Un blog creato da alefan2008 il 06/01/2008

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FONDAMENTI DI DIFETTOLOGIA

Progetto: Alessandro Fantechi – Elena Turchi
liberamente tratto dall'omonimo trattato di L.S.Vygotskij
Regia: Alessandro Fantechi
Dir.Artistica: Elena Turchi
Attori: Angela Bargigli - Silvia Bonanno - Laura Bucciarelli - Max De Biase
Pierluigi Lanini - Andrea Pagnes - Giovanni Pandolfini - Francesca Spisto
Voce: Andrea Pagnes
Luci: Filippo Mancini
Dir.Tecnica: Paolo Marcucci
Sound project: Max De Biase - Alessandro Fantechi
Make up: Verena Stenke
co-produzione: No Limits 2007 Theaterfestival Berlin (D) - Regione Toscana - Progetto Risvegli - Isole Comprese Teatro



Fondamenti di Difettologia

“Sai cos’è l’esistenza?”
“No. Non me lo ricordo.”


La diversità è il tempo dell’arte. L’arte è il tempo della diversità. Ma tutto si annulla e, diversamente, tutto torna ad essere uguale. Inutile.
Il palcoscenico come spazio informe, rarefatto, sin troppo definito. Una scatola nera che ne contiene altre a cui dare il nome durante la ricerca, la creazione di un’opera d’arte.
Qui non è il solo gesto a prendere forma, corpo, ma le azioni tutte, poiché sono queste a nutrirsi della fatica di esistere.
Uno spazio inteso quindi come un non-luogo, una stazione sperimentale dove il vuoto percepito si trasforma in laboratorio per la mente. Il pensiero fluisce nello sforzo, per sviscerarsi dai costrittivi canoni della razionalità, dai consolidati precetti della storia, della filosofia applicata, della scienza.
Gli oggetti presenti in scena – e così gli stessi corpi - vengono privati della loro funzione originaria, decontestualizzati dalla loro destinazione d’uso comunemente intesa: una vecchia sedia per elettroshock diventa chezlong per pensatori, un abbeveratoio in alluminio un fonte per abluzioni battesimali, uno strumento di verifica fisica per la teoria dei vasi comunicanti; una gabbia per animali diventa camera iperbarica, podio per oracoli, rifugio domestico dove al suo interno si attua la poesia dell’assurdo, dove i disabili con la loro ingenuità naturale e gli apparentemente normodotati (o così definiti), con il loro sentimento estetico, raccolgono frammenti di una felicità che è pura utopia dell’essere.
Gli attori allenano, alimentano, esauriscono le loro passioni attraverso puri esercizi di vuoto. Normalità e diversità sono investigate tramite performances del pensiero astratto. Tutto è allora dimenticanza quando è il solo uso della tecnologia a punteggiare il percorso degli attori sulla scena: voci fuori campo sfilacciano assiomi matematici con assunti filosofici – anche estremi; immagini sintetiche e virtuali rimestano stati dello spirito all’esplorazione scientifica. Il caleidoscopio drammaturgico mette a fuoco l’inutilità dell’esistenza e quindi anche dell’arte stessa.
Movimenti e rituali sono reiterati: vestizioni, spoliazioni, trasformazioni che tardano ad avvenire. La volontà – come principio – cade. Diversità e normalità sono esse stesse causa d’utopia. Io sono perfettamente, assolutamente normale: ogni cosa, ogni corpo che in scena compare non è che simbolo e analogia, di più, metafora dell’essere astratto, metafora della caducità della carne.


 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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IL FUTURO NON E' PIU' QUELLO DI UNA VOLTA

Post n°21 pubblicato il 15 Settembre 2008 da alefan2008
Foto di alefan2008

Panty l' ha visto sui muri di Roma .Geniale.L' Arte nasce per una nostalgia del Futuro una speranza in un mondo diverso (migliore ? ) .Bene se ci siete battete un colpo.Temi di discussione :diversita',manicomio,teatro,arte,performance,video !!!Un saluto particolare al FOGNA.

Peace and love

Alefan

 
 
 

WORKSHOP DI CLOWN

Post n°20 pubblicato il 15 Settembre 2008 da alefan2008
Foto di alefan2008

ALLA RICERCA DEL PROPRIO CLOWN

 Firenze  24/25/26 ottobre 2008

– Lavoro sul  Clown teatrale e sul fallimento:fame,amore e solitudine.La figura del clown come metafora della condizione umana.

