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Green Communication: La crisi è un’opportunità. Intervista a Pietro Lucchese

Post n°10 pubblicato il 04 Febbraio 2015 da gruppo_rem
 

La Green Communication si avvia a diventare il nuovo standard della comunicazione. Pietro Lucchese, ceo del Gruppo Rem, azienda specializzata in comunicazione green: “Garantiamo ai nostri committenti il calcolo e la neutralizzazione dell’impronta di carbonio prodotta dai processi industriali per ottenere la certificazione “carbon foot print" come leva per incrementare il differenziale competitivo. Sono soddisfatto che il nostro Gruppo abbia saputo anticipare ed offrire risposte concrete al bisogno globale di sostenibilità”.

La crisi è crisi. Ma per qualcuno è un’opportunità. Intervista a Pietro Lucchese, Ceo del Gruppo Rem di Udine, agenzia di comunicazione insignita del riconoscimento speciale ‘Formiche’, inserito nel premio nazionale Aretè 2012 alla Comunicazione Responsabile, promosso da Nuvolaverde con Confindustria e in collaborazione con Abi.

Il Gruppo Rem negli ultimi anni ha mostrato una sorprendente vitalità conquistando una leadership nel settore della Green Communication.

Seconda parte…

Pietro Lucchese, Ceo Gruppo Rem

Ma oggi si ha l’impressione che tutti facciano green…, ci sono davvero così buoni risultati? Qual’è la vera discriminante…?

C’è green e green, naturalmente. Recenti ricerche rivelano un aumento significativo dei Claim generici di tipo ecosostenibile. Quanto ai “riscontri”, preciso che, secondo l’indagine Burst Media (2008), l’80% dei consumatori è scettico circa la veridicità dei Green Claims, e più della metà di essi dichiara di aver bisogno di approfondire le asserzioni ambientali (es.: tramite ricerche su web). Noi ci muoviamo in modo diverso, garantendo ai nostri committenti il calcolo e la neutralizzazione dell’impronta di carbonio prodotta dai processi industriali attraverso un accordo volontario con il Ministero finalizzato ad ottenere (e comunicare) la certificazione “carbon foot print" come leva per incrementare il differenziale competitivo. I riscontri di mercato, anche quelli ufficiali, ci premiano: mentre il consumatore è diffidente rispetto ai messaggi green poco credibili e generici, al contrario è fortemente influenzato da un messaggio ecologico chiaro, misurabile, tangibile, attendibile.

Come quello che proponiamo noi: tot Co2 prodotta, tot Co2 compensata. Cose che incidono, a livello climatico e globale, sulla sfera personale del singolo. Le ricordo che stiamo parlando dell’applicazione dei protocolli di Kyoto e che tutto questo processo è realizzato in accordo e collaborazione con il Ministero dell’Ambiente. Sta a noi trasformare questi numeri in “valore”, in vantaggio competitivo….

Pietro Lucchese, presidente e ceo Gruppo Rem

E’ una distinzione interessante, mi ha convinto. Ma la comunicazione green, poi come si realizza?

Le dico quello che facciamo noi: prima realizziamo un accurato studio sul posizionamento esistente, poi definiamo la brand essence utilizzando quegli elementi di vissuto, di emozione ed autenticità, che possono fare la differenza sul mercato. Poi li comunichiamo tramite piattaforme di comunicazione integrata digitali e classiche, utilizzando soprattutto lo strumento dello storytelling. Storytelling è un modo diverso di dire brand essence. Ogni azienda ha una storia unica. La gente insieme al prodotto acquista e consuma soprattutto storie. Noi sappiamo “fondere” nel crogiolo i valori di brand vecchi e nuovi dell’azienda e li trasformiamo in una lega preziosa, resistentissima, innovativa. Così il marchio si trasforma in “simbolo”. E diventa un magnete, una stella luminosa che si distingue ed attrae.

