DUE MONDI

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NON ADARTENE VIA......

Non andartene via 
Neanche solo un istante
Da solo un instante
Morirei senza te 

 
 

ANCHE PER TE....

Anche per te vorrei morire ed io morir non so
anche per te darei qualcosa che non ho
e così, e così, e così
io resto qui
a darle i miei pensieri,
a darle quel che ieri
avrei affidato al vento cercando di raggiungere chi...
al vento avrebbe detto sì....

Lucio Battisti

 

RICORDATI DI ME

Ricordati di me
quando ridi   immagine quando sei da sola
fidati di me  
questa vita e questo tempo volaimmagine

Antonello Venditti

 

CARNEVALE

Per ognuno di Noi c'è una maschera
se nasconde un sorriso o una lacrima
  io non lo dico ma lo so  

Riccardo Cocciante
   

 

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IO E TE...DUE MONDI IN UNO

E' una vela,immagine una vela la mia mente
prua verso l'altra gente
vento magica corrente
quanto Amore...immagine

Lucio Battisti

 

DECISAMENTE TU....

...e adesso scendi dal piedistallo
perché sei vetro non sei cristallo
e adesso basta  col tuo veleno
perché sei niente forse di meno... 

Riccardo Cocciante

 

RESTA CON ME........

Resta con me con i miei occhi così disperati,
arrossati da troppi uragani
da troppo vino       e da troppi amori
senza speranza senza mai domani 
             Resta con me a spiare cosa fa il rumore
quando il silenzio    lo scaccia lontano
e resta solo il tempo per l'amore,
l'amore stretto qui nella mia mano    

   Riccardo Cocciante

 

 

BASTA IL CUCCHIAIO..........!!!!!

Post n°1071 pubblicato il 18 Marzo 2012 da Ramses1961

E sì, basta con il cucchiaio e le minestre!! Finalmente la magica Italiarugby riesce a mettere allo spiedo una Scozia alla sua portata, come la classifica conferma. Gli azzurri, in questa occasione in maglia bianca, riescono ad evitare l'ultimo posto del Sei Nazioni e il fatidico cucchiaio di legno riservato alla squadra senza vittorie, con una partita tutto cuore e coraggio. Certo, la partita ha visto un livello creativo di gioco molto basso e le squadre hanno fatto della forza fisica e dell'organizzazione difensiva la loro arma migliore. L'Italia comunque ci ha provatp a fare il gioco e la partita, essendo dopotutto padrona di casa e questa voglia ha fatto la differenza. Neanche in dieci l'Italia ha sembrato cedere troppo campo agli avversari e alla fine la meta di Venditti, oggi esordiente, ha fatto la differenza pur non potendo gestire il match con la classica tattica del calcio piazzato.
Comunque un GRAZIE di cuore a tutto il gruppo azzurro, sia ai vecchi combattenti come Lo Cicero che alle nostre nuove speranze come Venditti. Chissà tra qualche anno il nostro livello di gioco migliorerà ancora e questo grazie alla linfa dei giovani che scalpitano e sognano un giorno di vestire l'amata maglia azzurra di fronte a 70,000 persone ebbre di di felicità e rapite dallo spettacolo che solo il Rugby del Sei Nazioni può portare all'interno dell'anfiteatro dello stadio Olimpico di Roma.

Ancora grazie........

 
 
 

FRAGOLE BUONE BUONE

Post n°1070 pubblicato il 18 Marzo 2012 da Ramses1961
Foto di Ramses1961

 Luca Carboni in Fragole buone buone in concerto

"e le fragole lo sa col limone lei lo sa fanno male male male senza amore 

ma lei stupida com'e' lei testarda piu' di me piu' di me  "

 

 
 
 

UN ARTICOLO TUTTO OVALE........

