Il Mio Elfo

Il Mio Elfo è il mio mondo. Un mondo fatto di teatro, arte, musica e vita. Il mio mondo di attori, spettacoli, amici, bambini, viaggi e piccole avventure. IL mio Elfo è la mia grande passione, è IL TEATRO DELL'ELFO di Milano, il teatro del mio cuore. All'Elfo ho pianto, ho riso, mi son scordata preoccupazioni ed HO VISSUTO GRANDI EMOZIONI. All'ELFO ho conosciuto i miei più grandi amici, ho scoperto un mondo nuovo. All'Elfo dedico questo blog. Il mio primo ed unico blog. Cesonia.

 

TRA DIRE E FARE -GIORGIA.

 

DARREN HAYES - LOST WITHOUT YOU

 

THE ONLY ONE - DARREN HAYES

 

GULLIVER-MIGUEL BOSè-

 

meravigliosa! meraviglioso!

 

RENATO

 

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IL TEATRO DELL'ELFO

Dall'enciclopedia ENCARTA.... fondata a Milano nel 1972, la compagnia dell’Elfo si ritagliò fin dai suoi esordi uno spazio originale all’interno del panorama teatrale degli anni Settanta anche grazie all’allestimento di spettacoli come "1789: scene dalla rivoluzione francese, Pinocchio Bazaar, Le mille e una notte". Nel 1978, con l’acquisizione di una sala teatrale, la compagnia diede inizio a un nuovo corso, segnato dal grande successo di Sogno di una notte d’estate (1981), un’inedita versione musical-rock del testo di Shakespeare. Lo spettacolo costituì l’apice della crescita della compagnia, esperienza collettiva di un gruppo di registi e attori che vide in Gabriele Salvatores uno degli esponenti di maggior spicco. Negli anni successivi si affermarono nuove personalità registiche, come Elio De Capitani e Ferdinando Bruni, mentre il gruppo si dedicò alla scoperta dei migliori autori contemporanei; nacquero così Nemico di classe di Nigel Williams e Visi noti, sentimenti confusi di Botho Strauss, per la regia di De Capitani; Comedians di Trevor Griffiths, per la regia di Salvatores; Le lacrime amare di Petra von Kant di Rainer Werner Fassbinder, diretto da Bruni e De Capitani. Nel 1992 l’unione del Teatro dell’Elfo con il Teatro di Porta Romana diede vita a Teatridithalia. Portando al successo alcuni attori di primo piano della scena teatrale italiana, tra cui Paolo Rossi e Silvio Orlando, la compagnia proseguì la ricerca sulla drammaturgia contemporanea con gli allestimenti di testi di Brad Fraser, Steven Berkoff, Bernard-Marie Koltès, Yukio Mishima, Pier Paolo Pasolini, Giovanni Testori e Mark Ravenhill. In tempi più recenti, il rinnovato incontro con Shakespeare ha dato vita a una versione violentemente espressionista di Amleto, a una nuova edizione del Sogno (1997) e a una brillante rivisitazione del Mercante di Venezia (2003).
 

 

Darren Hayes - The Only One

Post n°309 pubblicato il 20 Giugno 2009 da Cesonia00
 

 

QUESTA CANZONE PIU' DI TUTTE...

 

 

In a world so cynical
You came in and changed the ball
From black to white
And made me right
This is all atypical
No one else has had the time
To read the signs
You are the only one

No one else can keep me from
The danger of myself
You keep me stronger
You are the only one

And now I love you even more
Than I did before

I've got such a jealous side
Reaching out
I try to hide
My infant stride
And in my mind
This is all so prototype
Make it wrong to make it feel right
Don't deny it
you are the only one

No one else can keep me from
The danger I possess
You keep me stronger
You are the only one

And now I love you even more
Than I did before

And when they make the call
For one last drink
When myself is dancing below
And when no one knows it
When the colors all collide inside
Well, I can barely hide
You are the only one

No one else can keep me from
The danger of myself
You keep me stronger
You are the only one

And now I love you even more
There is no other
No one else I place above you
You are the only one
And now I love you even more
Than I did before.

 

 

 
 
 

Pazienza

Post n°308 pubblicato il 19 Giugno 2009 da Cesonia00
 

Vedi,

ti voglio bene, un bene grande,

uno di quei beni che non si possono comprare o decidere. C'è e basta. E quando capita di sentire dentro quel qualcosa che ti allarga il cuore, beh, allora è un miracolo.