Un’agenzia con una precisa filosofia di comunicazione, quindi. Ci spieghi in cosa consiste il vostro approccio…

Filosofia, sì, ma filosofia concreta, sempre finalizzata ai risultati, non dimentichiamolo. In un mondo caotico e dispersivo come il nostro, la lezione di Rosser Reeves, la USP (Unique Selling Proposition) è ancora valida. L’impresa è una globalità di Struttura, Identità e Storia. Per questo, noi del Gruppo REM crediamo che una strategia creativa si dimostra veramente efficace se è fondata su un’osservazione completa che non si limita solo a definire il “corpo” della questione - numeri, target, organigramma, etc – ma che riesce a cogliere l‘“anima” dell’azienda e la “personalità” del prodotto/servizio. Solo a partire da questo fondamentale presupposto, si potranno metter in campo tutte le azioni e le strategie opportune nella filiera della comunicazione. L’obiettivo è dare vita ad un sistema coerente di segni e di valori differenzianti che, veicolati attraverso opportune strategie di contatto, siano in grado di aiutare il brand ed il prodotto/servizio ad essere apprezzati, ricordati e scelti dal mercato. Nello specifico noi intrecciamo ed integriamo la comunicazione “tradizionale”, strutturalmente unidirezionale, con quella interattiva attivabile sulla Rete producendo un effetto “moltiplicatore”. Il coinvolgimento attivo del consumatore/cliente diventa così experience altamente credibile che consente, fra l’altro, di raccogliere utili feedback di mercato. Abbiamo tutti gli strumenti e gli uomini per farlo: Account, Strategic Planner, Copywriter, Art e Grafici di prim’ordine, Pianificatori, Giornalisti responsabili dell’Ufficio Stampa, Web Designers, Esperti di Social, di Blog, di Marketing….

Un’ultima riflessione e uno squarcio sul futuro…

Sono soddisfatto che il nostro Gruppo abbia saputo anticipare ed offrire risposte concrete al bisogno globale di sostenibilità. Siamo sempre stati convinti che la Green Communication si avvia a diventare il nuovo standard della comunicazione. Da pochissimo abbiamo siglato un accordo con il Centro Studi Qualità e Ambiente dell’Università degli studi di Padova (CESQA), che da oltre 15 anni svolge attività di analisi e sviluppo di progetti di gestione sostenibile creando network a livello locale e sopranazionale in partnership con imprese e istituzioni pubbliche. Uno squarcio sul futuro? La nuova frontiera della Water Foot Print, la nuova certificazione ambientale legata all’impronta idrica. L’indicatore del consumo di acqua dolce che include sia l’uso diretto, sia indiretto di acqua da parte di un consumatore o di un produttore. Tutto questo non è futuro. Ma è già drammaticamente presente. Ne sentiremo parlare presto. E il Gruppo Rem sarà ancora una volta in prima linea.

FONTE: Gruppo Rem

 
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Lucchese Pietro (REM), contro la crisi riposizionare il brand con il Green

Post n°9 pubblicato il 02 Febbraio 2015 da gruppo_rem
 

L’universo della comunicazione oggi è mutato in funzione delle nuove esigenze dei mercati e dell’avvento delle nuove tecnologie legate al web. Gli scenari del cambiamento vanno sempre più verso una comunicazione globale che trascende spesso l’advertising tradizionale grazie ai nuovi strumenti di comunicazione interattiva: PR digitali, social, blog, video virali. Intervista a Pietro Lucchese, Ceo del Gruppo Rem, agenzia specializzata in green communication: “Abbiamo aiutato aziende italiane di primo livello a riposizionare in termini green il loro brand, aprendo loro nuove opportunità di mercato, perché la crisi può essere anche un’opportunità”.

La crisi è crisi. Ma per qualcuno è un’opportunità. Intervista a Pietro Lucchese, Ceo del Gruppo Rem di Udine, agenzia di comunicazione insignita del riconoscimento speciale ‘Formiche’, inserito nel premio nazionale Aretè 2012 alla Comunicazione Responsabile, promosso da Nuvolaverde con Confindustria e in collaborazione con Abi.

Il Gruppo Rem negli ultimi anni ha mostrato una sorprendente vitalità conquistando una leadership nel settore della Green Communication.

Pietro Lucchese, presidente e ceo Gruppo Rem

Perché ancora tante resistenze al cambiamento?

