Creato da fading_of_the_day il 17/11/2010

Fading of the day

....as night takes over

HAUNTED BY YOUR....MUSIC (1/5)

 

HAUNTED BY YOUR....MUSIC (3/5)

 

HAUNTED BY YOUR....MUSIC (4/5)

 

Messaggi del 08/04/2014

26

Post n°122 pubblicato il 08 Aprile 2014 da fading_of_the_day
 

Bastò una telefonata. Poi racimolammo le nostre cose in fretta.

Scese il silenzio tra noi. Un metro cubo di fumo bianco che barricava le nostre figure dall'esterno. Un silenzio non ostile, ma di quelli che solo gli innamorati erano in grado di concordare con gli occhi.

Il silenzio, la fuga, il cuore che batteva forte. Un bacio lungo, che trasmetteva respiri densi, scambiato prima che tutto fosse alle spalle. Un bacio per dirci che c'eravamo l'uno per l'altra. Un bacio con il quale ciascuno di noi portava via le paure dell'altro.

Tre ore e mezza dopo aspettavamo sorridenti alla raccolta bagagli di El Prat.

Barcellona viveva col buio per onorare la luce.

Barcellona era fatta del profumo delle fate con i tacchi alti che dipingevano la notte di illusioni, del passo svelto e sudaticcio dei camerieri in camicia bianca che pulivano i tavoli, delle chiacchiere dei ragazzi e delle promesse delle loro ragazze, che assicuravano una gonna più corta da sbirciare il sabato successivo.

Barcellona era un piccolo angolo di mondo antico che si tuffava nel ventunesimo secolo con irriverenza. Barcellona era la lucida follia di Gaudì, l'intimità scura del Barrio Gotico, l'assolata ariosità di Plaça Colon, la fretta verso l'alto della Sagrada Familia, il luccichio dei mosaici di Mirò, il boato del Camp Nou.

Barcellona era il Raval, dove c'era sempre un uomo che cercava qualcosa in cambio di soldi ed una dama, dalle ciglia lunghe, che dava qualcos'altro in cambio di poco più di niente. E, a volte, quest'uomo e questa donna si incontravano.

Barcellona era l'odore delle tapas che saziavano lo stomaco e lo spirito come un noir di Francisco Ledesma. Barcellona era la confusione ed il meticoloso andare della funivia del Montjuic: la scala con vista cielo da cui ubriacarsi di Priorato ed ammirare le gesta dei più sconsiderati.

A Barcellona c'era sempre posto per un poeta affranto, abbandonato dalle sue puttane tristi, che invitava a cena una bottiglia di Carlos Primero per aggiustarsi un po' l'anima. A Barcellona c'era sempre un giornalista con una storia da raccontare. Fatta di polvere e paladini del marciapiede, di luci blu intermittenti, di bar aperti fin quando non rimaneva più un goccio da bere.

Barcellona era così: prendere o lasciare, eccellenza o oblio. Barcellona era testimone del supremo ingegno di chi aveva ceduto l'eternità a Satana, per modellare pietra come fosse sabbia bagnata. Barcellona era l'anelo massimo, la porta del sole che dava su un museo a cielo aperto. Il museo vivo delle umane gesta.

Dal balcone della casa di Mr.Stanford si poteva godere tutto il colore ed il calore delle ramblas. Uno spaccato di umanità, veicolato da una lunga vasca di cemento ed arte accesa in un braciere.

Elisa ne aveva gli occhi pieni, come una bambina all'e
ntrata di un luna park. Sembrava la prima volta che assisteva in platea al grande palcoscenico del mondo. In effetti, il mondo non l'aveva ancora visto. Perchè non era mai stata a Barcellona.

 
 
 

LOVING ELISA BROWN 2/2

Citazioni nei Blog Amici: 18
 
 

ULTIME VISITE AL BLOG

cassetta2nodopurpureoNoRiKo564Rosecestlavielascrivanafading_of_the_daySky_Eaglesperanza1945IlGrandeSonnolab79cloneselvaggiopsicologiaforenserioga651965pantarei63rbfinancial
 

ULTIMI COMMENTI

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Aprile 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30          
 
 

AREA PERSONALE

 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963