E tu ci sei,  sempre, sempre, sempre. E tu mi dici. Ed io lo so.

 

 

 
 
 

Nada

Post n°307 pubblicato il 10 Giugno 2009 da Cesonia00
 
Tag: Nada

Ai vecchietti come me dovrebbe evocare moltissimi ricordi Nada!!!! Mi piace sempre moltissimo risentire le sue canzoni e, devo dire, sono attualissime!! Queste le mie preferite!! ;-D monella!

 

 

sembra un angelo caduto dal cielo.... ;-DD

 

 
 
 

Sono Qui

Post n°306 pubblicato il 09 Giugno 2009 da Cesonia00
 
Tag: amici, news

 

Sono qui, non sono sparita. Sono solamente delle settimane teatralmente pigre. Si avvicina la fine della stagione attendendo qualche rassegna estiva. Certo fossi a Roma sarei al teatro Belli, fossi a Napoli sarei al Festival Teatrale. Ma sono qua, milanesissima, e come disse un mio amico qualche giorno fa "certo, se non veniamo noi a Milano tu mica ci vieni da noi!"

A Milano aspetto uno spettacolo, di cui parlerò più avanti, verso fine giugno. E poi "La Numero 13" di cui parlerò nel prossimo post.

Al mio paesello, nella mia via, sono iniziati i lavori per la costruzione del teatro....ci vorrà del tempo, ma poi li vorrò tutti qua, sotto il mio balcone!!!

Sono distratta, ho avuto un periodo un po' trafficato tra cose brutte e cose belle, tra un funerale ed un matrimonio importante. E' la vita che finisce ed è la vita che continua, inarrestabile ed inossidabile.

Rimangono le mie passioni, le mie amicizie grandi. Rimangono le parole che fanno bene al cuore, le presenze insostituibili. Perchè i rapporti si costruiscono giorno per giorno, affetto dopo affetto. Dedicando tempo, volontà, voglia di cercarsi sempre e sempre. Potrò sembrare stupida ad investirci una parte così grande del mio cuore, ma ne vale la pena. La felicità è soprattutto questo. Volere un bene dell'anima e sentire che questo bene è ricambiato allo stesso modo, con le stesse parole, con gli stessi abbracci... Non smetterò mai di difendere il mio tesoro.

 

"Riconoscere la felicità quando è ai tuoi piedi, avere il coraggio e la determinazione di abbassarsi per prenderla fra le braccia e custodirla. Questa è l'intelligenza del cuore. L'intelligenza senza cuore non è altro che logica e non è un gran che"
 "Se solo fosse vero. Una storia d'amore", Marc Levy
 
 
 

Finalmente l'ho TROVATA

Post n°305 pubblicato il 01 Giugno 2009 da Cesonia00
 

Sono riuscita a scoprire chi la suona! e dai e dai nulla è impossibile!

 

 

 
 
 

Quello che Sento

Post n°304 pubblicato il 01 Giugno 2009 da Cesonia00
 

 

"...il tuo stupore, i tuoi sguardi da bambina non potrò mai confonderli, il tuo semplice modo di amare rimarrà fisso nella mia mente, le tue parole, le mie parole saranno un lungo sentiero di prati immensi dove fioriranno tante rose colorate come il tuo viso"

VOLEVO DIRTI CHE TI AMO di Gaetano Lorito

 
 
 

L'eternità

Post n°302 pubblicato il 27 Maggio 2009 da Cesonia00
 
Tag: Giorgia

 
 
 

UN SENTIERO, UN BOSCO, DEI PASSI.

 

Un teatro piccolo, l’Out off di Milano, raccolto in poche file. L’ombra che avvolge tutto. E ti accorgi che loro sono già lì, in piedi, uno accanto all’altro. Braccia lungo i fianchi, torso nudo, disarmati. Ti siedi un po’ in imbarazzo, qualcuno bisbiglia “sono già sul palco”, perché nessuno se lo aspettava di entrare così, all’improvviso, nel loro vestibolo di morte.

I tre fratelli sono li, di fronte a te, tanto vicino che senti quasi freddo mentre Victor dà inizio alla storia. 

Noi ci proteggiamo. Facciamo tutto in modo tale da proteggerci dagli altri e da noi stessi, dalla parola e dal silenzio, dalla vita e dalla morte. Siamo in guerra col pensiero. Ci sbarazziamo dei ragionamenti, ci armiamo di emozioni.(…) Perchè osare scrivere? Per osare vivere!” 

