In alcuni villaggi Inuit del circolo polare artico l'inquinamento sta provocando una femminilizzazione dei feti nelle prime settimane di vita
Due femmine per ogni maschio, o anche di più. In alcuni casi solo femmine. E poi neonati maschi prematuri e sottopeso rispetto alle bambine. È preoccupante quello che sta succedendo in alcuni villaggi Inuit del circolo polare artico. Non solo perché minaccia ulteriormente la sopravvivenza di quelle popolazioni, già messe a dura prova da disoccupazione, violenza e dipendenza da alcol e droghe; ma anche perché amplifica un fenomeno in atto in tutto l'emisfero settentrionale - quello dello squilibrio del rapporto tra i due sessi nei nuovi nati - e prefigura situazioni che potrebbero verificarsi anche altrove, se non si darà inizio a una campagna globale di razionalizzazione dello smaltimento degli inquinanti. Secondo un rapporto dell'Arctic Monitoring and Assessment Programme, che controlla i villaggi posti sulle rive russe, canadesi e groenlandesi dell'Artico, in molte comunità il rapporto tra i due sessi tra i nuovi nati è appunto di due a uno, e in alcuni villaggi (tra i quali quello vicino alla base americana di Thule) negli ultimi anni sono nate solo femmine. Inoltre, stando a uno studio pubblicato sullo 'Us National Institute of Environmental Health Science', alla fine del 2007 saranno 250 mila i maschi mancanti all'appello dei neonati attesi in Giappone e Stati Uniti, se si considerano ancora valide le statistiche degli anni Settanta, che vedevano sempre un leggero vantaggio dei maschi sulle femmine. Secondo i ricercatori non ci sono dubbi: la causa della femminilizzazione dei neonati risiede nell'inquinamento e, in particolare, nelle sostanze rilasciate nell'atmosfera e nei mari dallo smaltimento di dispositivi elettronici, computer, e dalle lavorazioni industriali, tra le quali si troverebbero alte concentrazioni di Ddt, Pcb e altri inquinanti chiamati distruttori endocrini. Questi ricordano, nella struttura, gli ormoni femminili, passano la placenta e causano il cambiamento di sesso del feto nelle prime settimane di gravidanza. Tutte le donne Inuit analizzate hanno alti livelli di distruttori nel sangue, e lo stesso vale per i bimbi: per questo, secondo gli autori, bisognerebbe rivedere le autorizzazioni all'utilizzo di molti composti chimici e sottoporli a test più approfonditi prima di usarli su scala mondiale.
Tratto da: http://espresso.repubblica.it/dettaglio/Cercasi-maschio-disperatamente/1935808/2
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il 23/03/2008 alle 11:04
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