L’universo della comunicazione oggi è mutato in funzione delle nuove esigenze dei mercati e dell’avvento delle nuove tecnologie legate al web. Il termine “pubblicità” si riferisce ad una delle tante applicazioni di un sistema ben più complesso ed articolato. Gli scenari del cambiamento vanno sempre più verso una comunicazione globale che abbraccia, e spesso trascende, l’advertising tradizionale grazie ai nuovi strumenti di comunicazione interattiva: PR digitali, social, blog, video virali. Non solo: le trasformazioni sociali, economiche e culturali planetarie impongono lo sviluppo di una nuova consapevolezza applicata ai modelli organizzativi ed alle relazioni.

La sua agenzia, il Gruppo Rem, appare da alcuni anni in netta controtendenza rispetto ad analoghi competitors. Di chi è il merito, e qual è il segreto di questo trend?

Configurazione medio-grande, propensione al cambiamento e all’innovazione, team altamente qualificato e flessibile sono gli asset ci hanno consentito di crescere e mutare con i continui cambiamenti della società. Siamo sul campo dal ‘97, abbiamo metodo, un approccio preciso e una tradizione culturale forte: un mix di anima mediterranea e rigore mitteleuropeo. Siamo pragmatici: lavoriamo sugli obiettivi e sui risultati. Per consentire ai nostri clienti di ottenere i loro desiderata alimentiamo continuamente, come in una fornace, nuovi focus‐group interni per concepire innovative strategie di comunicazione integrata. Non solo: non esitiamo un solo secondo persino a ristrutturare velocemente l’architettura organizzativa e di pensiero della nostra Impresa per raggiungere gli obiettivi prefissati”.

Parliamo adesso di una vostra peculiarità, l’expertise nella Green Communication. E’ una moda, una bolla? E come nasce questo vostro percorso?

Siamo sulla scena ormai da un tempo lunghissimo e lontanissimo in questo settore. Nel corso degli anni abbiamo acquisito aziende italiane di primo livello. Abbiamo aiutato queste aziende a riposizionare in termini “green” il loro brand, aprendo loro nuove opportunità di mercato. E’ stato ed è un processo incredibile, non semplice da gestire…

Prima parte…

FONTE: Gruppo Rem

 
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Gruppo Rem: Pietro Lucchese, Afforestazione e BECCS contro Riscaldamento globale

Post n°8 pubblicato il 28 Gennaio 2015 da gruppo_rem
 

Riscaldamento globale, secondo un recente rapporto delle Nazioni Unite, sembra che restino solo pochi anni per intervenire sul riscaldamento globale e rallentarne gli effetti più devastanti. Molte delle iniziative proposte prevedono di tagliare le emissioni nelle prime decadi a venire. Secondo Pietro Lucchese, CEO del Gruppo REM: “Ci sono due tecnologie promettenti: la prima, l’afforestazione prevede di far crescere foreste allo scopo di rimuovere il carbonio dall’aria; la seconda riguarda la possibilità di generare elettricità da fonti rinnovabili, immagazzinando le emissioni sottoterra grazie alla tecnica chiamata bioenergy with carbon capture and storage (BECCS). 

Il rapporto dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC), presentato a Berlino, ha analizzato 1.200 scenari, dai quali emerge il futuro del riscaldamento globale e le conseguenze che comporterà entro il 2100. Il rapporto è stato finanziato dalla World Meteorological Organization e dall’UNEP (UN Environment Programme), per capire, dopo il rallentamento economico che ha seguito il 2008, come unire gli sforzi internazionali di fronte al cambiamento climatico.

Il rapporto è il terzo di una serie che riguarda il cambiamento climatico, elaborata negli ultimi anni per chiarire le condizioni attuali di questo fenomeno, causate dall’aumento di emissioni (l’80% delle quali da combustibili fossili) che sta già causando lo scioglimento dei ghiacci artici, l’acidificazione degli oceani e il danneggiamento dei raccolti.

Analizzando i risultati del rapporto, gli esperti affermano che è necessario intervenire entro il 2020, o si arriverà a subire danni ancora più gravi quando le temperature si saranno innalzate a livelli pericolosi, e i rischi saranno molto più elevati: aumento del livello del mare, ondate di calore molto più lunghe e perdita dellecoltivazioni.

