Creato da: CHIARA975 il 26/06/2006
Perchè la mente è una brutta bestia...Si rivolta contro chi la usa.

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Le donne della chat

Post n°64 pubblicato il 22 Settembre 2009 da CHIARA975

 

Qualche giorno fa Fosco6 ha pubblicato un post sugli uomini della chat (lo trovate qui). E’ stato un post che mi ha divertita molto, scritto con il suo solito acume e con l’ironia che lo contraddistingue e che gli invidio molto. Però…mi ha lanciato la sfida a farne io uno sulle donne della chat. Ed anche se l’argomento mi è particolarmente sgradevole, io non so mai tirarmi indietro davanti ad una sfida….e pazienza se con questo post mi alienerò del tutto le già poche simpatie femminili…

 

                         Le donne della Chat

 

Ho parecchie conoscenze che usano la chat come passatempo, anch’io per pochissimo tempo l’ho fatto. Per curiosità, perché spinta da altri, per provare… Non è stata affatto una bella esperienza, tutt’altro. Da lì è nata la diffidenza che mi lega a tutto ciò che è virtuale. Perchè in chat ho capito quanto è sola la gente e tanti soffrono di doppia (tripla, quadrupla….) identità. Ci sono troppe cose che non condivido, molte situazioni mi provocano forti reazioni violente. Odio l'ipocrisia e la stupidità che lì regnano sovrane.

 Perché? Vediamo un po’….

Care signore della chat, se vi dovessero fermare per strada e chiedere: “ …che misura di reggiseno porti? Il tuo matrimonio come va? Hai mai tradito? La tua vita sessuale ti soddisfa?”. Beh, io credo che sarei talmente disgustata dal tentativo d’intrusione nella mia vita che reagirei solo in un modo, con una gran bella “pizza” in faccia all’interlocutore così maleducato.

Nella realtà c’è un codice di comportamento che impedisce simili approcci, ma perché in chat si accettano domande e richieste a cui, nella vita normale, ogni donna sana di mente sarebbe autorizzata a rispondere con una martellata in testa?

 Semplice! Perché in chat è normale, non si ha nessuna remora a rispondere a questo tipo di domande, si abbattono tante censure…dopotutto, siamo lì per conoscere quanti più uomini possibili, no? E quindi bando alle ipocrisie, liberiamoci dei tabù, della nostra facciata di perbenismo e tuffiamoci subito in fantasie molto ben nascoste nella vita reale…. Conosciamo una persona e dopo 10 minuti diventiamo amiconi, nascono alleanze improvvise, ci si ritrova a raccontare di amori persi, di occasioni svanite, di delusioni e di fallimenti. Si diventa subito divertenti, loquaci e simpatici. E cosa importa se seguono a ruota subitanei voltafaccia incapaci di lealtà?…tanto ci protegge un monitor…

Nella chat puoi apparire e non essere, e quindi perché non approfittarne? Allora via libera ad ogni tipo di menzogne, più o meno consapevoli… si può provare il piacere di essere quello che non si è e non si sarà mai, condividere false passioni e interessi  solo per il gusto di darsi un tono...

Vorrei capire cosa spinge, che bisogni hanno “certe” donne quando decidono di andare in chat.

 Ho sempre pensato ingenuamente, e forse stupidamente, che è la donna a fare la differenza in una relazione (matrimonio, amicizia…). Credo davvero che una donna può, se vuole, redimere il delinquente più incallito e rovinare l'uomo più buono della terra. Sarò maschilista, ma sono portata a “comprendere” (non giustificare…) in parte certi comportamenti  degli uomini in chat. Dopotutto i seduttori compulsivi, i  “trombeur de femmes virtuali”col loro campionario di frasi ad effetto sempre pronto, i bugiardi patologici, ci sono sempre stati e ci proveranno sempre… ma sta a noi donne stopparli in una frazione di secondo e mantenere la nostra dignità. A me sembra, leggendo certi profili, che in chat gli uomini siano meno falsi delle donne; se vanno lì per rimorchiare, per una “conoscenza veloce”, quasi sempre non ne fanno un mistero, lo ammettono subito, anzi… mettono subito le mani davanti.

Le donne no, perse in un misto di ipocrisia e ingenue speranze…

Già dai profili sembra di essere al mercato : una vetrina di gnocche bionde, brune, rosse, alte, occhi a mandorla o da cerbiatta, blu, verdi, grigi e gialli... La vuoi Timida? Piccante? Passionale? Allegra? Ce n’è per tutti i gusti…
C’è la sognatrice… per la quale andare in chat equivale a mettersi il vestito della festa e poi scendere nella piazza virtuale a fare relazioni pubbliche per promuovere se stessa. Sono donne che vivono la realtà come pagine di un romanzo e ad ogni nick maschile assegnano il ruolo che hanno deciso debba svolgere, per poi scaricarli in una frazione di secondo appena il soggetto in questione dimostra di non volersi immedesimare nella parte…

Ci sono i “sepolcri imbiancati”, la categoria per cui provo più ribrezzo… quelle che vivono la loro vita pubblica in modo irreprensibile, mostrando un’aureola che cade non appena cominciano a muovere le dita su una tastiera, quando vien fuori l’anima oscura che sanno nascondere così bene a tutti. Certo è gratificante e magari divertente questo senso di onnipotenza che dà la possibilità di mettersi tante maschere, la possibilità di inventarsi  infinite vite con la protezione di un monitor e finalmente poter mostrare parti di sé temute, nascoste, desiderate. Magari per vendicarsi di un torto, o soddisfare voglie perverse… Ma a cosa serve? Tanto poi, quel che sei, con il tempo viene fuori... e la vita prima o poi chiede sempre il conto…

