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Natura potente e delicata! Un approccio completo per risolvere l’acne giovanile

Post n°6 pubblicato il 05 Ottobre 2011 da gse.italia
 

“Oh nooooo!!! Lo sapevo: un altro brufolo!!!”

Ogni mattina la giornata di milioni di ragazzi e ragazze di tutto il mondo comincia con queste parole, dette davanti allo specchio con un’espressione delusa sul viso. No, non stiamo esagerando, parliamo di milioni, forse anche di miliardi di adolescenti… già, perché la problematica dell’acne giovanile è diffusa capillarmente tra i ragazzi in età puberte di ogni ceppo etnico (anche se con una maggiore incidenza sul ceppo caucasico). Per parlare di numeri, si stima che fino all’85% dei giovani tra i 15 e i 18 anni soffra di acne, considerata dalla medicina ufficiale una vera patologia. In realtà, la problematica acneica non è una vera e propria malattia, ma la conseguenza di un mutamento ormonale fisiologico, che, in alcuni soggetti predisposti, può manifestarsi con la comparsa di brufoli, punti neri e lesioni cutanee. Lo avevano capito, parecchi secoli or sono, gli antichi Greci, a cui si deve il nome di questa condizione cutanea: infatti “acnè” significa “efflorescenza, fiore della vita, massimo sviluppo” indicando così la peculiare età di insorgenza, quasi una tappa obbligata nella crescita di ognuno.

Tuttavia, nonostante la “fisiologicità” del manifestarsi dell’acne ad una certa età, tale fenomeno è ben lungi dall’essere accettato di buon grado, come comprensibile, anzi al contrario spesso diventa motivo di insicurezza per il giovane, in un’età come quella dell’adolescenza, psico-emotivamente delicata, nella quale i ragazzi non amano mostrarsi in pubblico, né essere osservati.

Ma cerchiamo quindi di capire meglio cosa sta dietro agli “odiati brufoli da acne” e cosa si può fare naturalmente per debellarli.

 

Diverse tipologie di acne giovanile

L’acne vulgaris o acne giovanile è sicuramente la tipologia di acne più comune e conosciuta, anche se non l’unica (esistono infatti altri tipi di acne con eziologie e manifestazioni sintomatiche diverse, ad esempio l’acne neonatale, l’acne iatrogena , l’acne rosacea e l’acne menopausale). Ogni tipo di acne viene classificato in modi diversi a seconda delle lesioni che presenta, per l’acne giovanile, ne sono state individuate cinque diverse tipologie:

·  comedonica: quando le manifestazioni d’acne più presenti sono i comedoni chiusi (punti bianchi) o aperti (punti neri);

·  papulo-pustolosa, quando compaiono papule (rigonfiamenti infiammati ma non purulenti) e pustole (il tipico “brufolo”);

·  nodulare-flemmonosa, quando compaiono lesioni rosso-violacee dolorose che possono riassorbirsi o evolvere in pustole;

·  nodulo-cistica, quando sono presenti pustole, papule e grosse formazioni cistiche che danno vita a cicatrici cheloidee;

·  polimorfa: è la forma più comune di acne giovanile, che si verifica quando sono presenti ciclicamente tutte le manifestazioni d’acne.

 

Un’origine complessa

L’acne giovanile, di cui ci occupiamo specificatamente in questa trattazione, è considerata medicamente un “processo a patogenesi multifattoriale”, definizione che indica tutte le patologie in cui le cause innescanti siano molteplici. Possiamo infatti individuare dei fattori causali primari legati alle modificazioni ormonali tipiche dell’età adolescenziale e dei fattori concausa aggravanti legati invece allo stile di vita e all’alimentazione.