Le emissioni, causate principalmente dalla combustione di carbone, petrolio e gas naturale, devono essere tagliate del 40%, fino a raggiungere una decurtazione del 70% entro la metà del secolo, in modo da avere almeno il 50% di possibilità di sfuggire alle peggiori conseguenze del riscaldamento globale. Per raggiungere questi obiettivi, secondo il rapporto bisognerà triplicare o quadruplicare le fonti di energia a basso impatto, come il nucleare, l’energia solare o quella rinnovabile.

Molte delle iniziative proposte nel rapporto prevedono di tagliare le emissioni nelle prime decadi a venire, e convertirsi poi a tecnologie che rimuovono l’anidride carbonicadall’atmosfera, in quanto gas serra più dannoso.

Secondo Pietro Lucchese, CEO del Gruppo REM, agenzia di comunicazione specializzata nella green communication: “Due tecnologie sono piuttosto promettenti: la prima prevede di far crescere foreste espressamente allo scopo di rimuovere il carbonio dall’aria, e prende il nome di afforestazione; la seconda, invece, riguarda invece la possibilità di generare elettricità da fonti rinnovabili, come piante del genere Cladium o biocombustibili algali, immagazzinando le emissioni sottoterra grazie alla tecnica chiamata BECCS, ovvero bioenergy with carbon capture and storage. Entrambe le tecnologie esistono già, ma utilizzarle su scala globale preoccupa non poco. Anche se non riusciremo a ridurre le emissioni quanto serve, sarà comunque necessario convertirsi a queste tecnologie alternative in tutto il mondo, o le temperature continueranno ad aumentare. Entro il 2100, in ogni caso, l’obiettivo deve essere quello di azzerare le emissioni di gas serra”.

Gli interventi finora fatti a livello di singola impresa privata hanno inciso molto sull’efficienza e sul minor costo a livello produttivo e dell’intero ciclo di vita del prodotto, hanno rappresentato un forte fattore di immagine e di reputazione dell’azienda e dei suoi prodotti, ma il loro effetto sulla riduzione globale dell’emissione di CO2 nell’atmosfera è marginale. Per questo motivo, il rapporto sottolinea la necessità che i provvedimenti riguardo alle emissioni vengano attuati dalla comunità internazionale.

FONTE: Gruppo Rem

 
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Rem Lucchese: “L’impresa italiana sostenibile modello per l’Europa”

Post n°7 pubblicato il 22 Gennaio 2015 da gruppo_rem
 

Nell’epoca della green economy la sostenibilità ambientale è un fattore strategico che genera aumento della brand reputation e del consenso sociale. Pietro Lucchese, CEO del Gruppo REM, agenzia di comunicazione specializzata nella green communication: “Gli impegni volontari assunti dalle imprese, finalizzati al calcolo della “Carbon Footprint” e alla riduzione delle emissioni dei gas ad effetto serra, stanno assumendo un ruolo sempre più significativo per il rafforzamento delle azioni previste dalle norme e dalle politiche governative nell’ambito del Protocollo di Kyoto e del Pacchetto Clima-Energia” adottato dal Consiglio dell’Unione Europea nel 2008.

È da tempo sotto i riflettori la vicenda legata alle nuove delibere che la Commissione europea ha adottato in merito agli obiettivi climatici ed energetici europei 2030, e che saranno sottoposte all’esame dei governi nazionali e dell’Europarlamento. Ineccepibile è anche la sottolineatura, giunta da molteplici osservatori, che la scelta unica fatta dall’Europa in questi ultimi anni, cioè quella di darsi vincoli sulle emissioni di anidride carbonica (cioè il gas sul banco degli imputati con l’accusa di provocare i cambiamenti climatici), ma senza accompagnarli con politiche integrate, si stia sempre di più rivelando un vicolo cieco, perché non tiene in considerazione molti aspetti del tema, come ad esempio la sostenibilità economica per le imprese.

