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Espressione del pensiero per l'Unità Socialista Riformista

 

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Auguri di BUON ANNO

Post n°6 pubblicato il 31 Dicembre 2012 da alessandro.splendore

Il nostro MOVIMENTO vuole lasciarvi gli auguri di un Buon Anno senza alcuna preferenza perchè è pronto ad accogliere ed ascoltare tutto e tutti senza dinstinzione alcuna, Compagni e Non.

 

PS: Un grande riformista come Sandro Pertini diceva a proposito sul significato: "cosa             significa la parola socialismo?"

      significa libertà e libertà significa giustizia.

Perchè non può esserci libertà senza giustizia sociale e  non può esserci giustizia sociale senza libertà. Io sono socialista da 50 anni, e mi sono battuto per una riforma perchè l'essenza del socialismo è nelle riforme.

Perchè la libertà sia una conquista solida, bisogna che abbia un contenuto sociale. Bisogna che affondi le sue radici in seno alla classe lavoratrice. Bisogna che effettui le riforme, che annulli le sperequazioni.

Ma com'è possibile che certi dirigenti statali vadano in pensione con milioni al mese mentre altre categorie ci vanno con 400 euro al mese?

 
 
 

RINNOVAMENTO SOCIALE E QUADRO POLITICO

Post n°5 pubblicato il 25 Novembre 2012 da alessandro.splendore

ISOLAMENTO SOCIALE  E CULTURALE DEL SUD ITALIA

Fra i tanti mali che possono affliggere   il  Sud  già  scarsamente sviluppato economicamente,l’isolamento  sociale  e  culturale certamente rappresenta quello peggiore, forse il più controproducente  e dissonante. E’ questo infatti un fenomeno cancrenoso  la cui esistenza giammai permette all’ambiente di uscire dal mortificante “impasse” in cui versa. Ma quando, come e dove nasce questo isolamento?  E’ da tre quarti di secolo che ci sentiamo dire (e chi non lo ha sentito almeno una volta ? )che noi meridionali non abbiamo spirito cooperativistico, che siamo  soliti  isolar ci, che siamo  introversi,  pessimisti, che abbiamo paura della vita e del cambiamento. In buona parte è vero, dobbiamo riconoscere, infatti che la polverizzazione sociale dovuta alla sopravvivenza, nonché allo sforzo di alcuni ( e vediamo poi chi) di tenere in vita uno spirito feudale. E’ questa dunque la causa che rende noi poveri diavoli del Sud tanto diversi dai settentrionali? o forse dobbiamo dire che esistono cause ben più serie? E se si, donde dipende questa sopravvivenza? Forse perché Cristo si è veramente fermato ad Eboli? O forse perché tutti la pensano come quei dannati cianciatori che hanno voluto spiegare il ritardo economico sociale del Sud, adducendo quale motivo cause etnografiche ed atropo-geografiche, secondo le quali, per le prime, in quanto possono influire perché la razza meridionale sarebbe incapace di procurare certi vantaggi economici, morali e spirituali; per le seconde, poiché  dal momento che la geografia  fa  la storia, quindi clima e temperatura influirebbero la storia delle genti,e di conseguenza la tesi erronea che i meridionali sarebbero meno intelligenti e fattivi. Riconosciamo, abbiamo detto,  che  in tutto  il  meridione, è in atto la polverizzazione sociale;   affermiamo   inoltre   che l’unica solidarietà  si  è  ridotta alla prima CELLULA FONDAMENTALE: la famiglia, che fuori di essa regna un   individualismo   caotico, un tanto dura quanto amara lotta di tutti contro tutti, una continua e strenua difesa del bene comune contro la massa dei nullatenenti. Tantissimi giovani che emigrano, tanti operai agricoli in cerca di lavoro, decine e decine di migliaia di maestri in affannosa ricerca di qualche raccomandazione per concorsi, tantissimi laureati ( un buon 75 % di lettere e giurisprudenza) a caccia di un posto statale. L’individualismo esacerbato che contribuisce innegabilmente al fallimento cooperativistico in ogni campo; la non facile comunicazione fra classi, strati e caste; la paura di perdere quello che si è accumulato dopo tanti anni di sofferenze; lo sforzo costante ed abbandonare i gradi più umili della società rurale, infine l’astio perenne verso chi ha fatto perdere qualche cosa.

 

                                                       Da: "RIFLETTERE"

                                                       AUTORE: ALESSANDRO SPLENDORE

                                                        Roma, Marzo 1982 N°5

PS: A distanza di 6 lustri la sistuazione meridionale non è cambiata. IL TEMPO SI E' FERMATO.

 
 
 

RINNOVAMENTO SOCIALE E QUADRO POLITICO

Post n°4 pubblicato il 25 Novembre 2012 da alessandro.splendore

 

Brevi considerazioni sulla realtà del Sud.

                                               

Mi siano consentite queste brevi considerazioni sulla realtà del Sud, non tanto per stimolare o risvegliare rabbie depresse, quanto per sollecitare ulteriori riflessioni.

   Riflessioni, sono certo, non sicuramente risolutive, ma certamente dettate dalla esigenza di osservare la situazione del nostro Sud nella cruda realtà, se vogliamo parlare veramente di rinnovamento sociale e quadro politico.

