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I sicari dell'impiego

Post n°96 pubblicato il 27 Dicembre 2008 da sassoc


Sono consulenti aziendali, personaggi cinici e senza scrupoli; hanno imparato a non distinguere la differenza tra persone e cose, per loro l’unica cosa che conta è l’ultima riga del bilancio, sono i temuti TAGLIATORI DI TESTE.
Questi abbietti personaggi vengono chiamati dagli imprenditori non contenti del bilancio della propria impresa con la missione di migliorare l’attivo aziendale.
Essi arrivano, fanno le loro valutazioni poi emettono la loro sentenza, fanno l’elenco dei tagli da eseguire senza curarsi del fatto che sia una scansia vetusta, un macchinario obsoleto o un dipendente ciò che risulta in esubero.
Questo perché non sono in grado di intervenire sul processo produttivo, per loro che si parli di produzione di scarpe, di vestiti o di macchinari agricoli la cosa non cambia, non sanno distinguere un prodotto da un altro, per essi esiste solo la matematica dei numeri e tutto ad essa si assoggetta.
Quello che essi si prefiggono è il risultato da conseguire nel minor tempo possibile, non importa se la conseguenza sarà una o due o anche molte persone che dovranno rinunciare allo stipendio, quelli non sono affar loro, essi non sono assistenti sociali, non si occupano di impatto sociale, essi sono i tagliatori di teste; boia umanoidi senza né coscienza né sentimenti, numeri che si intercalano ad altri numeri.
È aberrante come essi sappiano inoculare la fredda empatia in coloro che li assoldano. Insegnano che il risultato finale deve inchinarsi davanti anche ai sentimenti personali e per ottenerlo ogni mezzo è lecito.
Questa logica la si riesce a concepire in una grande azienda, laddove i responsabili del personale ed il personale stesso sono due entità tra loro sconosciute e quindi il ragionare per “numeri” è già nell’ordine naturale delle cose e per disumana che sia ha una propria ragione d’essere.
Ben diverso è quando questi personaggi arrivano in un’azienda medio piccola, in una realtà ove il datore  di lavoro è colui che si occupa di risorse umane ed al contempo lavora fianco a fianco con i propri dipendenti finendo per confondersi con loro.
Si assiste così a fenomeni difficilmente giustificabili dal risultato economico da conseguire.
Accade ( torniamo alla saga dei Gluteirino) che Bobby, ieri lavorava a gomito con un suo dipendente dandogli del tu, chiacchierandoci del più e del meno e poi improvvisamente gli toglie perfino il saluto, abbassa lo sguardo al suo passaggio, lo ignora come fosse divenuto una suppellettile. Smette perfino di rimproverargli eventuali mancanze o errori sul lavoro, questo per non dover mai, in nessun caso, rivolgere la parola al “condannato”.
Indipendentemente da ciò che penso di Bobby, credo che questo modo di fare sia ignobile, aberrante e che non produca nessun effetto migliorativo al risultato finale.
Credo anzi che in presenza di rapporti umani più normali si potrebbero instaurare meccanismi solidali che darebbero vantaggi sia all’impresa sia al dipendente eventualmente in esubero.
Ed anche se così non fosse il solo fatto di mantenere rapporti etici tra gli individui sarebbe già un vantaggio per tutti quanti poiché contribuirebbe a ricostruire quei livelli di civiltà che oggigiorno così scarseggiano nel nostro modo d’essere.

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ROSENROT

Sah ein Mädchen ein Röslein stehen
Blühte dort in lichten Höhen
So sprach sie ihren Liebsten an
Ob er es ihr steigen kann

Sie will es und so ist es fein
So war es und so wird es immer sein
Sie will und so ist es Brauch
Was sie will bekommt sie auch

Tiefe Brunnen muß man graben
Wenn man klares Wasser will
Rosenrot oh Rosenrot
Tiefe Wasser sind nicht still

Der Jüngling steigt den Berg mit Qual
Die Aussicht ist ihm sehr egal
Hat das Röslein nur im Sinn
Bringt es seiner Liebsten hin

Sie will es und so ist es fein
So war es und so wird es immer sein
Sie will und so ist es Brauch
Was sie will bekommt sie auch

Tiefe Brunnen muß man graben
Wenn man klares Wasser will
Rosenrot oh Rosenrot
Tiefe Wasser sind nicht still

An seinen Stiefeln bricht ein Stein
Will nicht mehr am Felsen sein
Und ein Schrei tut jedem kund
Beide fallen in den Grund

Sie will es und so ist es fein
So war es und so wird es immer sein
Sie will und so ist es Brauch
Was sie will bekommt sie auch

Tiefe Brunnen muß man graben
Wenn man klares Wasser will
Rosenrot oh Rosenrot
Tiefe Wasser sind nicht still

 
 
 

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