Post n°1069 pubblicato il 01 Febbraio 2012 da Ramses1961
Foto di Ramses1961

Sei Nazioni

E' il torneo dell'equilibrio
Il Galles davanti a tutte  
Difficile fare previsioni per l'edizione 2012, ma i Dragoni sembrano favoriti (ma esordiranno a Dublino). Alle loro spalle Irlanda e Francia. Tante novità: Italia, Francia e Inghilterra con un nuovo ct. Da Faletau a Benvenuti, occhi puntati sui giovani protagonisti

di MASSIMO CALANDRI

E' il torneo dell'equilibrio Il Galles davanti a tutte
ROMA - Dicono che il torneo più antico del mondo sia per tradizione il più equilibrato. Imprevedibile. Giurano che questa edizione sarà una storia tra il giovane Galles e l'esperta Irlanda, ma non dategli retta. Perché il rugby è un arcobaleno di sentimenti, non solo oggettivi valori tecnici. L'orgoglio, l'audacia. Lo spirito di gruppo, il senso d'appartenenza. L'impeto e il sacrificio. Colori intensi che cambiano ogni volta, da una settimana all'altra. Che possono dipendere dai sussulti di uno stadio, dai brividi di un inno, dal discorso di un capitano prima del match, dal clangore della mischia iniziale. Colori che illuminano in maniera diversa ogni battaglia, rendendola misteriosa e magica. Inaspettata.

LA FAVORITA - Questo torneo, dopo un Mondiale che ha consumato energie e speranze di tutti, è forse il meno pronosticabile di sempre. Favorito numero uno è il giovane Galles, ma esordirà senza molti titolari nell'incontro più difficile, a Dublino. Warburton vuole farsi perdonare l'epulsione nella semifinale neozelandese, sulla soglia del paradiso. Warran Gatland è garanzia di un gioco appassionato e divertende: basterà? La Francia, dopo essersi fatta scippare dai Blacks la Webb Ellis Cup, vuole rifarsi. Subito. Il talento c'è, ma per ora manca la lucidità. I club inglesi giocano il rugby più efficace, ma la nazionale bianca balbetta in regìa e questa volta cede qualcosa in mischia: sarà dura, bissare il successo dell'anno
scorso. Altri scommettono sulla vecchia Irlanda, che sfrutta l'abbrivio delle sue invincibili province. Ma l'età e l'assenza di Bod potrebbero pesare parecchio. Il vero indizio di questa carte mischiate è che - per la prima volta - nessuno associa direttamente Italia e Scozia al "cucchiaio di legno". Perché tutti possono finire e in testa o in coda.

I GRANDI ADDII - Tre nuovi tecnici  -  Jacques Brunel per l'Italia; Philippe Saint André, Francia; Stuart Lancaster, Inghilterra - e la consapevolezza che è già cominciato il conto alla rovescia verso i mondiali di Inghilterra 2015. Il nuovo Sei Nazioni dice addio ad alcuni grandi campioni. Johnny Wilkinson non vestira più la maglia dei bianchi della Rosa. Scordatevi per sempre l'Orco francese, Sébastien Chabal. E il folletto del Galles, Shane Williams. La Scozia saluta anche un altro elegantissimo giocatore dal piede infallibile, Chris Paterson. L'Irlanda dovrà fare a meno - ma solo per il torneo in corso - della sua bandiera, Brian O'Driscoll. L'Italia non perde fuoriclasse. Anche perché non sono molti, quelli che brillano in maglia azzurra.

E' NATA UNA STELLA - Segnatevi questi nomi, uno di loro sarà decisivo nel torneo. Tony Faletau, ventunenne tongano, terza centro gallese già protagonista ai Mondiali. E il compagno Greg North, ala, 19 anni. Nell'Inghilterra ci sono Manu Tuliagi, vent'anni, il rampollo più esplosivo della famiglia samoana extralarge. Owen Farrell (20), apertura, figlio di Andy, uno dei tecnici della Rosa. Francia: Lionel Beauxis, che non è giovanissimo (26) ma avrà probabilmente la sua chance a numero 10. Lo scozzese Richie Gray, 22 anni, 2.04 di statura e un viso d'angelo ("Bambi", lo hanno soprannominato con crudeltà gli avversari: ma il ragazzo ha grinta da vendere). Johnny Sexton, Irlanda: a 26 anni è finalmente maturo, e prenderà il posto di O'Gara all'apertura. Tommy Benvenuti (21), Italia: Brunel dice che lo vuole schierare secondo centro, il ragazzo ringrazia. E promette di ripagare la fiducia.