   Premesso che le condizioni sociali, economiche e politiche attuali del Sud, non sono quelle di un tempo, altresì vero però che la situazione socio- economica – politica non può considerarsi ottimale, anzi – noi sappiamo infatti che, a tutt’oggi, l’Italia non solo non riesce a superare la profonda crisi politica ed economica che la sconvolge da anni, ma continua ad essere praticamente divisa in due parti: l’una il Nord, molto industrializzato e capace, ovviamente, di assicurare l’occupazione di larghe masse di lavoratori;

l’altra il Sud, in preda alla disoccupazione, alla sottoccupazione,,al parassitismo, alla emigrazione e ad una inadeguata struttura produttiva.

Sappiamo pure che il Sud si presenta come una realtà economica, sociale e civile lacerata da una agricoltura limitata solo generalmente alla aziende capitalistiche e da una industria, sia pubblica che privata, che non sembra avere possibilità concrete di cambiare le condizioni di vita.

Ora, se teniamo presente che la pubblica amministrazione ormai non riesce più ad offrire alcun tipo di impiego, perché giunta al limite della sopportabilità;

che purtroppo la disoccupazione giovanile in generale e quella particolare non accenna a diminuire e, cosa peggiore, le scuole secondarie e le università continuano a sfornare, a ritmo incessante, masse di diplomati e laureati costituendo un grave problema sociale e politico e determinando, di conseguenza, una pressione  che si fa a mano a mano più insostenibile e pericolosa.

Accertato, infine, che la rabbia del Sud è già violentemente esplosa ( e sappiamo anche con quali conseguenze economiche – sociale e  politiche ) negli anni 70 a Reggio Calabria, a Caserta, a Battipaglia, a Eboli e che tale rabbia continua ad essere, giustamente, inasprita dalle insofferenze dei giovani e degli operai disoccupati o sottooccupati;

considerato ciò, non mi pare il caso che io vada elencando altri fatti particolari. 

*  Mi chiedo, allora, è vi chiedo, alla luce di questa amara reale situazione quale può essere la strada da percorrere per un rinnovamento sociale, economico, politico per il Sud e per il  paese?

·        A mio avviso, l’unica strada del Riscatto è la strada dell’unità, poiché nell’unità di tutte le forze sta l’unica soluzione dei problemi antichi e recenti del nostro Sud.

      A voi, dunque amici carissimi, la libertà di prendere e di ampliare il concetto della strada dell’unità, unità, sottolineo e chiarisco, di tutte le forze democratiche e autenticamente popolari.

Prima di concludere, però, voglio porvi tre domande un pò provocatorie:

  1 ) – Innanzitutto, crediamo nel rinnovamento ?

          o meglio, siamo certi che vogliamo veramente rinnovarci?

  2 )Siamo convinti proprio di essere forze democratiche e autenticamente popolari?

  3 ) -  Siamo convinti, o no, allora, che solo unendoci possiamo rinnovarci ?

           A VOI LA PAROLA!

 

                                 Da: "RIFLETTERE" 00184 Roma

                                 Autore:  Alessandro Splendore

                                 Anno: 1982

 
 
 

Il Blog IlRIFORMISTA

Post n°3 pubblicato il 02 Novembre 2012 da alessandro.splendore

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A distanza di 69 anni l'Italia si può considerare democratica?

Post n°2 pubblicato il 01 Novembre 2012 da alessandro.splendore

NUOVO PARTITO SOCIALISTA ITALIANO  (NPSI) SEDE TERRITORIALEVia Garibaldi 87013 Fagnano Castello Cosenza

 

 

Fedele agli ideali della liberazione oggi a distanza di 69 anni l’ Italia si può considerare democratica ?

 

Noi socialisti possiamo affermare di essere stati in questi sessantanove anni sempre fedeli a questi principi e valori che fondamentalmente si ispirano al riformismo democratico ed ad un socialismo umanitario che in Italia vanta antica e nobile tradizione.

Una società più giusta, più libera, una democrazia moderna è realizzabile se l’impegno riformista che non rinnovato fervore stiamo sostenendo riuscirà nel paese a prevalere. Va resa sempre più evidente la discriminante fra conservatori e fautori di un progresso e civile che ai valori resistenziali si richiama. Gli ideali non invecchiano valori così nobili non diventano mai obsoleti.

Per costruire quella società nuova, che a quei sogni ideali si richiama è necessario affrontare con determinazione e sciogliere i nodi che frenano la possibilità di sviluppo e di crescita civile e sociale del paese.

Oggi noi parliamo di neo – riformismo che è la traduzione in termini attuali degli stessi valori, un riformismo che vuole operare per uno sviluppo equilibrato, per creare maggiore ricchezza per poterla distribuire più equamente.

Un paese moderno, nel quale le istituzioni funzionano, nel quale i pubblici servizi siano efficienti, per poter dare risposte alle domande di giustizia, di sicurezza  sociale, di miglior vita.

             Un riformismo che incida sulle       re, che attui riforme istituzionali                        

rese  necessarie per ridare forza, snellezza agli istituti sclerotizzati e che elimini le lentezze procedurali, che incida sulle amministrazioni pubbliche burocratizzate ed

inefficienti.

              Un riformismo che dia forza e fiato alla libertà di mercato liberandolo dai

condizionamenti di potentati economici che vorrebbero condizionare il potere politico ed asservirlo ai propri interessi.

              Un riformismo che operi per il riequilibrio economico, sociale, culturale fra zone ricche e zone depresse,  fra il nord e sud, che realizzi compiutamente l’unificazione della nazione e dello stato e contribuisca alla costruzione dell’Europa dei popoli.

              Con queste riflessioni, con questo impegno riformista noi possiamo guardare al futuro rimanendo fedeli agli ideali della resistenza che sono gli stessi di oggi.

 

Fagnano Castello lì 25 aprile 2012

 

 
 
 
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Data di creazione: 01/11/2012
 

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