Nell’epoca della green economy, imprese e istituzioni hanno imparato a guardare con fiducia al futuro dei mercati anche e soprattutto attraverso la lente della sostenibilità ambientale, fattore strategico che genera risposte proattive da parte dei consumatori, aumento della brand reputation e del consenso sociale, in una prospettiva di stabilizzazione e crescita della domanda, anche in una fase recessiva quale è quella che stiamo ancora attraversando. 

Ci si chiede quindi se, a fronte delle nuove e vincolanti prospettive europee, (che tanta preoccupazione destano ai vertici delle associazioni degli industriali), imprese e istituzioni debbano iniziare a nutrire dubbi sulla praticabilità di quella strada della sostenibilità ambientale che da anni hanno imboccato e per la quale hanno già investito moltissimo, in termini d’innovazione, risorse umane, tecnologie e comunicazione.

“Sono già oltre 250 le aziende italiane che hanno aderito al programma per la valutazione dell’impronta ambientale organizzato dal Ministero dell’Ambiente” afferma Pietro Lucchese, CEO del Gruppo REM, agenzia di comunicazione specializzata nella green communication.  “Gli impegni volontari assunti dalle imprese e anche da molte istituzioni - continua Lucchese - in particolare al calcolo della propria “Carbon Footprint” e alla riduzione delle emissioni dei gas ad effetto serra, stanno assumendo un ruolo sempre più significativo proprio per il rafforzamento delle azioni previste dalle norme e dalle politiche governative nell’ambito del Protocollo di Kyoto e del Pacchetto Clima-Energia” adottato dal Consiglio dell’Unione Europea nel 2008.

Tra queste realtà, s’incontrano nomi di assoluto rilievo nel nostro panorama imprenditoriale, in tutti i settori produttivi. Come Gruppo REM, agenzia di comunicazione specializzata nellagreen communication¸ abbiamo avuto l’onore di accompagnare molte di queste realtà lungo un percorso impegnativo, ma ricco di sfide, traguardi e soddisfazioni. La nostra personale convinzione è che proprio questo patrimonio di “know how” e di importanti investimenti nel campo della sostenibilità sia la principale risorsa da far valere a fronte delle nuove, durissime sfide che il mondo delle imprese si troverà ad affrontare nell’immediato futuro”.

Come di recente affermato da un ministro dello Sviluppo economico, “il tema dell’ambiente rappresenta una straordinaria opportunità di crescita del Paese. In particolare, nel corso degli ultimi anni, l’espansione straordinaria della green economy ha determinato una trasformazione radicale del modo di produrre e consumare delle economie avanzate”.

La chiave di volta è rappresentata dalla rivoluzione tecnologica di cui molte realtà imprenditoriali sono state e continuano a essere incontrastate e ammirate protagoniste. Concrete ed eccezionali innovazioni di prodotto, di processi produttivi, di impianti, tutto nel segno di una sempre maggiore sostenibilità e anche di una compatibilità economica. E in tutto ciò, il ruolo della comunicazione è valorizzare e veicolare questo modello, per esportarlo e venderlo in tutto il mondo, con l’obiettivo di vincere imponendo i più elevati standard italiani ed europei su scala davvero globale.

FONTE: Gruppo Rem

 
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Pietro Lucchese Rem: Marketing Verde per ridurre emissioni inquinanti

Post n°6 pubblicato il 19 Gennaio 2015 da gruppo_rem
 

Il marketing aziendale, oggi, si trova a conciliare l’obiettivo di sviluppo e di redditività con l’esigenza di sviluppare un “marketing verde”, per ridurre le emissioni inquinanti. Comunicare la sostenibilità d’impresa diventa un forte strumento per creare nuovi valori del brand evantaggio competitivoPietro Lucchese, CEO del Gruppo REM, agenzia di comunicazione specializzata in green communication: “Sono numerose le aziende italiane che hanno iniziato questo percorso virtuoso con grandi ritorni economici e di immagine. Abbiamo accompagnato queste aziende a sviluppare dei concreti interventi volti alla riduzione delle emissioni di CO2, valutando strategie, piani ed attività integrate di green communication”.

