GIORNI STRANI

Vita di comunità: mai come ora dobbiamo fare appello a ogni nostra singola cellula. E' giunto il momento di imprimere una violenta accelerazione all'intelligenza della nostra specie, come una frustata di tramontana: l'occhio non sarà occhio e la mano non sarà più mano, negli anni venturi.

Creato da sergioemmeuno il 22/04/2011
 

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Personaggi e fatti

Il nome e cognome dei personaggi appartenenti ai racconti e ai tag "frammenti di scrittori in erba" e "il mio romanzo", come pure i fatti narrati, sono frutto della mia fantasia.

 

Messaggi di Maggio 2012

Sabrina Monaco e quel forno viaggiante su rotaia... (6)

Post n°639 pubblicato il 31 Maggio 2012 da sergioemmeuno
 

 

  In un battito di ciglia mi posiziono, febbrile, seduta su Emanuele. Non so nemmeno come ciò sia stato possibile, tuttavia non voglio nient’altro che godermi questo attimo rubato.

   Mi attacco alle sue labbra e gli passo le dita fra quei ciuffi ribelli, nel mentre lui rimane tutt’altro che fermo, lavorandomi con le nocche sul solco della schiena sino a spingermi, a ritmo regolare, delicatamente verso l’alto. Nel caos, sento quel maestoso orgoglio pronto a tracimare: questione di attimi: nulla può, l’esigua diga della zip. Quella stupida diga.

   Mi sfilo il pantalone da un lato, fors’anche aiutata da lui, per poi abbattere quella inutile cerniera che ci separa.

   Quindi la forza di gravità ci spinge verso l’ignoto: lo accolgo senza remore smorzando il mio gemito di dolore nella sua bocca ansimante, quasi spegnessi una cicca nell’acqua fredda. Sento dolore, ma è un male delizioso a cui non si può rinunciare.

   Vedo solo un’immagine sfuocata e al centro emerge il volto del mio cavaliere: e sì, è bellissimo ancora di più, ora che i suoi occhi neri si sono assottigliati e rigirati; ora che affonda i suoi denti bianchi sul mio collo, come lame di precisione che intagliano con meticolosità legni pregiati; ora che l’aroma del suo Hypnose si è fusa col mio Insolence, e il tutto si è sciolto in un lago di sudore e saliva…

 

   Lo scompartimento del treno regionale è un impensabile forno crematorio. L’aria è satura dei nostri respiri pungenti, tutt’altro che profumati: chissenefrega.

 

   I sobbalzi del treno mi suggeriscono di molleggiare con più cattiveria sul cavaliere, facendo leva sulle sue spalle e poggiandomi sul pavimento, e così faccio; uno, due, cinque, decine e decine di volte. Quelle mani ormai hanno lasciato la loro impronta sui miei fianchi, non è da meno, lui.

 

   La testa inizia a girarmi e manco poco: chissenefrega.

 

   Ancora su è giù, con lui che, fra un bacio e l’altro, mi tortura con perizia ora il turgido capezzolo sinistro ora il collo sgocciolante: mi ha plasmato in una capillare rete di piacere, che non termina di espandersi… vorrei non finisse mai… E’ meraviglioso, Emanuele. E il suo strumento nodoso è il tronco di questo immenso albero del piacere.

   Avverto che siamo alla fine del Viale.

   Un grido, due grida… forse più.

   Onde sonore e aliti e pupille come veicoli d’amore.

   Finalmente la liberazione, la meritata tregua, nell’area del pensiero prossimo a zero...

   Un cavaliere da clonare, Emanuele.

  

   Un gran silenzio si è impossessato dell’abitacolo e del corridoio del convoglio. Non c'è un’anima là fuori. Rapidamente ricomponiamo abiti e capelli, o quantomeno facciamo il possibile per apparire al mondo in modo decoroso, anima compresa.

   Il convoglio è fermo.

   <<Sabrina…>> spezza l’interminabile vuoto acustico.

   <<Sì…>>

   <<Non pretendo di vederti, sai... Non lo pretendo.>> Una pausa. <<Devi sentirti libera.>> E' esausto. I suoi ciuffi sono comicamente appiccicati per il sudore.

