GIORNI STRANI

Vita di comunità: mai come ora dobbiamo fare appello a ogni nostra singola cellula. E' giunto il momento di imprimere una violenta accelerazione all'intelligenza della nostra specie, come una frustata di tramontana: l'occhio non sarà occhio e la mano non sarà più mano, negli anni venturi.

Creato da sergioemmeuno il 22/04/2011
 

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Il nome e cognome dei personaggi appartenenti ai racconti e ai tag "frammenti di scrittori in erba" e "il mio romanzo", come pure i fatti narrati, sono frutto della mia fantasia.

 

 

« Oggi mi dò in pasto... a...Quali sono i tratti domi... »

Sabrina si sfoga con la migliore amica (7).

Post n°641 pubblicato il 04 Giugno 2012 da sergioemmeuno
 

 

  

   Mai come adesso sentiva la necessità di tagliare con brutalità i fili fondamentali che la collegavano al mondo: famiglia, lavoro, amici, lo stesso passato. Ma un gesto brutale presuppone sempre due madri: o il coraggio o la follia; e Sabrina si sentiva in un cono d’ombra, né coraggiosa e nemmeno sufficientemente folle per un’azione estrema di quel tipo. Eppure il desiderio di abbandonarsi a quel colpo basso del destino c’era, eccome se c’era.

   Dopo aver passato tre giorni d’inferno, in cui aveva alzato un muro da tutti, giustificandosi con la bizzarra storia di dover preparare alcune lezioni molto difficoltose di filologia romanza, giunse alla conclusione che solo una persona poteva aiutarla, o quantomeno darle un consiglio lucido: Carla, la sua migliore amica di sempre.

   Conosciuta ai tempi dell’Università, con lei c’erano stati anche momenti conflittuali, generati perlopiù da equivoci sorti per le solite chiacchiere delle amiche dalla lingua un po’ troppo disinvolta; tuttavia, alla lunga, il loro rapporto si era rafforzato e aveva acquisito quella solidità propria di un’amicizia matura, all’insegna della massima sincerità e rispetto verso l’altro.

   Così, dopo tre giorni con la testa a migliaia di chilometri dalla Terra, approfittò di essere sola in casa e alzò la cornetta.

   L’amica ascoltò paziente l’episodio sul treno.

 

   <<Insomma, credimi, mi sento dentro un tunnel…>>

   Carla rimuginava fra sé.

   <<Non mi sarei mai immaginato di incontrare un uomo così.>> Pausa. <<Carla, ci  sei? Mi ascolti, cazzo?>>

   <<Sono qui, sono qui cara.>>

   <<Cara?! E dimmi qualcosa, no? Se non stavo nei casini non ti chiamavo…>> Era un fiume in piena, Sabri.

   <<Posso dirti come la vedo io?>>

   <<Che stress sei…>>

   <<Io parto da un presupposto: cosa manca a tuo marito… cioè dico, è un professionista, uno dei migliori avvocati della provincia…>>

   <<E con ciò?>>

   <<Aspetta, mi devi far finire. Si è sempre preso le proprie responsabilità.>>

   <<E dalli…>> L’amica in difficoltà era insofferente.

   <<Mi ascolti? Eppoi, obiettivamente, è un gran bell’uomo, distinto e piacente.>>

   <<Hai fatto la scoperta dell’acqua calda>>, disse sarcastica Sabri.

   <<Sabrì… mo’ te lo dico chiaro: lo sai quante del nostro giro ronzavano attorno al tuo maritino? Lo sai o fai finta di non saperlo?>>

   <<Beh, potevo immaginarmelo, ma come ne parli tu… però, scusa, chi è questa zoccola? Dimmelo su, ora me lo devi dire>>, disse Sabri col tono inasprito.

   <<Santo cielo! Lascia stare, la lista non è corta…>>

   <<Ah,  bell’amica  che  sei!  E  tu   me  lo  dici  solo  ora?>>  Ormai  la  voce  di  Sabri era completamente strozzata, simile a quella di una gallinaccia.

   <<Ascolta, non pretenderai che io legga le intenzioni degli altri, eh? C’ho già i problemoni miei, se permetti.>> Una lunga tregua. <<Come puoi pensare che l’ uomo di un giorno sia migliore dell’uomo di una vita?>>

   <<Forse un’ora può valere più di trent’anni.>>

   <<Ma cosa dici Sabri! Vuoi scendere da quella nuvoletta? Cosa ha in più Emanuele?>>

   <<E’ diverso, Carla.>>

   <<In cosa.>> Era diventato un serrato botta e risposta.

   <<Ha una gran testa, credimi, ma conosce l’umiltà. Eppoi è ironico, dolce, sicuro… è un uomo equilibrato e non ha i paraocchi come il mio husbund.>>

   <<Bah, col tempo tutti i mariti si deteriorano, sai. Tutto normale. Quelli “imperfetti” lo diventano ancor di più. Invece quelli “perfetti” diventano stressanti e paranoici su tutto. E’ un’evoluzione naturale, a cui una donna intelligente si abitua…>>

   <<Si abitua?! Mamma, saremo sempre diverse, io e te… questa è la verità! Comunque lui ha una grazia mai vista. Dovresti vedere quando muove quelle mani o fissa qualcosa che è lontano.>>  

   <<OK, chiamalo love… ma cosa vorresti fare tu: andare a vivere con lui? E lui come la pensa?>>

   <<Non so.>>

   <<Non lo sai. Credo che dovresti sapere cosa ne pensa, l’angelo. E’ il minimo!>> esclamò esausta Carla. <<Sabri, è una stronzata distruggere ciò che si è costruito in tanti anni. Fidati.>>

   <<Mmm… dipende dalla prospettiva. Esiste davvero qualcosa che è per sempre, oppure è una nostra illusione?>>

   <<Tesoro, prenditi tutto il tempo che vuoi. Devi far passare questo uragano, qualche mese. Poi si vedrà.>>

 

   Col tempo tutti i mariti si deteriorano. Evoluzione naturale…  E’ una stronzata distruggere ciò che si è costruito in tanti anni. Devi far passare questo uragano… Le frasi secche di Carla mulinavano nella testolina di Sabrina, mentre il suono del campanello la riportò alla realtà fatta di orari e commissioni spalmati su sedici ore: una “realtà perfettamente organizzata" che non ammetteva sbavature e distrazioni.  

   

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Parte 6: http://blog.libero.it/GIORNISTRANI/11348697.html

 
 
 
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