GIORNI STRANI

Vita di comunità: mai come ora dobbiamo fare appello a ogni nostra singola cellula. E' giunto il momento di imprimere una violenta accelerazione all'intelligenza della nostra specie, come una frustata di tramontana: l'occhio non sarà occhio e la mano non sarà più mano, negli anni venturi.

Creato da sergioemmeuno il 22/04/2011
 

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Personaggi e fatti

Il nome e cognome dei personaggi appartenenti ai racconti e ai tag "frammenti di scrittori in erba" e "il mio romanzo", come pure i fatti narrati, sono frutto della mia fantasia.

 

 

>>> Audio poesie Fibre di possibilità: 1- A Laura

Post n°935 pubblicato il 20 Giugno 2022 da sergioemmeuno
 

Buonasera a tutti,

Inizio questa sera la rubrica delle audiopoesie,

tratta dalla silloge Fibre di possibilità.

1^ poesia: A Laura,

ossia il mio spirito guida (avevo errato il titolo, scusate!)

Luminosa, lineare... da dedicare a qualcuno di speciale

 

 

*** Lettura della mia amica delle scuole elementari Anna Maria.............

 


 
 
 

Uscita silloge poetica Fibre di possibilità

Post n°932 pubblicato il 11 Novembre 2021 da sergioemmeuno
 

Finalmente, dopo molti anni dall'esordio del mio romanzo di svalvolati, è arrivata la mia seconda opera: una silloge poetica che abbraccia un arco di trent'anni... 30 anni in cui sono successe molte cose ovviamente! A voltarmi indietro, sento le vertigini...

Titolo: Fibre di possibilità.

Un ringraziamento non può non andare a chi ha creduto in me, ossia all’editore della LFA Publisher, Lello Lucignano.


 

https://www.lfaeditorenapoli.it/biografie-autori-e-rassegna-stampa/messere-sergio/

 

 
 
 

>>> Un film consistente: Unbroken...

Post n°931 pubblicato il 19 Settembre 2016 da sergioemmeuno
 

 

 

Finalmente un Film degno di essere ritenuto tale: Unbroken, che ci fa vivere la storia a dir poco intensa di Louie Zamperini, atleta americano che durante la Grande Guerra passerà giorni terribili in un campo di prigionia giapponese.


Non mi stupisce che, diversamente dal riscontro del pubblico, questo film abbia fatto storcere il naso a larghe frange della critica: è stato sottolineato un calcare la mano con le torture e le umiliazioni verso i deportati, sino a pervenire a un’improbabile dimensione cristologica dello stesso protagonista, come nella scena in cui solleva la tavola sulla testa sfidando l’aguzzino. E qui mi chiedo: bisogna per forza prendere tutto alla lettera? Non potrebbe essere la rappresentazione simbolica di uno schiavo che si lacera, lotta e si ribella attingendo a ogni forza recondita dentro se stesso?


Per quel che mi riguarda è una storia cruda, feroce, ma tutt’altro che caricaturale e autocompiacente, che cattura l’attenzione dall’inizio alla fine facendoci soffrire assieme a Louie, bersaglio preferenziale della spietatezza del sergente Watanabe-Miyavi. E a proposito di quest’ultimo, c’è chi ha detto che fosse fuori ruolo in quanto troppo effeminato e giovane. Trovo invece coraggiosa e “diversa” la scelta della Jolie verso questo personaggio complesso. Complesso come il male.


Insomma, oltre le scene di violenza e di soprusi a gogó, Unbroken è un vigoroso messaggio di repulsione contro la guerra.  Messaggio vivo di sopportazione, speranza, di Fede.

 

 
 
 

Vincitori contest "Radici, impulso e rivoluzione".

Post n°929 pubblicato il 24 Ottobre 2015 da sergioemmeuno
 

Salve a tutti. Questa è la poesia vincitrice della sezione B del contest 2015 “Radici, impulso e rivoluzione”. Speriamo di ritornare a quei verdi “stati di grazia”!

 

Il manifesto dell'Iconoclastia

                                                                      

                                             

Caro artefice

del domani,

urlare dovrò ai quattro venti

che, da tempi remoti,

putride ondate

di cicalecci

e di legnose bacchettate

hanno reso marcescenti

alle tenere radici

i nostri virgulti promettenti.