Trovo difficile raccontare di questo spettacolo per tanti motivi. Lo aspettavo da 5 mesi, lo desideravo da una fredda sera d’inverno, seduta ad un tavolino di un bar, mentre guardavo due occhi brillare di felicità nel parlarmene.

In questo tempo ho guardato moltissime volte il video di presentazione, ho cercato d’immaginarmelo. L’ho sognato, pensato e sentito ancora prima di vederlo. Ed essere lì, ieri sera, mi ha dato una grande gioia ed una grande emozione. Me lo sono sentito dentro, al centro del mio cuore.

Ho deciso di vedere lo spettacolo due volte nel giro di tre giorni e posso dire di averlo vissuto con due stati d’animo molto diversi tra loro a causa di circostanze personali. L’ho vissuto in due modi diversi e sono convinta che gli stessi attori l’hanno vissuto in due modi diversi. Sono convinta che domenica abbiano dato tutto, tutto quello che hanno dentro e fuori, tutta la loro forza, la loro passione, il loro amore.

Gli occhi, bisogna guardare negli occhi degli attori quando recitano. La voce, lo senti nella voce. I gesti, segui i loro gesti e ti accorgi che non stanno recitando più. Che Victor, Ambroise e Carl erano veri, lì davanti a te. E ti fa un po’ paura.

Non voglio raccontare la storia, sarebbe farne la ripetizione di tutte le recensioni già scritte; mi piace invece dare delle impressioni, solamente degli sguardi sul palco.

Ore, ho camminato ore, sempre dritto davanti a me”, la ripetizione ossessiva, i rimandi del testo, le stesse parole ripetute dai tre fratelli. E’ la prima cosa che mi ha colpito. Il testo è bellissimo, nasconde mille giochi, mille rimandi. E’ profondo, toccante, intelligente. Nessuna parola è detta per caso, tutto s’incastra, si rimanda, si fa eco. Le voci s’incrociano, si fanno coro, si oppongono come in una lotta.

I gesti, i corpi che si attirano e si respingono, si cercano, si abbracciano, si picchiano. I corpi che fanno eco alle parole. I corpi che si piegano, sudano, gridano.

Bellissimo.

Le luci, l’albero di ombra e luce sul pavimento, i suoni. L’armonica a bocca suonata da Victor, triste lamento nella foresta.

Carl e la sua vita piccolo borghese, un ragazzo ed i suoi pregiudizi, la sua ricerca di una pace superficiale e fasulla che qualche volta riesce a rendere felici. Carl ed il suo matrimonio già pronto, l’amore per la sua sposa bambina. Carl ed il centro commerciale, la piscina di plastica, il quadro in svendita.

Carl che non capisce l’amore di suo fratello, che gli urla vergogna. Un bambino che odiava, temeva e nonostante tutto amava suo padre. Carl che piange e che non si arrende.

E poi Ambroise: omosessuale, che ha incontrato il cinismo nello stesso giorno in cui il suo amante ha incontrato l’aids. Ambroise idealista, emarginato, al centro della curiosità dei fratelli, un uomo che è scappato il più lontano possibile dal padre e dalla sua vita. Ambroise che ama Carl, che è teneramente complice di Victor, e che nello stesso tempo ha paura dello sguardo di suo fratello.

 

Victor, il fratello maggiore, un personaggio complesso, Victor. Un personaggio vivo; un concentrato di tenerezza, follia, rimorso, paura, forza e dolcezza. Victor che solleva Ambroise, che picchia Carl, che balla, che canta, che si commuove per un fiore, che difende i suoi boschi, che scherza con i fratelli, che evoca il ricordo del padre come un’ossessione, una paura, un incubo. Victor irruento, grande, forte. Victor che guarda il padre morire e che lo cerca dappertutto, giù per il fiume, e nei mulinelli d’acqua ne sente l’ombra. Un uomo perseguitato dai ricordi, che fa le prove di velocità nella curva, che vorrebbe essere una pernice. Victor e la sua ossessione, il suo rimorso, il suo fallimento. Comprende quanto nelle loro tre vite si stia ripetendo la vita del padre, quanto lui ed i fratelli non siano mai riusciti a vivere una vita libera. Senza incubi. Comprende e quindi decide di legare tutti quanti nella morte.

