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SPEZIA, E’ ANCORA B! di Ilaria Gallione
Novanta minuti che separano l’inferno dal paradiso. Novanta minuti di sofferenza e tensione. Tutto questo è il match con il Verona. Troppo alta la posta in palio per permettersi degli errori. Gli scaligeri ci provano in tutti i modi, ma alla fine è lo Spezia, forte del risultato positivo dell’andata, a festeggiare. Ai veneti, che retrocedono in serie C1 dopo ben 64 anni, rimane la delusione e il rammarico di non aver sfruttato al meglio le numerose azioni create. Certo sulla propria strada hanno trovato un super Santoni, pronto a riscattare una stagione altalenante. La squadra di Ventura si presenta nello stesso undici di partenza dell’andata, a differenza di quella di Soda, largamente rivoluzionata sia per motivi tattici che per infortuni. Difesa a cinque con l’innesto di Scarlato, centrocampo formato dalla coppia centrale Saverino - Confalone e dagli esterni Do Prado e Guzman, unica punta Colombo. Varricchio, Ponzo e Addona fanno una breve apparizione in campo, mentre Guidetti è il grande escluso. Chiare le intenzioni del mister aquilotto di arrivare al 90’ sul risultato di parità. La gara inizia all’insegna del razzismo, con riprovevoli insulti al brasiliano Do Prado. Ma si sa Verona è anche questo. Il “Bentegodi” invece fa la sua bella figura, non avendo niente da invidiare agli stadi della massima serie. 2600 tifosi bianconeri e 22000 gialloblu sono la giusta cornice di una gara dall’importanza vitale. Al 1’ primo pericolo per lo Spezia. Ferrarese crossa al centro verso la testa di Da Silva, ma Santoni è bravo a respingere la minaccia. Al 15’ il portiere spezzino si fa trovare pronto, impedendo a Cutolo di calciare a colpo sicuro. Al 35’ si registra una delle poche azioni degli aquilotti. Guzman guadagna e batte allo stesso tempo una punizione respinta con qualche difficoltà da Pegolo. Al 44’ William Da Silva ubriaca tre difensori avversari, serve in area Nieto, che prova l’incornata sulla quale Santoni compie un autentico miracolo. Nella ripresa al 54’ è ancora il centrocampista scaligero ad avere la possibilità di sbloccare il risultato, ma a tu per tu con l’estremo difensore bianconero spara alto. All’88’ è ancora Santoni a ergersi da protagonista, sventando l’ennesima minaccia di Da Silva. Dopo cinque minuti di recupero arriva il fischio finale ed esplode la gioia bianconera in campo e fuori dal campo. Il sogno può continuare. Troppa era la paura di abbandonarlo, dopo solo un anno. Sugli spalti un mix di euforia e di commozione, che esprime tutte le sensazioni provate da un popolo di tifosi che non hanno mai fatto mancare alla propria squadra il proprio supporto. Sotto la curva il primo a prendersi gli onori è mister Antonio Soda, che ha il merito di aver sempre creduto nelle possibilità dei suoi ragazzi, anche dopo la debacle con il Treviso e dopo le dichiarazioni del presidente. Anche alla Spezia esplode la festa, che dura fino a tarda notte quando al “Picco” arrivano i giocatori. L’ entusiasmo è alle stelle perché essere rimasti in questa serie B, la più difficile che ci sia mai stata, è quasi come averla conquistata per la prima volta. L’anno prossimo senza Juventus, Genoa e Napoli forse sarà tutto un po’ più semplice.
ILARIA GALLIONE (ilaria.gallione@libero.it )
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