Tra i fattori causali primari, quella che si può considerare la conditio sine qua non dello sviluppo dell’acne è la grande produzione di ormoni androgeni, tipica dell’età adolescenziale, ed, in particolare, del diidrotestosterone (DHT). Ciò infatti provoca mutamenti in tutto l’organismo e quindi anche a livello cutaneo, dove modifica la quantità e qualità dei dotti sebacei e del sebo prodotto. Più in particolare il DHT è responsabile della mutazione di alcuni follicoli vestigiali collocati sul viso e sul dorso in follicoli pilo-sebacei. Questi, come già suggerisce il nome, sono follicoli dotati di una grossa ghiandola sebacea, che da questa fase in poi, nei soggetti predisposti, produrrà sebo in grande quantità. Tali follicoli rappresentano la sede nella quale si sviluppa l’acne: questo spiega anche il perché del manifestarsi di questa problematica cutanea principalmente su viso e dorso. Il DHT è responsabile anche di un altro mutamento cutaneo: la modifica qualitativa-quantitativa del sebo: infatti, dopo la pubertà, il sebo viene prodotto in quantità nettamente maggiore e, dal punto di vista della composizione, presenta una grandissima quantità di acidi grassi liberi ad azione irritante sulla pelle. Queste modifiche a livello cutaneo portano a :

 

·  ipercheratinizzazione del dotto pilo sebaceo: i cheratinociti che ricoprono il dotto, irritati dal DHT e dagli acidi grassi liberi, iperproliferano determinando un’aumentata coesione cellulare che impedisce lo svuotamento spontaneo del poro. In questo modo si creano i comedoni, lesioni acneiche semplici che facilmente evolvono in lesioni più complesse;

·  iperseborrea: come difesa dall’irritazione provocata dal legame di acidi grassi e DHT con i cheratinociti, le ghiandole sebacee producono una maggiore quantità di sebo che si accumula dando vita al comedone, che evolve poi in pustole, cioè i comuni brufoli;

·  colonizzazione e attività del Propionibacterium acnes: battere anaerobio fisiologicamente presente sulla cute umana che si nutre di sebo; trova quindi terreno fertile per la sua riproduzione nei dotti pilo sebacei intasati, nei comedoni e nelle pustole. La sua proliferazione porta all’edema e all’infiammazione del poro con formazione di pustole purulente grosse e doloranti.

·  infiammazione follicolare e perifollicolare come conseguenza dell’infezione da P.acnes.

Oltre a questi fattori causali scatenanti, possiamo individuare come fattori “concausa o aggravanti”, i seguenti:

·  carenza di acidi grassi essenziali nella dieta: l’equilibrio ormonale e la regolazione sebacea cutanea sono influenzati dall’apporto dietetico di acidi grassi essenziali ω3-ω6, di cui sono ricchi il pesce e i semi oleaginosi. Il loro apporto insufficiente, particolarmente frequente negli adolescenti a causa di scelte alimentari errate, che prediligono i grassi saturi, predispone allo sviluppo di acne;

·  carenza di vitamine e minerali: l’insufficiente apporto, o il mancato assorbimento, sia di vitamine A, E, gruppo B, benefiche per la pelle, sia di minerali, in particolare zinco e magnesio, rappresentano anch’essi una concausa nella comparsa dell’acne;

·  sovraccarico del pancreas: un’alimentazione poco “vitale”, ricca di grassi saturi, zuccheri, cibi conservati e raffinati, giorno dopo giorno mina l’efficienza dell’apparato digerente. In particolare il pancreas, costretto ad un iperlavoro, è penalizzato nelle sue funzioni. Ne conseguono difficoltà digestive e l’aumento del cosiddetto “fattore insulinico”, che, stimolando anch’esso la produzione di androgeni, contribuisce all’insorgere dell’acne.

·  disbiosi intestinale: eccesso di zuccheri, carboidrati raffinati, cibi conservati, proteine animali, ecc. e assunzioni di farmaci, in particolar modo antibiotici, causano il progressivo depauperamento della flora protettiva intestinale (disbiosi); batteri patogeni ed opportunistici proliferano perciò a dismisura, portando a putrefazioni e fermentazioni intestinali che favoriscono la patogenesi dell’acne. 

·  tossinemia: il “terreno” intestinale malsano che si viene a creare come conseguenza della disbiosi, induce la produzione di una grande quantità di sostanze tossiche, che si riversano nel sangue. La tossinemia sistemica che ne deriva trova sfogo anche sulla pelle, aggravando la problematica acneica.

·  stress, ansia: il disagio legato alla crescita, ai mutamenti ormonali in atto e alla ricerca della propria identità è fonte di grande stress per gli adolescenti, spesso acuito dal timore di “mostrarsi” in pubblico. Com’è noto, lo stress stimola le ghiandole surrenali a produrre non solo cortisolo e adrenalina ma anche androgeni, causa prima dello sviluppo della problematica.

 
 
 
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