Esci in silenzio, ed alla fine ti rimangono dentro corpi, abbracci e occhi. Le lacrime di Carl ed il suo grido disperato, le mani giunte in preghiera di Victor, il dolore di Ambroise. Rimane Victor seduto davanti al pubblico, nella penombra, occhi accesi che sembrano guardarti nell’anima. Rimangono nell’aria le noti tristi della sua armonica e la mia sconvolgente sensazione di aver dimenticato di respirare per tutto il tempo vissuto. 

Un grande Tommaso Tuzzoli, una regia geniale, attenta, appassionata. Un giovane uomo dal cuore grande, Tommaso, lo vedi in tutto quello che fa. In come lo fa. Attento ad ogni particolare, sottile.

Una meraviglia i tre attori, generosi, disperati, ossessivi. Una conferma di quanto sono speciali.

Per tutto questo e molto altro ancora grazie. Grazie ragazzi, grazie Andrea, Silvio, Andrea e Tommaso, con tutto il cuore. Grazie da parte mia e degli amici che sono venuti in queste serate con me. Sono stata fortunata. Ho visto amici circondata da altri amici, consapevole del bene che vi voglio e che voi volete a me. Grazie per essere esattamente come siete stati, per le cose dette e per le cose fatte.

 

Daniela.

 

 

Ci sono passi pericolosi, sentieri che una volta percorsi, non ti fan tornare indietro. Parlarsi, urlarsi, stringersi a quel modo, scavare a fondo nell'amore, nell'odio, nella complicità, nella rivalità, nei sentimenti contrastanti che legano il sangue al proprio sangue. Non succede mai nella vita, solo nella morte. Grazie ragazzi. siete meravigliosi. Siete dolorosi, siete complessi, complicati, vivi.

 
 
 

Il Sentiero dei Passi Pericolosi: recensione (2)

Il sentiero dei passi pericolosi di Michel Marc Bouchard in Sala Bartoli per il cartellone altri percorsi

TRIESTE - È uno degli appuntamenti portanti del cartellone altripercorsi dedicato alle nuove istanze del teatro contemporaneo, Il sentiero dei passi pericolosi di Michel Marc Bouchard.... Prodotto dal Nuovo Teatro Nuovo di Napoli, lo spettacolo si avvale della regia da Tommaso Tuzzoli, regista poco più che trentenne, talentuoso ed emergente, assolutamente incisivo ed essenziale nel linguaggio scenico.


Scritto nel 1998, il dramma è concepito come una tragedia classica, scritta però secondo la sensibilità moderna, secondo lo stile di Bouchard, un drammaturgo fra i più noti e nitidi del nostro tempo: Perché scrivere un’opera triste? Perché scrivere della morte? sostiene Perché non esiste pensiero più lucido del pensiero spogliato dagli scudi-bugie della vita; il pensiero di chi è baciato dalla morte, di chi non ha più nulla da perdere ma una cosa sola da guadagnare, la franchezza. Perché osare scrivere? Per osare vivere! e sintetizza in queste righe il proprio manifesto poetico affidandoci la chiave per comprendere il suo Il sentiero dei passi pericolosi. Bouchard usa un linguaggio alto, ricco, per disegnare la realtà segreta ed esistenziale dei tre protagonisti, rivelata attraverso tagli di luce impervi, violenti, disincantati, anche cattivi, ma mai privi di emozione. Ad incentivare quest’intensità è una regia adamantina, che disegna lo spettacolo nell’efficacia di una scena spoglia e sapientemente illuminata, e oppone alla preziosità della drammaturgia una recitazione fisica, che “scolpisce” le battute e gli stati d’animo sul corpo degli attori.

I tesi confronti verbali fra Victor, Ambroise e Carl – i fratelli al centro dell’opera di Bouchard – si traducono infatti in scontri fisici nella koiné recitativa a cui Andrea Capaldi, Andrea Manzalini, Silvio Laviano – questi i nomi dei tre interpreti – sono giunti attraverso una preparazione intensa, che è passata tramite un attento lavoro sull’improvvisazione e addirittura un training di boxe. L’assunto dell’autore, secondo cui il passaggio dalla vita alla morte è il momento estremo in cui poter guardare la verità dentro e fuori di noi, senza mistificazioni o filtri di sorta, si sostanzia in una messinscena costruita sul sottile confine fra morte e vita: la dimensione è infatti misteriosa al punto che i tre fratelli potrebbero essere già morti, e rivivere episodi del loro passato attraverso déjà-vu chiarificatori.