(30 gennaio 2012)

 
 
 

un ritorno difficile ma voluto

Post n°1068 pubblicato il 05 Gennaio 2012 da Ramses1961
Foto di Ramses1961

E' parecchio tempo che non scrivo sul Blog.....sicuramente le ragioni sono tante: poco tempo a disposizione, poca voglia e sopratutto un periodo di scarsa ispirazione creativa che a reso vano ogni mio sforzo di continuare a comunicare alla mia maniera "bloggando" con gli altri.....un periodo di ferie lunghissimo, dove la solitudine e la pigrizia hanno fatto da padrone dentro il mio cuore e quindi, per effetto, sulla mia vena creativa e comunicativa.

Ora speriamo bene.....che il 2012 sia un anno nuovo per ricominciare a scrivere, pensare e tentare di comunicare con gli altri, limitandomi a provare ad interessare anche se parzialmente il lettore, anche se questo non ospite fisso e gradito o solamente trovatosi ad incappare nel blog "Due Mondi" per puro caso.....

Vediamo come finisce la storia.....senza promesse o proclami, giorno per giorno senza doveri o false aspettative.....

 
 
 

Monicelli: una perdita

Post n°1067 pubblicato il 30 Novembre 2010 da Ramses1961
Foto di Ramses1961

IL RITRATTO

Il Balzac del cinema

di CURZIO MALTESE

"Se dovessi essere costretto a una vita che non è vita, la farei finita anch'io". Mario Monicelli me lo disse anni fa, a casa sua nel rione Monti. Erano i giorni del caso Welby. Sembrava più una presa di posizione intellettuale di un grande laico che non una confessione personale. A novant'anni era ancora bellissimo, elegante, ironico, sempre dentro qualche battaglia. L'altro giorno era ancora in piazza a protestare contro i tagli alla cultura. Questa notte ha deciso lui dove mettere la parola fine. Con Monicelli se ne va un genio e un maestro del cinema, anche se entrambe le definizioni l'avrebbero fatto sorridere.

"Appartengo ancora a una generazione dove si diventava registi di cinema soltanto perché non si era capaci di scrivere un bel romanzo. Potendo scegliere, avrei continuato a cercare d'imitare Dostoevskji". Si è ucciso come il padre Tomaso, giornalista di gran talento. Da giornalista aveva cominciato anche Mino e diceva di non aver mai smesso. Sempre curioso, polemico, informatissimo, divoratore di notizie grandi e piccole.

Nessuno come Monicelli ha indagato tanto e descritto meglio gli italiani dal dopoguerra a oggi. E' stato il nostro Balzac, l'autore di una gigantesca commedia umana degli italiani, attraverso decine di film, spesso capolavori. Titoli e storie che conoscono tutti, entrati nel linguaggio comune per descrivere l'oroscopo dei caratteri nazionali. L'elenco mette i brividi, dagli inizi col Totò di "Guardie e Ladri" a "I soliti ignoti", da "La grande
guerra" a "I Compagni", e poi "L'Armata Brancaleone", "Amici miei", "I nuovi mostri", "Il marchese del Grillo", "Speriamo che sia femmina". Senza contare i film definiti minori dalla critica, come "Risate di gioia" o "Romanzo popolare", che da soli valgono più di alcune decine di presunti capolavori da festival.

Monicelli ha inventato la commedia all'italiana nel '58 con "I soliti ignoti" e ne ha dichiarato la fine vent'anni dopo con "Il borghese piccolo piccolo". In mezzo ha fabbricata l'unica epica di cui disponiamo, tragicomica, amorale, ma grande. Da parte sua, era quanto di più lontano dai suoi personaggi si potesse immaginare. Anti retorico, moralista, sempre a schiena dritta, con un profondo credo nei suoi valori laici, socialisti, libertari, antropologicamente antifascista. E' paradossale che un anti italiano tanto fieramente minoritario abbia ottenuto un tale immenso successo. Frutto, secondo Monicelli, anche di un significativo fraintendimento. "Ho quasi sempre descritto personaggi mostruosi. All'estero si stupiscono che gli italiani li trovino tanto simpatici".