Queste serpi

senza pudore

e senza volto

annidate nel tepore

dei ministeri

e degli altari,

delle cattedre

e dei focolari,

il loro verbo edace

han seminato a piene mani

nel nostro ingegno ferace:

Fede e aldilà,

famiglia e tradizione,

società e subordinazione

nell’al-di-qua…

Lor Signori «cravatte  e croci d’oro» –

i paladini del dovere

e del «posticino sicuro»,

i nemici del nostro piacere

e dell’individuo –,

delle loro verità di cicale

ci han lastricato la via

inculcandoci la menzogna delle menzogne:

la ridicola dottrina della morale.

 

Ed ecco il popolino a lavorare,

Loro la torta a tagliuzzare

con mani lisce e compunte,

e poi i flûte colmi a posare

su violacee labbra unte,

ciancicando alfine

l’umida pastura

con lingue d’inchiostro

e protesi di tecnica ultrafine.

Amici miei,

è tutto a nostre spese

il blablablà saccente

attorno al tavolo gongolante

del Palazzo più alto e più fetente!

 

Orsù dunque

nell’anno sovversivo,

noi proclamiamo

la fondazione

della città-giardino

di Galama:

il nuovo mantice della gioventù.

E qui sanciamo,

.......................................................

https://giuseppecartablog.wordpress.com/2015/10/15/vincitori-contest-letterario-radici-impulso-e-rivoluzione-3/

 
 
 

>>>> Perchè un cristiano scrive? non ha nulla di meglio da fare?

 

 

 

 

Mi piace pensare alla scrittura come a un atto di coraggio, una prova di forza, nervi allo stremo, cuore che rulla come una legione sanguinaria che avanza, cervello a cielo aperto come una cava…

 

O tutto il piatto o nulla. 
Sennò meglio fare altro.

 

La ricompensa?
Nevrosi che va in camerino, si trucca, e si fa più caruccia... ma più caruccia assai. E arriva sul punto di ammaliarci.

 

 

 
 
 

>>> Intervista di Francesco Filipponi a Sergio Messere

 

INTERVISTA A SERGIO MESSERE


1) Lo scrittore ha forse un ruolo? Come ti poni rispetto alle tematiche più desuete come fede/scienza?

 

A mio parere lo scrittore, più di un pittore o musicista, deve essere testimone del proprio Tempo, proprio perché gli strumenti che impiega sono la parola e i concetti.

Sul dibattito Fede-Scienza, non sempre l’una esclude l’altra, per esempio nel caso della Creazione dell’Universo. In altri ambiti invece, come nelle delicate tematiche sulla Vita e procreazione assistita, il conflitto è insanabile e richiede una presa di posizione netta.

 

2) Parlami delle differenze che vedi tra un artista che muove da una intenzione volontaria rispetto a motivazioni indotte.

 

Le motivazioni indotte scaturiscono dall’esterno, e quindi dalle riflessioni di natura politica, antropologica e sociale. Risulta un’ispirazione fortemente “guidata”, come un cavallo tenuto dalle briglia dal padrone.

Invece nelle motivazioni volontarie esce fuori tutta l’unicità, il centro psichico, il senso morale e il vissuto dell’artista. Non è azzardato dire che, per certi versi, si ottengono i risultati più autentici, più potenti, di pregiata fattura.

 

3) La tematica surrealista ci esonera da una visione pragmatica e minimalista oppure dobbiamo prendere atto che tutte le Dimensioni sono concatenate?

 

Beh, non pochi artisti attuali, credo, si sentono affini al surrealismo, che com’è noto vuole inglobare sogno, veglia e immaginazione in modo armonico. Essendo il motore del surrealismo di chiara natura inconscia, francamente di pragmatico e minimalista ci vedo ben poche tracce… o perlomeno non in maniera così determinante.


4) La letteratura è un atto di presunzione Narcisa? E che ruolo assegni all'atto creativo rispetto alle dinamiche di interrelazione umana ed affettiva più elementari?

 

Non si può negare una componente narcisistica, sì.

A questa domanda, ti rispondo che è tutto legato al personaggio che andrò a descrivere.

