Creato da nolibibi il 31/10/2007

Il danno

Accadono cose nella vita che sono come domande. Passano minuti o anni e poi la vita risponde.

 

 

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Post N° 71

Post n°71 pubblicato il 29 Maggio 2008 da nolibibi

Raggiunsi la mia camera senza passare dal salone. Pietro congedò i parenti e mi raggiunse. Gli raccontai tutto… quando finìi di parlare, mi accorsi che erano quasi le cinque di mattina. Crollai in un sonno profondo, dopo aver preso un calmante. Riaprii gli occhi verso mezzogiorno… Pietro era giù con i ragazzi…li sentivo ridere e questo mi rincuorò. Alzai la cornetta e chiamai mia madre.

“ Pronto mamma? Tra mezzora sono lì, aspettami”. E chiusi il ricevitore.

Mi alzai spinta da una forza misteriosa, mi buttai sotto la doccia e mi infilai la prima cosa che trovai. Passai dalla cucina a dare un bacio ai miei ragazzi… e a Pietro dissi “ Vado da lei…”.

Arrivata davanti al cancello di casa, esitai per un attimo….ma solo per la troppa rabbia che avevo in corpo. Non volevo aggredirla… in cuor mio speravo non centrasse con quella situazione, e volevo credere che non sapesse nulla. Almeno in beneficio del dubbio dovevo concederlo.

Stranamente mi venne incontro all’ascensore con fare allarmato.

“ Bibi ma che c’è? Hai litigato con Pietro?” mi chiese ancora prima che entrassi.

“ I ragazzi stanno bene?” aggiunse, e poi come se avesse avuto un’illuminazione continuò seguendomi in casa “ Oddio la moto! Andrea ha avuto un incidente? Ecco lo sapevo lo sapevo!!!” esclamò disperata.

“ Mamma nessun incidente… tutto a posto a casa, sono venuta a chiederti qualcosa e non ci girerò intorno”. Mi guardava attenta tenendo le mani giunte e borbottanto fra sé “ Dio ti ringrazio, menomale…menomale…la moto è pericolosa, lo dicevo di comprargli la macchina io... faccio un tè ne vuoi tesoro?”.

“ Mamma hai capito che mi devi dare un attimo di attenzione, fermati…siedi e ascoltami”. “ Ti sento, ti sento” aggiunse scocciata “ andiamo in cucina, tuo padre si è appisolato in salotto, puoi parlarmi anche se metto su l’acqua o no?!”.

Chiusi la porta della cucina e fui io a sedermi, presi fiato e le chiesi “ Dov’è sepolto mio figlio, mamma? Desidero andare a portargli un fiore”.

Impassibile, come se avessi chiesto la cosa più banale del mondo e continuando a trafficare negli scaffali alla ricerca dello zucchero, mi rispose placida. “ Bibi…è passato tanto di quel tempo… lascia stare le cose come sono”.

“ E come sono le cose?” chiesi ancora.

Ora si voltò e guardandomi negli occhi…scrutandoli attentamente, scostò la sedia di fronte la mia e si sedette. Si pulì le mani pulite nello strofinaccio che teneva in mano, una, due, tre, dieci volte… glielo tolsi… e ripetei la domanda.  “Come stanno le cose mamma… penso sia arrivato il momento che tu mi spighi come stanno realmente”. Scoppiò in lacrime… di un pianto sommesso, cercando le mie mani che ritraevo non volendo, quasi inconsciamente il mio corpo manteneva una fredda distanza. Pianse, lasciando fluire le lacrime senza asciugarle… pianse molto e io la guardai senza muovere un dito, senza dire una parola.

Mi alzai e versai il te…lasciando che avvertisse il mio distacco…ma che sentisse la mia presenza. Le porsi una tazza già zuccherata, con una fettina di limone come piaceva a lei. Bevvi la mia, e insieme guardammo la sua smettere di fumare fino a raffreddarsi.

All’improvviso con un gesto ben calibrato, diede una spinta alla tazza che aveva davanti e la buttò a terra. Si portò le mani sul viso e come un fiume in piena attaccò a raccontare di ciò che era accaduto.

“ Io… io non volevo… è vero all’inizio ero contraria, mi sembrava folle che tu avessi un bambino a neanche sedici anni.  Ma più passavano i giorni, più ti vedevo felice, compresi quanto lo desideravi e iniziai ad accarezzare l’idea di avere un piccolo da amare. Lottai con tuo padre… non puoi sapere quanto. Poi però tutto cambiò… i genitori di Luca, erano contrari nella maniera più irremovibile. Soprattutto la madre, che ben altre ambizioni aveva per il figlio.

