Creato da fading_of_the_day il 17/11/2010

Fading of the day

....as night takes over

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Messaggi del 30/07/2014

26.

Post n°190 pubblicato il 30 Luglio 2014 da fading_of_the_day
 

-Sai - mi fece scrutandosi il piede come se fosse un curioso animaletto - da bambina adoravo affondare le dita nella sabbia calda

Stava giocherellando con entrambi i piedi cercando di scavare quanto più in profondità poteva. Poi alzò la testa e la osservai da sotto la tesa del cappello con ammirazione. Aveva il viso di un caldo color bronzo: il sole del Mediterraneo aveva baciato quella pelle chiara, rendendola alla vista morbida come caramello. Le guance mostravano, invece, ancora una tonalità rossiccia, come se per imprudenza si fosse scottata. Sorrise come una bimba impaziente verso la magia dell'estate. Ed io con lei.

-Spesso trascorrevo le vacanze estive nel sud della Francia e per chi viene da un posto freddo e piovoso come casa mia, era una meraviglia potersi scaldare al tepore del sole costante. Da bimba avevo imparato anche un po di francese...

Sorrisi di nuovo: immaginai la mia fatina che parlava la lingua di Baudelaire e mi sciolsi come neve al sole.

-Anch'io sapevo bene il francese una volta, lo avevo studiato a scuola. Ma poi ho perso molto senza esercizio...

Gli occhi le si illuminarono come fiammelle al buio.

-Allora potremmo farci una vacanza in Costa Azzurra! Adoro Antibes, Cannes, Nizza, Montecarlo... Montecarlo... Ti prego Jeremy, portami a Montecarlo... - implorò, aggrappandosi al mio braccio come un cagnolino esagitato.

-Ci andremo, ci andremo. Anche a me piacerebbe tornarci...

Poi, di colpò si rabbuiò e schiuse le labbra come a volermi dire qualcosa...



-'More ma dormi ancora? Jeremy, ma stai bene?

Udii una voce che, allo scorrere delle parole, si avvicinava sempre più a me. Aprii gli occhi e li feci roteare a destra ed a sinistra. Per qualche istante ebbi la senzaione che tutto ciò che mi circondava fosse ignoto. Avvertii il disagio di trovarmi in un ambiente che non riconoscevo, come un paziente in coma che si risvegliava dopo anni. Poi Sinead fece capolino dalla porta. E tutto fu chiaro.

-Jeremy, sono le undici: va tutto bene? Non dormi mai fino a tardi...

Mi alzai dal letto con la nitida sensazione di ovatta che mi avvolgeva la testa. Feci mente locale se avessi bevuto o preso qualche medicina che dava sonnolenza, ma nulla. Mi sedetti al tavolo della cucina e Sinead era appoggiata al lavello che mi guardava interrogativa. Stava di certo trafficando con uno dei suoi manicaretti, perchè sui fornelli c'erano diverse pentole che borbottavano come vecchie locomotive a vapore.

-Non guardarmi così: ho solo dormito un po' più del solito. Che c'è di male?

Sinead alzò le mani in segno di resa e si girò verso i fuochi, rimestando il contenuto di una delle pentole.

-Ah... Un paio d'ore fa ha chiamato un certo Mr.Stanford: vuole essere contattato da te al più presto. Dice che è importante...
-Grazie Sin, dopo pranzo lo chiamo...
-Ma chi è questo tizio?
-Il mio editore, o meglio, ex-editore visto che non lavoro più con lui...
-Ah... avete litigato?
-No no, assolutamente, solo che sto portando avanti un progetto parallelo: vorrei creare una casa editrice indipendente che dia spazio agli scrittori giovani ed emergenti

Sinead mi regalò un ampio sorriso di consenso.

-E' un'idea che ho in testa da un po' di tempo: non sai quanto sia difficile farsi strada in questo mondo ed avere qualcuno che ti dai un aiuto concreto e disinteressato è manna dal cielo. Io ebbi la fortuna di cavare il coniglio dal cilindro con "Ushuaia" ma non sempre è facile tirar fuori il best-seller al primo colpo...
-Beh, amore mio, direi che c'è anche tanto talento dietro, non solo fortuna. Lessi il tuo libro e lo considero uno dei romanzi più avvincenti che abbia mai comprato in vita mia...

Sinead aveva colto in pieno lo spirito di "Ushuaia": lo scrissi con il preciso intento di offrire qualcosa di estermamente fruibile, ma che, al contempo fosse pieno di colpi di scena ed intrighi. Non si trattava di una formula originale, ma avevo avuto la fortuna di ottenere l'ingaggio da Mr.Stanford e quella rappresentava un'occasione che non dovevo sprecare per nessun motivo al mondo.

-Ad essere sinceri, Sin, "Ushuaia" non è un libro di cui vado totalmente orgoglioso. Avrei voluto scrivere qualcosa di molto diverso, soprattutto nella forma, ma c'erano delle esigenze editoriali ben precise. Mentre con "Loving Elisa Brown" ho tirato fuori davvero quello che volevo. Adoro quel libro...

Sinead mi rivolse uno sguardo malinconico.

-"Loving Elisa Brown" è davvero un libro toccante, Jeremy. Non sai quante volte mi ha fatto piangere...

 
 
 

LOVING ELISA BROWN 2/2

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