 

5) Ritieni questa intervista un atto e un tentativo occulto di psicoanalizzarti? E se sì, ti senti reattivo ad ogni momento cognitivo plausibilmente terapeutico? L'Arte e' ancora catarsi oppure in tutto il resto dobbiamo solo immergerci?

Non credo sia un tentativo di psicoanalizzarmi. Fra l’altro sono sempre andato in brodo di giuggiole per poter essere psicoanalizzato, ma sono scappati tutti ehe.

Sì, per me l’Arte raggiunge il livello più alto e nobile quando implica catarsi e purificazione. Ed è per questo che le migliori opere ci raccontano le angosce, i dolori e le sofferenze provate dall’uomo. Come ci dice Picasso, io devo dipingere ciò che “sento”, non ciò che “vedo”. E guarda caso, col processo di mercificazione dell’Arte (in molti casi), la catarsi scompare.


6) La parte animale che ci compete ammette atti creativi all'interno della propria specifica sfera?

 

Nell’atto creativo non si può escludere la parte animale. Sarebbe come escludere la sfera legata ai nostri istinti primordiali, la base della “piramide”. 


7) Non reciti mai l'atto di dolore per via del fatto che ti senti un artista?

 

Mai e poi mai. Ciao e buone letture a tutti!

 

                                                       *      *       *      *

Francesco Filipponi

 

https://www.facebook.com/pages/Libro-del-Balzeccare/1632531023646144?__mref=message_bubble

 

Sergio Messere

 

https://www.facebook.com/sergio.messere1

 

 

 
 
 

>>> Uscita Ebook di Generazione oltre la linea.

Post n°925 pubblicato il 04 Marzo 2015 da sergioemmeuno
 

Catapultatevi nell’anno 2040, in una località vicino al mare dell’Alto Lazio. Al posto di Civitavecchia, ora, c’è una metropoli assurta a punto di riferimento dell’intera gioventù europea: Sìagora.

Sul territorio, una costellazione di comunità giovanili; una gioventù assai avvezza a lasciare il nido familiare prima dei 18.

E poi un casale, dove un uomo navigato, baffuto, ambiguo, tiene una sorta di scuola di vita, con mansioni e regole ben delineati.

Le giornate dei diciotto ragazzi, fra queste mura, si riveleranno non propriamente ortodosse. Amore, alleanze; e odio, e conflitti.

Nulla è lasciato al caso, nella testa del polimorfo Sir Gabriel.

Tutto questo è Generazione oltre la linea: storia della crem crema della generazione emergente. Rabbiosa. Talentuosa. Ruvida.

 

*  *   *   *

La versione 2.0 in Ebook:

http://www.amazon.it/Generazione-oltre-linea-Sergio-Messere-ebook/dp/B00U0R0LOS/ref=tmm_kin_swatch_0?_encoding=UTF8&sr=&qid=

 

 
 
 

È tutta una spaventosa meravigliosa roulette

Post n°924 pubblicato il 03 Febbraio 2015 da sergioemmeuno
 

 

 

Da Amore S.>>>

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Eppoi ci sono situazioni intermedie, contaminate, in cui sei a metà della scala... stai salendo ma ancora non hai raggiunto nulla.  Quel punto in cui a furia di sembrare folle o insopportabile agli altri lo diventi anche ai tuoi stessi occhi. Eppure pensi di essere arrivato a capire abbastanza della vita. Ma non “basta”:  non basterà ahimé: basta farsene una ragione.

 

Comprendere è solo l'inizio di quell'opera che si chiama Vita.

 

Ecco, quello che sai è che dopo c'è e ci sarà dell'altro. È tutta una spaventosa meravigliosa roulette, dopotutto. Caro Giorgio.

 
 
 

Sensualità, eleganza ammiccante, solarità e spirito techno-dark... tutto in una canzone!

Post n°923 pubblicato il 25 Gennaio 2015 da sergioemmeuno
 

 

 Link al brano:

https://plus.google.com/114944717626016780294/posts/5HapKmZ2RuS

Salve a tutti.

Sarà che sono nato nel ’70 e iniziavo a sentire i primi fremiti adolescenziali negli stupendi Ottanta, a mio avviso un periodo con molte (troppe?) condizioni favorevoli… non mi stancherò mai di ripeterlo, e a questo periodo devo esserne grato; sarà che ci sarebbe molto da dire, per cui alla fine non dirò nulla, ma risentendo questo brano del preistorico 1984 mi è venuta letteralmente la pelle d’oca.