Mi chiamava ogni giorno…e per lunghi mesi rimasi combattuta… poi mi disse che avevano deciso di allontanare il ragazzo e che per il suo bene, qualsiasi cosa noi avessimo deciso, loro avrebbero fatto di tutto per tenerlo lontano da te e dal bambino. Tuo padre era della stessa idea…non si poteva permettere che vi rovinaste la vita per un errore giovanile”. Piangeva e si teneva gli occhi coperti con le mani. “ Io ero contro l’aborto… così una sera tuo padre mi disse che avevano trovato una buona famiglia, disposta ad adottare il bambino. Lui e il padre di Luca, avevano già predisposto tutto nei minimi dettagli. Non potei nulla e come una povera donna, mi lasciai convincere che era la soluzione migliore per tutti. Suo padre era un avvocato molto potente… non fu difficile.

Decidemmo per il taglio cesareo… tu non avresti sofferto…non l’avresti visto… non l’avresti potuto ricordare…”. E dopo queste parole, tolse le mani dal suo volto e guardandomi negli occhi continuò “ Era bello sai… lo vidi per pochi minuti…tanti capelli neri, la pelle bianca, e due occhi grandi… gli carezzai il visino e lo diedi in braccio a questa donna… che solo poche ora prima avevo incontrato. Lei lo accolse con le lacrime a gli occhi e gli sorrise… lo cullò e gli parlò amorevolmente. Poi insieme al marito vennero sistemati in una camera al piano di sopra, dove restarono due giorni… poi partirono”.

La guardavo sbalordita, raccontare di trent’ anni prima, come fosse stati ieri. Non riuscivo a dire nulla… le sue lacrime continuavano a fluire… mentre i miei occhi ben asciutti erano buttati nei suoi, come a voler vedere ciò che vedeva nei suoi ricordi.

“ Non riuscii a non andare a vederlo il giorno dopo… perdonami…”.

Si alzò e andò in camera sua… io rimasi a guardare i cocci della tazza sparsi sul pavimento, fino a quando la sua voce non mi chiamò.

Entrai nella sua stanza… e la vidi riporre il quadro sopra la cassaforte a muro, si girò e mi mise fra le mani una busta, consumata dal tempo… “ Perdonami…” disse con voce rotta.

L’aprii… dentro le foto del mio bambino. La prima era di qualche ora dalla nascita… un viso paffuto, bellissimo e una mano di donna che lo stringeva… in quella seguente, una grande torta con una candelina dalla quale faceva capolino un musetto tondo e furbetto…gli occhi neri e grandi, una magliettina di lino azzurra… poi una cascata di riccioli neri a incorniciare un volto più grandicello, voltai la foto e lessi la data… aveva tre anni e abbracciava un cucciolo di setter bianco e nero. L’aria felice… e quelle mani di donna che lo seguivano passo, passo.

“ …fino ai dodici anni…” come mi disse Luca la sera prima. Era una ragazzino bellissimo in quell’ultima foto… magro e dolcissimo. Le guardai e li riguardai… provando sentimenti diversi ogni volta. Amore per quella mia creatura sconosciuta… odio perché me l’avevano “rubata”… gioia perché era vivo! Disprezzo per chi mi aveva ingannato…gratitudine per chi l’aveva amato al posto mio. Le raccolsi e le riposi in quella busta logora. Mi alzai e mi diressi alla porta. Non avevo bisogno di altre spiegazioni o forse non avevo la forza di ascoltare altro ora… le motivazioni erano irrilevanti… non mi interessava sapere il perché… desideravo solo andarmene con quel poco che avevo… con le foto di quel figlio tanto amato e tanto pianto, col mio cuore trasformato in un macigno.

Mia madre non si mosse dalla stanza… mio padre non si era neanche svegliato…o forse aveva continuato a fingere di dormire sulla sua poltrona.

La vidi scostare le tende della sua camera e seguirmi con lo sguardo fino al cancello. Sapevo che aveva il cuore gonfio… ma non ero io a poterla consolare.

Appena misi in moto la macchina… scoppiai in lacrime e piansi così forte da non riuscire a guidare. Rimasi lì, ferma col motore acceso e il mio dolore che sgorgava da ogni poro… presi le foto e le guardai ancora… e ancora… e ancora…. Fino a quando non ebbi più lacrime… e mi accorsi di non sentire più quel pianto che mi ossessionava.

Tornata a casa… parcheggiai l’auto e mi accorsi che la moto di Andrea non c’era… entrai e corsi ad abbracciare Sara e il piccolo Marco…. Così forte che mi dissero “ mamma così ci fai male!”. Ma non li lasciai… li stringevo forte.

