GIORNI STRANI

Vita di comunità: mai come ora dobbiamo fare appello a ogni nostra singola cellula. E' giunto il momento di imprimere una violenta accelerazione all'intelligenza della nostra specie, come una frustata di tramontana: l'occhio non sarà occhio e la mano non sarà più mano, negli anni venturi.

Creato da sergioemmeuno il 22/04/2011
 

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Personaggi e fatti

Il nome e cognome dei personaggi appartenenti ai racconti e ai tag "frammenti di scrittori in erba" e "il mio romanzo", come pure i fatti narrati, sono frutto della mia fantasia.

 

Messaggi del 22/07/2014

>>> Momento topico di Generazione oltre la linea: Incontro fra Dani e Sir Gabriel Alexandrov - parte2.

Post n°908 pubblicato il 22 Luglio 2014 da sergioemmeuno
 

Scuote la testa: «Troppi film avete visto. Roba più pratica». Un’inalata di tabacco. «Uno si occuperà dell’economia della comunità. Un altro legifererà le regole di convivenza. E il terzo, l’umanista, si occuperà dell’istruzione degli uomini e delle donne del domani.»

«E chi amministrerà la giustizia interna?»

«Ovviamente tutti e tre.» Il Baffuto sta indubbiamente almeno cinquant’anni avanti sul nostro tempo. «E tu, caro», fece un largo sorriso, «sarai il seminatore dei nostri ragazzi. Beninteso, non sei obbligato ad accettare.» Aggiunge anche che non avrebbe vissuto stabilmente nella comunità, ma sarebbe rimasto in continuo contatto con la triarchia.

«In sintesi, vorresti fondare uno Stato nuovo di zecca.»

«Sei distratto. Fondare uno Stato nuovo è impossibile, oggi.» Congiunge e muove le mani da comunicatore consumato. «Partire da zero: creare una piccola comunità autosufficiente. Mattoncino dopo mattoncino poi ne spunteranno altre come caramelle.»

«E i valori?»

«Lavoro e cooperazione. Ma alle spalle ci deve essere un progetto robusto: non c’è politica seria senza progettazione.»

«È dura, dovrei rinunciare all’università.»

Lui sorride divertito e spalanca le braccia, con la testa incassata fra le spalle: «Cribbio, ne avrai una tutta per te!».

Sono onorato della nomina, nondimeno quelle parole, assieme alla brezza impregnata di sale, mi stordiscono; ero sempre stato convinto che avrebbe mantenuto quella insopportabile ambiguità, pur di non svelare il seguito dell’avventura.

Laura e Alessio sono fermamente dellʼidea che, al termine dell’Officina, ognuno di noi ritornerà all’abituale vita quotidiana.

Roland crede in un diabolico progetto scientifico per selezionare una razza superiore, a furia di trapanate nel cervello e dosaggi chimici.

C’è il mio amico Tommy, convinto del coinvolgimento del maestro in qualche combutta esoterica.

Invece Pat, Daniela e Giulia, dopo giorni e giorni di rovistii nelle due cassette della posta, non si pronunciano su alcuna ipotesi. Fra le decine di lettere aperte e poi richiuse, non si coglie la logica di alcun progetto importante. La maggior parte sono lettere di vecchi amici, col quale si parla di vicende quotidiane, politica e viaggi in ogni parte del mondo.

Infine, la rimanenza della truppa non ha una propria linea: si pendola da un pensiero all’altro.

In sostanza, supponendo che il maestro non ne abbia parlato con nessuno, la Cortez si sarebbe avvicinata alla realtà più di chiunque altro; sebbene voli sulle ali di un ingenuo romanticismo.

«Una cosa mi sfugge», tiro il sigaro, «il progetto non è troppo grande per noi?»

«Primo: alcuni cervelloni vi faranno un culo così, per darvi le basi su alcune discipline. Dalle tecniche di meditazione e psicodinamica, mix di diverse tradizioni, alla fisica. Secondo: vi abbiamo scelto fra migliaia di creature.»

Mi aspetto da un momento all’altro che ammetta lo scherzo, ma la sua espressione si fa ancora più seria, assorta.

 

«Carissimo, abbiamo selezionato dalla nascita circa mille pupetti. Poi li abbiamo seguiti in ogni tappa. Una fittissima rete di collaboratori, persino neurologi e genetisti, anni e anni di lavoro per arrivare a sceglierne cento...» Ci crede in ciò che dice. «Fra questi, solo voi diciotto avete afferrato quell’indovinello. Dani, siete la crema della società: il meglio della generazione emergente figlia di quella neet. Sappiamo davvero tutto di voi, credimi.»

 

 

 

>>> Tratto da Generazione oltre la linea, 2013 – Prospettiva Editrice.

 

 
 
 
 
 

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