Non credeva nella religione. Diceva che gli sarebbe piaciuto credere negli dei greci perché erano tanti, cialtroni ma allegri, mentre "il dio della Bibbia è in assoluto uno dei personaggi più cupi della letteratura mondiale". Sul set dell'ultimo film, "Le rose del deserto", girato a novant'anni, in condizioni ambientali eroiche anche per un trentenne, confessò di non avere paura della morte, ma del giorno in cui avrebbe smesso di lavorare. Come sempre, era la verità. 

(30 novembre 2010)

 
 
 

IL POETA DEL GOL

Post n°1066 pubblicato il 22 Novembre 2010 da Ramses1961
Foto di Ramses1961

IL POETA DEL GOLMenez, dribbling antichi alla Meroni

di Fernando Acitelli

E dunque accade di ammirare qualcosa d'altro sul fronte d'attacco. E' inesatto dire sulla fascia destra - ovvero soltanto lì - visto che uno come Jérémy Menez non si ritaglia un solo settore ma fa, del fronte d'attacco, un suo luogo complessivo, una regione dell'anima. Egli avverte quella landa totalmente e in questo sembra che sia ancora in intimità con la fanciullezza; ed è come se la felicità fosse l'infinita giornata, il tempo della vita avvertito sempre favorevole e poi quella giusta "indisciplina" tattica proprio perché tutto è ancora sotto lo stendardo del "gioco", ovvero fuori da ogni pretesa adulta. E cosa c'è di più spensierato, di più elevato, del creare sublime in spazi ampi dove ha un senso profondo l'azione personale, insistita, la giusta imitazione di chi già fu eroe in un campo di calcio? Questa sintonia con la fanciullezza, questa giusta "irresponsabilità" sono ancora dati visibili in Menez e sono proprio essi a promuoverlo fuoriclasse.

Vero infatti è che tale qualifica s'addice non soltanto a chi dispone di colpi e, grazie a questi, s'esibisce in "numeri", ovvero in una sorta di montaggio delle attrazioni, ma anche a chi, ad un certo punto, decide di definire un cambio d'orizzonte alla partita, a mutare scenario alla sfida. E lo decide da solo non perché non confidi negli altri - nelle "equazioni" degli schemi -ma perché sente che è quello il suo destino. Vi è una grandezza in quella solitudine del fuoriclasse: proprio essa sa creare improvvisamente il sublime; una grandezza che andrebbe anche seguita, ascoltata fuori del campo di calcio per poi essere narrata. E allora di colpo ci immaginiamo come lo scrittore Claudio Magris al Caffè "Tommaseo" di Trieste o come l'altro mitteleuropeo, Joseph Roth, "Al bistrot dopo mezzanotte" , nella Vienna degli anni '20. Ma torniamo al punto principale in Menez: mutare lo scenario della partita; affrescare d'improvviso un'altra parete fino a farne "il" paradiso della giornata calcistica. E' la sinuosità in progressione l'arte in cui eccelle il calciatore francese. Il colpo di tacco tra due avversari è un suo gesto frequente e d'una mai sopita avanguardia; certamente ricamo solenne per lui che fugge e alquanto derisorio - comunque ammissibile nel codice dell'arte - per gli avversari. E se in certi momenti pare lo assalga una certa svogliatezza, riteniamo che quel fastidio scaturisca per quel tanto di solitario e spettacolare che lui fino a quel momento non ha ancora composto.

Ambidestro, geometrico di tiro ma anche lirico al volo, lesto ad incrociare e a gettarsi in cunicoli di nitore delineati da altri strateghi della squadra, Menez "vive" nel fintare l'esterno a favore poi dell'interno e nel colpire quindi a effetto con traiettorie già antiche, di una fanciullezza ancora in servizio. A volte i raduni di "vecchie glorie" servono per un appello sugli assenti. Meravigliosi e al tempo stesso pieni di dolore i raduni: sogno spesso di avvistarvi Gigi Meroni, che è la persona che manca al nostro mondo attuale. Li rivedo tutti, da Lodetti, a Cera, da Agroppi a Suarez da De Sisti a Orlando a Juliano a Savoldi: tutti coetanei di Meroni. Manca soltanto lui ed è un bene che spesso avvengano giocate "antiche" su un campo di calcio perché sono proprio esse a rammentarci e custodire gli assenti. Grazie Menez, per quel tanto di Meroni che mi hai donato ieri.

