA VERGOGNA! PERCHE' L'ESSERE UMANO DEVE ESSERE COSI' VIOLENTO E NON DA' SEGNALI DI VOLER CAMBIARE PROPRIO PER LA SALVEZZA DELLA TERRA?

VORREI TANTO CHE FOSSE FATTO ALL'UMANO CIO' CHE SUBISCE UN POVERO ELEFANTE INDIFESO.

 

 

 

 
 
 
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