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L'amore ai tempi della crisi

Post n°153 pubblicato il 01 Maggio 2012 da bambiblu1310
 
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Sono chiusa, di carattere.

Sembro solare, aperta, perché sono brava a parlare con le persone. Ma dentro sono chiusa. E parlare con le persone non sempre vuol dire aprirsi, con loro.

Sono brava a parlare, si, è vero, E a volte dò anche l'impressione di dire molte cose di me, anche intime. Ma non è vero. Come ognuno di noi fa, anche io ho una parte di me, e della mia vita, che non espongo agli altri. E mostro sempre e solo ciò che ho deciso di mostrare.

Questo avviene anche qui. In questo posto virtuale che, pur essendo popolato da sconosciuti, e quindi più aperto all'esposizione di sé, in realtà è comunque popolato anche da chi mi conosce, e sa bene chi sono, e quindi subisce inevitabilmente una censura.

E così va a finire che si, vi parlo di me, ma difficilmente vi racconto le difficoltà di una vita quotidiana, le preoccupazioni, piccole o grandi, delle mie giornate, o le liti con Blue e molte altre cose. Insomma, evito tutto quello che reputo debba stare sotto la categoria "lavare i panni sporchi". Cosa che, secondo me, si fa a casa propria.

Non voglio nemmeno però che qui finiscano solo le cose belle, o quelle che apparentemente sembrano dare l'idea di una vita tutta rose, fiori e un po' di disordine.

Qui è difficile, e mica poco.

Un anno fa sono rimasta senza lavoro. Mesi a lavorare gratis perché la ditta era in cattive acque e alla fine il licenziamento. E l'indennità di disoccupazione, almeno quella.

A 40 anni. Con due figli. Senza specifiche conoscenze. Con un diploma di liceo scientifico, senza laurea, non so tenere la contabilità, non so fare una busta paga. Non sono nemmeno in mobilità. E sicuramente non ho l'età per l'apprendistato. Insomma, tecnicamente non valgo nulla. E non sono un cv appetibile.

Per la prima volta nella mia vita mando cv e non vego chiamata ai colloqui. Sono ufficialmente vecchia, sorpassata, per il mercato del lavoro. Ma troppo giovane, e senza la possibilità economica per permettermi di non lavorare.

Ed è stato allora che ho deciso di "saltare", di usare parte della mia indennità per pagarmi i corsi di formazione e inventarmi insegnante di Pilates, di yoga, con tutto quello che nel frattempo vi ho raccontato. Per darmi una possibilità. Per non trovarmi, quando l'indennità fosse finita a non avere nulla. Senza speranza. Senza futuro per me, e per i miei figli. 

E sta fnzionando. Adesso. Un passo alla volta. Ma l'indennità è finita molto prima che la mia scommessa cominciasse a funzionare, e in mezzo ci sono stati mesi in cui perdere la speranza sembrava l'unica cosa da fare.

In mezzo ci sono stati mesi a vivere in quattro con uno stipendio solo. E la casa in affitto. E la cresima di mia figlia. E il suo compleanno. E pasqua. E le bollette. E tutto quello che rende le notti lunghe e spaventose e i giorni nemici da affrontare con lancia e scudo.

Abbiamo fatto miracoli, io e Blue. Abbiamo ridotto la nostra spesa settimanale dai 130-140 euro agli 80, a volte 60 di ora. Abbiamo scoperto che sprecavamo un sacco di soldi, prima, e che l'indispensabile ha il suo fascino.

Non si esce più a cena, non ci si compra più niente. Quando ti permetti una pizza a casa è già una festa.

Ma siamo stati bravi, e fino a qui ce l'abbiamo fatta. Non è stato facile, ma nemmeno così difficile come credevo. Ho imparato a pulire casa, abiti, e piatti senza praticamente usare detersivi, a distinguere le verdure di stagione, che costano meno e fanno meglio, a non sprecare insomma.

E tutto quello che c'era è andato ai ragazzi. Perché a loro non deve mancare nulla.

Ma, a volte, qualcosa mi manca.

Mi manca la serenità di comprare un paio di scarpe senza fare i conti, e poi dover decidere di non prenderle.

Mi manca uscire a cena.

Mi manca la leggerezza nelle piccole cose.

Ma non è periodo di leggerezza, per noi come per tanti altri, e lo sappiamo bene. 

Ma io e Blue siamo bravi, a ritagliarci attimi e piccoli spazi in cui tirare il fiato, in cui alzare la testa e respirare. E non smetteremo di farlo oggi.

Perché alla fine la cosa più importante, anche nei momenti più difficili, e non prendere la vita troppo sul serio.

 

 
 
 
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Io ho deciso di lasciarmi andare, di seguire il vento e di smarrirmi, per scoprire se riuscirò a ritrovarmi.

Questo blog vuole essere un po' un diario di viaggio, un compagno che passo passo mi accompagna lungo la strada, ma anche una piccola ancora di salvezza che, come i sassolini di pollicino, possa aiutarmi a tornare a casa, se dovessi perdermi troppo... 

 

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