GIORNI STRANI

Vita di comunità: mai come ora dobbiamo fare appello a ogni nostra singola cellula. E' giunto il momento di imprimere una violenta accelerazione all'intelligenza della nostra specie, come una frustata di tramontana: l'occhio non sarà occhio e la mano non sarà più mano, negli anni venturi.

Creato da sergioemmeuno il 22/04/2011
 

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Personaggi e fatti

Il nome e cognome dei personaggi appartenenti ai racconti e ai tag "frammenti di scrittori in erba" e "il mio romanzo", come pure i fatti narrati, sono frutto della mia fantasia.

 

Messaggi del 19/07/2014

>>> Momento topico di Generazione oltre la linea: incontro fra Dani e Sir Gabriel Alexandrov - parte 1

Post n°907 pubblicato il 19 Luglio 2014 da sergioemmeuno
 

Sera a tutti. Condivido un momento topico del romanzo Generazione oltre la linea, dove Sir Gabriel rivela a Dani elementi di un progetto ambizioso. Allettante quanto poco plausibile...

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Strambo il primo incontro da solo con Gabriel. Dopo la performance della “dama bianca”, mi rifugio sulla spiaggia dietro la pineta. Il mare aperto, i suoni di sottofondo e la voce calda e sicura del precettore, nonché il suo profumo di tabacco.

La coda del sabato, fra poco si entrerà nella domenica, il culmine sportivo della manifestazione: su questi lidi ci sarà chi riderà, ma anche chi verserà lacrime per essere stato schiantato dall’avversario.

«Pensieroso? L’importante è giocarsela con dignità. Poi si può anche perdere», mi sussurra. Si siede accanto a me, con le chiappe sull’arena umida. A un paio di metri il mare gorgoglia. È una pace quaggiù. Il luogo ideale per ogni confessione, ma anche per intese di qualsivoglia natura. Ad alcune decine di metri, fra una tenda e l’altra, qualche coppia o gruppetto in sacra contemplazione. Più in là ancora, già dalla vasta pineta, arrivavano seppure smorzati i primi schiamazzi delle tribù verdi. Le classiche canzoni accompagnate da una chitarra, barzellette, corteggiamenti, persino gavettoni.

La sua vicinanza mi mette un pizzico di soggezione. «Stasera qualcuna t’ha fatto svalvolare, eh? Sfogati ragazzi’.»

«Non ti sfugge nulla. Hai un satellite personale?»

Sorride. «Se tu potessi, chi sceglieresti fra Laura e Monica?» L’arguto cerca di inserirsi con garbo nella mia intimità.

«Tu cosa mi consigli», gli ripasso la palla.

Ci pensa un po’: «Non posso darti una risposta unica».

«Che significa?»

«Dipende dalla prospettiva. Mi dovrei calare in tre o quattro figure differenti.»

«Allora prendi la corda e calati.»

«Ok. Dunque, se fossi un maestro malato di estetica, ti direi di bere da ambedue le sorgenti.» Un ghigno.

Ascolto con interesse: «Mica male l’idea».

«Se fossi un tuo amico, ti direi: “lasciamene una per me”.»

«Un amico veramente disinteressato.»

Secondo ghigno. «Se fossi tua mamma, infine, ti direi: “cocco di mamma, lascia sta’, non fanno per te”.»

«E perché mai?»

«Non le vedrei come mogli ideali, in grado di dare calore e serenità a mio figlio.»

«Forse perché sono due “ragazze moderne”, che non hanno in testa il principio di una famiglia vera?»

«Bah, vai al sodo Dani, sono tipe tremendamente am-bi­zio-se.»

«D’altronde per diventare medici ci vuole ambizione.»

«Sì, ma credimi, il male è quando si è ambiziosi in tutto. E loro lo sono. Così si finisce per fare terra bruciata attorno.»

Quindi gli chiedo, per concludere, l’autorevole giudizio in qualità di sommo rettore dell’Officina.

Sorprendente la risposta: «Non ti devi far coinvolgere da nessuna delle due».

«E se fossi un allievo, a chi batteresti i pezzi?» Forse non avrò più altre occasioni per stare da solo con lui, sicché voglio sfruttare queste improponibili condizioni.

«È un dilemma.»

Parlare con Gabriel è una cosa fuori dal mondo. Scorrono sempre il piacere, l’incertezza, quell’eccitazione sul filo del discorso che s’instaura con lui. Non si sa mai dove si andrà a finire. Anni dopo, in età matura, mi sarei accorto che non dipendeva dalla nostra vulnerabilità giovanile. In vita, non avrei più incontrato nessuno così profondo, raffinato, ambiguo. Un personaggio tuttofare da circo della vita: prestigiatore, giocoliere, equilibrista, domatore di leoni, pagliaccio dall’aspetto serio; e, quando meno te lo aspetti, eccolo in tenuta di addestratore di cani barboncini.

Sull’ultima domanda ci si sofferma un bel po’. «Allora, alla luce del sole flirterei con Monica. Ma, al tempo stesso, cercherei tramite un’intermediaria fidata di agganciare Laura.»

«Ma... Papi... somiglia molto alla mia condizione!» Va da sé che ero sulla sua stessa lunghezza d’onda. Difficile capire se sia una risposta sincera o mi voglia indurre a fare l’ultimo disperato tentativo con la Ducròs. Gli domando perentorio cosa percepisce delle due fanciulle.

«Monica è il primo cavallo di razza creato da Nostro Signore per frustare la passione dei maschi.» Si accende il sigaro. «Invece la virtuosa Laura, con quegli occhi immensi, quelle rotondità senza fine, è la personificazione di Mamma Natura che allatta il mondo.» All’unisono, scoppiamo in una fragorosa risata, manco fossimo due compagni di liceo di vecchia data. E, guardandomi fisso negli occhi, mi passa il sigaro.

Afferro l’importanza immensa del gesto: finora il sigaro non l’aveva passato mai a nessuno.

In un secondo tempo lo punzecchio, dicendogli che, se mi aveva raggiunto in quel contesto da solitari, ci doveva essere una motivazione seria.

«Credo sia arrivato il momento di scoprire alcune carte. Te lo meriti, Dani.»

«Santo Dio, allacciamoci le cinture.»

«Alla fine della scuola, tre di voi verranno con me. È un grande progetto, credimi. Te lo giuro su mio figlio Bruno.» L’aeromobile di Gabriel sta scaldando i motori; dopo interminabili chiacchiere e pippe mentali, si sta incominciando a toccare qualcosa con mano.

«Politico, scientifico o cos’altro?»

«Ma sempre per settori ragionate? In parole povere, è tempo di cambiare questa misera società. Creeremo una comunità-stato, in grado di garantirsi da sola i bisogni primari: cibo, una casa, vestiti, energia pulita.»

Non me l’aspettavo che la rivelazione prendesse questa piega da visionario scenario postatomico. Chiaramente si sarebbe scelto un luogo adeguato, al di fuori del trambusto della civiltà.

«Quali sono i compiti dei tre. Forse dirigere le aree della scienza, delle arti e dell’etica?» Mi riappaiono le balorde idee di Monica, quel giorno che aveva parlato dei tre ministeri: dunque la bruciata aveva scoperto prima di ogni altro le vere intenzioni del folle?

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>>> Tratto da Generazione oltre la linea - 2013, Prospettiva Editrice.

 

 
 
 
 
 

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