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Serenità con bilancio di sensi di colpa

Post n°111 pubblicato il 15 Maggio 2012 da o_Jeremiah_o
 

Sono trascorsi due mesi. Ho lasciato Reggio quasi scappando, ho abbandonato di corsa tutto e tutti. Quando si arriva allo stremo.

Ho fatto un bilancio e, disgraziatamente, mi sono accorto che la mia stanchezza era tale da farmi come dimenticare delle persone che mi sono state accanto in tutti questi anni.

Se non fosse stato che S. si è praticamente imposta nel mio andare alla deriva credo proprio che mi sarei dimenticato anche di lei.

Sono andato via da Reggio e nell'odio per quella città ho incluso persone che con quella città non c'entrano niente.

Con L. una volta andava tutto bene, col suo essere una little miss sunshine; poi si presenta il suo fidanzato plagiatore ed ecco che il nostro rapporto si raffredda di colpo davanti ad un piatto di Kebab ed una sorella avvocato dal nome improponibile ed incompetente.
P., che dire, è stata nell'insieme degli amici solo perché c'era, ma fondamentalmente il suo opportunismo mi ha sempre infastidito. Sempre impegnata, sempre pronta a lamentarsi ed a delegare le cose perché "io non posso, sai, sono una donna in carriera!". Ma và...

D. è il mago delle sole. Ha sempre avuto la capacità di chiamare all'ultimo minuto, quando tu possibilmente eri per strada ad aspettarlo, per scusarsi della sua stanchezza o per richiamarti due settimane dopo dicendoti "scusa, ma sai quella sera ero proprio stanco che non mi reggevo in piedi". Però lui è sempre stato così, perché quando è presente lo è al 100%. E' stato per lui che in questi ultimi due anni ho sopportato spesso L. e P. sebbene non avessi alcuna voglia di vederle. Ecco, nella mia deriva lui è stato come dimenticato...

Poi la mia padrona di casa; una donna sempre presente sempre disponibile, comprensiva e amichevole. A volte evitavo di andare a casa sua per non restare invischiato in un pomeriggio di chiacchere davanti al caffé e col casino dei suoi quattro figli.
Le ho lasciato le chiavi sulla credenza dell'ingresso, senza neanche farle una telefonata. Che cafonaggine.

I miei coinquilini mi hanno portato all'esasperazione. Non so neanche come io abbia potuto resistere con loro tutto questo tempo, soprattutto con G. che nel suo "io io io io io io io io io" mi ha prosciugato la pazienza.
Ed in più scopro che la cara vecchia C., quella che "ancora una materia e mi laureo" da circa 5 anni, si è offesa perché non l'ho invitata alla laurea!
Due conti: primo_non ho invitato nessuno! Il mio unico obiettivo era finire tutto in sordina e salire su un traghetto per non voltarmi. La sorpresa di qualcuno che mi chiama il giorno prima per dirmi l'ha saputo, che sta arrivando e che mi costringe di corsa a cercare un locale dove festeggiare è stata sì gradita, ma sufficientemente infastidente. Secondo_e quale sarebbe il nostro rapporto per cui, dopo che tu te ne sei andata da Reggio, senza né ciao né arrivederci avrei dovuto telefonarti? Ma và anche a te... 

Avrei dovuto dirlo anche a D. allora (sempre non il mio D.)... si che avrei dovuto farlo.

A proposito del mio D.; non ho incontrato neanche a lui. Non l'ho neanche pensato nei giorni in cui fremevo per abbandonare Reggio tranne una volta in cui, per noia, ho pensato di tentare di supplicarlo di passare un'ultima notte insieme. Aaaah, la pazzia di una mente (la mia) dislocata!

Persone, o forse proprio quello è il problema. Ad esclusione di D. (non il mio vecchio D., ci mancherebbe pure) degli altri non è che in fondo mi sia importato più di tanto.
Devo chiamarlo, non merita questo mio obliarlo, soprattutto se è ancora felice come l'ultima volta che l'ho visto.
Devo telefonare anche alla padrona di casa, e scusarmi.

E' quasi un mese che ci penso, però non sto riuscendo ad avere il coraggio di farlo. Ma se aspetto, le cose peggioreranno. 

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