La trama de Il sentiero dei passi pericolosi (che porta come sottotitolo Una tragedia stradale) vuole che essi si riuniscano per compiere un viaggio: uno di loro sta infatti andando a sposarsi. La vita reale li attende, ma invano: incorrono infatti in un incidente automobilistico e restano prigionieri per sempre d’una foresta, nello stesso punto “pericoloso” dove quindici anni prima erano stati testimoni (volutamente inerti?) della morte per annegamento del loro padre. Un padre artista, poeta, ebbro… presenza ingombrante e ossessiva di cui hanno avuto la tentazione di liberarsi, ma che rappresentava per loro – lo capiranno troppo tardi, dopo averlo abbandonato ai flutti e aver vissuto anni nel senso di colpa – l’unica via di fuga dall’omologazione.

E davanti al loro “ultimo sentiero” ecco i tre fratelli dialogare, finalmente senza veli, in merito a questo misfatto condiviso e ad altre dolorose ombre dei loro profili e dei loro rapporti.

Carl – che avrebbe dovuto sposarsi – è il più giovane e quello che ha maggiori ambizioni a inserirsi in un ambito piccoloborghese: è commesso in una grande centro, “paradiso” del consumismo del Québec. Ambroise, gallerista ed esteta, è omosessuale e in passato ha avuto un’insana attrazione per il fratello piccolo: nelle sue battute dissacranti è da cercare il punto di vista dell’autore. Infine Victor, il maggiore, apparentemente un semplice taglialegna, ma in realtà il personaggio più misterioso e complesso, a cui è affidato il compito d’innescare il meccanismo drammatico delle rivelazioni.

 
 
 

Il Sentiero dei Passi pericolosi: recensione (1)

Sentiero

 

Tre fratelli e una strada a strapiombo sul lago

di ROBERTO CANZIANI TRIESTE
.
Una foresta fitta. Una strada che nessuno frequenta, con molti tratti a strapiombo sul lago. La percorre un camion, veloce. A una curva sbanda, finisce fuoristrada. I rottami, il sangue, i lamenti, il montaggio che la morte – come diceva Pasolini – fulmineamente compie di tutta la vita. Ancora poco noto agli abitudinari del teatro, il nome di Michel Marc Bouchard ci parla di un Québec che negli scorsi decenni ha espresso scrittori davvero interessanti, di cui Michel Tremblay, con il suo “Le cognate”, è il capostipite. Ma se in quel testo era di scena una combriccola di casalinghe di Montréal, petulanti e metropolitane, alle prese con bigodini e premi delle raccolte a punti, in Bouchard e in particolare in un suo testo scritto dieci anni fa - “Il sentiero dei passi pericolosi” - la vicenda si apre invece sul paesaggio solitario e infinito del lago Saint-Jean, le sue foreste, la selvatichezza dei suoi uomini. Originario di quei posti, Bouchard è uno scrittore dell’appartenenza, vuoi per l’uso speciale della lingua franco-canadese, vuoi per il ruolo che nei suoi testi hanno quei paesaggi, quegli abitanti, quelle famiglie. Ha un po’ la tenerezza agra della dei “Segreti di Brokeback Mountain“ e della gente del Wyoming questo lavoro, più settentrionale invece, in scena fino a domenica 22 marzo alla sala Bartoli per il cartellone ”Altripercorsi” dello Stabile regionale. Una produzione del napoletano Nuovo Teatro Nuovo che ne ha affidato la regia a Tommaso Tuzzoli, bravo a consegnare soltanto alle parole dette, alle luci di taglio, al torso nudo di tre attori, la delicata materia di questa “tragedia stradale” che più va avanti, più si addentra tra gli alberi, più stringe la morsa intima e dolorosa dei rapporti famigliari. Nella dinamica fisica e affettiva degli interpreti - Andrea Capaldi, Andrea Manzalini, Silvio Laviano - le parole di Bouchard trascrivono la diversa sensibilità di tre fratelli, i quali ripercorrono il tratto di strada che esattamente 15 anni prima li aveva visti testimoni, impassibili e inerti, della morte del proprio padre, tiranno, poeta e ubriacone. Ma quel fantasma inevitabile d’odio e d’amore ora sembra richiamarli, là, a quella curva a strapiombo sul lago, ad una tragica resa dei conti, anch’essa inevitabile.
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IL Sentiero a Milano

Lo sapete che sta arrivando, vero????? manca pochissimo!!!! pochissimo.

