Creato da: Herbert_Robot il 16/11/2005
La vera storia di un robot raccogli lattine

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BOICOTTA SAN VALENTINO

Post n°14 pubblicato il 15 Febbraio 2006 da Herbert_Robot
 
Foto di Herbert_Robot

La festa degli innamorati è il frutto di una strategia di marketing di una nota impresa di cioccolatini, così come natale lo è della coca-cola, pasqua di quelli degli ovetti kinder e ferragosto di linea verde viaggiare informati.

 
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L'IGNOTO SPAZIO PROFONDO

Post n°13 pubblicato il 25 Gennaio 2006 da Herbert_Robot
 
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Un film assolutamnete alienante, fuori da ogni schema. COn l'ausilio di numerosi estratti video documentaristici, narra le vicende di un alieno giunto sulla terra da un pianeta sull' orlo del declino. Impossibile da riassumere, va assolutamente visto.


 
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A VOLTE RITORNANO

Post n°12 pubblicato il 24 Gennaio 2006 da Herbert_Robot
 
Foto di Herbert_Robot

Ad essere sincero mi ero scordato di questo angolo di byte che utilizzo per votimare qualche stronzata ogni tanto, magari ci torno a scrivere.
Vabbè ciao

 
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LOTTA ALL' AIDS

Post n°11 pubblicato il 02 Dicembre 2005 da Herbert_Robot
 
Foto di Herbert_Robot

Anche se con un po’ di ritardo, vorrei ricordare a tutti che il primo dicembre è stata la giornata internazionale della lotta a l’aids. E mentre il papa, così moderno, consiglia le coppie all’astinenza, la neve è iniziata a cadere, avvolgendo la mia città in un silenzio che invita a riflettere.

 
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ELOGIO DEI LOCALI ANCILLARI

Post n°10 pubblicato il 01 Dicembre 2005 da Herbert_Robot
Foto di Herbert_Robot

L’altro giorno sono entrato in un locale che negli ultimi tempi ha riscosso un enorme successo, vuoi per il piacere della novità, vuoi perché con il suo arredo ricercato e la musica giusta ha attirato un sacco di quella gente con il taglio alla McGyver, i jeans di Gucci strappati e quegli odiosi maglioni rosa giro d’Italia. Ci siamo capiti no?Lo ammetto, più e più volte il mio piede ha attraversato quella soglia e non nascondo, seppur in modo sporadico, di essermi addirittura divertito tra quelle quattro mura. Tuttavia, ogniqualvolta mi si ripresenta l’occasione di entrare in quel covo di stronzi, il mio sistema vegetativo ne risente e non poco, ma il solo pensiero di poter scroccare una media a quel barista (il che è assai facile) mi riempie di immensa gioia. Trattengo il fiato ed entro. Fine.Bene, ora che avete capito di quale locale sto parlando posso iniziare a raccontarvi la mia storia.E’ capitato verso la fine di aprile, quando si inizia ad uscire senza la giacca ed il profumo dei pollini primaverili sembra avvolgerti completamente. Tralascio il perché ed il percome, quella sera, mi ritrovai nel sopradescritto pubblico esercizio; vi basta sapere che me ne stavo seduto sul divano a metà strada tra la posizione del fiore di loto e la postura di uno sbronzo appostato ad un palo della luce in pieno inverno. E mentre alle mie orecchie giungevano le ordinazioni e le cazzate provenienti dalla bocca dei vari maglioni rosa, la mia mente era intenta nel formulare un unico e ripetitivo pensiero: ”…posto di merda…,…posto di merda…,…posto di merda…,…posto di merda…” con nell’aria una musica molto simile al jinlge delle Pringle a spaccare quel poco che era rimasto integro. Ogni tanto, il mio braccio si alzava e portava alla mia bocca semiaperta quel che restava di una birra chiara (ovviamente non pagata), bevevo, e di nuovo il bicchiere toccava la rossa superficie del tavolino posto a fianco a me. Ad un certo punto, vuoi per l’irremovibile monotonia della serata, vuoi per l’alcol che inibì le mie capacità cognitive, pensai: “ accidenti, ma non sarebbe bello che ognuno, in questo posto di merda, recitasse a turno una breve poesia, tanto per smuovere un po’ le coscienze?”. Una cagata colossale, come potete ben capire, ma che la mia bocca tramutò subito in un suono comprensibile ai più. Così salii su di uno sgabello, ed urlai: ” accidenti, ma non sarebbe bello che ognuno, in questo posto di merda, recitasse a turno una breve poesia, tanto per smuovere un po’ le coscienze? Inizio io, raga!” (questa ultima parte la aggiunsi per guadagnarmi anche l’approvazione dei più ostici). E fu così che lascia che fosse il mio cuore a parlare. “ Bene, ehm, questa mia poesia si intitola, dunque vediamo, ….uh….ah! si, si intitola ELOGIO DELL’ ALIENZAZIONE. Si si, bene. Dunque: ELOGIO DELL’ ALIENZAZIONE, di M.D. Ehm: 

O mia dolce giovinezza

che ti fugge tutta via

del chi son, non v’è certezza;

chi vuol esser milionario,

ed è subito sera.

Stop alle telefonate,

o rimembri ancor l’attimo in cui

si stava come d’aprile

al Loco’s, il Desva “

 

Solo una persona applaudì, ma devo ancora capire chi cazzo sia stato tanto sconsiderato dal farlo.
 
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