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« GdmMarsalaPENA DI MORTE »

Eh, la nostra cara scuola italiana!!!

Post n°8 pubblicato il 27 Settembre 2006 da GdmMarsala

Bhè, se alcuni di voi hanno avuto la possibilità di visuallizzare (credo comunque la maggior parte di voi) l'indagine Ocse: Education at a glance 2006 (sostanzialmente uno studio sulla situazione dell'istruzione in vari paersi nel 2006) avete anche constatato come siamo stati letteralmente bocciati. La scuola italiana risulta troppo costosa, soprattutto se paragonata a quello che è lo scarso risultato di istruzione finale degli studenti che non riescono reggere il confronto con i compagni degli altri 30 paesi aderenti all'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico e laureati che spesso restano disoccupati.
Secondo l'Ocse, l'Italia è al penultimo posto per numero di laureati: appena 11 su cento persone di età compresa fra 25 e 64 anni. Solo la Turchia è sotto di noi, ma veniamo sopravanzati perfino dal Cile e dal Messico. I paesi asiatici (Giappone e Corea) ci surclassano (37 e 30 rispettivamente), così come Stati Uniti e Australia. Situazione non cambia prendendo in considerazione i giovani laureati di età compresa fra i 25 e i 34 anni. E il divario fra l'Italia e la media dei paesi dell'Unione europea (a 19 stati) si amplia per numero di laureati nelle facoltà scientifiche: 1.227 ogni 100 mila giovani fra i 25 e i 34 anni contro i 2.128 della media Ocse. Le cose non cambiano molto se si passa ai 'semplicì diplomati: siamo in fondo alla classifica (appena 48 su 100) con una media Ocse che si attesta sui 67 ogni 100 abitanti di età compresa fra i 25 e i 64 anni.
Ogni volta che vi sono indagini volte a configurare situazioni di questo tipo, e quindi test volti a fare chiarezza sull'effettivo grado di cultura degli studenti nel mondo, gli studenti italiani sono sempre quelli che fanno le più brutte figure e che, molto probabilmente, sono quelli meno competitivi e attratti dalla voglia di dimostrare qualcosa e anche meno entusiasti di partecipare ad iniziative del genere.
Eppure, in Italia, le condizioni per fare funzionare la 'macchina scolasticà sembrano esserci tutte: le classi sono mediamente meno affollate rispetto alle altre realtà europee e non (18 alunni per classe in Italia contro i 21,5 della media Ocse), il numero medio di ore di lezione rivolte agli alunni è più alto che negli altri paesi membri e il rapporto alunni insegnanti è favorevole: 11 alunni per insegnante nelle scuole superiori, contro i 13,3 della media Ocse.
C'è da considerare comunque che per quanto riguarda i costi dell'istruzione italiana, per i tredici anni scolastici dalle elementari alle scuole medie superiori, per ogni studente italiano si spendono 100.000 dollari a fronte dei 77.000 dollari della media (23.000 dollari in più).
Per quanto riguarda i finanziamenti, fino al 2004 gli investimenti verso la scuola e l'università - sia in termini di percentuale sulla spesa pubblica totale e in rapporto al Pil - ci vedono al di sotto della maggior parte dei paesi, superati anche da Islanda, Canada, Messico e Portogallo. E gli investimenti nella scuola dell'infanzia (l'ex scuola materna), vera leva strategica secondo la Commissione europea, in base al rapporto Ocse dal titolo Starting strong II sono irrisori: appena lo 0,4 per cento del Pil.
Perchè la scuola non funziona? Perche non vi è un'efficace sviluppo scolastico, anche considerando l'elevato costo?
Intanto il livello della scuola italiana a mio parere è troppo basso. Studenti (se cosi si possono chiamare) che stanno anni e anni nei complessi didattici a non fare niente riescono a diplomarsi comunque senza chissà quali grandi difficoltà. Non è normale che ragazzi che per tutti gli anni di superiori lasciano debiti in 2 o 3 materie riescono a diplomarsi comunque in 5 anni e con voti anche superiori ai 70/100. La colpa in questi casi non è tutta degli studenti (sempre presunti tali), i quali sono ormai troppo ben abituati, ma degli insegnanti, troppo buoni o troppo ingenui, che non si fanno più di tanto problemi a mettere un sei a fine anno anche allo studente nullafacente. Abbiamo cosi anche ragazzi che escono dalle scuole superiori che si credono chissà chi e magari si iscrivono anche all'università salvo poi ritirarsi entro il primo anno perchè ovviamente in assenza della necessaria o solamente opportuna preparazione di base di un normale diplomato. Come già scritto l'Italia è appena al penultimo posto per laureati secondo lo studio Ocse; ma non perchè vi sono pochi ragazzi che vi si iscrivono, ma perchè ve ne sono troppi che si ritirano.
Gran parte dei professori c'è da dire, inoltre, sono anche di molto al di sotto, oltre che per stipendi, anche di preparazione rispetto ai colleghi stranieri. Nella maggior parte dei mestieri dove è comunque necessaria una massima preparazione, e credo che l'insegnamento debba essere uno di questi, si svolge prima di poter esercitare la professione un tirocinio. Qui invece si manda ad insegnare, a ragazzi che saranno il futuro del nostro bel paese, gente impreparata allo sbaraglio. Un mio grande plauso va comunque a coloro che il mestiere dell'insegnante lo svolgono con impegno e passione, non dimentichiamoci di loro perchè ricordiamoci che gente in gamba nelle scuole a volte ne troviamo.

Gli insegnanti italiani percepiscono salari decisamente bassi rispetto ai loro colleghi stranierie per arrivare al massimo dello stipendio devono stare in cattedra ben 35 anni, contro i 25 della media Ue. In Italia il tempo dedicato alle elezioni con gli alunni, 33 settimane o 674 ore l'anno (per la scuola media), sembrano poca cosa se confrontati con le organizzazioni scolastiche degli altri paesi. Solo a titolo di esempio, nell'Unione europea, le settimane che i ragazzini trascorrono a scuola sono 37 e le ore di lezione 1.019. Tutte considerazioni che rilanciano la proposta del vice premier, Francesco Rutelli, di spalmare le vacanze degli insegnanti italiani nell'intero anno solare, anziché mantenerle concentrate in estate. E ancora, i docenti nostrani sono tra i più anziani in assoluto: solo 1 su mille ha meno di 30 anni. Nelle altre realtà si supera agevolmente in tutti i segmenti scolastici il 10 per cento. E, a sorpresa, nelle scuole scarseggiano anche computer (77 per scuola, contro i 115 dei paesi Ocse) e i collegamenti a internet.
Entro il 2015, secondo l'Ocse, l'Italia, subirà un calo della popolazione scolastica (tra il 10 per cento della materna e il 4 delle superiori) che avrà un impatto positivo sulla spesa per l'istruzione. La sola diminuzione degli alunni dovrebbe, secondo l'Ocse, consentire un risparmio del 6 per cento.
Speriamo che la scuola di uno dei paesi con la storia e la cultura più grande e bella del mondo possa riuscire a rifarsi di questi ultimi anni di anonimato, e che gli insegnati e gli studenti meritevoli ricevano tutta la dignità e le possibilità di realizzazione che meritano.


Claudio Sammartano
                              www.gdmmarsala.ilcannocchiale.it

 
 
 
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Un blog di: GdmMarsala
Data di creazione: 18/09/2006
 

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