L’AS ROMA E LA PROPAGANDA

Post n°106 pubblicato il 31 Agosto 2012 da liberinth
 
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La squadra di calcio di Roma non è solo una questione di calcio. Chi non lo ha capito non ha capito cosa vuol dire il termine “propaganda” e magari dovrebbe aprire il dizionario e dare una ripassata;

 

  PROPAGANDA: Opera e azione esercitate sull’opinione pubblica per diffondere determinate idee,  o per far conoscere determinati  prodotti commerciali 2 – complesso di idee o notizie scarsamente attendibili perché alterato dai divulgatori  (dizionario Zanichelli).

 

La società giallorosa, in termini di “Propaganda”, è l’obbiettivo numero uno per quanti nella nostra città hanno intenzione di sfruttare il Brand del lupetto per diffondere, idee, filosofie, movimenti ecc.

  Gli amanti dello sport che si augurano che tutto questo possa finire, probabilmente, rimarranno delusi. Attenzione se si parla di propaganda non si intende uno sponsor scritto su una maglia o su un cartellone pubblicitario (quello è semplicemente marketing), la propaganda si fa principalmente con i media (radio, tv, giornali e siti web), l’unica cosa a cui è interessata la propaganda è il numero di individui che riesce a raggiungere attraverso un determinato canale, ed attraverso l’AS ROMA di orecchie ed occhi se ne raggiungono proprio tanti. La Roma è una torta troppo ghiotta da questo punto di vista per non buttarsi nella mischia, ed è proprio questa mischia a rappresentare l’orco che tutti gli addetti ai lavori sventolano ogni volta sotto i nasi di allenatori, giocatori e dirigenti come comodo alibi per nascondere che  l’orco in questione sono loro, salvo poi scaricare tutto sulle curve, strumentalizzabili per ogni esigenza. Quante volte avete sentito “e a Roma l’ambiente e difficile” e chi pronunciava questa frase dimentica sempre di dire che “l’Ambiente” è lui stesso. L’Ambiente, ovvero tutto quel insieme di giornalisti, speaker radiofonici ed opinionisti vari che per campare hanno deciso di scegliersi una parte in questo grottesco teatro dell’assurdo, prestandosi, di fatto, alle esigenze della “PROPAGANDA” da qualsiasi parte esse vengano.

 

  CARI TIFOSI … in tutto questo lo sport centra davvero poco, tutto il circo si muove non già per il denaro, che pure è variabile importante di tutta l’equazione, ma per la conquista delle vostre orecchie e delle vostre menti. Come difendersi da tutto questo? … ricette miracolose non ne posseggo, la mia strategia e di turarmi il naso e tenere la testa ben dentro questa melma per comprenderne il contenuto, scoprire come si muove, individuarne le trappole e conquistarmi quello che credo sia la verità per ridurre i rischi (impossibile evitarli del tutto) di essere vittima di qualsiasi tipo di strumentalizzazione.

 
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ANGHIARI, IL PAESE DELLA BATTAGLIA

Post n°105 pubblicato il 27 Agosto 2012 da liberinth
 
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ANGHIARI

 

Provincia di Arezzo, 429 metri sul livello del mare, circa 6000 abitanti.

La parte vecchia, architettonicamente più interessante, è posta su una altura, su cui sorgono un borghetto, costituito  da edifici antichi, attraversato da viottoli percorribili quasi esclusivamente   piedi che si insinuano tra le case antiche, strette dalla cinta muraria.

 

Il suo nome è assurto agli onori delle cronache per la presunta pittura murale che Leonardo avrebbe dipinto nel 1503, situata con tutta probabilità nel salone dei 500 all’interno di palazzo Vecchio a Firenze, e che i ricercatori avrebbero tentato di individuare, non riuscendo pur tuttavia ad ottenere prove certe della sua reale esistenza. La difficoltà della ricerca è da attribuirsi alla necessità di conservare il dipinto sovrastante, realizzato dal Vasari, lo stesso Vasari nel suo dipinto, su uno degli stendardi raffigurati ha lasciato una scritta sul cui significato ancora oggi ci si interroga: “CERCA, TROVA”.

 

L’episodio storico che sarebbe raffigurato nel dipinto del Davinci è “La Battaglia di Anghiari” (29 Giugno 1440) appunto, uno scontro tra l’esercito Milanese dei Visconti e quello della coalizione guidata dai Fiorentini di cui facevano parte anche una compagnia di 300 cavalieri di Venezia.