   Prima di liquefarsi nel corridoio, mi mette nella tasca un bigliettino; lo fa con una grazia disarmante.

   Un uragano sulla mia realtà. Credo che dovrò concedermi una bella pausa. Da tutto e da tutti. E il bello è che, fino ad ora, ho sempre biasimato fortemente chi si è scavato con pala e piccone delle pause di riflessione. L’ho sempre considerato un atteggiamento da vigliacchi, eterni immaturi. Che senso ha staccarsi per un tempo X dalla quotidianità? Così mi chiedevo da bacchettona rigorosa, da donna che sapeva organizzarsi anche l’angolo più remoto della propria benedetta vita.

   Bene: oggi tocca a me.

   Devi sentirti libera. Quelle ultime parole mi carezzano come l’ultimo sole d’estate. E mi riscaldano.

 

   Non può essere l’ultimo sole, no. La sola idea mi getta nel buio. Un fascio di luce si apre la stada nel finestrino lercio: devo andare dai miei allievi della Facoltà.

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Parte 5: http://blog.libero.it/GIORNISTRANI/11340008.html

 
 
 

>>>> Un TEST per voi donne con doppia opzione... all'Angolo della confidenza.

Post n°638 pubblicato il 30 Maggio 2012 da sergioemmeuno
 

 

  

 

   Giorno a tutti!

   Allora, donne, quest’oggi facciamo quattro chiacchiere in confidenza?

   Spero ovviamente nella vostra sincerità. Non abbiate remore, suvvia! Ci sono due diverse opzioni di pacchetto, così ognuna sarà libera di rispondere a ciò che ritiene più opportuno.

 

Pacchetto Confort (medium)

 

1) Può sussistere una meravigliosa amicizia fra un uomo e una donna, oppure, come è opinione/diceria diffusa, non ci credete? Se sì, a quali condizioni (esempio: lui è gay… lei deve essere una intellettualoide… lui non è propriamente carino… ecc…)?

 

2) Conoscete un uomo che guadagna 2000 euro al mese, e un altro che ne guadagna 8000. Il primo vi piace moltissimo; anche il secondo vi attira sotto ogni aspetto, ma un pò di meno del primo… Sapete molto di loro, avendoli frequentati in una comitiva, e dovete scegliere, anche perché ambedue sono disponibili e liberi: verso chi vi orientate?

 

3) Voi e la vostra migliore amica siete innamorate dello stesso uomo, che si mostra imbarazzato e in empasse. Impugnate la sciabola per contenderglielo o lo lasciate andare verso di lei?

 

Pacchetto Luxury (strong)

 

4) Siete a priori contrarie al menage à trois, oppure siete “filosoficamente” possibiliste? E se sì, a quali specifiche condizioni?

 

5) Potrebbe capitare che vi innamoriate perdutamente di un prete?

 

6) Ipotizziamo di estrarre le Menti di tutti gli uomini e tutte le donne, e di metterle sotto osservazione su un tavolo di laboratorio… Le "menti superiori" sono più quelle degli uomini o quelle delle donne? E dato che ci siamo… azzardiamo pure una percentuale, su!

 

 

Saludos a toda la comunidad!

                                                                                                             by sgm1

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p.s.  Al momento il pacchetto Extra strong non è disponibile...

 
 
 

Un meraviglioso brano dei Pooh rimasto ai margini: Ragazza occidentale.

Post n°637 pubblicato il 29 Maggio 2012 da sergioemmeuno
 

 

 

 

 

   Giorno a tutti. Oggi posterò un brano dei Pooh a dir poco meraviglioso e che, paradossalmente, non è rimasto nella memoria della gente come altri ben più fortunati. Mi vengono in mente, su tutti, Piccola Katy, Tanta voglia di lei, Pensiero e Noi due nel mondo e nell’anima.