Nell’ultimo secolo la popolazione mondiale è quadruplicata, mentre il consumo di prodotti industriali è aumentato di 40 volte, l’utilizzo di energia di 16 volte, di acqua 9 volte, di pesce 35 volte.

La nuova consapevolezza relativa alla scarsità delle risorse riflette un cambiamento di atteggiamento, creando nuovi stili di vita e di consumo che si stanno rapidamente diffondendo a tutti i livelli della società e in tutto il mondo. I consumatori sono sempre più attenti alla qualità dei prodotti, alla trasparenza e alle politiche ambientali delle aziende.

Il marketing aziendale deve fare i conti con questo cambiamento e si trova oggi di fronte a una grande sfida: come si può conciliare l’obiettivo di sviluppo e di redditività con l’esigenza di sviluppare un “marketing verde”, con la necessità di ridurre l’inquinamento, i rifiuti, le emissioni di carbonio, di preservare le risorse naturali ed anche con la necessità di regole di comportamento etico?

Partendo da una profonda analisi delle nuove esigenze del pubblico, il marketing ha una grande opportunità: spingere imprese ed istituzioni ad attivare comportamenti sostenibili, ambientali e sociali, proprio per rispondere ai crescenti bisogni del consumatore, di tutti gli stakeholder, della società e della cultura sociale, nella preservazione dell’ambiente naturale e nel rispetto dell’uomo.

Secondo Pietro Lucchese, CEO del Gruppo REM, agenzia di comunicazione specializzata nella green communication, “Il marketing può e deve lavorare verso un modello di sviluppo che soddisfi le esigenze attuali, senza compromettere la possibilità delle future generazioni di soddisfare le proprie. Una visione socio-ecologica del consumo riflette una nuova consapevolezza della scarsità delle risorse naturali, della crescita incontrollata dell’inquinamento, dell’emissione di CO2, dei rifiuti e del costo sociale del consumo stesso. Questa innovativa visione induce le imprese a migliorare la loro “eco-efficienza”, aumentando il volume di produzione per unità di risorsa naturale utilizzata, con un potenziale enorme di miglioramento in questo campo (attraverso la decarbonizzazione, la riduzione dei rifiuti, l’autoproduzione di energia, ecc.)”.

Tale miglioramento non è solo un beneficio per l’ambiente, ma aumenta la redditività dell’impresa, con guadagni sia dal punto di vista ambientale che economico. Non meno importante, l’immagine dell’impresa e dei prodotti che godono di una buona reputazione in merito al rispetto dell’ambiente diventano sempre più motivo di scelta e di fedeltà per il consumatore, i distributori, i fornitori e, in genere, tutti gli stakeholder.

In questo contesto, la comunicazione della sostenibilità dell’impresa diventa un forte strumento per creare nuovi valori e significati del brand, inediti elementi di differenziazione rispetto ai competitor e, in definitiva, un ulteriore vantaggio competitivo. Il marketing rinnova il suo ruolo e cambia mission: diventare il perno di un modello alternativo di business, conciliando il rispetto dell’ambiente con la soddisfazione delle aspettative del consumatore con l’aumento della reputazione e dell’immagine della marca attraverso l’aumento dei risultati economici dell’impresa.

“Numerose sono anche le aziende italiane che hanno iniziato questo percorso virtuoso” afferma Lucchese, “con grandi ritorni economici e di immagine. In particolare, come Gruppo Rem, abbiamo assistito molte aziende ad aderire al programma per la valutazione dell’impronta ambientale organizzato dal Ministero dell’Ambiente con il coordinamento di un’apposita task force. Gli impegni volontari assunti dalle imprese (ma anche da molte istituzioni), finalizzati in particolare al calcolo della propria “Carbon Footprint” e alla riduzione delle emissioni dei gas ad effetto serra, stanno assumendo un ruolo sempre più significativo nelle strategie di sostenibilità di tali imprese. Abbiamo inoltre accompagnato queste aziende a sviluppare dei concreti interventi volti alla riduzione delle emissioni di CO2 nell’atmosfera, ed abbiamo tradotto il tutto in strategie, piani ed attività integrate di green communication”.

FONTE: Gruppo Rem

 
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