 

AL TEATRO OUT OFF DI MILANO

DAL 19 MAGGIO AL 24 MAGGIO 2009

IL SENTIERO DEI PASSI PERICOLOSI
DI M.M. BOUCHARD


REGIA DI TOMMASO TUZZOLI

CON

ANDREA CAPALDI
SILVIO LAVIANO
ANDREA MANZALINI


Nuovo Teatro Nuovo
teatro stabile di innovazione
Pim Spazio Scenico
in collaborazione con
Festival Internazionale
Castel dei Mondi di Andria

Victor:
Andrea Capaldi

Ambroise:
Andrea Manzalini

Carl:
Silvio Laviano

disegno luci
Simone De Angelis

suono
Franco Visioli

trainer
Sabrina Jorio

personal boxing trainer
Lino Silvestri
(Napoli Boxe/Mediterranea)

foto di scena
Brunella Giolivo
Giuseppe Distefano

progetto video
Paco Capaldi

assistente alla regia
Luisa Tuzzoli

regia Tommaso Tuzzoli

Un tempo assente, un incontro
di tre fratelli da tempo lontani.
Credere di aver percorso luoghi.
Credere di conoscersi, conoscere
e credere che il passato possa
svanire. Dal risveglio di una memoria
che diviene ossessione e ripetizione
in forma di poesia giunge un
padre/poeta/ubriacone che era
meglio lasciar morire.
Una colpa che non svanisce e una
lingua dura, violenta che non scende
a compromessi.
Scontro/incontro; ogni battuta ha la
forza e la velocità di un pugno dato
allo stomaco. Un ritmo vertiginoso
che rende gli attori pugili, capaci
con le parole di schivare colpi con
cinismo o incassare verità scomode
ma anche capaci attraverso un nudo
abbraccio di sentire il respiro e gli
affanni dei propri fratelli.
Una ripetizione che è tragedia, coro
per mezzo della poesia. Per poter
vivere, farsi ascoltare vomitando.
Una sofferenza che ci rende estranei
agli altri e a noi stessi.

Tommaso Tuzzoli
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Merde! Merde! Merde!
 
 
 

DOVE HO VISTO TE

Post n°295 pubblicato il 17 Maggio 2009 da Cesonia00
 

Dove Ho Visto Te


E le mie gambe han camminato tanto
E la mia faccia ha preso tanto vento
E coi miei occhi ho visto tanta vita
E le mie orecchie tanta ne han sentita
E le mie mani hanno applaudito il mondo
Perchè il mondo è il posto dove ho visto te
Dove ho visto te
Dove ho visto te
E le mie ossa han preso tante botte
E ho vinto e perso dentro tante lotte
Mi sono steso su mille lenzuola
Cercando il fuoco dentro una parola
E le mie mani hanno applaudito il mondo
Perchè il mondo è il posto dove ho visto te
Dove ho visto te
Dove ho visto te
E c'è una parte dell'America
Che assomiglia a te
Quei grandi cieli senza nuvole
Con le farfalle e con le aquile
E c'è una parte dentro all'Africa
Che assomiglia a te
Una leonessa con i suoi cuccioli
Che lotta sola per difenderli
E le mie braccia hanno afferrato armi
E tanta stoffa addosso a riscaldarmi
E nel mio petto c'è un motore acceso
Fatto per dare più di quel che ha preso
E le mie mani hanno applaudito il mondo
Perchè il mondo è il posto dove ho visto te
Dove ho visto te
Dove ho visto te
E le mie scarpe han camminato tanto
E la mia faccia ha preso tanto vento
E coi miei occhi ho visto tanta vita
E le mie orecchie tanta ne han sentita
E le mie mani hanno applaudito il mondo
Perchè il mondo è il posto dove ho visto te
Dove ho visto te
Dove ho visto te
E c'è una parte della mia città
Che assomiglia a te
Quella dei bar con fuori i tavolini
E del silenzio di certi giardini
E c'è una parte della luna
Che assomiglia a te
Quella dove si specchia il sole
Che ispira musica e parole
Baciami baciami baciami
Mangiami mangiami mangiami
Lasciami lasciami lasciami
Prendimi prendimi prendimi
Scusami scusami scusami
Usami usami usami
Credimi
Salvami
Sentimi
E c'è una parte della vita mia
Che assomiglia a te
Quella che supera la logica
Quella che aspetta un'onda anomala
E c'è una parte in Amazzonia
Che assomiglia a te
Quelle acque calde e misteriose
Le piante medicamentose
-------------------------------------------------------------------

TVB

 
 
 

ECCOTI!!!!