 
 
 

GRAZIE ROMA

Post n°1065 pubblicato il 17 Maggio 2010 da Ramses1961
Foto di Ramses1961

GRAZIE ROMA

Voglio ringraziare la squadra della A.S. ROMA 2009-20010 per il Campionato fatto e per i risultati raggiunti, in un anno che doveva essere, a detta di tantissimi giornalisti e specialisti radiotelevisivi, l'inizio della lenta e progressiva eclissi agonistica. Certamente, all'inizio è stato veramente difficile; senza ormai nessuna guida tecnica in grado di assemblare una squadra- gruppo determinata e cosciente delle proprie capacità, sia tecniche che di sacrificio, la squadra si è trovata ad affrontare la prima parte del campionato in una condizione psico-fisica sconcertante, che a portato il club in piena zona retrocessione. Con l'arrivo di Ranieri la squadra ha ritrovato le proprie origini. La professionalità, l'attaccamento ai colori giallorossi e alla Città, la nuova "rimembranza" delle proprie doti umane e tecniche hanno contribuito ben presto alla scalata travolgente ed entusiasmante che avuto fine alla "magica" quota di 80 punti.
E' naturale che l'ultima giornata ci ha portato delusione e sconforto, rabbia ed ansia. Essere per l'ennesima volta l'unica antagonista della Grande Inter ed arrivare quasi a batterla alla fine di 38 giornate e, poi, vedere tutto dissolversi in un attimo di un gol, bè questa è tutta un'altra storia da raccontare.

Comunque, bisogna dare onore alla vincente che, come al solito, è riuscita ad ammortizzare alcune prestazioni con il potere politico e mediatico, con quella capacità di "pesare" all'interno di un "palazzo", che le rivali non hanno. Ed infatti alcune recriminazioni della Roma riguardo all'andamento del Campionato, si riferiscono al secondo periodo del girone di ritorno, quando la Roma si è prepotentemente dichiarata. per l'ennesima volta, unica pretendrice al titolo insieme all'Inter di Mourino. basta pensare a tutte quelle situazioni di gioco che sono state interpretate, con diverso criterio, dalle scelte arbitrali e, addirittura, delle designazioni.

Ma l'Italia è questa. Un Paese che ha scelto il Berlusconismo, La Lega Nord e il potere delle grandi imprese non può cambiare testa ed abitudini nel mondo del Calcio, un calcio pieno di interessi economici di livello statosferico ed aventi anche un influsso rilevante a livello di conti dello Stato. E' allora La Pirelli vince così come i Tronchetti Provera e il petrolio morattiano. E il resto delle squadre, di tutto il paese dell'amato Stivale, cosa devono fare? qual'è il loro ruolo a livello calcistico? Presto detto: quello della comparsa, dello "sparring patner".

La ROMA ha almeno fatto intendere a tutti che questo è a Roma impossibile, almeno nella parte della sponda giallorossa. La vittoria si deve giocare e sudare fino all'ultimo, in maniera acerrima ma onesta. Non ci sono favori che possano coprire questa filosofia di vita e di calcio, che trae le sue origini, forse, dagli antichi principi romani. I nostri cugini, non credo che possano dire la stessa cosa ed  essere orgogliosi di questo, soprattutto dopo aver fatto la "comparsa cosciente e volenterosa di perdere" nella partita contro l'Inter.

Per questo, dico GRAZIE alla ROMA....per aver continuato a farci sentire persone oneste e capaci di basarci unicamente sulle nostre forze, uomini e donne ancora integri e liberi da ogni coercizione e potere.

GRAZIE ANCORA........