 

Si fa presto a dire Musica, a dire Arte… In questo Nel mio cielo puro – con testo guarda caso di Mogol e del fratello – Marcella Bella tocca a mio parere l’apice della sua carriera. Sensualità, eleganza ammiccante sempre lontana dalla volgarità, e soprattutto una gestualità minimalista che diviene un tutt’uno col testo che… contiene una promessa di “un paradiso da scoprire sotto un velo nero”. Quanto ben di Dio solo in una canzone.

 

Un brano eterno che mi ha ispirato l’esibizione canora di Frida Lang nell’Amore S che sto scrivendo da qualche mese. Donna si può essere in mille modi – e su questo terreno, francamente, noi uomini non vi guardiamo nemmeno col binocolo: qui c’è tutta la mistica della donna che si svela a poco a poco, consapevole, connubio di solarità e spirito techno-dark. Incisiva come un pezzo di carta solcato da tre linee di china.  E nella cui mente ogni uomo esigente desidererebbe essere accolto. 

Ricordi bastardi!

 

 
 
 

>>> Convocazione dal PM.

Post n°922 pubblicato il 17 Gennaio 2015 da sergioemmeuno
 

 

>>> Dal romanzo Amore S in corso d'opera...

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«Signor Moroni, faccia uno sforzo ulteriore. Chiaro che ognuno da una tastiera può mostrare ciò che ritiene più opportuno.»

«Mette in dubbio la nostra professionalità?»

«E lei vuole insegnare la vita a me? Suvvia!» seguì una risata reboante.

«Lasciamo sta’ le competizioni, Dottore.»

«Bene. C’è un qualcosa di insignificante che vi siete detti?» Giorgio chiuse gli occhi e su un registrò nero rivide apparire centinaia e centinaia di dialoghi su tastiera.

Quindi, finalmente, da un cassetto ai margini della memoria, ricordò quella volta in cui Walter gli accennò il piccolo conflitto con un’amica fraterna che gli aveva chiesto un consiglio fuori tema: alla donna, in soldoni, occorreva un valido aiuto per corteggiare con successo un uomo; aggiunse che lei ne era fortemente innamorata, ma la questione era assai intricata, anche perché avrebbe dovuto fare i conti, prima o poi, con una rivale non poco agguerrita.

A questo punto, De Feo ebbe un sussulto sulla poltrona, quasi avesse subodorato un elemento determinante.  «Ricorda il nome della donna?»

Giorgio fece spallucce. Walter non aveva fatto alcun nome.

«Non ha mai avuto il dubbio che si trattasse di Frida?»

«Nel modo più assoluto. Vi sta creando grattacapi questa lady, eh?»

L’uomo di legge si oscurò. «È sulla bocca di tutti, ma non abbiamo nulla di concreto. Fonti certe ci hanno riferito che la diva, anni fa, cantasse in un locale di musica blues.»

«Walter conosceva Frida solo per nomea. Lo garantisco.»

«Grazie mille, Giorgio», e gli pose il suo bigliettino da visita nel caso gli fossero tornati a galla dettagli significativi. «Sappia che, volendo, ho contatti alla Mondadori…»

Adesso soli, il PM e il collaboratore erano alquanto pensierosi. Probabilmente, Patrizia Longoni sarebbe stata l’unica indagata, per quanto la sua posizione accusatoria fosse flebile: perché farlo fuori proprio in un appuntamento di cui alcune persone – fra cui lo stesso Giorgio – ne erano a conoscenza? Non si era creata il minimo straccio di alibi.

 

L’uomo si era dileguato e girava come uno spettro: ritornò in se stesso solamente quando si ritrovò davanti la Metro di Repubblica. E mentre era sballottato dal movimento del veicolo e nauseato dagli acri odori dei passeggeri zombie, ripensò alla lettera di amore trovata in tasca a Walter; ripensò a quanto non se ne sapesse mai abbastanza delle esistenze degli altri; e considerò che quell’ennesimo ombrellino lilla trovato nella palazzina dell’uomo era l'ormai noto marchio di superbia – al limite della megalomania – di Frida Lang: la donna che amava gli uomini senza amarli.

 
 
 
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