Conduttore : Alessandro Fantechi

Quando un Clown si abbassa, un’altra persona viene su.

                                                                                               (Alan Clay )

Sede: TEATRO 334 VIA DI BROZZI 334 BUS 35 da PIAZZA STAZIONE FIRENZE

Lo stage è una introduzione al mondo del clown teatrale con giochi, tecniche, esperienze.

Il clown è un attore che è regista di se stesso. Non si puo' recitare il clown, si è.Il clown e' uno stato d' animo.Il lavoro sul clown teatrale e' una ricerca sulla verita' della condizione umana .Noi ridiamo della tragedia dell' uomo del fallimento dell' essere umano.Fare il clown amplia il nostro il nostro lavoro.Il clown lavora nelle crepe della societa' .Lavora per includere quelli che non riconosciamo,gli indesiderabili della societa',quelli che ci fanno sentire a disagio.Nella   prima parte dello stage sarà dedicata a sviluppare familiarità, complicità, e ascolto fra i partecipanti. Nella seconda  si cercherà attraverso il gioco e il divertimento,l' improvvisazione e l'energia , i ritmi e tempi che aiutano a definire e a esprimere ogni clown.

Il clown è un attore che è regista di se stesso. Che è talvolta anche drammaturgo. Un clown dunque non è mai nel punto dove si trova. Sta attorno a se stesso. Si dirige. Pensa come un ballerino. Danza. Si danza.Il clown e’ un performer.Sa fare tutto. Che pensa in forma di coreografia. Qualche volta non pensa. Meglio: danza i suoi pensieri. Aldilà del naso rosso tradizionale si può cercare di intravedere il valore iniziatico che il clown incarna. Il clown è venuto dal teatro al circo, dal circo al teatro, dal teatro all'ospedale...non esistono ricette per diventare clown.. Non si può recitare il clown, si è.
È un lavoro attoriale che cerca un sentimento profondo e indaga uno degli aspetti importanti della recitazione: essere veri. Quando noi piangiamo, non vorremmo piangere, il nostro volto resiste, ma accade, è vero. Le disgrazie al clown accadono davvero, e qui è la grande arte del clown e del teatro: una finzione che sembra vera, tanto vera è quella finzione. La stupidità non si può recitare con intelligenza. Il clown non è un pagliaccio, ha una base tragica. La stupidità è il motore della invenzione. Il clown inventa perchè vuole risolvere la "catastrofe".  Il clown è l'antieroe che ha accettato la sua debolezza, di non essere all'altezza della vita moderna. Questa sua debolezza gli dà una grande umanità e un grande spessore teatrale nel lavorare con temi semplici, addirittura quasi giocando.

 Questo è ciò che interessa l'attore e che investe l'arte della recitazione.

Capo del Circo ALESSANDRO FANTECHI


Inizia a far Teatro nel 1977 partecipando al seminario di clown diretto da John Melville. Si diploma nel 1986 alla Scuola di Teatro di Bologna diretta da Alessandra Galante Garrone (metodo Lecoq).
Frequenta stage e workshop di specializzazione e sul clown con Pierre Byland, Jango Edwards, Danio Manfredini, Kevin Crawford - Roy Hart Theatre, Judith Malina, Cora Herrendorf - Teatro Nucleo, Maria Fux, Nola Rae, Cesar Brie, Philippe Radice. Ha lavorato in strada, nel Teatro comico, nel Teatro Ragazzi.Dirige insieme a Elena Turchi la Scuola di teatro Sociale e Arti Performative di Firenze

 
 
 

L' ANIMA NON E' MAI DISABILE

Post n°19 pubblicato il 15 Settembre 2008 da alefan2008
Foto di alefan2008

Un grande attore.L' anima non e' mai disabile.Giovanni e' il nostro primo attore.Straordinario .Puntuale.Motivato.Imprevedibile.Sapete che si lavora con i disabili.Be' eccoci qua.

http://it.youtube.com/watch?v=mpzPmcmhZYU

bello anzi bellissimo.

