GIORNI STRANI

Vita di comunità: mai come ora dobbiamo fare appello a ogni nostra singola cellula. E' giunto il momento di imprimere una violenta accelerazione all'intelligenza della nostra specie, come una frustata di tramontana: l'occhio non sarà occhio e la mano non sarà più mano, negli anni venturi.

Creato da sergioemmeuno il 22/04/2011
 

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Il nome e cognome dei personaggi appartenenti ai racconti e ai tag "frammenti di scrittori in erba" e "il mio romanzo", come pure i fatti narrati, sono frutto della mia fantasia.

 

Messaggi di Gennaio 2015

Sensualità, eleganza ammiccante, solarità e spirito techno-dark... tutto in una canzone!

Post n°923 pubblicato il 25 Gennaio 2015 da sergioemmeuno
 

 

 Link al brano:

https://plus.google.com/114944717626016780294/posts/5HapKmZ2RuS

Salve a tutti.

Sarà che sono nato nel ’70 e iniziavo a sentire i primi fremiti adolescenziali negli stupendi Ottanta, a mio avviso un periodo con molte (troppe?) condizioni favorevoli… non mi stancherò mai di ripeterlo, e a questo periodo devo esserne grato; sarà che ci sarebbe molto da dire, per cui alla fine non dirò nulla, ma risentendo questo brano del preistorico 1984 mi è venuta letteralmente la pelle d’oca.

 

Si fa presto a dire Musica, a dire Arte… In questo Nel mio cielo puro – con testo guarda caso di Mogol e del fratello – Marcella Bella tocca a mio parere l’apice della sua carriera. Sensualità, eleganza ammiccante sempre lontana dalla volgarità, e soprattutto una gestualità minimalista che diviene un tutt’uno col testo che… contiene una promessa di “un paradiso da scoprire sotto un velo nero”. Quanto ben di Dio solo in una canzone.

 

Un brano eterno che mi ha ispirato l’esibizione canora di Frida Lang nell’Amore S che sto scrivendo da qualche mese. Donna si può essere in mille modi – e su questo terreno, francamente, noi uomini non vi guardiamo nemmeno col binocolo: qui c’è tutta la mistica della donna che si svela a poco a poco, consapevole, connubio di solarità e spirito techno-dark. Incisiva come un pezzo di carta solcato da tre linee di china.  E nella cui mente ogni uomo esigente desidererebbe essere accolto. 

Ricordi bastardi!

 

 
 
 

>>> Convocazione dal PM.

Post n°922 pubblicato il 17 Gennaio 2015 da sergioemmeuno
 

 

>>> Dal romanzo Amore S in corso d'opera...

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«Signor Moroni, faccia uno sforzo ulteriore. Chiaro che ognuno da una tastiera può mostrare ciò che ritiene più opportuno.»

«Mette in dubbio la nostra professionalità?»

«E lei vuole insegnare la vita a me? Suvvia!» seguì una risata reboante.

«Lasciamo sta’ le competizioni, Dottore.»

«Bene. C’è un qualcosa di insignificante che vi siete detti?» Giorgio chiuse gli occhi e su un registrò nero rivide apparire centinaia e centinaia di dialoghi su tastiera.

Quindi, finalmente, da un cassetto ai margini della memoria, ricordò quella volta in cui Walter gli accennò il piccolo conflitto con un’amica fraterna che gli aveva chiesto un consiglio fuori tema: alla donna, in soldoni, occorreva un valido aiuto per corteggiare con successo un uomo; aggiunse che lei ne era fortemente innamorata, ma la questione era assai intricata, anche perché avrebbe dovuto fare i conti, prima o poi, con una rivale non poco agguerrita.

A questo punto, De Feo ebbe un sussulto sulla poltrona, quasi avesse subodorato un elemento determinante.  «Ricorda il nome della donna?»

Giorgio fece spallucce. Walter non aveva fatto alcun nome.

«Non ha mai avuto il dubbio che si trattasse di Frida?»

«Nel modo più assoluto. Vi sta creando grattacapi questa lady, eh?»

L’uomo di legge si oscurò. «È sulla bocca di tutti, ma non abbiamo nulla di concreto. Fonti certe ci hanno riferito che la diva, anni fa, cantasse in un locale di musica blues.»

«Walter conosceva Frida solo per nomea. Lo garantisco.»

«Grazie mille, Giorgio», e gli pose il suo bigliettino da visita nel caso gli fossero tornati a galla dettagli significativi. «Sappia che, volendo, ho contatti alla Mondadori…»

Adesso soli, il PM e il collaboratore erano alquanto pensierosi. Probabilmente, Patrizia Longoni sarebbe stata l’unica indagata, per quanto la sua posizione accusatoria fosse flebile: perché farlo fuori proprio in un appuntamento di cui alcune persone – fra cui lo stesso Giorgio – ne erano a conoscenza? Non si era creata il minimo straccio di alibi.

 

L’uomo si era dileguato e girava come uno spettro: ritornò in se stesso solamente quando si ritrovò davanti la Metro di Repubblica. E mentre era sballottato dal movimento del veicolo e nauseato dagli acri odori dei passeggeri zombie, ripensò alla lettera di amore trovata in tasca a Walter; ripensò a quanto non se ne sapesse mai abbastanza delle esistenze degli altri; e considerò che quell’ennesimo ombrellino lilla trovato nella palazzina dell’uomo era l'ormai noto marchio di superbia – al limite della megalomania – di Frida Lang: la donna che amava gli uomini senza amarli.

 
 
 
 
 

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