GIORNI STRANI

Vita di comunità: mai come ora dobbiamo fare appello a ogni nostra singola cellula. E' giunto il momento di imprimere una violenta accelerazione all'intelligenza della nostra specie, come una frustata di tramontana: l'occhio non sarà occhio e la mano non sarà più mano, negli anni venturi.

Creato da sergioemmeuno il 22/04/2011
 

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Personaggi e fatti

Il nome e cognome dei personaggi appartenenti ai racconti e ai tag "frammenti di scrittori in erba" e "il mio romanzo", come pure i fatti narrati, sono frutto della mia fantasia.

 

Messaggi di Ottobre 2014

>>> Riflessioni senza peli sulla lingua, a un anno di uscita di Generazione oltre la linea

È passato poco più di un anno dalla pubblicazione del romanzo Generazione oltre la linea, l'esordio per cui non mi sono risparmiato, andando a prendermi alcuni rischi personali. Ma in certi casi bisogna essere come la cavalleria… quando si parte bisogna proseguire indomiti, ehe. Sono sobriamente soddisfatto dell’esperienza. Tanto potrei e dovrei dire, ma rischierei di essere palloso e di ammorbare persino me medesimo, quindi farò una sintesi.

Quando ci si mette in gioco – è ridicolo che uno si faccia il culo come un secchio e poi si nasconda dietro la tenda come i bimbi timidi, cosa che più volte ho ribadito alla consorte – bisogna anche aspettarsi recensioni negative. Un libro, un quadro, uno stesso brano musicale vanno a toccare le corde di ognuno di noi in modo del tutto personale. Purtroppo ma anche per fortuna, direi.

Mi sia consentito un discernimento: ci sono critiche oggettive che sono da condividere e concorrono alla nostra crescita, poiché sanno mettere in piedi un’idea costruttiva; altre no, in quanto impiegano la carta vetrata sull’opera in toto, accecate da chissà che cosa. Ho scelto i 5 giudizi in un certo senso più rappresentativi nel bene e nel male.

 

Secondo il mio modesto parere, la pecca maggiore è la struttura del romanzo. Un esempio su tutti. I personaggi del libro (una ventina circa) sono presentati al lettore un po’ come il primo giorno di scuola, quando la maestra fa l’appello. Personalmente credo che questo espediente invece di fornire una panoramica esaustiva dei protagonisti, generi confusione in quanto non ci sono punti di riferimento. Tutti i personaggi sono sullo stesso piano, salvo poi (ovviamente) svilupparne solo alcuni in dettaglio.

La recensione di Gialloecucina è stata comunque buona (3.5):

http://gialloecucina.wordpress.com/2014/03/07/generazione-oltre-la-linea-sergio-messere/

 

Un esempio ora di una recensione che non posso “considerare”, in quanto contraddittoria:

Apprezzo l’idea strettamente “ecologica” dell’autore, il tentativo nobile di porre l’attenzione dei lettori su problematiche attuali quali: multinazionali, OGM, e tematiche come la scoperta di se stessi attraverso la convivenza con altri in piccole comunità.

Ripeto che alcuni dialoghi, per quanto lunghi e talvolta noiosi, riportano degli spunti riflessivi di un certo spessore, ma nulla di più.

Ora, è evidente che la storia non è stata molto gradita (2.5 stelle, ossia “leggibile”), ma mi chiedo, potendo avvalermi del diritto di replica, come cribbio possa essere “nulla più” un libro che parla di ogm, multinazionali, evoluzione del Sapiens, filosofia della Libertà, studio di sé… Diverso sarebbe già stato se lei avesse detto che avevo scritto delle boiate scientifiche.

http://sognandoleggendo.net/generazione-oltre-la-linea-di-sergio-messere/

 

Continuiamo nel bagno collettivo, ecco un commento essenziale che mi rende nudo e mi fa ancora sorridere:

Butterfly  14 giorni fa

Sto libro è il festival del sesso nevrotico all'ennesima potenza.

http://www.gliamantideilibri.it/generazione-oltre-la-linea-sergio-messere/

 

Ed ecco ora la recensione di Tamara Mussio (4.25), quella che più mi ha reso felice, poiché si è perfettamente calata nella storia come una speleologa, agganciandosi alla mia cella mentale:

La particolarità e la bellezza di “Generazione oltre la linea” sta nel miscuglio di pensieri, riflessioni, analisi cervellotiche e ricerca della verità, che pervadono tutto il testo. Il lettore entra leggendo il punto di vista del protagonista, Danilo, ma è falso. In realtà il lettore viene portato senza preavviso in mezzo a tutti i protagonisti e entra nella mente di ognuno di loro, cedendo alla confusione e allo smarrimento che loro stessi provano. 

http://glispaccialezzioni.wordpress.com/2014/05/07/recensione-a-generazione-oltre-la-linea-di-sergio-messere/

 

Proprio al mondo cinema sembra avvicinarsi il suo romanzo: Generazione oltre la linea. In primo luogo per la somiglianza con il film Kill your Darlings (Giovani Ribelli), vedi l'ambientazione collegiale ed un'aria rivoluzionaria che aleggia in quei luoghi. In secondo luogo per la coralità del romanzo, fatto di numerosi personaggi. Una scelta questa poco consona per la letteratura, in quanto il rischio del romanzo corale è quello di non metter in luce nessun protagonista, distraendo il lettore. 

Messere si assume questo rischio, in quanto per raccontare la sua storia necessita di una generazione pronta a tutta per sovvertire l'andamento piatto e generale delle loro e delle nostre esistenze.

