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I TEMPLARI : SEMPRE PRESENTI NELLA CHIESA CATTOLICA

Post n°11 pubblicato il 06 Febbraio 2011 da cavaliere.templare1

Da uno studio approfondito della storia medievale emerge come l’Ordine del tempio di Gerusalemme non ha mai cessato di esistere: esso è rimasto vivo ed attivo fino ai nostri giorni. Questa realtà è poco nota poiché, spesso, in ogni periodo storico, è stata diffusa ad arte, una subdola propaganda mirata a diffamare qualunque evento collegato ai Templari e alle loro vicende. Quindi, contrariamente a quanto si ritiene, l'Ordine dei Templari è tutt'ora vivo ed operante. Lo dimostrano, e in maniera clamorosa alcuni avvenimenti storici che si sono susseguiti. La realtà è ben diversa da quanto parzialmente hanno scritto in modo frettoloso e superficiale autori che poco o nulla hanno a che vedere con una seria ricerca storica. Molti analisti e amanuensi, rincorrendosi e nel copiarsi fra loro, hanno dato luogo agli stessi errori e alle medesime lacune; questo fatto ha reso la loro opera poco attendibile.

E’ quindi più che giusto, obbligatorio, chiarire la nebulosa storia dell’Ordine dei Templari segnalando alcuni avvenimenti poco conosciuti.



Riporto di seguito alcuni avvenimenti che dimostrano come la continuità storica dell’Ordine sia proseguita senza essere disturbata nè dalle autorità laiche, né tanto meno dalla Chiesa. Infatti alla morte del Conte Jean de Croy, l’Ordine ebbe una parentesi di reggenza che si protrasse dal 1472 al 1478 . Ci fu allora un periodo di riflessione che portò l’Ordine ad un notevole risultato: l’elezione a Gran Maestro dell'Ordine del Tempio, di Sua Eminenza il Cardinale Roberto de Lenoncourt (Arcivescovo di Reims) che avvenne nel 1468 . L’elezione ebbe un’eccezionale importanza giuridica per la storia dell’Ordine; e questo fu un evento che riecheggia ancora oggi. Tale atto fu la dimostrazione tangibile non solo del rigetto del provvedimento adottato da Clemente V, ma volle asserire il riconoscimento della sopravvivenza dell’Ordine e della sua fattiva utilità; quindi fu implicita l’approvazione del suo operato. Il nuovo Pontefice Sisto IV era perfettamente al corrente della politica adottata dai Templari nei decenni trascorsi , nonché dell’affidabilità del porporato francese.

Da documentazioni storiche non risulta che fu richiesta dai Templari la “soppressione” della Bolla di Clemente V, poiché ciò poteva significare un implicito “do ut des” ed i Templari non si erano, come non si sono mai prestati a forme di baratto. Il Gran Maestro fu nominato da un regolare Convento o Concilio e proveniva dalla classe dei Cavalieri, era un ecclesiastico di grande intelletto, e, fu proprio per questo che l’Ordine gli fece degna corona.

Oggi, chiunque si chiederebbe come mai l'Arcivescovo della Città più importante della Francia durante il periodo medievale, Reims, potesse accettare la Carica Suprema di un Ordine colpito da interdizione, o, come qualche storico molto superficiale asserisce ancor oggi, addirittura estinto. Tale controsenso si può spiegare tenendo presente che i Papi successivi a Clemente V, e in modo particolare il Pontefice Sisto IV, (Francesco della Rovere), Papa risoluto e molto energico, non avevano dato alcuna importanza alla Bolla di Clemente V, avendo compreso l'ingiustizia e l'illegalità della stessa. Infatti, il provvedimento “clementino”, come sopra dimostrato, non poteva essere emanato; e, anche se lo fu, non avrebbe dovuto avere alcun valore o efficacia. Di fatto, accettando la Suprema Carica di Gran Maestro dei Templari certamente col "placet" del Papa, l'Arcivescovo di Reims dimostrò che se "de jure" la Bolla, pur per breve tempo, non poté essere ignorata, "de facto": essa non poté, dopo tale fatto, essere neppure accolta.

Nel 1705 il Gran Maestro è il Reggente di Francia, la nazione più potente del mondo dell'epoca; come avrebbe potuto il Papa ignorarlo? A questo punto andrebbe aggiunto un nuovo avvenimento: il 28 marzo 1808, quando era Imperatore dei Francesi Napoleone I, con suo esplicito permesso ed autorizzazione, fu celebrata una solenne e fastosa cerimonia religiosa nella Chiesa di St. Paul et St. Louis, in memoria dei Martiri Templari e del 494º anniversario del supplizio di Jacques de Molay.

Officiò la cerimonia l'Abate Clouet, canonico di "Notre Dame" de Coutances e Primate dell'Ordine del Tempio, che rivestendo i sacri Paramenti e la Gran Croce dei Templari, diede l'assoluzione a Jacques de Molay ed agli altri Templari giustiziati. Fu In quest’ occasione che le truppe francesi in grande uniforme prestarono il servizio d'onore e moltissime erano le alte personalità civili, militari e religiose presenti alla cerimonia. Dopo queste vicende storiche, il Papa dell'epoca, Pio VII, non poté più ignorare la realtà dell’Ordine. E’ facile comprende quindi che il “famoso Ordine Templare, “dichiarato estinto” era solo frutto d’ immaginazione o fantasie. Ci furono altre due cerimonie religiose che furono celebrate, la prima nel 1824 nella Chiesa di Saint Germaine-l'Auxerrois; la seconda nel 1839 nella Chiesa de "Petits-Peres". Con Decreto del 13 febbraio 1845, il principe Alphonse de Chimay e Caraman, fu inviato quale "Legato Magistrale" presso il Vaticano dal Reggente dell'Ordine Jean-Marie Raoul. Oggetto della sua missione era quello di ristabilire "ufficialmente" le relazioni diplomatiche tra l'Ordine e la Santa Sede. Era evidente, quindi, che implicitamente la Santa Sede, nel ricevere un "Nunzio", riconosceva l'esistenza dell'Ordine. Nel 1873 il Gran Maestro è S.A.R. Edoardo VII Principe tario, e poi dal 1901 alla morte della madre Regina Vittoria, Re d'Inghilterra. Oggi non si può ignorare l'ordine dei Templari, poiché siamo a conoscenza che la Suprema Carica di Gran Maestro rimase per ben 37 anni (dal 1873 al 1910) al Principe ereditario del Regno d'Inghilterra e che questa carica passò in seguito, (per gli ultimi 9 anni), al Re d'Inghilterra e Irlanda nonché Imperatore delle Indie. Va aggiunto Inoltre, che Gran Maestro dell’Ordine dei Templari dal 1910 al 1915 fu l'Imperatore di Germania e Re di Prussica, Guglielmo II. Alla luce di tali dati storici, non è facile comprendere quali siano oggi i motivi o gli eventuali interessi che abbiano desiderato affinché l'ordine rimanesse come inesistente. Forse di tale situazione sono stati protagonisti solo gli storici o anche lo stesso Ente che li istituì qualche secolo fa, nel 1118.

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