Post n°294 pubblicato il 17 Maggio 2009 da Cesonia00
 

 

Eccoti (La Storia Più Incredibile Che Conosco)

Eccoti sai ti stavo proprio aspettando
ero qui ti aspettavo da tanto tempo
tanto che stavo per andarmene
e invece ho fatto bene

sei il primo mio pensiero che
al mattino mi sveglia
l'ultimo desiderio che
la notte mi culla
sei la ragione più profonda
di ogni mio gesto
la storia più incredibile
che conosco
conosco

eccoti come un uragano di vita
e sei qui non so come tu sia riuscita
prendermi dal mio sonno scuotermi
e riattivarmi il cuore

sei il primo mio pensiero che
al mattino mi sveglia
l'ultimo desiderio che
la notte mi culla
sei la ragione più profonda
di ogni mio gesto
la storia più incredibile
che conosco

eccoti anche ora che non sei in casa
tu sei qui mi parla di te ogni cosa
gli oggetti sembrano trasmettermi
l'amore nello sceglierli

eccoti finalmente sei arrivata
e sei qui non sai quanto mi sei mancata
speravo tu esistessi però non immaginavo tanto

sei il primo mio pensiero che
al mattino mi sveglia
l'ultimo desiderio che
la notte mi culla
sei la ragione più profonda
di ogni mio gesto
la storia più incredibile
che conosco
conosco
----------------------------------------------

Eccoti! Non sai quanto mi sei mancato!

 

 
 
 

Angels in America - Trailer

Post n°293 pubblicato il 12 Maggio 2009 da Cesonia00
 

 
 
 

ANGELS IN AMERICA

Post n°292 pubblicato il 12 Maggio 2009 da Cesonia00
 

 
FINALMENTE GLI ANGELI VOLANO NEL CIELO  SOPRA MILANO
 
 
ELFO 
 5 - 24 maggio 09

ANGELS IN AMERICA

Fantasia gay su temi nazionali
Prima parte: Si avvicina il millennio
di Tony Kushner
traduzione Mario Cervio Gualersi (edita da Ubulibri)
regia Ferdinando Bruni e Elio De Capitani

Premio ETI - Gli Olimpici del Teatro 2008:
Miglior spettacolo di prosa e Miglior regia
con Elio De Capitani, Elena Russo Arman, Cristina Crippa, Ida Marinelli, Cristian Maria Giammarini, Edoardo Ribatto, Fabrizio Matteini, Umberto Petranca
scene di Carlo Sala
costumi di Ferdinando Bruni
video Francesco Frongia
luci di Nando Frigerio
suono di Giuseppe Marzoli
produzione Teatridithalia/ERT Emila Romagna Teatro Fondazione
Orario repliche: da martedì a sabato ore 20.30 - domenica ore 16.00

E' valido l'abbonamento Invito a Teatro

Ferdinando Bruni ed Elio De Capitani hanno firmato insieme la regia di questo bestseller del teatro americano, ottenendo da subito il Premio ANCT (Associazione Nazionale Critici di Teatro). A questo riconoscimento sono seguiti, due Premi Ubu ’07, il Premio Hystrio ’08 alla regia e due Premi ETI-Gli Olimpici del Teatro ’08, come miglior regia e miglior spettacolo di prosa.

Angels in America, saga provocatoria e commovente, composta in due parti: Si avvicina il millennio e Perestroika. La prima parte, coprodotta da ERT e da Teatridithalia, ha debuttato con successo al Teatro delle Passioni di Modena nel maggio 2007. La seconda parte, Perestroika, debutterà nell'ottobre 2009 al Festival Vie, Scena contemporanea di Modena.
Il sottotitolo esplicito, Fantasia gay su temi nazionali, non sintetizza tutta la ricchezza dell’opera di Tony Kushner e la complessità dei suoi personaggi: l’autore sa infatti indagare il tema dell’identità in profondità, sondandone tutte le componenti, razziali, religiose e culturali, e riesce a dipingere un mondo - il nostro - nel quale gli esseri umani faticano disperatamente a riconoscersi e accettarsi con consapevolezza e dignità.