 

   Il brano, a cui sono legato non poco, è Ragazza occidentale, inserito in un album sorprendente e a mio parere sofisticato, Asia non Asia del 1985, che purtroppo non ha riscosso un gran successo. Registrato per metà in Giappone, il disco impiega le avanzate tecnologie del luogo, chitarre sintetiche e tastiere a volontà, su cui spicca sempre la voce di Roby Facchinetti. E non viene mai a mancare quell’atmosfera orientaleggiante.

 

   Le vie del successo battono spesso strade inspiegabili… Sarà che a me piace tutto ciò che rimane inespresso e in penombra... Ecco comunque il testo:

 

Ragazza occidentale

 

È una ragazza occidentale
conosce i soldi e le occasioni
il suono dei gettoni
consumati a farsi dire addio.
È una ragazza di quest'anno
dagli occhi azzurri all'autostop
dagli spaghetti ai sogni
dal primo voto all'ultimo long playing.

Con lei bisogna stare attenti
è una ragazza dei nostri tempi
fisicamente, completamente
lei non ha mai spalle al muro
e quel che vuole lo dice chiaro
fisicamente, completamente.


È una ragazza occidentale
per gli anni atomici, per viaggi in India
e notti sulla spiaggia o facce calde in birreria.
È una ragazza del presente
conosce il corpo e la città
i buchi fino al cuore
gli occhi dell'amore che farà.

Con lei bisogna stare attenti
è una ragazza dei nostri tempi
fisicamente, completamente
lei non ha mai le spalle al muro
e quel che vuole lo dice chiaro
fisicamente, completamente.

 

 
 
 

Sabrina e quel pacchetto di liquirizia purissima (5).

Post n°636 pubblicato il 27 Maggio 2012 da sergioemmeuno
 

 

  

  

  Il treno regionale sembra rallentare e approssimarsi al capolinea, ma quel modo sornione di Emanuele di tirar fuori il quotidiano dalla borsa significa che c’è ancora un po’ di tempo. E presumibilmente ne approfitterò, come il malato terminale che si fuma l’ultima sigaretta.

   Quella dannata bottiglia sul portapacchi continuo a osservarla, cerco di spostarla con la forza del pensiero, ma non c’è nulla da fare: non ha la minima intenzione di ruzzolare sul pavimento, fra i miei piedi e quelli del cavaliere.

   A un certo punto, con quel sorriso appena abbozzato, mi porge il pacchetto di liquirizia purissima.

 

   Una mia esitazione ed ecco il pacchetto stramazzare al suolo. Ci sono innumerevoli gesti banali, a cui non diamo mai una certa rilevanza, e che, a nostra insaputa, potrebbero e possono rovesciare una vita umana. Prima o poi, in modo casuale, l’ordinario compie il suo coup de theatre… e quando è ora non guarda in faccia a nessuno.

 

   Nell’universo esiste solo quel pacchetto, adesso.

   Mi accuccio e nel momento in cui lo afferro, sul dorso della mia mano sento un corpo estraneo. Caldo, dominante, ruvido: è la mano del mio compagno di viaggio.

   Solo un forte bagliore, e nient’altro. Solo quella fragranza dell’Hypnose di Lancolme, mai diversa come ora. Solo una voglia pazzesca di coricare la mia vita su un giaciglio asettico; e con essa, tutte le frenesie e le abitudini e le facili soddisfazioni di tanti, troppi anni. Anni zeppi di appuntamenti e giornate programmate al minuto. Giornate semplicemente perfette.

   Ho la bambagia nelle orecchie.

  

   <<Scusami che imbranata…>>

   <<Lascia a me.>>

   <<Che cretina… è rimasta solo una liquirizia…>> sputo con un filo di fiato, neanche avessi fatto una maratona.

   <<Una ma buona>>, esce da quelle labbra lievemente polpose.

  

   Ci ritroviamo in piedi, sospinti da una forza invisibile. Sono alta quasi come lui, e ne vado fiera.

   <<Chiudi gli occhi>>, mormora Emanuele.

   <<Ma dai… mica siamo ragazzini.>>

   <<Ti fidi di un biologo?>>

 

   Lo assecondo e sento un qualcosa sull’uscio delle mie labbra: è l’ultima liquirizia rimasta. Mi suggerisce, senza proferire parola, di ripassargliela nella sua cavità.

