Creato da: un10aprile il 06/06/2006
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PAUSA...(ci rivediamo a settembre)

Post n°30 pubblicato il 01 Agosto 2006 da un10aprile
Foto di un10aprile

Come sarà questa estate?

Non ci è dato saperlo; tra una guerra che si consuma velocemente e ripropone il solito conflitto alle nostre coscienze un po' addormentate e un governo, quello Prodi, che - alcuni sperano - non ce la farà a superare l'autunno, sarà sicuramente, termometri a parte, una estate calda.

Un po' meno per le migliaia di reclusi che, con l'indulto, potranno respirare un'aria più fresca (ma non si diceva "stare al fresco"?, battutaccia...).

Per quello che ci riguarda, lancio una riflessione sul tipo di pausa che ognuno di noi potrà concedersi, magari relativizzando anche i propri personali affanni.
E invito a interrogarsi sulla dimensione che ognuno vorrebbe riconquistare.

Quando si è bambini esiste la vacanza, che significa finalmente interrompere gli studi, trascorrere più tempo con i genitori, sperimentarsi in una condizione di gruppo ma anche di solitudine. E ogni anno cambia: si torna in vacanza carichi delle esperienze dell'anno trascorso e ci si confronta con i ritrovati compagni d'estate.

Poi, con l'adolescenza e l'età adulta, si conquista la dimensione del viaggio, affrancandosi dalla presenza dei genitori e magari con amici o fidanzati, ci si proietta in un progetto di itinerario (magari semplicemente un campeggio), che rappresenta il desiderio di conoscenza (di se, degli altri, dell'altro).
Un viaggio può durare settimane, mesi e a volte condizionare la nostra stessa esistenza.

Quando si entra nella dimensione di adulti, con le responsabilità del lavoro e di una famiglia, la pausa cambia ancora nome, si va "in ferie".

Che significa, semplicemente, sospendere il proprio impegno fisico e di responsabilità, ma non quello mentale, perchè ad un certo punto si dovrà "tornare dalle ferie".

In ogni caso vi auguro una BUONA ESTATE.

 
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SCIOPERO DEI CITTADINI?

Post n°29 pubblicato il 27 Luglio 2006 da un10aprile
Foto di un10aprile

Gli scioperi selvaggi che le corporazioni stanno organizzando in questi giorni, a difessa dei loro privilegi, suggerisce che, ogni tanto, anche da noi i cittadini dovrebbero mettere in campo qualche boicottaggio.

Negli Stati Uniti, paese preso a modello dai liberali quando si parla di sanità o di scuola (per fortuna noi abbiamo un altro modello), la cultura liberale si esercita anche attraverso una vera competitività. Il vero arbitro, oltre agli organismi antitrust, è il mercato: la domanda si orienta dove le tariffe e i prezzi sono più bassi.

In Italia appena si tenta di rompere la rigidezza delle corporazioni, queste reagiscono.

E se noi cittadini decidessimo, ad esempio, di non prendere più i taxi o di servirci solo delle farmacie comunali (anche se in alcune zone di Italia sono praticamente assenti). Insomma se come capita, ancora, negli Stati Uniti, i consumatori si organizzassero per "punire" che li tratta come limoni da spremere?

Negli anni passati qualcuno ci ha provato (con la Coca Cola o con Mc Donald) ma lì prevaleva la componente ideologica.

In questo caso a prevalere sarebbe l'interesse materiale.

Come la mettiamo?

 
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ALLA RICERCA DI UNA COMUNITA'

Post n°28 pubblicato il 24 Luglio 2006 da un10aprile
Foto di un10aprile

Tra i tanti mezzi per comunicare il blog è certamente uno di quelli più efficaci: non solo perché, senza interpolazioni e intermediazioni, consente di raggiungere un gran numero di utenti (virtuali), ma soprattutto perché, come una raccolta di giornali, permette di ricostruire una traccia cronologica, e dunque di maturazione, della vita più o meno recente del proprietario.

Il blog è un diario a volte molto personale, nel senso che è diretto a pochissime persone (a volte una sola) e circoscrive perfettamente questo spazio intimo con l’uso di linguaggi che sono codici e riferimenti a situazioni ed episodi di vita vissuta, che solo i diretti interessati possono “capire”.

Il più delle volte, invece, è un diario, sempre personalissimo, ma aperto agli altri, ai quali anzi è richiesto un intervento (commenti, suggerimenti, ecc.), spesso a carattere consolatorio.

Pochi sono quelli “a carattere pubblico” (come intende essere, forse, questo).

Perché si sente sempre di più il desiderio di condividere dolori e momenti di serenità? Perché lo si fa, il più delle volte, a viso coperto?

Devo dire che girovagando per i blog di questa community mi sono fatto una mia opinione che forse ancora devo organizzare.

Quello che comunque mi sembra più interessante è l’enorme voglia di raccontarsi, di comunicare, di restare meno soli in un mondo in cui vogliamo sentirci sempre di più parte di una comunità e in cui, spesso, scontiamo una insopportabile condizione di solitudine.

 
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L'ODORE DELLA GUERRA

Post n°27 pubblicato il 24 Luglio 2006 da un10aprile
Foto di un10aprile

La guerra è dietro l’angolo, eppure non la vediamo. Forse i nostri padri o i nostri nonni, che invece della guerra avevano almeno respirato l’odore e la miseria, ne avvertivano il pericolo anche leggendo le cronache (a volte bellissime) dei corrispondenti.

Oggi la mediatizzazione di tutto, guerra compresa, ci ha fatto assuefare anche a drammi e conflitti terribili.

La reazione spropositata di Israele, la collusione di alcuni stati arabi con i gruppo terroristici, l’intenzionale inerzia mercenaria degli Stati Uniti la dicono lunga rispetto ad un clima che difficilmente potrà riappacificarsi, perché esito di una storia, fatta di odi e sopraffazioni, stratificata e decennale.

Ma ormai le vittime sono centinaia, soprattutto civili. Soprattutto bambini.

Speriamo che la Conferenza Internazionale di Roma possa frenare questo dramma.

Sono ateo.

Ma mercoledì mi concentrerò perché la Comunità internazionale sappia trovare uno sbocco per quella assurda tragedia che si sta consumando a pochi chilometri da casa nostra.

 
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RIPOSO (mentre tutto tuona)

Post n°26 pubblicato il 21 Luglio 2006 da un10aprile
Foto di un10aprile

Due giorni di stop. Al mare con mia moglie e miei bimbi.

Saranno due giorni di riposo. Ma non riuscirò a non pensare agli echi di guerra in Medioriente, alle città devastate dai bombardamenti, ai civili uccisi, ai bambini morti o mutilati.

Come uomo di questo pianeta, sento una responsabilità forte.

E una grande paura.

 
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