Lo scenografo Carlo Sala si è ispirato all’ambiente essenziale del Teatro delle Passioni, creando uno spazio ampio e semivuoto, luogo ideale per le immagini video di Francesco Frongia, capaci di trasformare la scena ora nello skyline che domina Central Park, ora nel panorama di Salt Lake City, nei cumuli di ghiaccio dell’Antartico, in bilico tra realtà e allucinazioni mentali. Il cast è guidato da Elio De Capitani nel ruolo di Roy Cohn (Premio Ubu come miglior attore non protagonista). Insieme a lui un gruppo affiatato di attori non ancora quarantenni: Edoardo Ribatto nel ruolo centrale di Prior, Umberto Petranca in quello di Louis (per il quale a vinto l’Ubu come attore under 30), Elena Russo Arman, Cristian Maria Giammarini e Fabrizio Matteini. Completano il cast due volti celebri della compagnia dell’Elfo: Ida Marinelli e Cristina Crippa.

DALLA RASSEGNA STAMPA:
Per lo storico gruppo milanese ancora uno sguardo politico su realtà nascoste e fiammeggianti in un approccio severo e forte, costruito con semplicità ma anche con profondità nella casta scena di Carlo Sala. Un merito che tocca in egual misura agli interpreti e alla regia illuminista, ma anche carica di sentimento, firmata a quattro mani da Bruni e De Capitani che interpreta da par suo il ruolo di una carogna storica.
Maria Grazia Gregori, l’Unità

È con enorme emozione che si vede e si vive, tra il riso e il pianto, la prima parte di Angels in America. [...] Si sovrappongono dunque le situazioni intime e i dialoghi, in uno spettacolo ricco di fantasia e voglia espressiva che supera i vincoli ambientali, importa fantastiche visioni registrate e ridondanti sonorità. E per una volta si può contare su un’adesione interpretativa di felice compattezza in cui spiccano le tormentate raffigurazioni di Cristian Maria Giammarini e Elena Russo Arman, i trasformismi di Ida Marinelli, l’introspezione di Umberto Petranca e Edoardo Ribatto, assieme al redivivo Fabrizio Matteini.
Franco Quadri, la Repubblica

Cito il film di Nichols perché dalla prima scena De Capitani, nella parte dell’avvocato Roy Cohn, colui che nel 1952 spedì sulla sedia elettrica i coniugi Rosenberg, si diverte a gareggiare con Al Pacino, subito ponendo un problema: non solo chi sia più bravo, più gigionesco, più cattivo; ma che cosa sia la cosiddetta copia rispetto all’originale, e che cosa sia il teatro che nasce come teatro, diventa cinema, e torna a essere teatro. [...] D’altra parte la commistione dei mezzi tecnici e degli stili – da quello della recitazione psicologico-naturalistica a quello barocco delle visioni, sogni nel caso degli uomini, tutti omosessuali, allucinazioni nel caso di Harper, l’eterna moglie americana, insoddisfatta e impasticcata – questa commistione è l’essenza sia formale che concettuale di Kushner. Nel senso della forma per Bruni e De Capitani è una pacchia, un vero tripudio: sono a casa loro, sembrano i committenti di un testo spasmodico e appassionato, poi finito al cinema e in televisione.
Franco Cordelli, Corriere della Sera

LUNEDI' RIPOSO

Prezzi (incluso diritto di prevendita)
• posto unico euro 24
• riduzione giovani fino ai 25 anni e soci Coop euro 16
• riduzione anziani oltre i 60 anni e gruppi Scuola euro 12,50
• riduzione gruppi Scuola euro 10
• Il martedi ingresso a euro 14
• Tutti i giovedì riduzione euro 16 ai possessori della tessera Agis “Vieni a Teatro”
 

 
 
 
 
 

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Data di creazione: 19/04/2008
 

 

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GLI ELFI NELLA MITOLOGIA

I mitologi della scuola germanica sostengono che gli Elfi non siano altro che le raffigurazioni simboliche degli elementi naturali del fuoco, dell'aria, dell'acqua e della terra. Sembra che gli elfi siano in grado di trarre la loro essenza da questi quattro elementi (sidifferenziano morfologicamente secondo l'appartenenza ai quattro elementi naturali).Dal gran numero di racconti popolari sono stati narrati come esseri socialmente organizzati, considerati come un popolo vero e proprio che viveva e agiva grazie alle proprietà degli elementi naturali. Gli elfi sono amici del genere umano, di indole indipendente e molto fiera, tra le loro caratteristiche vi è quella di indossare una cintura magica che consentirebbe di diventare invisibile, oggetto di alto valore simbolico nelle credenze non solo popolari ma anche colte delle genti europee dell'antichità. La razza della luce per eccellenza, sono ottimi arcieri e buoni maghi.
 

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IL SENTIERO DEI PASSI PERICOLOSI

 

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