Telefonai a Luca… confermandogli ciò che sapeva… raccontandogli di come erano andate le cose… tra un silenzio e l’altro ci ritrovammo complici e non più in conflitto. “ Devi dirmi dov’è… voglio vederlo…devo vederlo subito…” gli confessai. Lui respirò a fondo e mi disse “ Avrà qualche giorno di ferie dal 3 al 7 gennaio… verrà qui, era già organizzato… se vuoi venire…”. Era il 26 dicembre… il mio cuore iniziò a battere all’impazzata. “ Se voglio venire??? Sono già lì, il tempo di preparare i bagagli e prenotare l’albergo, ci sarò, certo che ci sarò!”. Salutai Luca… e corsi a parlare a Pietro.

 

 

 

 
 
 
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G.Guareschi

 

Ed ho compreso che l'amore, anche se riposto nella propria anima, al sicuro da rimorsi o rimpianti, è destinato a rimanere per sempre, oltre il pensiero, oltre i nostri gesti, oltre le nostre parole, oltre i ricordi, oltre la vita.

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Io sono due donne: una desidera sperimentare tutte le gioie,

tutte le passioni, tutte le avventure che la vita può darci,

l’altra vuole essere schiava della routine, della vita familiare,

delle cose che si possono pianificare e raggiungere.

L’incontro di una donna con se stessa è un gioco che

comporta dei rischi.

E’ una danza divina.

Quando ci incontriamo siamo due energie sovrannaturali,

due universi che si scontrano. Se nell’incontro non c’è il rispetto

dovuto, allora un universo distrugge l’altro. 

(“Undici minuti” Paulo Coelho)


Gli incontri più importanti sono già combinati dalle anime prima ancora che i corpi si vedano...
(Paulo Coelho)

 

Quando non ho avuto più niente da perdere, ho ottenuto tutto.

Quando ho cessato di essere chi ero, ho ritrovato me stesso.

Quando ho conosciuto l'umiliazione ma ho continuato a camminare,

ho capito che ero libero di scegliere il mio destino

da Lo Zahir

 

Credevo di saperti amare,
forse non l'ho saputo fare,
ma è vero, giuro, è vero,
io ci ho messo la testa e il cuore,
e anche adesso ci vuole amore
per volerti come ti voglio, e lasciarti andare,
ma non dimenticarti di me.
Farai la vita che vuoi fare,
non ti dovrò mai più volere,
ma è vero, giuro, è vero,
tu per me resterai importante
non potrò cancellare niente
neanche quando la vita ti porterà distante,
ma non dimenticarti di me.
Ci si incontra, ci si prende, ci si perde,
scusa se non ho saputo far di più.
Solo tu, sempre tu
fuori e dentro di me,
senza te non mi so rassegnare.
Dove sei, cosa fai,
di che amore sarai,
come faccio per farti tornare.
Di qualunque delitto ti perdonerei
io che accetto di tutto per riaverti qui.
Solo tu.
Farai felice chi ti è accanto
farai l'amore come sai,
ma è vero, giuro, è vero,
non ci riesco a volerti male,
vorrei solo poterti avere
più di quanto non riesco a dirti con le parole,
ma non dimenticarti di me.
Certi amori van difesi fino in fondo
scusa se non l'ho saputo fare anch'io.
Solo tu, sempre tu
anche senza un perché,
anche se mi hai già fatto morire.
Cosa fai senza me,
dimmi il peggio di te
che così ti potrò cancellare.
Non ti posso pensare senza un'anima,
devi solo insegnarmi ad odiarti un po'.
Solo tu, sempre tu
fuori e dentro di me,
senza te non mi so rassegnare.

Solo tu.

 

Ogni lettore, quando legge, legge sé stesso. L'opera dello scrittore è soltanto una specie di strumento ottico che è offerto al lettore per permettergli di discernere quello che, senza libro, non avrebbe forse visto in sé stesso. [Il tempo ritrovato-Proust Marcel ]

 
 

GRAZIE DI CUORE!

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"per le emozioni che sa trasmettere" da occhi_di_gatto

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 "perchè vedo in lei una grande donna e la sua vita mi tocca sempre l'anima" da Primula979

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"…perché lei è tutto tranne che un danno!Per le notti insonni che passo a leggerla inebriandomi delle emozioni e sensazioni che mi dona…[sarebbe un danno per me se andasse via!]" da Dolcetetide

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"Per lo stile semplice e garbato, perchè trovo originale ed avvincente l'idea di annodare le varie immagini di una storia, con un impalpabile filo di mistero e seduzione"  da Rumore Segreto

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"perchè anche se entro sempre in punta di piedi, leggere da lei, dà sempre emozioni forti! "da Miss Margot

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"perché questo blog è un romanzo, emozionante, vero, coinvolgente e pieno di vita."  da Chris



 

 
 
 
 

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