   E’ un tutt’uno, le percussioni sulle rotaie e i battiti dall’interno. Stiamo accelerando?

   Ormai siamo l’uno dentro l’altro. Quest’uomo bacia come tracciasse una sinusoide… inizia con timidezza e prudenza, quindi affonda la lingua gradualmente e inizia a ruotarla a spirale, suggerendomi di seguirlo, sino a osare sempre di più, toccando il culmine dell’onda positiva; per poi diminuire l’invasività del gesto, sino a ritornare al punto d’origine.

   Ci separiamo per annegarci quanto basta negli occhi dell’altro - scuri i suoi -, per capire qualcosa, per trovare una parvenza di spiegazione, ma c’è poco da capire. Pertanto decido di ripartire alla carica io.

   Gli mordicchio il labbro inferiore, e proseguo con avidità divorando quella bocca, sfruttando con mestiere i miei bellissimi denti, quasi fossi un'adolescente. Le mie labbra più grosse si sono impossessate dello scettro di comando,

   Sono in trance, come non capitava da anni.

   Quindi ci rincolliamo fra il tepore dello scompartimento. Dopodiché lui cade all’indietro sulla poltroncina usurata. Forse l’ho spinto. O forse ha perso l’equilibrio.

 

Mi agguanta i polsi e mi fa montare seduta sopra di lui. Non ho paura delle conseguenze.

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Parte4: http://blog.libero.it/GIORNISTRANI/11314732.html

 
 
 

Amore e Sorte...

Post n°635 pubblicato il 27 Maggio 2012 da sergioemmeuno
 

Anche il più grande Amore è sotto scacco delle mosse della Sorte.

 

 
 
 

Tutto quello che ho imparato sulle donne in quarantadue anni e centootto giorni...

Post n°634 pubblicato il 25 Maggio 2012 da sergioemmeuno
 

 

  

   Salve a tutti. Oggi proseguirò su quell’arduo e lento iter di demolizione del senso del pudore. Che stamo a fa’ sennò? Stamo a gioca’?

   Getterò qualche ovetto fra i viottoli di questo blog: e indovinate cosa ci saranno dentro gli ovetti? Tutto ciò che ho capito su voi donne, dopo la bellezza di 42 anni, dicasi quarantadue anni e centootto giorni. Una piccolissima parte del vostro sterminato mondo, per carità, ma che ci tengo a raccontarlo. Un mondo dai mille stati d’animo e dai repentini cambi di correnti d’aria…

 

   Innanzitutto, dovete sapere che il mio avvicinamento alle donne è stato un percorso non facile. Dopo la meravigliosa alba delle scuole medie, in cui i sensi davano i primi segnali di fioritura, fui traghettato nel girone dantesco dell’Istituto Industriale, dove il rapporto man woman era di circa 100 a 1… Se poi si aggiunge il fatto che ero un insicuro cronico, e che la mia cittadina di mare era alquanto “provinciale”, comprenderete la completa inattitudine in merito. I miei primi passi nella conoscenza delle ragazze avvennero giocoforza nella meravigliosa esperienza scoutistica (post sul primo amore).

 

   Dopo l’anno sabbatico dell’esperienza come ufficiale dell’A.M. (altro post), fui assunto nel 1991 da una grande azienda nel campo televisivo e mi trasferii a Roma. Questa fu la mia salvezza, in quanto, libero da regole e catene mentali di matrice clericale, interpretai quegli anni come una sorta di “laboratorio sperimentale”, sicché conobbi molte persone e svariate donne, di ogni cultura ed estrazione.

 

Ecco ciò che ho compreso. Non pretendo siano verità assolute, sono solo solchi di una storia.

 

   Penso che la gioventù, se sentiamo quel profondo brontolio interno, debba essere un “laboratorio sperimentale”: sarebbe preferibile  fare esperienza su quasi tutto, beninteso, eccetto droga e atti criminali. In caso contrario, a cinquant’anni potremmo riscoprirci uomini frustrati, viziosi e dipendenti del sesso.

 

    I rapporti con le meretrici sono roba di uno squallore indescrivibile.

