Fading of the day

30.

Aprii gli occhi e vidi un'immagine sfocata, un volto, due fossettes ulle guance, una cascata di capelli biondi e due occhi nocciola.

-Elisa... - mormorai tra me e me

Sbattei le palpebre più volte per mettere a fuoco. Piano piano, l'alone bianco che disturbava l'immagine svanì, come nebbia al primo tepore del sole. Gli occhi si fecero verdi ed i capelli rossi: vidi il volto di Sinead prendere forma, plasmarsi come in un film, ridefinirsi come un puzzle che si illuminava sul reticolo della mia mente. Sin mi guardò stupita per la mia espressione interdetta. Poi mi sorrise e si sedette sul divano accanto a me. Iniziò a trafficare incuriosita con qualcosa che non identificai subito.

Percepii che mancava un partiocolare nell'aria attorno a me: avevo la netta sensazione che mancasse uno stimolo sensoriale. Così, tesi l'orecchio come un periscopio, aspettandomi di sentire un rumore "familiare" nella stanza: tuttavia, con mia grande sorpresa, fui inondato da un silenzio irreale, quasi submarino. Mi bastarono pochi istanti per identificare la causa di tale assenza e, con lo sguardo, puntai in direzione della pendola: era ferma. Ritornai con gli occhi verso Sinead che, con espressione trionfante mi mostrava la "scatola dei misteri" ed un pezzetto di legno, che si incastrava alla perfezione nella feritoia che avevo, sin dal primo momento, identificato come "serratura".

-La pendola Jeremy, la pendola! - urlò raggiante Sinead - Si trovava nella pendola la chiave che cercavamo!

Sinead mi porse il pezzetto di legno: si trattava della massa oscillante che nel meccanismo del pesante orologio a muro, era attaccata al filo e che permetteva agli ingranaggi di avanzare le lancette. La portai a favore di luce e vidi che, su ciascun lato, erano presenti della scanalature: quattro su una parte e tre sull'altra. Era una sorta di chiave rudimentale: sembrava fosse stata costruita in epoche lontane con strumenti semplici e tanta manualità.

-Entra perfettamente nella serratura...
-Sin: ma come ti è venuto in mente?
-Non lo so, una volta sveglia qualcosa dentro di me mi "guidato" verso la pendola...
-Pensi che c'entri qualcosa Elisa?
-Credo di si...

Fui solo in parte stupito di sentire quelle parole da Sinead dato che anch'io ero stato testimone di visioni notturne in cui Elisa cercava di comunicarmi qualcosa. Fino a quel momento non avevo chiaro il messaggio, ma ora tutto sembrava incastrarsi perfettamente: Elisa stava cercando di darci una mano per risolvere il mistero della scatola di legno. Raccontai i particolari dei miei sogni a Sinead, spiegandole che mi trovavo con Elisa su una spiaggia e lei mi ripeteva in continuazione che "il tempo era importante".

-Si tratta certamente di un modo che Elisa ha dovuto escogitare per mettersi in contatto con entrambi. Cambiano le forme, ma la sostanza è la stessa