    Mauro....... UN TIFOSO GIALLOROSSO TRA I TANTI

 
 
 

LA TREDICESIMA STORIA II Parte

Post n°1064 pubblicato il 26 Febbraio 2010 da Ramses1961
Foto di Ramses1961

L'ambientazione risente della tradizione ottocentesca inglese, dove l'ifnlusso della poesia ossianica e del classico britannico sembra prevalere con le sue pennellate "sepolcrali" quasi grottesche ma sempre reali; novecentesca nel pieno rispetto della consuetudine novellistica e della tradizione fabulistica inglese e danese.
Il libro, comunque, sembra procedere senza indugi verso il romanzo introspettivo e psicologico, senza mai diventare noioso o scontato. I colpi di scena ed una certa venatura "giallistica" lo rendeno sempre avvincente e mai scontato. Anche in questo caso la tradizione del romanzo giallistico inglese, poi riportato da Hitckoch sulla pellicola, si ritrova nuovamente, come se  la scrittrice non  sia riuscita a distaccarsi completamente dalla sua cultura e formazione tipica anglosassone, quasi a sigillo di una vera e propria esaltazione della propria formazione classica.

E' un libro secondo me da leggere. Lo consiglio anche se so perfettamente che ogni libro è sè stesso e non sempre riesce a colpire allo stesso modo i lettori. I cuori e la fantasia sono diversi e diverse le persone. Comunque non c'è nulla di male nel leggere un libro che alla fine non riesce ad entusiasmarci in pieno, Comunque l'abbiamo sempre letto e in qualche maniera ci ha arricchito nel cuore e nella mente, facendoci sognare, riflettere e, forse, scoprire nuovi ed inaspettati lati caratteriali di se stessi.

"Tutti i bambini mitizzano la loro nascita. E' un tratto universale. Volete conoscere qualcuno? Mente, anima e cuore? Chiedetegli di raccontarvi di quando è nato. Ciò che ne ricaverete non sarà la verità; sarà una storia. E niente è più rivelatore di una storia"
                                                                        Vida Winter

N.B. Un rigraziamento particolare alla mia Amica Daniela che mi ha fatto dono di questa terdicesima storia, affascinante e dolcemente commovente

 
 
 

"LA TREDICESIMA STORIA"

Post n°1063 pubblicato il 26 Febbraio 2010 da Ramses1961
Foto di Ramses1961

"LA TREDICESIMA STORIA" di Diane Setterfield

E' un romanzo che da poco ho finito di leggere e che mi è piaciuto particolarmente. Per questo ho deciso di dedicargli una piccola "recensione", se così la possiamo chiamare. Certo non ho l'ambizione di farne un trattato letterario o un saggio critico, comunque è sufficiente per me mettere nero su bianco l'emozione e la soddisfazione provata nella lettura e alla fine dell'ultima pagina.

Innanzitutto, diciamo che il romanzo, nella più pura e genuina tradizione letterale inglese, fa parte di quei romanzi biografico-immaginari che rispecchiano, nella sua essenza, il carattere poliedrico e multiforme di questa scrittrice britannica quasi mia coetanea. Diane, infatti, riesce a intersecare l'immaginario con il reale, dipingendolo e e ritmandolo così bene da far vivere al lettore antiche fiabe, alle quali fanno specchio reali vicissitudini e  comuni a tanti di noi. La vita delle gemelle, della scrittrice Ada Winter o della famiglia di Angelfield  sembrano mettere in risalto le problematiche di una qualsiasi famiglia borghese moderna, dove la ricerca di sè stessa, della propria origine e della qualità dei rapporti con i propri cari la fanno da padrona, lasciando ogni componente di essa con domande senza risposta e volontà di accedervi, ricercando disperatamente la verità.
Il tutto è ambientato nella classica campagna dello Yorkshire, con la sua brughiera , dolce e sconfinata, sperduta nella fredda solitudine dei luoghi e nella timida riservatezza dei suoi abitanti, dove il silenzio sembra colmare l'anima e il cuore e dove l'uomo e quasi impotente di fronte alla maestosità della natura al suo stato più puro.
Anche in questo caso esiste un opposto: il calore delle case della brughiera inglese che ,come piccoli fortini, si stagliano nella solitudine incolmabile, con i loro camini accesi e la vita familiare all'interno, dove calore, rispetto ed amore sembrano combattere il duro inverno e la gelida campagna all'esterno.