 

   L’eventuale liaison fra il ventenne e la cinquantenne è un qualcosa paragonabile a uno tsunami emotivo. Un perché ci sarà, ma parlarne significherebbe scrivere un saggio di almeno 150 pagine e… io forse che faccio lo scrittore di professione?!

 

   Una volta raggiunta quell’età della maturità, ossia i 35-40 anni, non è più concepibile ragionare col pisello. Il bello è il saper parlare e confrontarsi col mondo femminile, con leggerezza e amicizia disinteressata (ciò che io cerco qui), perché si può palpare quella metà originaria che si è separata da noi chissà quando… E diciamocela tutta: stringi e stringi, forse, non importa nemmeno se all’origine dei Tempi ci sia stata davvero questa separazione.

 

   La maggioranza delle donne sono creature meravigliose. Eccole or ora, mentre le  vedi  ridere e poi piangere; sorseggiare e fumare; sbadigliare e sfogliare una rivista; passeggiare e  scrutare le vetrine; truccarsi, passarsi lo smalto sulle unghia e rimanere assorte col viso inclinato. E’ bene però evitare come la peste le femmine col chip dell’aggressività incorporata. Possono succedere episodi in cui una donna svalvoli e vi salti addosso ringhiosa, ma se è una costante…

 

   Botto finale dei fuochi di maggio: sono convinto sempre più che una donna (matura), al primo sguardo, sa già se si innamorerà di quell’uomo. Come dire… un angoletto remoto del vostro cervello diabolico è capace di anticipare le mosse del cuore! Come accada, non lo so. Ma tutto ciò non lo sa nemmeno il Padreterno (?).

 

Sperando di aver gettato là qualche spunto di riflessione, auguro una splendida giornata di sole a tutti!

 

 
 
 

Il parallelo fra lo sport più bello del mondo (il tennis) e la Signora Vita...

Post n°633 pubblicato il 24 Maggio 2012 da sergioemmeuno
 

  

  

   Salve a tutti. Oggi vorrei fare un tributo a quello che ritengo lo sport "più migliore" del mondo: il tennis; e tentare un ardito quanto romantico parallelo metaforico con la Signora Vita. Mi spiace se sarà un post un tantino selettivo (non tutti seguono lo sport delle palline gialle), ma lo dovevo vomitare da un bel pezzo. Un'esigenza viscerale, direi.

   Perché questo sport. E' una disciplina di notevole complessità e, al contempo, semplicità: uno "sport di situazione" dove sono necessari numerosi aspetti: tecnica, atletica, tattica e capacità mentale (Nadal VS Federer docet...). Devi confrontarti uno contro l'altro, sfruttando tutte le armi a propria disposizione; non per ultime quelle mentali, dall'intelligenza tattica alla scaltrezza, dalla lucidità all'istinto.

   Innanzitutto, credo che un nostro approccio positivo debba farci identificare, in genere, l'avversario non in una persona in carne ed ossa, bensì nella Vita stessa, in tutti i propri ostacoli ed evoluzioni... A meno che si tratti di battagliare con un altro essere umano, cosa che comunque può sempre capitare... nel lavoro e, talvolta, anche nella sfera degli affetti.

   In un incontro di tennis può succedere di tutto. Sei avanti uno o due set, per poi essere rimontato e perdere. Perdi il primo set in un serratissimo tiebreak, dopo che hai dato tutto, per poi crollare, esausto, 6-0 al successivo... Vinci 10 match di seguito contro un avversario, finché capitoli all'undicesimo. Sei il numero 1 del ranking e quel disgraziato giorno finisci per perdere col numero 100: avevi avuto l'influenza il giorno prima o doveva semplicemente andare così... Poi ci sono le giornate di sole, quelle umide e gl'incontri con le luci artificiali. Per non parlare delle diverse superfici di gioco: cemento indoor e outdoor (diverse varianti), erba e terra.

   Ora ditemi: tutti questi esempi, che potrebbero essere infiniti, non possono essere trasposti nella meravigliosa Vita?

   Ci sono i colpi di genio, similmente alla nostra esistenza. Come le palle smorzate (corte), le demivolee e le veroniche.