Questa cosa del cinema mi ha sicuramente smosso qualcosina.

http://www.50e50thriller.com/2014/10/generazione-oltre-la-linea-sergio.html

 

Finiamo con un complimento che, paradossalmente, ha valorizzato la mia follia:

Mah! un romanzo di folli scellerati, col certificato. Non mi ha globalmetne convinto

http://fai.informazione.it/p/4215265A-189C-45A6-98E1-46991AFAA3A6/Generazione-oltre-la-linea-Prospettiva-editrice#insComm

 

Il mio sogno, adesso, è realizzare qualcosa nel cinema. Non è facile, ci proveremo…

Epilogo: premesso che solo Chi va al mulino s’infarina, un suggerimento sincero per esordienti nel campo editoriale e non solo: mettetevi nelle mani di un buon editing!

_____________________________________________________________________

Link ai vari portali sparsi per l’orbe webterracqueo:

http://libri-fantascienza.recensioni-prodotti.it/recensione/Generazione-oltre-la-linea-(Sergio-Messere)/#user_rating_extern18

 

 
 
 

>>> Tetralogia degl'Inquieti: appunto critico di Valerio Gaio Pedini.

Post n°918 pubblicato il 05 Ottobre 2014 da sergioemmeuno
 

A cura di Valerio Gaio Pedini

 SERGIO MESSERE E LA POETICA ICONOCLASTA

 

Sergio Messere, poeta tutt’altro che prolifico (37 poesie scritte), naviga nell’ombra di un linguaggio di mezzo: tra il fisico e il metafisico, l’etereo e lo sporco, lo strozzato e il libero. Trasuda nella sua opera una capacità asmatica del verso,dove il poeta, ( o ciò che resta dell’uomo poeta), si fa carico del tempo e nella realtà il suo linguaggio va a precipitare e ad edificarsi in un tripudio linguistico, d’immagini e di suoni arroganti, che si soffocano e si rianimano a vicenda.

La poetica di Messere si attorciglia nell’uomo ed impreca l’uomo, rivolgendosi ad un uomo distante, ma vicino:

È giunto il tempo,

Uomo,

in cui seguirmi

dovrai

senza remore,

per conoscere

con gli occhi –

a viva luce –

quanti volti

popolano

e scorrono via

nella colata

incandescente

dell’imperitura sostanza

sempre a te celata.

 

Tutto si mostra, tutto viene rivelato, mentre tutto si nasconde all’uomo.

Il poeta è cieco, e solo con la cecità, si può vedere ciò che sta al di là delle barriere temporali, ergo si parla di “imperitura sostanza/sempre a te celata”, con un tono profetico, che allude ad una ricostruzione concettuale dell’uomo.

Ed è nell’immagine linguistica che si trova l’icona che brucia le altre, in questa Babilonia in cui tutto crolla e tutto si frammischia.

Eccoli or ora,

Uomo,

non esitare

e domina

con la mente

codesta moltitudine

di entità bizzose

dal flusso permanente.

 

Ed ancora la poetica si ha nel gioco di contrasto, tra immobilità e mobilità, tra solidità e liquidità: un cosmo che muta in fissità, che deve essere dominato e maneggiato, rendendo il chiaro scuro, e lo scuro chiaro, con la lanterna di Diogene.

E il linguaggio poetico allora si condensa nel raccapriccio, nel tugurio cosmico, in cui l’uomo si mastica da solo:

Ridacchiano

variopinti

menestrelli impudenti,

mentre schizzano

come molle

fieri degli aguzzi denti.

 

Nel linguaggio iconoclasta è la fagia e l’autofagia umana che si assottiglia fino a diventare una rugosissima carta vetrata, che infetta e scrosta la mente umane, tentando di lucidarla. La poesia, come Giorgio Linguaglossa, ha dichiarato, si verifica nella bestemmia e nella bestemmia deve essere protratto allora il linguaggio, per rigenerarsi e autodistruggersi, di continuo.

Le immagine date da Sergio sono immagini di un cosmo caotico e oscuro, che cerca d’illuminare col Verbo,andando oltre ad esso.

Ergo tutto si raffigura in una dimensione puramente inquietante, in cui l’io diviene noi, il noi diviene tu, ed alla fine l’interlocutore diviene una divinità umana che si raffigura in un corpo femminile, come la dea madre: solo che qui non è più la madre della natura, ma la madre dell’uomo, e quindi si raffigura con l’umanità stessa, in cerca di una salvezza, spodestata da se stessa.

La divinità diviene morta e l’uomo poeta la prega affinché resista.

Un ultimo inchino

mentre eretta

t’inabissi,

a poco a poco,

bagnata di luce,

ardente d’amore,

gravida di conoscenza.

Fra le acque

di cera viva

sul tuo guscio

di bianco latte.

 

Il contrasto è evidente (guscio/ di bianco latte): una protezione che genera, ma muore, come una falena.

Ed è forse questo il contrasto più importante da farsi in una poetica iconoclasta, al di là del tempo e del linguaggio: una poetica che concettualmente porta il superuomo a divenire antiuomo, in una costante autofagia che serva a rivelare se stesso, ponendosi in una dimensione di totalità.

In sintesi rintracciano in questa poetica dell’inquietudine una capacità rigenerativa, al di là della diaspora umana: il perdersi per trovarsi, l’oscurare per fare luce fanno di questa poetica l’ossatura di un principio che si rigeneri con la fine, per oltre all’”Al di là del bene e del male”.

 

http://filipponiscrittore.blogspot.it/2014/09/la-tetralogia-deglinquieti-di-sergio.html

 

 
 
 
 
 

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