Creato da: INQUIETA_67 il 23/11/2005
Le contraddizioni di una (quasi) quarantenne di oggi, divisa tra desideri ed esigenze che a volte sembrano inconciliabili (passione ed affetto, stabilità ed emozioni forti).....il pane e le rose, appunto!
|
Area personale- Login
Cerca in questo BlogI miei Blog preferitiMenuUltimi commentiChi può scrivere sul blog
Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
|
QUELLO CHE VOGLIONO LE DONNE....
Post n°11 pubblicato il 08 Maggio 2006 da INQUIETA_67
......non in campo sessuale bensì in quello lavorativo/professionale. Quando ho cominciato a lavorare, sentivo le colleghe più anziane di me, sposate e con figli, affermare che, se fosse stato concesso loro il part-time, le loro esistenze sarebbero senz'altro state più facili, meno stressanti, con più tempo da dedicare ai figli ed alla famiglia, ecc. ecc. A quei tempi il part-time non veniva concesso volentieri dai datori di lavoro, poichè era gravato da molti oneri fiscali (lo Stato tendeva in questo modo ad incentivare il lavoro full-time per favorire i lavoratori) e non era il massimo per la produttività delle aziende. Qualche anno dopo la situazione è cambiata: preso atto che molti lavoratori, soprattutto di sesso femminile, desideravano lavorare meno di 8 ore, lo Stato si è adeguato, ed ha introdotto agevolazione volte a favorire, per l'appunto, questa forma di lavoro, che avrebbe dovuto permettere alle lavoratrici mamme che lo avessero desiderato di conciliare lavoro e famiglia. Tutto bene, dunque? Ovviamente no. Qualche settimana fa ho letto, non ricordo dove, un articolo dal titolo "generazione part-time", che raccoglieva la protesta di molte donne, le quali si trovano a dover fare un doppio lavoro in quanto lo stipendio del part-time non è sufficiente per tirare avanti. Per queste lavoratrici (tutte mamme) il sogno è il full time. Se la prendevano con il Governo (ovvio!) che aveva introdotto le agevolazioni, e auspicavano dei "disincentivi" per questa forma di lavoro. Ora, è vero che Giambattista Vico aveva ragione a parlare di corsi e ricorsi storici. E' vero che la vita delle mamme che lavorano (categoria a cui appartengono) assomiglia sempre di più ad uno slalom gigante che ad una tranquilla esistenza. Tuttavia, prima di pretendere e protestare, sarebbe meglio avere le idee chiare, e chiedersi: cos'è meglio per una madre che lavora? Avere più tempo o più soldi? Perchè è chiaro (ma forse non per tutti....) che lavorare di meno significa anche guadagnare di meno. Che se si ottiene dal proprio datore di lavoro di essere in ufficio dalle 9 alle 14 non si può pretendere di avere una busta paga uguale a quella della collega che esce alle 18. E allora, credo che sarebbe utile, prima di avanzare richieste, esaminare le nostre esigenze, valutare quelle che sono le nostre personali priorità, e, non ultimo, accertare se siamo disponibili ad effettuare delle rinuncie (siano esse di tipo affettivo ed economico) e, soprattutto, in che misura.
|
Inviato da: lottergs
il 25/03/2009 alle 06:55
Inviato da: volandfarm
il 25/03/2009 alle 06:07
Inviato da: lottergs
il 25/03/2009 alle 03:49
Inviato da: lorteyuw
il 25/03/2009 alle 03:07
Inviato da: volandfarm
il 25/03/2009 alle 02:23