Alefan2008

 
 
 

MACEDONIA DI SETTEMBRE

Foto di alefan2008

Eccoci qua !!Alefan e' vivo (ancora per poco )nel senso che regge l' anima co'i denti.Be' si ricomincia sono ore decisive -gli stipendi rimangono quelli che sono- ma deve aumentare la produttivita' lavorare di piu' guadagnare meno ah ah la Pipitone non e' lei simpatica ma non corrisponde...e' chiaro che sto guardando la tv.Insomma che avete fatto in the  magic summer 2008 ?Be' grandi speranze,sogni e utopie per le Isole impegnate nella risoluzione di alcuni eventi.Aho' un amico a Cerveteri : er Fogna. Fogna te saluto.Chiaro che il F. e' un alter ego di Alefan.Insieme hanno condiviso momenti migliori.Se c'e' Dio...si fara' vivo !!Allora basta con gli scherzi ho ricordato la password e come mi chiamavo ed adesso eccomi qua !!

Tutte le volte vi voglio dare una dritta ma senza troppi aiuti.Eccone 1

BOB FLANAGAN

andate e cercate.

Alefan

novita' su utube  isolecompreseteatro

 
 
 

FINALMENTE  SONO TORNATO !! 22 giugno 2008

Post n°17 pubblicato il 22 Giugno 2008 da alefan2008

E' passato tanto tempo.Alefan e' tornato.Anzi sta per tornare ...non riuscivo piu' a a prire il Blog ...non avevo  non ho piu' voglia di scrivere per ora astensione tutte le novita' su www.isolecompreseteatro.it

 
 
 
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VITA IMMAGINARIA DI G.P.ATTORE

                                        

DVD ITALIA 2006 30 minuti
Regia ALESSANDRO FANTECHI
Testi da " FAUST " di Fernando Pessoa letti da Andrea Pagnes
Con Giovanni Pandolfini,Maria Plicato,Eleonora Cordovani,Laura Bucciarelli,Andrea Pagnes.
Montaggio STUDIO FANALE FIRENZE
Produzione Isole Comprese Teatro 2006


Una vita parallela e immaginaria permette a Giovanni, ragazzo down di 37 anni di diventare attore e protagonista di spettacoli teatrali e esperienze extra-quotidiane. I giorni scorrono tutti uguali ma nel sogno, Giovanni si innamora, si sposa e vive una realtà più intensa. Vita Immaginaria di Giovanni Pandolfini Attore nasce da un progetto di laboratorio teatrale destinato a diversamente abili del Centro Diurno Albero Vivo di Firenze ed è il racconto reale dell' incontro di Giovanni con il Teatro. Attualmente Giovanni Pandolfini collabora come attore professionista alle Produzioni di Isole Comprese Teatro .Lo spettacolo CORPO 1 PROLOGO di cui è protagonista è invitato a rappresentare l' ITALIA al Festival Internazionale NO-LIMITS che si e' tenuto a Berlino nell' ottobre 2006.

Attualmente Giovanni come attore alle produzioni di Isole Comprese Teatro.

 
 
 
 
 
 
 

XXL THE XTENDED PEEP SHOW

Il performer entra.
Entro. Sto per morire. Faccio accadere quello che accade. Sesso e morte condividono lo stesso spazio intimo. Spazio tanto più intimo quanto più universale. Buco nero.

Ho paura.
12.
«Guardalo questo corpo: ti appartiene.» Non ho occhio che pesa e che misura e per vedere veramente bene mi serve il buco della serratura.
(Cento quartine – Patrizia Valduga)

Mi mescolo nell’intimità per separarmi.
Per vedere bene, è necessaria una violazione.

Lo spettatore entra.
Sta per morire. Assiste a un esito, un momento finale, l’ultima immagine, l’ultima parola.
Entra, penetra, viola un luogo ultimo.
Il performer entra.
Sta per morire. Violato, si appresta a violare. Come tu entri in me, io entro in te.

Note tecniche
Uno spettatore alla volta per performance della durata di tre minuti.
Durata massima totale della performance: tre ore.
Numero previsto degli spettatori: quindici spettatori per ogni ora.
Tre attrici.
Progetto:
tramite un interfono o un telefono lo spettatore chiama un’attrice a esibirsi in uno spazio chiuso da una lastra di plexiglass che separa la performer dallo spettatore seduto su una poltrona. Viene eseguita una performance di tre minuti dopo la quale lo spettatore esce e ne entra un altro. Gloryhole theatre per le persone in attesa – libero.
Gloryhole consiste in un foro praticato sul retro del box, dal quale si può vedere.

 
 
 
 
 
 
 

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