   Ci sono i colpi di talento e di carattere, veri colpi killer che io adoro: i dritti a anomali, aggirando la pallina dal lato sinistro e colpendola lungolinea, oppure i dritti a sventaglio, ossia  spedendola con effetto verso destra (o sinistra se si è mancini) e spingendo l’avversario fuori dal campo. Non è come quando… prendiamo a mozzichi la vita stessa?

   Quindi consideriamo la forza del carattere, rappresentata dalla resistenza fisica e dalla corsa a fondocampo.

   La decisione ragionata, secondo una certa logica, la vedo ben espressa durante il servizio di battuta. Come tiriamo adesso? Forte? Piatto? Liftato? centrale o a uscire? Insomma, da valutare di volta in volta, considerando anche se sia una prima o una seconda palla (ultima).

   C’è l’audacia di prendere certe iniziative, ovverosia portare il nostro attacco sotto la rete, con volee e smash. 

   Esistono i colpi dell’astuzia, come i passanti e i pallonetti, che infinocchiano l’avversario che viene sotto la rete.

 

   Infine ci sono i due rinomati fondamentali: il dritto e il rovescio.

   Il primo deve macinare il gioco, deve essere potente e preciso per mettere in difficoltà l’avversario… quindi mi viene da pensare alla quotidianità, dove bisogna costruire mattoncino dopo mattoncino.

   Il secondo è un colpo spesso di difesa o per spezzare il ritmo e sorprendere chi ci è di fronte. Pertanto, non esitate talvolta, nella Vita, a colpire di rovescio!

 

Allora… avete portato un paio di tubetti di palline? Buenos dias a todos!

 

 
 
 

The battery is at low_____

Post n°632 pubblicato il 23 Maggio 2012 da sergioemmeuno
 

 

 

   Sembra facile la vita del blogger… ma credo sia più facile essere pubblicati dalla Mondadori! Il tutto dire.

   Insidie da terra, dai cieli, dai mari, dal sottosuolo (!). Insidie dalla frenesia quotidiana e dal tarlo nella nostra testa…

 

   Giorni fa una mia amica di Community ha gettato la spugna e ha detto che deve staccare la spina per un tempo X. A volte anch’io ho la tentazione di mettere quel lucchetto sul profilo, ma non voglio dargliela vinta… finché reggo e finché ho la forza per scrivere come minimo un nome e un verbo.

 

   <<Sembra facile tagliare il prosciutto a mano come lo chiede la signora>>, diceva il salumiere sotto casa.

 

   Molte volte, sapete, desidero una panchina tutta per me, dove osservare il mondo sottostante con sguardo distaccato, quasi in stand-by. E lasciare i pensieri seduti, lì affianco a me.

Troppo di troppo, oggi, c'è.

 

   Oggi faccio  così.  E   rimetto    pure       in         ca          ri         ca

l                                             b                           a                          t                       t                           e                                    r                               i                                 e          

                                                          

 

 
 
 

Le mie scuse pubbliche alla Signora per il post n. 630, raccolgo i cocci, e riprovo con un post migliore...

Post n°631 pubblicato il 22 Maggio 2012 da sergioemmeuno
 

Giorno a tutti.

    Dunque. In quanto curatore del blog Giorni Strani, mi sento in dovere di fare le mie scuse alla Signora in oggetto. Non è mio costume bacchettare a priori qualcuno, tanto più in sua assenza, eccezion fatta (chi mi conosce lo sa) per gl'Invidiosi con tanto di certificazione (ma è un altro filone).

   Credo che il post precedente sia partito male - chiedo venia -, e sia finito peggio con commenti un po' eccessivi. Insomma, la situazione ci è scappata di mano e ci siamo tutti impantanati in un bigottismo esagerato e qualunquista: un conto è comprendere, un conto è mettere alla gogna. Ho le mie colpe: è sicuramente il mio peggior post da quando scrivo qua.