E tutto questo clima da sogno, di immaginazione e fantasia viene riportato nella realtà del mondo dei libri. Il libro sovrano e figura indiscutibilmente necessaria per la persona, amico e consigliere nella giornata quotidiana, maestro di vita ed aiutante insostituibile per la costruzione  e la restaurazione di una vita.
Le pagine scorrono e il tesoro dentro di esse fluisce e raggiunge il cuore di tutti, anche di coloro che vivono drammaticamente la propria storia.
La tredicesima storia la si crea da noi, leggendo, imparando e scoprendo lati bui ed oscuri del proprio passato ed incontrando persone nuove e per noi utili e necessarie per un percorso evolutivo interiore.

   (continua)

 
 
 

Wish you Were Here - Pink Floyd

Post n°1062 pubblicato il 16 Gennaio 2010 da Ramses1961
Foto di Ramses1961

   Un tuffo nel passato........della mia adolescenza, dei miei sogni e dell'ottimismo....... i Pink Floyd sono non solo una traccia indelebile nel mio cuore, ma rappresentano, in tutto per tutto,  la serenità e la felicità verso la vita della mia gioventù, quando tutto era privo di problemi e facilmente raggiungibile.....

Un grazie sentito a questi grandi interpreti della musica mondiale.........

   "Riflessioni"  di  mauro

 
 
 
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Un blog di: Ramses1961
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E VORREI VIVERE CON TE

Io sono da bosco e da riviera
e vorrei vivere con Te   
in una dimensione un pò più vera
che si menifesterà da se
       senza paure e senza regole
seguendo il vento come nuvole 
per sempre ormai incontaminabili

   Riccardo Cocciante

 

PER LEI

io me ne andro' ai limiti dell'impossibile per lei
per lei superero' me stesso e mi trasformero' se vuole
saremo indivisibili estremi indispensabili  

   Riccardo Cocciante 

 

IMAGINE

You may say I'm a dreamer
But I'm not the only one
I hope someday you'll join us
And the world will be as one

John Lennon
 

 

SENZA DI TE

Senza te, io senza te
solo continuerò  e dormirò
mi sveglierò, camminerò
lavorerò, qualche cosa farò
qualche cosa farò, si, qualche cosa farò
qualche cosa di sicuro io farò: piangerò
si, io piangerò  

Lucio Battisti 

 

LA MIA LUCE

A te che sei il mio presente
a te la mia mente 
e come uccelli leggeri
fuggon tutti i miei pensieri
per lasciar solo posto al suo viso
che come un sole rosso acceso
arde per me  

Lucio Battisti

 

QUANDO SI VUOLE BENE......

Quando si vuole bene,  bene veramente
non si è più banali, non si è più comuni
e anche una parola, se soltanto mia
sfiora le tue labbra e diventa poesia...

Riccardo Cocciante

 

ANCORA.....

....e anche se incontrassi un angelo direi
....non mi fai volare in alto quanto Lei!...
     no....non mi fai volare in alto.....ancora!

 Eduardo De Crescenzo

 

I SOGNI....

Le stelle stanno in cielo
e i Sogni....non lo so  
So solo che son pochi....
quelli che s'avverano.....

          

Vasco Rossi
 

 

IL NOSTRO CARO ANGELO

   immagine  ...lui dorme nei cespugli in fondo agli alberi ma schiavo non sarà mai...  immagine   

Lucio Battisti                   

 

STAI CON ME...

Stai con me oppure no
    soltanto un attimo ti prego
ci stai per essere ancora mia
oppure ci stai per non andare via

Vasco Rossi

 

BELLA

mentre tu mentivi
e mi dicevi che
ancora più di prima
tu amavi me
prima che io capissi
e riscegliessi Te....
              eri bella...
comunque bella

Lucio Battisti

 
 

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