Creato da MarianneWerefkin il 26/10/2007

Il mignolo

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Post n°223 pubblicato il 01 Dicembre 2014 da MarianneWerefkin

Che la memoria sia un tesoro inestimabile e che sia depositaria di ricordi che per diritto e dovere non devono essere cancellati siamo tutti d'accordo.
Alla presa d'atto che il mio passato da malata di cancro non si cancella, negli ultimi mesi la domanda che più mi ha creato dissidio interiore e anche fastidio dolente, stizza, smorfia e orgoglio ferito, è stata quanto spazio occupa dentro di me, ora, quella esperienza. E' come cacciare giù piangendo un boccone amaro a forza. La risposta è nata con un parto molto doloroso e folle, contro natura, quasi volessi ricacciare dentro, sempre più in fondo, la consapevolezza che sì: ora sono anche questo.
Inutile dire di non voler riesumare niente.  Se  parlo di me dico anche di questo.
E' tutto profondamente cosciente e vivo, il viso della mia dottoressa mentre mi parla cautamente, il viso del primario mentre da un nome alla mia malattia, il viso del primo oncologo incontrato poi a Bologna che come fosse la normalità mi diceva che avevo un tumore ad elevata malignità e mi parlava di sopravvivenza, il volto del chirurgo che mi parla di quarto grado e mi dice che al quinto non c'è nulla da fare. Tutto questo fa parte di me. Fanno parte di me la padella e la carrozzina, la mia cicatrice e i doppi nodi ai lacci delle scarpe, fanno parte di me la mia protesi e la mia gamba sinistra che ancora sento come un dente appena curato. Fanno parte di me i crampi allo stomaco e la gola massacrata che impediva la deglutizione e quindi le flebo e quindi le trasfusioni, poi la ritenzione idrica e quindi le punture per contrastarla. Ed i fattori di crescita per il midollo che non produceva più piastrine, globuli rossi e neutrofili e allora l'isolamento e le visite centellinate, che un raffreddore poteva creare davvero grossi problemi e il sangue dal naso prevedeva una corsa in ospedale per fermarlo. E le petecchie, minuscoli puntini rossi che significavano l'avanzare della tossicità della chemio per il midollo osseo. Le transaminasi alle stelle e il rischio di coma epatico se dimenticavo il farmaco salva vita, perchè certa chemio ad alte dosi è letale e ti tocca poi prendere medicine ad orari prestabiliti per evitare il peggio (preventivato). Il vomito verde e marrone oppure giallo; la pipì rossa o anche quella gialla a seguito dell'aggancio del Broviac alla pompa, ed il farmaco che con lentezza iniziava la sua discesa verso di me. Lo stavo a guardare in silenzio pensando -chissà se ce la farò?. Anche questo, il primo giorno non lo dimenticherò mai. Fa tutto parte di me.

 
 
 
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