E le seduttrici ad oltranza…? Quelle che riempiono il profilo di foto tanto sexy quanto false, accumulano amici a decine, scelgono la preda, l’affascinano con le parole, tanto mistero e banale narcisismo…donne in realtà profondamente infelici col partner o malate di solitudine, eternamente alla ricerca di una conferma del loro fascino, consapevoli che nella realtà hanno raccolto solo fallimenti…

Ci sono quelle che vanno in chat solo per “conoscere belle persone”. Che ipocrisia! Tanto poi si sa che trovata la “bella persona”, il passo successivo è la verifica sul campo…. A queste credo si possa applicare un aforisma di Sacha Guitry che mi fa sorridere:"Ci sono donne che vanno dicendo con convinzione "Io non mi vendo" e giurano di non accettare alcuna proposta. Son proprio quelle che ti rovinano..."

E che svendita di donne solari! Solare...nel senso che prima o poi ti danno una sòla? Mi fanno ridere quelle che si definiscono “passionalesensibileaffettuosassoltutamenteriservatissima”…salvo poi trascorrere in chat tutta la giornata e gran parte della notte a parlare di quanto sia timida e introversa.

Ma la categoria che mi incuriosisce di più è di quelle che vanno lì a parlare dei propri problemi sentimentali, o familiari o sessuali. Io non ho tabù riguardo al sesso, ma non riuscirei a parlare con naturalezza con uno sconosciuto di qualcosa di tanto intimo e privato che credo debba rimanere una cosa da vivere e di cui parlare in due. Non so voi, ma tutto questo mi ricorda tanto il mercato centrale, quello del pesce, dove c'è abbondanza di cozze, scorfani e polipi ma finisce, che dopo una grande abbuffata, vomiti tutto.
Credete davvero che la chat sia il posto giusto dove alleviare la solitudine, condividere i problemi, avere comprensione? Lì non c'è educazione, etica, alcun pudore....tutto è messo in piazza, nascita, vita, lavoro, famiglia... e vivisezionato col nostro permesso.

Trovo triste e patetico cercare di annullare i propri problemi nel virtuale, risolvere i propri conflitti relazionali in un mondo fatto di fantasie e banalità. E mi fanno paura le emozioni spese male, quelle che ci rendono aridi e portano solo danni ad altri.

 Scrivere questo post mi è costato, non mi piace fare il giudice della vita e dei comportamenti degli altri. Ma a chi cerca di convincermi che la chat tira fuori l’anima più profonda delle persone, rispondo che tira fuori il peggio di noi, e che è difficilissimo trovare chi, nel passaggio dal virtuale al reale, ti conferma l’impressione data dietro il monitor, piuttosto si rischia di essere trascinati in una melma talmente fastidiosa da farti stare realmente male.

Fuggire dalla realtà è un bisogno comune a tutti, si passa la vita a fuggire da una situazione insostenibile, da un sentimento che cambiato nel tempo, da se stessi, da un luogo. Si fugge per cercare qualcosa di nuovo che ci emozioni, ci faccia sentire di nuovo vivi, che ci dia speranza, x azzerare i pensieri e sentirsi liberi. Ma è una fuga che può portarci lontani da noi stessi, rischiando di farci perdere il possesso di sè, cambiando radicalmente la vita e la socialità di chi ne resta invischiato.

Stanchi di lottare contro i nostri pensieri, tentiamo di scacciarli, in fuga verso un nulla affollato di fantasmi che raccontano storie che svaniscono appena dette.

Dovremmo chiederci cosa significa x noi la chat…o si rischia di passare la propria vita a sognare e inventarsi mille altre vite virtuali correndo il rischio fra qualche anno di rimpiangere le piccole cose reali che ci rendevano davvero felici.

Bisogna stare attenti - o ci dimentichiamo di vivere… veramente.

                               .................................................

I profili

...donne che si lamentano di abbandoni , di intimità ed amicizie troncate , di colloqui interrotti , e dell amaro in bocca , e di menzogne , di sparizioni ...
spesso sono profili ...

tra quelli chi svolazza in bloglandia ignoto , senza data di nascita nè storia , e cala sui blog di donne , rari i commenti e prolifici nelle messaggerie , pronti a cambiar d abito , spesso con più vesti contemporaneamente , figli della chat destri nel corrompimento delle identità vissuto come gioco e non come una frode ... quando non sian maschi che si fingon donne , o non donne che giocano da maschi ...

aperti a parlar di sè in messaggeria si guardano dal blog dove raccontar fatti o pensieri , chè a tener su la frode per mesi è cosa ardua , scansando l identificazione che nell altrove avviene con il blog e con gli amici , senza esporre al confronto ciò che narrano a ciascuna dettagliatamente ...

senza che ciascuno legga degli altri , senza scattar di notizie , e diffidenze e allarmi , senza subir reazioni a detti , e azioni o comportamenti , pronti a sparir senza passato , sciacalli di credulità e d imprudenza ...

(gentile regalo di occhiodivolpe)

 
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