   Avevo invitato la Signora a scrivere un post qui, per illustrare bene cosa desidera, COL FINE DI CAPIRE, ma ha gentilmente declinato. Mi ha dato l'impressione di essere un "gran cervello". Mi ha però detto di riferire quanto segue:

   E' stanca delle numerose delusioni sentimentali (è anche vedova) e vorrebbe un uomo vero, sia dal punto di vista fisico ma anche mentale. L'asticella non era riferita a nulla di fallico (come temevo...). Le ho fatto notare la mia unica FORTE perplessità: perché deve cercare "possibilmente un uomo impegnato"? la sua risposta è stata che così "non si farà male nessuno". Quando poi l'ho etichettata Signora Esigente mi si è messa pure a ridere... meglio così.

   CAPITOLO FINITO: SCUSI, SIGNORA ESIGENTE! E IN BOCCA AL LUPO (SENZA IRONIA). 

   Allora, raccolgo i cocci del pessimo post precedente (chi mi aiuta?) e, invece del concetto vecchio di Uomo-oggetto, me ne invento uno nuovo: l'"Uomo funzionale a progetto". Costui è un uomo che può garantire i più disparati bisogni di una donna: sesso fatto bene; cinema, serate e ballo; viaggi; qualcosa di più... tipo dialogo, sfogo e comprensione; convivenza per il solo weekend. Oppure altro ancora che non mi sovviene. Il tutto con la consapevolezza che non si guarda al futuro... e nemmeno a una possibile vita sotto lo stesso tetto, per quanto è ragionevole pensare che un sentimento effettivo ci sia.

   Vorrei fare un discorso che consideri tutte le eventualità, alla luce di ciò che osservate quotidianamente nella società, e che non si soffermi solo su un caso specifico (come avevo erroneamente fatto con la Signora). D'altronde due occhi (i miei) possono vedere e comprendere meno di mille occhi (i vostri), nella vita sociale, che dite?!

QUINDI RILANCIO UNA DOMANDA PIU' APPROPRIATA:

   Da ciò che vedete attorno a voi - nei casi più disparati, da quelli stereotipati a quelli più pittoreschi -, c'è una tendenza emergente delle donne, a differenza delle vecchie generazioni, a cercare un "Uomo funzionale" che soddifi certe specifiche funzioni e bisogni, e "a progetto", cioè in un arco di tempo limitato?

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p.s. In soldoni, un "uomo a progetto" e non "per un progetto".

p.s.2 upff... upff... upff... gliel'ho fatta ad esprimere la mia idea originaria...

 
 
 

Rapporti Uomo-Donna: è iniziata la società del "maschio oggetto" (a volte richiesto anche con CERVELLO)?

Post n°630 pubblicato il 21 Maggio 2012 da sergioemmeuno
 

 

 

 

Giorno a tutti.

   Oggi riporto la descrizione di una donna della Community, cambiando ovviamente le parole e non citando il suo nick. La descrizione mi ha molto colpito, ed è l’ennesima conferma dell’estrema complessità del cervello delle donne.

   Cerco di rimanere in un cono d’ombra, per non cadere in facili giudizi, ma mi chiedo cosa porti una donna a cercare un uomo del genere. Si presume che la donna desideri emozioni forti ma… se esige anche doti mentali fuori dal comune va oltre… cerca forse un “superman a gettone”?

 

Voglio un uomo che sia un pezzo di fango. Sono annoiata di uomini dolci e smielati, che offrono amicizia, carezze e comprensione. L’uomo deve essere, se possibile, impegnato e di ottimo aspetto. Priorità assoluta: intelligente e colto. La sua asticella deve essere molto più alta della media degli uomini.

 

Cosa ne pensate? Ovviamente sono curioso di sapere il pensiero di voi donne. E soprattutto, sarei curioso di sapere se è una tendenza femminile che si sta diffondendo, figlia dei tempi attuali…

Certo, le stesse eventuali conseguenze non sarebbero robetta da poco, mi viene da pensare a quelle sostanze chimiche a lento rilascio... che dite?!

 

 

p.s. il messaggio è stato modificato nella forma.

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p.s.2 CORRETTO TITOLO SU SUGGERIMENTO DI CAPPOTTINO (A SCANSO DI EQUIVOCI!)

 
 
 
 
 

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