 
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MARIO MONTI PIACE ALLE BANCHE

Post n°104 pubblicato il 21 Agosto 2012 da liberinth
 
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David Riley di Fitch dice che il nostro paese non ha bisogno di ulteriori misure di austerity, secondo l’agenzia di rating le misure già prese sono sufficienti, ma ora servono le riforme.  Che traducendo significa: abbiamo finito  di svuotare le tasche degli Italiani adesso togliamogli quello che gli è rimasto, ovvero i diritti fondamentali di ogni cittadino, la salute, l’istruzione ed il diritto al lavoro. le tanto invocate riforme riguardano lo smantellamento del walfer e della scuola, e l’ulteriore precarizzazione del rapporto tra dipendente e lavoratore. Per Riley il governo Monti sta svolgendo un’efficace opera di risanamento, ma il processo che porta fuori dal guado – sempre secondo l’economista – potrebbe richiedere più tempo di quello concesso dalla scadenza del mandato nel 2013. Secondo Riley l’attuale governo Italiano gode di una grande credibilità a livello internazionale ed i RISCHI DELLA FINE DEL SUO MANDATO sarebbero maggiori dei rischi legati all’economia … Tradotto: MARIO MONTI piace alle banche a livello internazionale, perché garantisce la “solvibilità” del nostro paese, ed i signori banchieri sarebbero tutti molto felici se rimanesse anche oltre il termine del suo mandato. C’è un piccolo particolare che questi signori trascurano, Monti sarà anche gradito a livello internazionale ma al di sotto delle Alpi non gode di tutta questa simpatia. Le necessità dei mercati internazionali sono fondamentalmente sempre le stesse, solvibilità  degli stati e stabilità politica,  necessità che però potrebbero non collimare con quelle dei cittadini che hanno bisogno soprattutto di equità e diritti, se lo “spred” (inteso come differenza) tra questi diversi obbiettivi continuerà ad essere così elevato i mercati internazionali dovranno accettare il rischio che la stabilità politica generale dell’euro zona crollerà miseramente portandosi dietro tutti i loro indici, ed i loro giudizi sull’affidabilità dei singoli stati.

In una situazione come quella in cui ci troviamo un prolungamento del mandato al premier Mario Monti (contrariamente a quanto sostiene Riley) rappresenterebbe un rischio ancora più elevato a livello politico. Se in un sistema costituzionale ti trovi per troppo tempo un governo non eletto dai cittadini, o questo governo migliora concretamente la vita delle persone, oppure si candida ad una caduta fragorosa. Prolungare a lungo questo stato di cose significa assumersi il rischio che comporterebbe un ennesimo fallimento, o comunque il protrarsi del “disinteresse sociale” a vantaggio di una attenzione eccessiva alle necessità dei mercati, uno scenario che va ad inserirsi in un quadro di fortissime tensioni sociali che covano sotto la cenere dell’omologazione culturale e della propaganda operata dai media che ha reso possibile arrivare fino a questo punto. La  pentola sta per esplodere o si decide di allentare la pressione oppure le conseguenze potrebbero essere imprevedibili.

 
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RIVOLUZIONE O VIOLENZA

Post n°103 pubblicato il 19 Agosto 2012 da liberinth
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Per qualcuno tra rivoluzione e violenza non c'è nessuna differenza, eppure, di differenze c'è ne sono parecchie. Una rivoluzione nasce dalle idee (giuste o sbagliate che siano), dalla consapevolezza (o dalla presunzione di consapevolezza) di quello che sta capitando in un determinato momento dello sviluppo di una società e soprattutto dalla comprensione che nulla accadrà se non attraverso il superamento dell'individualismo e la coscienza degli interessi comuni con altri individui appartenenti al medesimo ceto sociale. Troppo spesso in questo momento di crisi economica si sente parlare di ribellione e rivoluzione, in modo superficiale, senza riflettere su che cosa è veramente una rivoluzione e sui presupposti che ne favoriscono il verificarsi. Di quelle idee, di quella consapevolezza e di quella "coscienza di classe" che sono presupposti necessari per dare il via ad un radicale cambiamento della società, nel nostro paese non si vede nemmeno l'ombra. In Italia oggi c'è solo tanta rabbia e la rabbia non porta alla rivoluzione ma solo alla violenza ed all'intolleranza.

 
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VIOLENZA IN SUDAFRICA

Post n°102 pubblicato il 18 Agosto 2012 da liberinth
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Nel ventre della terra per 400 € al mese, quanti di noi sarebbero disposti a farlo? In Sudafrica molti dei minatori morti sotto i colpi della polizia erano costretti a farlo tutti i giorni a vantaggio dei loro datori di lavoro Inglesi ed Americani. Erano armati di macete! Si giustifica il capo della polizia … così gli hanno sparato e li hanno fatti tutti fuori ….

 
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